La mia meccanica preferita: Stratego e la spia

Il punto è che anche un gioco ormai anzianotto può avere qualcosa da insegnare a titoli ben più moderni.

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Stratego

Classe quarantasei, Stratego è spesso annoverato tra i grandi classici del gioco da tavolo, sebbene - parere personale - a differenza di altri, fino a oggi ha perso ben poca della sua brillantezza - qua una mia imberbe recensione, la mia prima per la Tana, a tal proposito.

Nel regolamento del gioco, astratto ai limiti dello scacchistico, eppure con qualche cenno di ambientazione - i salti degli esploratori, gli artificieri che possono disinnescare le bombe - spicca tuttavia un singolo pezzo, potenzialmente in grado di cambiare le sorti della battaglia: la spia.

Spia, la sfida della bugia

In un gioco dalle rigide gerarchie - colonnello vince su capitano, tenente vince su sergente - un personaggio come quello della spia è quello a cui è affidato il ruolo di far saltare il banco con un colpo a sorpresa, ossia l'assassinio del maresciallo avversario [in molti eserciti ottocenteschi, e per la verità ancora oggi, tale grado rappresenta il vertice della gerarchia militare, NdA] - risultato altrimenti ottenibile solo mediante il sacrificio del proprio omologo.

Con un'importante precisazione: la spia è e rimane il pezzo più debole dello schieramento e dev'essere lei ad attaccare il maresciallo nemico, non il contrario. Ne consegue, oltre alle implicazioni tattiche del pezzo, anche la difficoltà connessa al suo posizionamento iniziale - personalmente tendo a tenerla dalle parti del generale, come garanzia per un eventuale attacco del maresciallo avversario, ma non è certo l'unica soluzione, né è detto che sia la migliore -, e al suo movimento, che dev'essere il meno plateale possibile se non le si vuole evitare un'ingloriosa e inevitabile uscita di scena.

Del carro di buoi

La spia - che nelle ultime edizioni della Jumbo, purtroppo non più caratterizzate dalle icone e dalle torrette merlate (che a livello ergonomico erano una spanna sopra - segno che non sempre nuovo è meglio) è raffigurata come una bella donna mora un po' Mata Hari, un po' Eva Green - è, dunque, se non il pezzo più importante tra i quaranta a disposizione, sicuramente quello più difficile da utilizzare bene e tra i più temuti, soprattutto se si lancia in attacco il maresciallo forte del suo grado.

Gioco vecchio, Stratego. Sicuramente superato, sicuramente poco appetibile, anche per la componente mnemonica che richiede e che purtroppo non siamo più abituati a tollerare.

Eppure, scevro dei difetti di altri giochi della sua epoca - non è eterno, non è aleatorio, non prevede l'eliminazione di un giocatore - è invecchiato straordinariamente bene.

Commenti

Eterno lo è, nel senso di posizione nella storia de gioco stesso.
Il primo comprato con i soldini della paghetta negli anni '70. Giocato fin quasi a consumarlo. Difficile convincere qualcuno oggi a giocarci...

Io ci gioco talvolta online con versioni-feticcio.

Un aneddoto. Mio padre da piccolo, ogni volta che giocavamo a Stratego (e parlo degli anni '80) mi raccontava che da piccolo con i punti dei formaggi Locatelli aveva ricevuto un gioco uguale ma ambientato nella giungla (fatto di cartoncino e tesserine da ritagliare, com'era uso all'epoca) dove l'esploratore era la scimmia e così via... non ricordo che la spia fosse la zanzara o cosa.

Qualcuno ne sa qualcosa?

Lo adoravo!

Complimenti per l'articolo: concordo in pieno sulla piacevole analisi.

Stratego rappresenta per me la prima vera esperienza ludica sul tema del gioco da tavolo; in assoluto. Mi ricordo un pomeriggio a casa di un mio compagno di scuola di terza elementare (si era verso la fine degli anni 70); dopo la merenda, mi propose una partita a Stratego. Aggiungo che la famiglia di questo mio compagno di classe aveva origini belghe ed erano tutti abituati ai giochi in scatola, passatempo da loro preferito alla allora nascente "passione per la televisione del pomeriggio": una novità, per quei tempi! E per me fu folgorante.

Ancora oggi, ogni tanto, una partita a Stratego mi riporta a quel bellissimo momento. Un gioco che merita davvero!

Paolo (MPAC71)

Uno dei miei giochi preferiti. Ci giocavo ai tempi delle elementari con un altro mio amico (quante domeniche passate a cercare di fregarci con la spia). --> Gli altri ragazzi non capivano :-) :-)

PS: avevamo anche la versione da viaggio, con meno pezzi, se ricordo bene erano 3 fila da otto per campo.

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