Inclusione, diversità e rappresentazione nei giochi da tavolo (di Elizabeth Hargrave)

La designer di Wingspan, Elizabeth Hargrave, con la quale ho avuto il piacere di lavorare e impare in questi ultimi quattro anni, ha recentemente postato una serie di incredibilmente profondi pensieri su Twitter. Oggi, nel blog della Stonemaier Games, ce ne fornisce la versione estesa. Grazie per questo articolo, Elizabeth!

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Libera traduzione dell'articolo originale "Inclusion, Diversity, and Representation in Board Games and Beyond (guest post by Elizabeth Hargrave)". 
Si ringrazia Elena "Infinitejest" per l'aiuto nella traduzione e nand per la revisione.

Un po' di tempo fa il game designer Eric Lang ha twittato un commento abbastanza usuale sull'inuguaglianza. Ho notato uno schema nei commenti. Ogni volta che uno di noi diceva qualcosa come: 
“È difficile essere donna/una persona di colore/LGBT+ nei giochi da tavolo.”
e c'era sempre qualcuno che insorgeva dicendo:
“Non può essere vero! Io non ho mai visto un giocatore/editore essere davvero sessista/razzista/omofobico”.
Analizziamo questa cosa.
Elizabeth Hargrave

Prima di tutto, solo perché non lo hai mai visto succedere, non significa che non sia mai successo. Quando uno dei tuoi amici ti racconta una cosa ridicola che gli è capitata, non gli dici: “non può essere vero! Non ci credo che una delle tue vicine si sia messa a nuotare nuda nella tua piscina”. Semplicemente lo ascolti divertito.

Per cui dai credito agli altri giocatori quando fanno tali affermazioni, che riguardano atti intenzionali di sessismo, razzismo e omofobia, all'interno del mondo del gioco. Cose così smaccatamente brutte che devi trovare il coraggio di denunciare, nel momento in cui vi assisti. Non tutti hanno vissuto episodi simili. Ma se chiedi in giro, potresti ascoltarne un bel po'.

Per alcune persone, questo tipo di comportamento davvero irrispettoso è il confine al quale finisce la loro definizione di sessismo/razzismo/omofobia.

Ma non immaginate nemmeno cosa penso quando vi dico che è dura.

In ogni caso ho evidenziato più volte il fatto che la stragrande maggioranza dei componenti del mondo del game design siano maschi bianchi. In questa tabella si vede bene: dei 200 top-games di BGG, al 2018, il 94% degli autori è un maschio bianco.

Ogni volta che mostro questa tabella, c'è sempre qualcuno che pensa che io stia affermando che “gli editori stanno volontariamente discriminando le donne e i neri”.

Qualche editore lo fa? Può darsi.

Ma, così come io non penso che nella maggior parte delle serate di gioco vengano fuori orribili discorsi razzisti, allo stesso modo non penso nemmeno che la discriminazione editoriale intenzionale sia la miglior spiegazione per questo grafico.

Quindi, cosa intendo quando affermo che “è difficile”?

1. Serate di gioco

Qual è la prima immagine che vi viene in mente se vi chiedo di pensare al “tipico giocatore da tavolo”?

L'hobby si sta diversificando, ma gli occorre molto tempo. Se siete mai stati a qualche fiera o evento del settore e non avete notato che la stragrande maggioranza dei frequentatori sono maschi bianchi etero (ndAgz: l'autrice usa “cis”, ovvero il termine che indica il contrario di trans), con un sacco di soldi da spendere, allora siete un'anomalia. Voglio dire, guardate questa foto della Gen Con.

Cosa succede quando qualcuno entra in un tale evento e non corrisponde all'immagine del “tipico giocatore da tavolo”?

È chiaro che la gente pensa che non appartenga a quel contesto.

  • La gente ci osserva, o ci ignora, perché non sanno come comportarsi con noi. Sono così convinti che non dovremmo essere lì, che ci chiedono se per caso non stessimo cercando il negozio accanto.
  • Con le donne ci provano. Continuamente. Come se la nostra unica ragione per partecipare fosse per trovare un uomo. O, se veniamo già con un uomo, veniamo bellamente ignorate, come se semplicemente fossimo lì per guardarlo amorevolmente per ore.
  • Le persone trans vengono chiamate usando il genere sbagliato. Le persone LGBQ vengono considerate etero.
  • Se proviamo un gioco, ci trattano spesso come se non sapessimo cosa stiamo facendo. Ci dicono cosa fare nel nostro turno e rimangono scioccate e incredule quando vinciamo.

Nessuna di queste cose viene fatta in modo intenzionale, ma hanno tutte un impatto.

In queste situazioni “involontariamente poco accoglienti”, alcune di noi non riescono ed evitare la sensazione che la trasformazione in “oltraggiosamente inaccettabile” non sia ancora stata effettuata ma poco ci manchi.
Per me, in molti casi, è davvero strano che non ci siano donne. Per cui il mio cervello si chiede cosa devo aspettarmi. È successo qualcosa, qui, che ha fatto scappare tutte le donne e non le farà mai più tornare?

Ogni volta che ho espresso queste sensazioni, la gente mi ha risposto: “Non puoi passarci sopra? Le gente ha buone intenzioni!”

Di solito ci passiamo sopra. E ogni persona che sia anche un board gamer, appartenente a qualche minoranza, l'ha assolutamente fatto più di una volta. Ma può essere estenuante.

Ricordate che un sacco di gente deve passare sopra a queste cose tutto il giorno, al lavoro. E ora volete che lo faccia anche quando si diverte. 

Non è divertente.

2. Giochi

Proprio come un gruppo di gioco che non è esplicitamente ostile, ma è anche ben lontano dall'essere accogliente, i giochi stessi possono creare la stessa sensazione.

Nella top-100 di BGG del 2018, quando osservi le figure rappresentate in copertina, il 46% sono maschi bianchi, il 20% animali o alieni e tutto il resto compone il terzo rimanente.

Ma le copertine sono solo una raffigurazione di ciò che sta all'interno:

  • Se ci sono donne o persone di colore incluse nel gioco, quanto spesso sono rappresentate con rispetto e attenzione?
  • Se ci sono relazioni romantiche, quanto spesso non sono del tipo maschio-femmina?
  • Nelle regole, quanto spesso ci si riferisce ai giocatori in modo più inclusivo che non usando il maschile universale.

Per molte di noi la mancanza di rappresentazione diviene un'altra cosa che dice: “oh, non ci spettavamo la tua presenza qui”. Ogni piccolo deficit può essere comprensibile e superabile, ma assieme si vanno a sommare fino a formare uno schema enorme e logorante.

E noi ci passiamo sopra.

3. Le figure di riferimento

Se ogni evento a cui partecipi e ogni partita che giochi, subdolamente ti insinua il dubbio di non appartenere a quel mondo, può fare un'ENORME differenza avere persone che siano un punto di riferimento, che ti facciano sentire di poter appartenere a tale mondo.

Per molte minoranze effettivamente ci sono dei modelli da seguire nei giochi da tavolo. Non in gran numero  maforse più di quanti pensiamo. Il che è il motivo per cui stilo liste sul mio sito web: mi sono stancata di sentir dire di essere una delle poche game designer donne e alla fine ne ho trovate più di 200. Qualche settimana fa ho compilato una lista simile con le persone di colore nell'industria dei giochi da tavolo.

Nessuno che sappia citare designer o recensori o editori si sforzerebbe per trovare il nome di un bianco in queste categorie. La maggior parte dei media dei giochi da tavolo ne è piena.
All'inizio avevo stilato quella lista di designer donne per dare un punto di riferimento ai podcasters e agli altri media, qualora avessero voluto aumentare la loro copertura del settore femminile. Ma in seguito ho anche capito che significava molto per me anche solo vedere i nomi di tutte quelle donne del mondo dei giochi da tavolo riuntiti in una lista. Mi è venuto il groppo in gola parlando di questo l'altro giorno, durante un'intervista.
Per ogni commento di post come questo che dice, "Io non noto il genere/etnia dei designer di giochi da tavolo", probabilmente ne ho sentite almeno dieci di donne o genitori che mi vogliono dire quanto Wingspan sia importante per loro, solo per i nomi sulla scatola.

Sì che importa.

4. La vita

Una cosa di cui si parla poco è come il resto della vita sia di ostacolo, e diventare un giocatore o un game designer sia più facile per alcuni rispetto ad altri: i maschi bianchi, in media hanno tempo libero, benessere economico e reddito degli altri gruppi demografici, per lo meno negli Stati Uniti. Giocare e fare game deisgn sono entrambe attività dispendiose e occupano parecchio tempo, e nella media, i gruppi demografici che già sono ai margini di questo hobby sono anche più soggetti a incontrare ostacoli in termini di tempo e di finanze.

Ogni giorno la donna media americana spende un'ora abbondante in più degli uomini in faccende domestiche e nella cura dei figli e 40 minuti in meno in attività ricreative. Conosco un sacco di uomini che lasciano a casa mamma coi pupi per andare a farsi la "serata giochi". È così frustrante per me, ma l'andazzo è quello di continuare in questo modo.

In media le famiglie bianche hanno stipendi parecchio maggiori ($71K) di quelle nere ($42K) e di quelle ispaniche ($51K) e 8/10 volte ricchezza in generale. Inoltre, in ogni gruppo demografico, le donne guadagnano meno degli uomini. Queste differenze si assommano a un sacco di giochi. Ovvero, in termini di progettazione, un sacco di impedimenti si frappongono tra i tuoi giochi e gli editori.
Di sicuro, alcuni giocatori maschi sono poveri e alcuni non mollano i bambini alla partner per uscire a giocare. È difficile anche andare alle convention per loro. Ma questo non fa sparire le statistiche.

In conclusione:

  • Voglio che giocare sia un piacere per tutti.
  • Voglio provare giochi più interessanti, progettati da persone con background differenti.
  • Voglio che il settore cresca notevolmente.

E credo che le tre cose siano collegate inestricabilmente.

***

[Jamey Stegmaier]: ho letto attentamente tutto questo parecchie volte e ogni volta colgo qualcosa di nuovo. Qual è il punto saliente di questa lettura, secondo voi?
 

Commenti

D'accordo sui concetti fondamentali, però attenzione: la hargrave si è istruita a chicago in una cultura in cui alcuni tipi di conflitti sono a livelli inconcepibili per un europeo.

E non parlo dell'europeo me, che in una zona tendenzialmente anattrattiva del meridione italiano vedo nel giocatore da gdt tipico addirittura un professionista sposato (o uno studente universitario) come target medio in tana; parlo del cultural divide che divide la vecchia Europa dal nuovo mondo. Non che non siamo razzisti o discriminatori ma da noi i problemi sono diversi e generalmente meno esplosivi (per ora li ometto).

Ci sono meravigliosi studi che analizzano come la concezione religiosa alla base degli USA (partita con le minoranze scacciate dall'Europa)ne abbiano plasmato l'identità, questo è la cultura del conflitto hanno partorito un posto dove i violenza razziale e denuncia delle microaggressioni convivono in modo schizofrenico.

Questo per dire: nell'arretrata Benevento così come nell'aperta napoli, così alla play a bologna e gobcom ho giocato con molti maschi bianchi come da cliché, ma credetemi de vi dico che ho vissuto tutto lo spettro LGBT al tavolo più qualche erasmus straniero.

Sapete cosa? A nessuno è mai fregato nulla da dove venissero, o con chi se la facessero. 

Per fortuna questi aspetti della vita USA sono lontani da noi per ora. Ma ben vengano queste letture, perché è sempre cosa buona riflettere su questi problemi.

Un po' di ideologia per guastare anche il mondo dei giochi da tavolo. 

Un'altra cosa: la questione sessuale.

Vero tutto di nuovo. Ma questo non è un problema del mondo dei giochi, è sociale ad ampio spettro.

E le statistiche della donna italiana sono peggiori.

Detto questo, sotto Roma il problema per noi è culturale; più si risale la penisola più la cultura del gioco da tavola ha radici forti.

Il lavoro qui è primariamente mostrare e far scoprire un hobby avvolto da pregiudizio: in questo contesto si attraghono certi tipi di profilo più che altri.

Tra le donne: studentesse universitarie; ragazze con interessi nei giochi di carte, donne con frequentazioni intente negli stessi interessi. Una evoluzione qui ci sarà e sarà graduale, ma ci vorranno anni per una decisa e più chiara percezione dell'hobby per quel che è nel 2020.

Fun facts: il monopoli fu inventato da una donna e commercializzato da un uomo che si arricchí.

ennesima efficace mossa di marketing di Stegmaier.

Le % mi lasciano un po' perplesso per diversi motivi. 
Vengono portate a "prova" di discriminazione, ma non si tiene conto di diversi fattori:

- il nerd ciccioso, brufoloso e che non si lava era discriminato e deriso fino a pochi decenni fa, sopratutto dal pubblico femminile. Le donne non si avvicinavano nemmeno con un bastoncino al "tipico frequentatore di fiere".
è occorso tempo per cambiare questa cosa, allo stesso modo occorre tempo perché le donne alzino le loro % nel mondo del gdt.

- non va confusa causa ed effetto: non è il mondo del gioco che discrimina, ma il mondo del gioco è lo specchio di una situazioni sociale ed economica che sta a monte. Se la possibilità monetaria di comprare giochi e partecipare a fiere deriva da un maggiore benessere economico dei bianchi, ci saranno più bianchi che neri a giocare (sono le diverse condizioni economiche, a loro volta derivate da condizioni storiche, che creano il dislivello, non viceversa). Così come il gioco era (ed è) spesso visto come qualcosa da "bambinoni" e nell'idea femminile il "bambinone" e il suo ambiente non sono esattamente un qualcosa di attraente e di cui interessarsi. Insomma, almeno fino a un po' di anni fa, chi ti porta a cena fuori è meglio di chi ti porta al club a giocare. Anche questo richiede tempo per cambiare. 

La % sulle copertine mi pare un po' un autogoal: se ci fosse fanservice, sarebbero rappresentate molte più donne che uomini, inoltre penso che andrebbe analizzata meglio la correlazione tra tema trattato e copertina. 
Lo stesso la % tra cura della casa e sport non mi pare così sbilanciata, anzi penso che se la confrontassimo con quella di anche solo 10 anni fa il trend sarebbe enormemente positivo.

MI piacerebbe sapere dalle varie Tane (che peraltro, a memoria hanno come presidenti parecchie donne), le % di ragazze tesserate.

A volte mi chiedo se non ci sia una interpretazione fuorviante dei numeri a generare frustazione in alcune persone.
Ad esempio, fare la statistica dei game designer dei giochi top 200 di BGG e scoprire che il 94% sono maschi bianchi, non dovrebbe essere motivo per poi dire che la situazione "è difficile".
Facendo un esempio stupido ma che rende l'idea, se si fa la statistica dei muratori, suppongo che la percentuale di maschi sia anche superiore, ma non per questo credo ci sia una donna che la consideri una situazione difficile.
Poi il discorso sugli "uomini che lasciano a casa mamma coi pupi per andare a farsi la serata giochi" sa un po' di "visione forzata al contrario". Se non ci vanno anche le mogli/compagne è perché non sono minimamente interessate. E quelli che invece vanno a giocare a calcetto (o altro sport)? Questo discorso non c'entra niente col mondo dei giochi da tavolo, ma con la relazione di coppia (magari poi la moglie ha una serata sua con le sue amiche, ed è il marito che rimane a casa con i bimbi). Tirarlo dentro al mondo dei giochi da tavolo per vederlo come un problema del mondo dei giochi da tavolo, mi sembra appunto una forzatura.
 

secondo me state facendo ragionamento troppo fini. Il marketing è quella cosa per cui si ripete alle persone che mangiare un kinderbueno ti toglie la ciccia e i brufoli fino a che si convincono

  • In Villagers tutti i personaggi base sono double face (da un lato maschio, dall'altro donna), con tanto di scuse della casa editrice per il fatto di non aver potuto tradurre al femminile molti lavori (la falegnama, la fabbra???) in quanto in inglese i nomi sono neutri...
  • In stone age 10° anniversario i lavoratori sono metà uomini e metà donne, per cui nella capanna dell'amore potete mettere chi volete :-)
  • In crypt le plance giocatore sono sia maschili sia femminili, così come i/le mercanti
  • In Citadels e Amul ci sono tanti personaggi maschili quanti quelli femminili
  • Pure in raiders of the north sea ci sono le guerriere, pure in copertina della scatola... così come in western legend alcuni personaggi sono donne...

Insomma, personalmente non percepisco la disuguaglianza di genere all'interno dei giochi in scatola (fatta eccezione ovviamente per la fredda e inospitale groenlandia di eklund).

Concordo sul fatto che, prima ancora della componente ludica del gioco in scatola, ci debba essere come prima cosa la componente inclusiva... 

Ho solo una cosa da dire su quest'articolo: credo che la discriminazione sia un argomento molto serio, pertanto dovrebbe scriverne chi ha le conoscenze per farlo, non una generica persona famosa che ha trovato qualche statistica su internet.

A titolo informativo: negli anni, nella nostra associazione (giochintavola), ci sono e ci sono state 16 donne iscritte che costituiscono circa il 30% degli associati.

Il nostro comitato è composto soltanto da uomini ma per il semplice fatto che l'associazione è nata dall'iniziativa di un gruppo di amici.

Detto ciò, sicuramente a livello sociale, ci sono ancora molti passi da fare ma il futuro lo vedo più roseo che grigio (detto da un uomo che sicuramente non ha vissuto nessuna discriminazione di sorta).

È bello come molte delle risposte che leggo servano sostanzialmente a confermare esattamente il pensiero espresso da Elizabeth. Ma con grande probabilità questa gente nemmeno se ne rende conto. 

Il tuo commento è proprio un esempio di atteggiamento non inclusivo.

"Prima di tutto, solo perché non lo hai mai visto succedere, non significa che non sia mai successo. Quando uno dei tuoi amici ti racconta una cosa ridicola che gli è capitata, non gli dici: “non può essere vero! Non ci credo che una delle tue vicine si sia messa a nuotare nuda nella tua piscina”. Semplicemente lo ascolti divertito."

Per capire che questo articolo è spazzatura basta leggere questo artificio retorico.

al di là del fatto che questo articolo (intendo quello originale dell'autrice) mi sembra solo una manovra commerciale, resta comunque il fatto che la discriminazione è un problema serio e massicciamente preponderante in ogni ambito, non solo nei giochi.

 

io e mia moglie siamo indesiderati alla ludoteca della nostra città (Vigevano). nel senso che proprio non ci salutano, fingono di non vederci e sentirci come se non ci fossimo, e privatamente ci insultano tramite messaggi privati. e sono proprio i membri del consiglio direttivo dell'associazione i primi a comportarsi così.

 

motivazione? a gennaio 2018 mia moglie ha perso il lavoro ed è stata disoccupata per 10 mesi.

quindi tutti hanno creduto che lei stesse con me non per amore, ma per farsi mantenere; e hanno cominciato a disprezzarla. e parallelamente hanno iniziato a disprezzare me perchè, se sto con una moglie che (secondo loro) vuole sfruttarmi, vuol dire che sono una brutta persona io stesso, non solo lei.

 

e ora venitemi a dire che la discriminazione sociale è un problemino marginale: certo, per chi non la subisce è sicuramente così, ma vi assicuro che ci sono intere categorie di persone che la subiscono.

 

detto questo, rimane anche il fatto che questo articolo (quello originale dell'autrice, intendo) è pura spazzatura commerciale, in quanto prende un problema serio e drammatico come bieca scusa per fare pubblicità al suo gioco. E peraltro è evidentissimo che non conosce nè ha studiato il problema stesso

Se qualcuno me lo avesse raccontato per sentito dire, non avrei mai potuto crederlo. Gente con grossi problemi.

Difficile dire qualcosa dopo l'intervento di Lorenzo, ma ci provo.

Più che manovra commerciale è una dei temi che in questo periodo va di moda oltreoceano.
Se kickstarter mette #blacklivesmatters sotto il logo è anche una manovra commerciale, ma il fatto che ancora oggi si sia sparato in Texas non lo è.

Per dirlo in parole semplici, in questo momento ciascuna ente o individuo sta subendo la fortissima pressione sociale di doversi dimostrare aperto. Non basta esserlo, ma si deve partecipare alla causa.

Quindi c'è una bulimia di contenuti sul tema. Le cose e il "mood" non è detto siano comparabili con le cose fuori dagli USA e noi viviamo una fase di valori riflessi di un posto influente che usa però regole diverse e in cui le cose sono diverse rispetto al nostro ambiente culturale.

Credo che le intenzioni siano genuine, anche se il risultato non è sicuramente perfetto.
Ma è uno spunto di discussione interessante quanto meno, maneggiandolo con cura e capendo che da noi i problemi ci sono anche sullo stesso punto ma di tipo diverso. Va preso per quello che é.

Lorenzo7 scrive:

al di là del fatto che questo articolo (intendo quello originale dell'autrice) mi sembra solo una manovra commerciale, resta comunque il fatto che la discriminazione è un problema serio e massicciamente preponderante in ogni ambito, non solo nei giochi.

 

io e mia moglie siamo indesiderati alla ludoteca della nostra città (Vigevano). nel senso che proprio non ci salutano, fingono di non vederci e sentirci come se non ci fossimo, e privatamente ci insultano tramite messaggi privati. e sono proprio i membri del consiglio direttivo dell'associazione i primi a comportarsi così.

 

motivazione? a gennaio 2018 mia moglie ha perso il lavoro ed è stata disoccupata per 10 mesi.

quindi tutti hanno creduto che lei stesse con me non per amore, ma per farsi mantenere; e hanno cominciato a disprezzarla. e parallelamente hanno iniziato a disprezzare me perchè, se sto con una moglie che (secondo loro) vuole sfruttarmi, vuol dire che sono una brutta persona io stesso, non solo lei.

 

e ora venitemi a dire che la discriminazione sociale è un problemino marginale: certo, per chi non la subisce è sicuramente così, ma vi assicuro che ci sono intere categorie di persone che la subiscono.

 

detto questo, rimane anche il fatto che questo articolo (quello originale dell'autrice, intendo) è pura spazzatura commerciale, in quanto prende un problema serio e drammatico come bieca scusa per fare pubblicità al suo gioco. E peraltro è evidentissimo che non conosce nè ha studiato il problema stesso

 

Mi dispiace moltissimo, ma che razza di gente e'?

Poi sono problemi vostri non loro..a me sembra una reazione assurda.

 

Detto questo penso che abbia ragione chi ha scritto che in Europa le cose sono molto diverse e non si puo' adattare quello che succede in USA da noi. Sono andata in Usa per convegni due volte e l'atteggiamento verso le donne, la gente di colore e gli stranieri in generale non e' assolutamente paragonabile a quello europeo, ma neanche lontanamente, escluso in alcuni gruppi sociali estremamente ristretti ed in alcune citta'. Sono molto piu' chiusi di quello che uno si aspetterebbe e con una marea di preconcetti. In piu' non mi piacciono le forzature e quella che sta avvenendo in USA non e' un'inclusione naturale ma forzata e mi suona, mediamente, falsa e ipocrita.

Riguardo all'esclusione delle donne dall'ambiente dei giochi da tavolo qui in Italia posso affermare che la massa delle mie amiche non ne toccherebbe uno neanche con la pistola puntata alla tempia: sono sciocchezze da bambini, poi si cresce e non si gioca piu'.

 

Agzaroth scrive:

MI piacerebbe sapere dalle varie Tane (che peraltro, a memoria hanno come presidenti parecchie donne), le % di ragazze tesserate.

Nella nostra associazione, che mi sembrava avesse più donne di tante altre, ci sono 9 tesserate su 41, quindi solo il 22%... in direttivo sono 2 su 7 (vice presidente e tesoriera).

Poco, si può fare meglio... ma io distinguo la questione in 2 parti:

1) Motivi sociali esterni al nostro mondo

2) Comportamenti e atteggiamenti (consci o meno) nel mondo dei GdT

Del punto 1 la penso diversamente da alcuni che hanno scritto sopra: l'impegno domestico e familiare E' un problema. Mia moglie anni fa giocava spesso e veniva al Circolo, ma dopo 2 figli ha scelto di tagliare alcuni hobby e, anche per lasciare libero me di uscire a giocare, ha ridotto tantissimo e gioca ora essenzialmente con me. E così altre ragazze che conosco. Anche certi pregiudizi al contrario (citati da Agz) sono reali e credo tutti li abbiano toccati... intendo la poca attrattività verso un certo pubblico femminile.

Su questo primo punto siamo dentro un meccanismo più grande di noi che, forse, cambierà pian piano. Ma è giusto parlarne e non chiudere gli occhi.

Sul punto 2 invece non riesco a dare un giudizio...  personalmente non ho mai notato evidenti discriminazioni, però è vero che spesso ognuno di noi ha in sé dei retaggi culturali che poi escono, quando meno te l'aspetti, con battute infelici. Mi ricordo che c'era anni fa una ragazza di Pordenone che si faceva 30 km per venire ogni tanto a giocare da noi, perché intavolavamo non solo giochi fantasy da 5 ore ma un po' di tutto... (in effetti, facendo sempre analogie col cinema, se ci fosse un cineforum che proiettasse solo musical penso avrebbe un pubblico prettamente femminile, ma non perché agli uomini non piace il cinema...).

Sul perché abbiamo il 22% di soci donna credo influisca molto di più il punto 1 del 2...

Chiudo dicendo a LeonardoM, che equipara a spazzatura quanto scritto dalla Hargrave, o a chi dice che è una bassa manovra commerciale, che non mi interessa molto perché l'ha scritto ma quali spunti possiamo trarre da questo tema. La sua voglia di parlare male della Hargrave mi fa supporre che si senta irritato dai temi trattati... e lo dice uno a cui Wingspan fa venire l'eruzione cutanea...

Delia scrive:

Riguardo all'esclusione delle donne dall'ambiente dei giochi da tavolo qui in Italia posso affermare che la massa delle mie amiche non ne toccherebbe uno neanche con la pistola puntata alla tempia: sono sciocchezze da bambini, poi si cresce e non si gioca piu'.

 

Avevo scritto in chat Telegram una cosa molto simile: dai dati proposti nell'articolo, desumo che la maggioranza delle donne non sia interessata al mondo dei gdt/gdr. Avendo una marea di colleghe, ogni tanto provo a convolgerle, ma senza risultati positivi. Mi chiedono consigli per i regali per i figli, però. 

domanda terraterra che smaschera l'inconsistenza del problema: qualcuno che scrive qua impedirebbe (o conosce qualcuno che impedirebbe) a una persona di diverso sesso o etnia che mantenga comportamenti corretti di giocare al proprio tavolo?

Io no. 

Però Condivido con chi dice che gli USA in un modo o nell'altro hanno dei grossi problemi in tal senso.

In compenso ho la sensazione che il prossimo Stonemaier Game abbia appena guadagnato un centinaio di posti nel ranking BGG

Thegoodson scrive:

domanda terraterra che smaschera l'inconsistenza del problema: qualcuno che scrive qua impedirebbe (o conosce qualcuno che impedirebbe) a una persona di diverso sesso o etnia che mantenga comportamenti corretti di giocare al proprio tavolo?

Io no. 

Però Condivido con chi dice che gli USA in un modo o nell'altro hanno dei grossi problemi in tal senso.

In compenso ho la sensazione che il prossimo Stonemaier Game abbia appena guadagnato un centinaio di posti nel ranking BGG

Il problema è che chi ti risponde qui non è un campione rappresentativo.
Considera che il 90% degli utenti in tana online corrisponde a:

1) qualcuno alfabetizzato digitalmente
2) qualcuno in grado capire minimamente altre lingue 
3) qualcuno con abbastanza tempo e soldi per essere attivamente parte di un hobby che richiede tempo, soldi e socialità
4) qualcuno in grado di leggere, capire e dibattere regolamenti e altri argomenti astratti.

Siamo quelli che potremmo definire solo una fetta del mondo dei giochi da tavolo, abbastanza piccola e sicuramente quella più "open minded" (lo dico in inglese per evitare di essere frainteso).
Non siamo sicuramente un campione rappresentativo nè dei gdt nè della società.
Ed è questo (immagino) il motivo per cui molte persone non vogliono parlare di cose del genere qui:
è uno spazio sicuro in cui parlare di cose che esulano dalla realtà e che ci attraggono intellettualmente.

Il fatto che nel nostro piccolo in genere non li viviamo non vuol dire non esistano e vale la pena parlarne.

Mettila così: Stonemaier è solo più a proprio agio con la comunicazione di molti altri, 
ma non è il primo e non sarà l'ultimo da qui a dicembre a sollevare questo problema.
Per il resto, ho già detto quel che penso sopra e non vi farò di nuovo annoiare :p

themanwhosoldth...

Io guardo un sacco di foto di partite in corso che vengono postate sulla pagina FB di BGG. Provengono principalmente dagli USA e Canada...

Bene...

In moltissime di queste foto ci sono gruppi di giocatori di etnie diverse che condividono il tavolo. E ci sono UN SACCO di donne.

Provare a vedere per credere.

Stessa cosa per le associazioni italiane che ho frequentato. MAI stato testimone di un episodio di discriminazione.

Questo articolo mi lascia assai perplesso.

Beh, sarebbe un bel problema se facessero anche la foto della discriminazione.
Però se credi che a meno che non escano video di uno che viene soffocato a morte non esista un problema di razzismo in U.S.A. è ok per me.

Il Canada è una bestiolina diversa non comparabile con gli U.S.A. (vedi il rapporto morti per armi da fuoco su possessori armi da fuoco tra Toronto e Chicago per fart un'idea).

Per intenderci però, perché altrimenti non ci capiamo: non si parla qui di apartheid o di filatrici di lana a Birmingham nell'800',
parliamo di discriminazioni implicite o esplicite a vari livelli. Come quella di cui ci parla Lorenzo qui sopra.
Per fortuna che negli Stati Uniti le donne non potessero fare eventi pubblici e i neri non potessero entrare nei locali nel 2020, sarebbe inconcepile.

Se è vero però che i problemi dell'articolo non sono applicabili alla nostra realtà come più o meno siamo tutti d'accordo ad asserire nei precedenti 20 commenti,
ciò non significa che questi problemi non possano arrivare ad affliggerci o già esistano sotto traccia. Questo è motivo di riflessione.
Danno per conclamato che una discriminazione di genere più o meno grave ancora esiste almeno a livello di società.

In merito all'articolo, lo considero una manovra puramente commerciale.

Stegmaier ha sempre mantenuto un canale di comunicazione molto attivo con i suoi clienti, fidelizzandoli e facendo crescere il valore del brand aziendale con diari, articoli di vario genere e una attenta attività social.

In considerazione che in America in questo periodo tutte le aziende devono dare una "evidenza tangibile" di essere politically correct, a causa delle varie situazioni sociali esplose, questo articolo rientra all'interno di questa operazione.

Da quando è montata la protesta per l'omicidio Floyd, molte aziende dovevano dimostrare in forma tangibile la loro vicinanza agli oppressi, alle minoranze, ecc.

In america la cosa ha raggiunto dei livelli abbastanza assurdi.

BGG ha postato una dichiarazione ufficiale di vicinanza alla posizione del movimento creatosi.

In aggiunta ha presentato con grossa enfasi una nuova collaboratrice editoriale, donna e di colore (un tempismo perfetto).

E' una cosa normale postare articoli per mantenere alta la visibilità del brand.

Sono consigli che danno tutte le società di pubblicità web.

Quell'articolo unisce due esigenze in questo periodo importanti per una azienda Americana: continuare a postare articoli e dare evidenza della propria sensibilità verso tutto ciò che è minoranza, indifeso, non tutelato o osteggiato.

E' un articolo che anche secondo me è spazzatura.

Non per gli argomenti in valore assoluto, ma per chi li ha postati, dove li ha postati e quando li ha postati.

Si poteva considerare diversamente la cosa se non fosse comparso sul sito della Stonemaier, ma è evidente che serve a rinforzare l'immagine di politically correct del brand.

Se fosse stato scritto l'anno scorso o tra sei mesi non sarebbe stato un problema, ma postarlo adesso è ovviamente pilotato.

Per il resto, concordo che il campione femminile del forum non è rappresentativo dell'universo femminile in genere.

Tutte le donne che conosco, siano esse sposate o meno, mogli o amici di giocatori da tavolo, vedono il gioco da tavolo come un eventuale possibile passatempo serale, ma a cui si può tranquillamente fare a meno.

Loro concepiscono il divertimento in molti altri modi, e il gioco da tavolo è nelle ultime posizioni.

non demonizzato, ma sostanzialmente non determinante per divertirsi.

Esiste nella natura umana una necessità di svagare la mente, divertendosi, ma l'uomo talvolta ha forme di divertimento che non coincidono con quelle della donna o magari dove solo una piccola percentuale delle donne è interessata.

E' valido anche l'opposto.

Non penso che ci siano poche donne che giocano ai giochi perchè ci sono in atto delle forme di esclusione, ma bensì perchè la maggiorparte non è interessata.

 

Per carità, lasciamo questa spazzatura dove merita: nella società anglosassone strabordante di malattie mentali ed esibizionisti travestiti da social justice warriors. Io ci abito e questo genere di finto progressismo perbenista è la grande moda del momento tra i neoliberal che si atteggiano a paladini della giustizia. Non ha nulla a che fare con l'inclusione dei gruppi minoritari, in realtà.

 

Una cosa sono le diseguaglianze e le disparità di trattamento, tutt'altra le mode dei figli/figlie di papà in cerca di visibilità. Fortunatamente, in questo almeno l'Italia al momento sta messa un po' meglio.

themanwhosoldth...

Azy01 scrive:

Però se credi che a meno che non escano video di uno che viene soffocato a morte non esista un problema di razzismo in U.S.A. è ok per me.

Non mi pare di aver detto che non esiste un problema razzismo negli USA. Credo piuttosto il contrario: che nessun angolo del pianeta è libero dalla discriminazione.

 

Ma ciò non mi esime dal pensare che l'articolo della Hargrave sia una somma di baggianate che cercano di avere rispettabilità statistica citando percentuali.

Riguardo all'esclusione delle donne dall'ambiente dei giochi da tavolo qui in Italia posso affermare che la massa delle mie amiche non ne toccherebbe uno neanche con la pistola puntata alla tempia: sono sciocchezze da bambini, poi si cresce e non si gioca piu'.

 

@Delia non pensi che sia dovuto al fatto che appena nasce una bambina le mettiamo in mano un bambolotto e le regaliamo una cucina? I bambini hanno chiave inglese e meccano...

Forse non c'è volontà ma di sicuro c'è pigrizia e non si percepisce il problema

 

Ma soprattutto sentire il bisogno di attaccare questo articolo è solo una mossa commerciale o che da noi non è così, solo perché nello specifico dei giochi da tavolo ci sono persone mediamente molto istruite che non si comportano male mi fa rimanere molto perplesso... è un po' come chi attacca Greta Thumberg perché è sponsorizzata da delle lobby. Potrebbe essere vero ma il problema dell'inquinamento globale è altrettanto vero!

E allora non facciamo nulla? 

Cominciamo dai giochi per le nostre bambine e cominciamo ad eliminare gli stereotipi di donna che propone il mercato alle nostre donne! 

Se non avete seguito Giovanna Botteri giornalista Rai in uno sketch di Striscia la Notizia è stata inviata a lavarsi e a farsi un bagno, oltretutto cosa riprovevole da una donna Michel Hunziker

Pubblico la sua risposta

"Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi… Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, cu*i, nasi orecchie grossi.

Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista. A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere.

Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne".

in conclusione benvengano queste sparate commerciali che fanno comunque riflettere ed evolvere il genere umano.

 

 

Esiste nella natura umana una necessità di svagare la mente, divertendosi, ma l'uomo talvolta ha forme di divertimento che non coincidono con quelle della donna o magari dove solo una piccola percentuale delle donne è interessata.

E' valido anche l'opposto.

Non penso che ci siano poche donne che giocano ai giochi perchè ci sono in atto delle forme di esclusione, ma bensì perchè la maggiorparte non è interessata.

 

Se poi facciamo interventi come questo parlando della natura umana e di come si diverte una donna sperando di salvarci con un "è valido anche l'opposto" 

Spero che la Tana prenda posizione in merito

Vomito

themanwhosoldth...

Buongiorno Luca. Non capisco perché la Tana dovrebbe prendere una posizione. Sopratutto in seguito ad uno o più interventi di uno o più utenti, che senza offendere (o mi si dimostri il contrario) ha espresso una sua opinione. Possiamo non condividerla, bene, ma va accettata. Senza chiedere un arbitrato alla redazione o alla Tana.

Se mi posso permettere, ti consiglio la lettura del tanto vituperato Bianco di B.E.Ellis. Già il solo fatto che sia tanto odiato, lo rende un libro da leggere. Vi potresti trovare un tema di riflessione sulla condizione di avere oggi una idea discorde negli USA e di riflesso nel mondo occidentale.

Se non riconosci che le femmine crescono giocando con cucine, ferri da stiro, lavatrici , vestitini, trucchi, bambolotti e non ti meravigli di queste l'affermazioni:

Esiste nella natura umana una necessità di svagare la mente, divertendosi, ma l'uomo talvolta ha forme di divertimento che non coincidono con quelle della donna o magari dove solo una piccola percentuale delle donne è interessata.

Vuol dire che non ti rendi conto che la discriminazione inizia da li.

Io contro le discriminazioni prendo le distanze. 

Certo nessuno ha offeso nessuno, nemmeno io mi sembra, però mi pare che non ci facciamo una bella figura come Tana

Locompetitivo scrive:

Certo nessuno ha offeso nessuno, nemmeno io mi sembra, però mi pare che non ci facciamo una bella figura come Tana

La Tana può fare due cose:
- promuovere il gioco, vigilando sia a livello locale nelle 40+ affiliate, che nazionale (col forum e la homepage), che non ci siano discriminazioni di sorta.
- stimolare il dibattito, pubblicando articoli come questo e vigilando che non sfocino in flame e al contempo permettendo a tutti di esprimere la propia opinione (per questo l'ho messo su di domenica, per avere il tempo di starci dietro... e naturalmente flammate al lunedì mattina :D ).

Faccio notare che secondo una certa "logica", un maschio bianco (magari pure etero) non sarebbe titolato ad esprimere alcuna opinione su argomenti come questo: quindi tutto questo dibattito avrebbe valore zero, sia da parte dei sostenitori che dei detrattori del tema. Tuttavia questo tipo di pensiero porta a passaggi pericolosi ed estremi, per cui solo chi vive in prima persona qualcosa, possa esprimersi su di essa e capite bene che a quel punto, estremizzando, solo chi è vittima di un omicidio (ad esempio) potrebbe esprimersi/legiferare su esso, ecc. Non solo, ma questo tipo di pensiero porta al paradosso logico per il quale un nero (o qualsiasi altra categoria) non possa dire a un bianco (o qualsiasi altra categoria diversa dalla prima) di non potersi esprimere su un tema perché non lo comprende, dato che, essendo egli stesso diverso dall'oggetto della sua contestazione, non può asserire cosa questi comprenda o non comprenda (non so se è chiaro...).

In sostanza, penso (qui parlo personalmente) che il dibattito sia sempre positivo, se rimane chiara una cosa: dalla fine degli anni '60 (mi pare, potrei sbagliarmi con le date), gli esperimenti sociologici sugli esseri umani sono proibiti. Questo significa che le varie teorie sul perché di certi comportamenti e attitudini non possono essere comprovate da studi scientifici sistematici e verificabili, ma rimangono appunto teorie. Questo vale sia per il discorso "maschi e femmine hanno diverse attitudini derivate da un diverso corredo genetico e cromosomico", che per "è l'ambiente che induce i diversi comportamenti". Ci sono studi fatti su casi spontanei (non indotti sperimentalmente quindi), che vanno in entrambe le direzioni, ma senza un approccio scientifico, rimane tutto possibile.

Quindi qui la questione non è tanto stabilire chi abbia ragione o meno (cosa fattualmente impossibile), ma assicurarsi, nel concreto, che se una persona è motivata a giocare e a praticare questo hobby, sia accolta in un gruppo indipendentemente da colore/sesso/pensiero politico/ecc. E questa è l'uncia cosa che la Tana può e si impegna a fare.

L'articolo come detto diverse volte, non è lo stato dell'arte. Io concordo su Cristiano (ma sono meno per il dolo più per la pressione sociale).

Ho scritto la frase di sopra come una boutade: se cerchi le prove della discriminazione sulle vetrine, non le troverai. La puoi cercare nei posti lontani da luci e foto, perché nel momento in cui trova tranquillamente spazio di promozione sociale siamo tutti fregati perché è divenuta normalità accettata.

Nessuno ha citato persone di altre nazionalità/etnie. A napoli napoli era più facile avere modo di passare tempo con loro (citavo il bar cingalese l'altra volta sulla rubrica ks), a bn a volte passa qualche erasmus. In tane piu strutturate?

@locompetitivo

Tu vomiti con troppa facilità.

Leggi bene quello che ho scritto, prima di chiedere di bannare qualcuno.

Ho cinquanta anni e ne ho viste parecchie di cose nella mia vita. Non ho più ideologie marcate di alcun genere.

La vita mi ha reso un cinico osservatore della natura umana, e i miei commenti riflettono questo.

Sappi che io per primo ho attuato la eliminazione della diversità di genere, su mia figlia.

da sempre le bambine sono state cresciute con bambole e cucinette in seguito agli stereotipi, e solo negli ultimi decenni si è verificato che in questo modo solo alcune aree del cervello sono stimolate.

Quindi da sempre si sono cresciute le bambine dandole solo una parte degli stimoli sensoriali e cognitivi di cui avrebbero avuto bisogno per una crescita del loro cervello completa.

Personalmente mia figlia è cresciuta con i Lego, che stimola aree del cervello completamente diverse, e che nei decenni passati è stato un tipo di divertimento esclusivo appannaggio dei maschietti.

Ha però richiesto anche le bambole, ed è stata accontentata.

Tieni presente che la diversità di genere è sempre stata esaltata dai produttori di giocattoli, perchè in questo modo potevano vendere giochi diversi ad una famiglia che aveva figlio e figlia.

Non mi considero quindi un conservatore.

Le mie considerazioni partono dal campione statistico delle mie amiche, una miscellanea di 40-50 enni laureate e non, di vario livello sociale.

Ovviamente non rappresentativo come campione statistico assoluto.

Sono donne che non hanno limitazioni di denaro e tempo, se vogliono.

Nonostante tutto, nessuna di loro ci pensa minimamente ad andare allo stadio con i mariti a vedere una partita di calcio, oppure a vederla in TV: tempo perso, meglio fare altro.

Ce ne sono altre di differenze sul modo di divertirsi.

Fai un elenco di quello che fa divertire  un tipico "maschio" (sii onesto, mettici tutto), sottoponilo alle tue amiche e chiedile di stilare una graduatoria di preferenza.

Alcune cose non verranno assolutamente considerate, altre coincideranno con il divertimento tipico dei "maschi".

Non c'è niente di strano o sessista in questo.

Se la donna ragionasse esattamente come l'uomo, la razza umana si sarebbe già estinta.

Ringrazia che le donne ragionano diversamente dagli uomini, perchè nella storia dell'umanità, le cose più stupide per la sopravvivenza della specie umana le ha sempre fatte l'uomo, mai la donna.

E per concludere ribadisco: quell'articolo è spazzatura commerciale.

e ribadisco che non lo è per il contentuo fine a sè stesso, ma per lo scopo per il quale è stato pubblicato dalla Stonemaier.

E se dopo quello che ho scritto adesso ti viene ancora voglia di vomitare, mi dispiace, ma non posso farci nulla.

 

 

 

themanwhosoldth...

Locompetitivo scrive:

Se non riconosci che le femmine crescono giocando con cucine, ferri da stiro, lavatrici , vestitini, trucchi, bambolotti e non ti meravigli di queste l'affermazioni:

E qui mi permetto di ipotizzare che tu non sia padre di figlie. Perché ti assicuro che OGGI le bambine hanno moltissimi esempi di donne indipendenti e con le "palle". Altro che trucchi e cazzaruole...

Le mie figlie a carnevale e ad Halloween col cavolo che vogliono vestirsi da Belle o Cenerentola. Harley Queen con la mazza da baseball, Shank di Ralph spacca internet, Wonder woman con scudo e spada.

E preferiscono giocare a Samurai sword (scegliendo personaggi femminili) perché si combatte piuttosto che a Dobble o Patchwork...

themanwhosoldth...

Cristiano scrive:

@locompetitivo

Tu vomiti con troppa facilità.

Leggi bene quello che ho scritto, prima di chiedere di bannare qualcuno.

Ho cinquanta anni e ne ho viste parecchie di cose nella mia vita. Non ho più ideologie marcate di alcun genere.

La vita mi ha reso un cinico osservatore della natura umana, e i miei commenti riflettono questo.

Sappi che io per primo ho attuato la eliminazione della diversità di genere, su mia figlia.

da sempre le bambine sono state cresciute con bambole e cucinette in seguito agli stereotipi, e solo negli ultimi decenni si è verificato che in questo modo solo alcune aree del cervello sono stimolate.

Quindi da sempre si sono cresciute le bambine dandole solo una parte degli stimoli sensoriali e cognitivi di cui avrebbero avuto bisogno per una crescita del loro cervello completa.

Personalmente mia figlia è cresciuta con i Lego, che stimola aree del cervello completamente diverse, e che nei decenni passati è stato un tipo di divertimento esclusivo appannaggio dei maschietti.

Ha però richiesto anche le bambole, ed è stata accontentata.

Tieni presente che la diversità di genere è sempre stata esaltata dai produttori di giocattoli, perchè in questo modo potevano vendere giochi diversi ad una famiglia che aveva figlio e figlia.

Non mi considero quindi un conservatore.

Le mie considerazioni partono dal campione statistico delle mie amiche, una miscellanea di 40-50 enni laureate e non, di vario livello sociale.

Ovviamente non rappresentativo come campione statistico assoluto.

Sono donne che non hanno limitazioni di denaro e tempo, se vogliono.

Nonostante tutto, nessuna di loro ci pensa minimamente ad andare allo stadio con i mariti a vedere una partita di calcio, oppure a vederla in TV: tempo perso, meglio fare altro.

Ce ne sono altre di differenze sul modo di divertirsi.

Fai un elenco di quello che fa divertire  un tipico "maschio" (sii onesto, mettici tutto), sottoponilo alle tue amiche e chiedile di stilare una graduatoria di preferenza.

Alcune cose non verranno assolutamente considerate, altre coincideranno con il divertimento tipico dei "maschi".

Non c'è niente di strano o sessista in questo.

Se la donna ragionasse esattamente come l'uomo, la razza umana si sarebbe già estinta.

Ringrazia che le donne ragionano diversamente dagli uomini, perchè nella storia dell'umanità, le cose più stupide per la sopravvivenza della specie umana le ha sempre fatte l'uomo, mai la donna.

E per concludere ribadisco: quell'articolo è spazzatura commerciale.

e ribadisco che non lo è per il contentuo fine a sè stesso, ma per lo scopo per il quale è stato pubblicato dalla Stonemaier.

E se dopo quello che ho scritto adesso ti viene ancora voglia di vomitare, mi dispiace, ma non posso farci nulla.

 

 

 

Sottoscrivo in pieno.

beh questo articolo è nato apposta per far discutere, lo sa Steigmaier (che l'ha fatto per ragioni di visibilità e marketing), lo sa Agzaroth (che l'ha fatto per ragioni di visibilità del sito e "vivacizzarlo", ma ovviamente in questo caso per la legge del web che chiede visualizzazioni più che cash), lo so anch'io (visto che è un argomento molto "attuale" usando termini neutri, "trendy" usando termini vagamente polemici). Obiettivamente ipotesi o illazioni sui motivi per cui uno risponde o meno a questo articolo vengono polverizzate dalla semplice constatazione che scrivevo sopra, per cui nessuno della mia più remota cerchia di conoscenze ha mai lontanamente escluso qualcuno al tavolo da gioco per discriminazione. Mi sembra invece quell'attimino più evidente nel mondo del boardgame il problema del consumismo, dell'hype, del rincaro dei prezzi di cui il marketing è potente comburente, ma magari la mia opinione (e il motore di ricerca del forum) è acciecato dallo stereotipo;)

mi aggiungi ai consigli di lettura sull'argomento consigliando l'incipit de La macchia umana di Roth.

Mi limito a sottoscrivere anch'io gli eccellenti interventi di Cristiano.

mi sono accorto, a livello personale e professionale, che certe sproporzioni fanno molto male alle giuste cause e a volte enfatizzano (o creano) problemi anche là dove quei problemi ancora non ci sono. in ambito ludico penso alla (per me tremenda) discussione sull'inclusività lanciata un paio di anni fa sul forum della Tana, dove si mischiavano razzismo, sessismo, discriminazione, illustrazioni, vinte e veganesimo declinato sugli animali di Agricola... questo per me è una prospettiva più dannosa che costruttiva.

in questo caso trovo troppo cinico parlare di "trovata commerciale" per una persona che racconta anche aspetti intimi della propria esperienza: se EH avverte il problema in quei termini sulla propria pelle è giusto accettarne la posizione. mi sento di dire: stiamo, però, attenti noi a non prendere un'analisi di forte impronta americana e darla per buona nell'ambito ludico italiano. in 15 anni di fiere mi sono sempre trovato bene con tutti, anche se di commenti inappropriati ne ho sentiti diversi. molti meno - infinitamente meno - che in altri ambiti sociali o lavorativi. non raccontiamo noi che il nostro mondo di giochi è pieno d'odio, quando invece è una bolla in cui sappiamo superare pensieri negativi, problemi e pregiudizi. ecco il punto: farebbe bene a tutti un articolo all'opposto di questo, che esaltasse la positività e capacità di inclusione del mondo del gioco. e penso alle migliaia di ragazzini e ragazzine nerd finalmente coinvolti in attività da fare insieme, alla fantastica Gilda del Cassero, agli stand delle fiere che ti accolgono con il sorriso

Lorenzo7 scrive:

al di là del fatto che questo articolo (intendo quello originale dell'autrice) mi sembra solo una manovra commerciale, resta comunque il fatto che la discriminazione è un problema serio e massicciamente preponderante in ogni ambito, non solo nei giochi.

 

io e mia moglie siamo indesiderati alla ludoteca della nostra città (Vigevano). nel senso che proprio non ci salutano, fingono di non vederci e sentirci come se non ci fossimo, e privatamente ci insultano tramite messaggi privati. e sono proprio i membri del consiglio direttivo dell'associazione i primi a comportarsi così.

 

motivazione? a gennaio 2018 mia moglie ha perso il lavoro ed è stata disoccupata per 10 mesi.

quindi tutti hanno creduto che lei stesse con me non per amore, ma per farsi mantenere; e hanno cominciato a disprezzarla. e parallelamente hanno iniziato a disprezzare me perchè, se sto con una moglie che (secondo loro) vuole sfruttarmi, vuol dire che sono una brutta persona io stesso, non solo lei.

 

e ora venitemi a dire che la discriminazione sociale è un problemino marginale: certo, per chi non la subisce è sicuramente così, ma vi assicuro che ci sono intere categorie di persone che la subiscono.

 

detto questo, rimane anche il fatto che questo articolo (quello originale dell'autrice, intendo) è pura spazzatura commerciale, in quanto prende un problema serio e drammatico come bieca scusa per fare pubblicità al suo gioco. E peraltro è evidentissimo che non conosce nè ha studiato il problema stesso

Ma siamo d'accordissimo, il problema esiste ed è serio. Proprio per questo un articoletto come questo, superficiale e senza dietro nessuna conoscenza della cosa, è quasi offensivo.

Locompetitivo scrive:

Riguardo all'esclusione delle donne dall'ambiente dei giochi da tavolo qui in Italia posso affermare che la massa delle mie amiche non ne toccherebbe uno neanche con la pistola puntata alla tempia: sono sciocchezze da bambini, poi si cresce e non si gioca piu'.

 

@Delia non pensi che sia dovuto al fatto che appena nasce una bambina le mettiamo in mano un bambolotto e le regaliamo una cucina? I bambini hanno chiave inglese e meccano...

 

E che c'entra questo con l'inclusività nell'ambiente dei giochi da tavolo? Stai parlando dell'educazione dei bambini.

Elendil se cresci una bambina a trucco e parrucco, salvo sporadicissimi casi, non sarà mai una game design

Per chi mi offende non dandomi del padre ho 2 bambine (devo mandarvi le prove?)

Cristiano sono felice che tu abbia visioni così mentalmente aperte ma non posso che dissociarmi totalmente da chi scrive che questa è spazzatura. 

Non entro troppo nel discorso, è già stato detto tanto. 
Voglio solo fare un paio di chiarimenti.

l'articolo è un riassunto di un lungo lavoro che sta facendo l'autrice su Twitter partendo da alcuni post di Eric Lang,  Stegmaier gli ha solo dato voce sul suo sito, che poi l'abbia fatto per un ritorno di immagine è marginale rispetto ai contenuti.

Definire una donna in gamba come "con le palle" é già un buon indicatore di come si classificano le donne. Forse non ci accorgiamo di quanti modi di dire e comportamenti abbiamo che sono stereotipati con una concezione di donna pre-femminista.

 

Rileggendo le prime righe dell'articolo vedo che è finita anche peggio di come aveva detto EH. 

Quanta acidità in molte parole...! Sembra proprio che sia un fatto personale...

Se una designer, magari per riflesso del BLM, vuole scrivere alcuni post sul suo profilo Twitter che male c'è? Se il suo editore furbescamente li sfrutta per rilanciare un tema caldo in USA e meno da noi... che male c'è, se il fine è giusto? 

Se la Disney ha cacciato o ridimensionato molestatori o persone a "disagio" con l'altro sesso che male c'è? Una conseguenza positiva del caso Weinstein...

Mi spiace un po' che al posto di parlare di possibili strategie di inclusione si parli solo di malafede e spazzatura ... e trovo intelligente il paragone con la Thunberg.

Anche io ho amiche (e amici!) cui non frega nulla di giochi. Ma se il nostro hobby si sta effettivamente aprendo un po' alla volta anche alle donne, non pensate sia anche merito di editori e designer che hanno cominciato a pubblicare giochi sull'agricoltura, le coperte, gli animali, con minore interazione diretta...?

E dico questo sapendo che uomini e donne hanno ancora, culturalmente, diversi gusti e attitudini, ma proprio per questo essere inclusivi non vuol dire sedersi a giocare con tutti (ci mancherebbe!) ma essere inclusivi nel gioco proposto (in associazione o da un editore).

Locompetitivo: oppure la cresci a trudi di uccellini e farfalline, e ti diventa gamedesigner per davvero :)

si scherza, eh.

korn73 scrive:

Anche io ho amiche (e amici!) cui non frega nulla di giochi. Ma se il nostro hobby si sta effettivamente aprendo un po' alla volta anche alle donne, non pensate sia anche merito di editori e designer che hanno cominciato a pubblicare giochi sull'agricoltura, le coperte, gli animali, con minore interazione diretta...?

Perché l'interazione indiretta dovrebbe essere un fattore che aiuta ad aprire il gioco alle donne?

korn73 scrive:

(...) Ma se il nostro hobby si sta effettivamente aprendo un po' alla volta anche alle donne, non pensate sia anche merito di editori e designer che hanno cominciato a pubblicare giochi sull'agricoltura, le coperte, gli animali, con minore interazione diretta...?

E dico questo sapendo che uomini e donne hanno ancora, culturalmente, diversi gusti e attitudini, ma proprio per questo essere inclusivi non vuol dire sedersi a giocare con tutti (ci mancherebbe!) ma essere inclusivi nel gioco proposto (in associazione o da un editore).

Uh, questi sono due passaggi interessanti. 

Il primo perché lascia presupporre che l'avvento dei german (dal '95 in poi) sia stato fondamentale per consentire questo ingresso.
Il secondo perché sembra lasciar intendere che un gioco di guerra in cui ci si ammazza sarebbe per sua natura poco inclusivo. 
Sarebbero entrambi aspetti da indagare e approfondire. (che poi a ben vedere sono lo stesso concetto, la stesa tesi espressa solo da dua angolazioni diverse)

LeonardoM scrive:

Un po' di ideologia per guastare anche il mondo dei giochi da tavolo. 

Solo per capire... in che senso parlare di uguaglianza "GUASTA" il mondo dei giochi da tavolo?

Sarebbe gradita una risposta seria e non buttarla in caciara. Grazie.

Matteo Manzi scrive:

È bello come molte delle risposte che leggo servano sostanzialmente a confermare esattamente il pensiero espresso da Elizabeth. Ma con grande probabilità questa gente nemmeno se ne rende conto. 

Ti quoto perchè rileggerlo fa sempre bene. Ma purtoppo è una causa persa con chi non vuole capire. Stupito di trovare anche qui alcuni commenti che mai mi sarei aspettato da persone intelligenti che amano il gaming intellingente.

ekan78 scrive:

 

Matteo Manzi scrive:

 

È bello come molte delle risposte che leggo servano sostanzialmente a confermare esattamente il pensiero espresso da Elizabeth. Ma con grande probabilità questa gente nemmeno se ne rende conto. 

 

Ti quoto perchè rileggerlo fa sempre bene. Ma purtoppo è una causa persa con chi non vuole capire. Stupito di trovare anche qui alcuni commenti che mai mi sarei aspettato da persone intelligenti che amano il gaming intellingente.

Entrambi questi commenti, però, sono semplicemente insulti velati: "non se ne rendono conto"; "persone intelligenti non fanno questi commenti (parafrasando)".
Se è il confronto che cercate, dovreste quotare gli interventi che non vi vanno bene e argomentare, non chiudervi a riccio e insultare.

infatti sembrano trollate. se invece non lo sono chiedo scusa, non voglio offendere nessuno.

 

korn73 scrive:

 

(...) Ma se il nostro hobby si sta effettivamente aprendo un po' alla volta anche alle donne, non pensate sia anche merito di editori e designer che hanno cominciato a pubblicare giochi sull'agricoltura, le coperte, gli animali, con minore interazione diretta...?

E dico questo sapendo che uomini e donne hanno ancora, culturalmente, diversi gusti e attitudini, ma proprio per questo essere inclusivi non vuol dire sedersi a giocare con tutti (ci mancherebbe!) ma essere inclusivi nel gioco proposto (in associazione o da un editore).

 

Uh, questi sono due passaggi interessanti. 

 

Il primo perché lascia presupporre che l'avvento dei german (dal '95 in poi) sia stato fondamentale per consentire questo ingresso.
Il secondo perché sembra lasciar intendere che un gioco di guerra in cui ci si ammazza sarebbe per sua natura poco inclusivo. 
Sarebbero entrambi aspetti da indagare e approfondire. (che poi a ben vedere sono lo stesso concetto, la stesa tesi espressa solo da dua angolazioni diverse)

[/quote]

 

[quote=Agzaroth]

mmm io non credo che l'indiretto sia propensione di un genere. 
Ce lo insegnano i videogiochi se volete. 

Il mondo dei giochi da tavola a mio vedere si sta aprendo perché non è più visto come qualcosa da nerd
o anche perché (e ancora non mi capacito della cosa) un po' nerd fa anche figo per la cultura di oggi.

Ma soprattutto per il lavoro di comunicazione degli editori più attenti alla comunicazione.
Considerate anche da questo punto di vista l'avvento della comunicazione di kickstarter e secondo me avete una buona approssimazione

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