The Rise of Queensdale - Anteprima del legacy targato Alea

The Rise of Queensdale: tavolo apparecchiato

Al Festival International des Jeux di Cannes siamo riusciti a giocare al nuovo gioco legacy armati di mini sturalavandini.

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The Rise of Queensdale

Una delle notizie arrivate da Norimberga con il maggior squillar di trombe è stata l’annuncio di questo The Rise of Queensdale, nuovo gioco legacy dallo scatolone gigante firmato dai coniugi Brand, famosi per aver firmato tanti giochi nessuno dei quali (secondo il nostro discutibile gusto) spicca in modo particolare. Ha fatto il giro di tutti i social la foto dell’ormai famigerato sturacessi che abbiamo potuto tenere tra le dita anche noi.

Come sempre il solito disclaimer: lo abbiamo giocato in fiera, in una lingua che non è la nostra ed è ricca di r mosce e di elisioni alle finali. Il dimostratore conosceva solo l’inizio del gioco e quello ci ha spiegato ed abbiamo giocato. Insomma… prendete tutto con le pinze, o lo sturacèss.

partita a The Rise of Queensdale
partita a The Rise of Queensdale

Legacy, ma non troppo

La prima cosa che ci ha colpito è che la prima delle nove missioni sia stata giocata più volte in fiera senza che alcunché venisse modificato in modo permanente. Pure lo sturalavandini risulta inutile: ci era stato annunciato che il suo scopo fosse “scavare nel terreno e rivelare nuove cose”, invece…

Il tabellone si compone di quattro appezzamenti (uno per giocatore) composti da vari esagoni di erba e alcuni cantieri, così che l’arma segreta di capitan Ventosa serve quindi per rimuovere le tessere in questione sotto le quali c’è… il nulla cosmico. Semplicemente si toglie la tessera erba o cantiere per sostituirla rispettivamente con un nuovo cantiere (sul retro della tessera) o un edificio (da prendere dall'apposita plancetta), azione per giunta eseguibile pure a mano. Al termine della partita abbiamo quindi semplicemente risettupato il tutto alla situazione iniziale. Nessuno spoiler e nessuna modifica permanente. Abbiamo visto però sulla plancia azioni degli spazi per ospitare adesivi che aumentano il numero di azioni… che anche qui possono non essere incollati per preservarne la purezza.

Nulla da grattare per ciò che abbiamo visto (e sappiate che in barba agli spoiler abbiamo controllato il contenuto della scatola – anche se non sappiamo fosse completa o meno) e neppure scomparti da aprire. C’è però un mazzo di carte storia e altri di carte evento… che noi, fregandocene, abbiamo letto ugualmente.

Sotto la superficie

Eh vabbè ma avete giocato solo il primo scenario” eh sì, perché solo quello era stato tradotto nel sensuale francese e il resto era ancora nel freddo idioma teutonico, ma tant’è che la meccanica principale l’abbiamo vista e, da quel che abbiamo capito, tale resta per tutto il corso della partita.

Queensdale è un german competitivo in cui ognuno di noi impersona un popolano che in epoca medievale vuole costruire il regno più bello per l’arrivo della regina e solo chi avrà più gloria sarà il prescelto. Dopo questa originalissima introduzione (letta sulla carta 0 del mazzo storia) siamo pronti ad iniziare a lanciare dadi che a turno piazzeremo uno per uno nei vari spazi azione in base alle facce ottenute. Potremo prendere risorse quali oro, legno, mattoni e pietra (illustrate come in un qualunque altro gioco dalla stessa ambientazione da Menzel), posizionando la faccia di dado mostrante la risorsa in uno dei molti spazi azione di raccolta risorse oppure posizionando un dado che mostra la faccia “azione” su uno degli spazi azione che consentono di scambiare risorse, ottenere risorse avanzate, costruire edifici, pescare aiutanti da un sacchetto (che permettono di salire sulla reputazione o costruire con uno sconto), salire sul tracciato della reputazione, muovere il nostro pastore sulla mappa per raccogliere erbe (che forniscono risorse o punti random). Gli edifici che possiamo costruire forniscono risorse che otteniamo a certi step del tracciato della reputazione o ci permettono di conservare più risorse tra un round e l’altro (ovvero dopo aver piazzato tutti e 5 i dadi). Il turno termina dopo aver posizionato tutti i dadi, se nessuno ha vinto si inizia un nuovo round rilanciando i dadi.

Obiettivo: essere il primo ad ottenere 10 punti gloria, così da poter leggere la storia numero 2 che ci dice l’obiettivo della seconda partita: raggiungere i 20 punti vittoria, come si vede già sul tracciato dei punti.

The Rise of Queensdale: materiali
The Rise of Queensdale: materiali

Cosa ci siamo spoilerati

Chiaramente leggete questo paragrafo a vostro rischio e pericolo. Come già detto, abbiamo guardato nella scatola e abbiamo visto solo edifici più potenti: anziché l’edificio "ottieni una risorsa X" c’è l’edificio "ottieni 2X" e l’edificio "ottieni una X e una Y". Ci sono mura da erigere per contrastare eventi che abbiamo letto ed entrano random a gamba tesa in base a chi ha costruito o meno determinati edifici. C’è la possibilità di avere abilità uniche che, per quel che abbiamo visto, sono semplici pro o contro ad eventi. Ci sono nuove facce di dado da sostituire per personalizzarli e ridurre l'aleatorietà o ricevere le risorse avanzate come il marmo, che si vede già sulla plancia azioni iniziale. La storia è banalmente disarmante: la regina chiede sempre di più e ogni turno si devono soddisfare i suoi capricci. Ci ha lasciato perplessi.

Cosa ne pensiamo

Il gioco ci ha annoiato, è molto randomico, non c’è quasi interazione. Non offre nulla di originale, neppure nell’ambientazione o nella storia raccontata. Ci sarà di più nella scatola? Di certo. Quel di più ci interessa? Per ora no. Chiaro, il dimostratore poteva essere ubriaco per il troppo bordeaux, e mentre girava in bicicletta con la baguette sotto il braccio può averci spiegato tutto un altro gioco e poteva aver nascosto sulla Tour Eiffel i componenti più gustosi... ma valutiamo per quel che abbiamo visto.

Quando uscirà molti lo giocheranno, se tutti ne parleranno bene gli daremo una possibilità, ma per ora, sta tranquillamente dove sta: fuori dalla nostra collezione.

The Rise of Queensdale: il Barbuto alle prese col mini-sturalavandini
The Rise of Queensdale: il Barbuto perplesso alle prese col mini-sturalavandini

Commenti

Verra ricordato dai posteri come "il gioco degli sturacessi". La foto finale vale l'articolo!

Grandissimi. Un'anteprima migliore di una recensione senza spoiler :)

A questo punto ci vorrebbe un corso di tedesco per tutti i Goblin volenterosi,così non avremo più problemi di dipendenza linguistica :-)

Dopo la non esaltante esperienza a Charterstone mi sto convincendo che il legacy non e' adatto a un gestionale competitivo...certo non e' semplice, magari il primo che riuscira' a fare qualcosa di serio fara' veramente un capolavoro, ma questi, come Charterstone, mi danno l'idea di voler cavalcare un'onda...e la puzza di un altro "pacco" come Charterstone e' troppo forte. Non penso che usero' lo sturalavandino per togliere le tessere dal tabellone...

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