Giocare non serve a niente

ragazzi in comunità
Comunità La Girandola

Il gioco in scatola in una comunità per minori

Editoriale
Giocatori

Come al solito questa storia parte dal Risiko!.

Anzi, da una scatola da torneo di Risiko!, lasciata in un angolo e inutilizzata da tempo. 
Stavo cercando un pretesto per inserire i giochi da tavolo nella comunità per minori dove lavoro e il pretesto era lì a guardarmi da tempo, accatastato tra i puzzle, la battaglia navale e forza quattro.

È bastato poco per spiegare alle ragazze più grandi il concetto di “Kamchatka” e di “attacco la Cina con tutte le mie armate” mentre i più piccoli stavano a guardare annoiati, perdendo o mordicchiando i dadi, sdraiati sulla plancia o nascosti sotto il tavolo. In qualche modo il vecchio Risiko! aveva acceso un interesse inaspettato. Servivano nuovi stimoli, soprattutto per evitare l’esaurimento di armate, ingoiate, lanciate, schiacciate e triturate.

Quando è arrivato Talisman il gioco dell’oca non è stato più lo stesso. Non si erano mai visti orchi, maghi, goblin e vecchie streghe girare tra le caselle di un tabellone. Un talisman rivisitato, disponibile al divertimento dei bambini dell’asilo, dove il concetto base si limitava ad un “non facciamo solo Flamp! Tump! Pamp! Sgush! mentre combattiamo, mettiamoci i dadi e stiamo a due regole per aiutare l’immaginazione”. E poi la seconda versione, per i bambini delle elementari e delle medie.  Via gli orpelli e le mastodontiche tre ore di gioco. Chi trova il talismano e lo riporta nella casella di partenza ha vinto. Ci siamo spinti a giocare un Talisman a squadre, quattro contro quattro, fino alle terre inesplorate di un estremo Talisman a dieci giocatori, un successo totale. Con i bambini le regole contano ma solo se non diventano un muro di noia: niente consultazioni minuziose dei manuali o eccezioni puntigliose, a questo si arriva con il tempo. L’urgenza è solo una: giocare. 

In una comunità per minori allontanati dalle famiglie riempire il tempo vuoto con qualcosa di pieno è la cosa migliore per dare un senso ad un periodo sospeso e alla mancanza di punti riferimento. È così che è nata l’idea di utilizzare il gioco in scatola per creare un gruppo coeso, per imparare a gestire la frustrazione e la rabbia attraverso delle regole condivise o per aumentare i tempi di attenzione dei bambini, in alcuni casi compromessi da esperienze traumatiche.
Ho visto due ragazze adolescenti tornare a parlarsi dopo giorni di silenzio grazie ad una partita a Coloni di Catan. Bambini iperattivi restare seduti per un’ora e mezza ipnotizzati dal tabellone di Talisman. Mi piacerebbe dilungarmi in un trattato sul “gioco da tavolo come terapia” ma non lo farò per un semplice motivo: non ci credo. Se è una terapia per loro, possiamo dire che la stessa cosa vale anche per noi, ogni volta che ci sediamo intorno ad un tavolo. Il trucco è proporre il gioco giusto, nel momento giusto e al bambino giusto. Con gli adulti non funziona perché i più sono convinti che giocare sia una perdita di tempo, un’attività improduttiva e noiosa. Con i bambini non è mai così.

Niente “giochi educativi” pensati dai pedagogisti, abbiamo preferito il divertimento e il game design alle buone intenzioni. È per questo che nella ludoteca della comunità sono presenti titoli come Dixit, Talisman, I coloni di Catan, Puerto Rico, Secret Hitler, Citadels, Splendor, 7 wonders, Kingdomino, Kingsburg, King of Tokyo, Splendor, Aaaargh Tect, Insoliti Sospetti (ribattezzato “il gioco della tettona” a causa di una carta) e Pozioni Esplosive. Con il passare del tempo il gioco in scatola è diventato una tradizione e un appuntamento fisso, tanto che con i gruppi giusti di adolescenti sono arrivato a proporre titoli del livello di Tzolkin e Nations. Vi assicuro che per un giocatore abituale è stato frustrante essere sconfitto a Tzolkin da Isabel, una diciassettenne alla sua prima partita.
Quando ho proposto ai ragazzi di scrivere un articolo per la Tana dei Goblin hanno reagito con entusiasmo e non si sono tirati indietro.

Jonathan (8 anni) dice, con tono da giocatore navigato:  “ho giocato a molti giochi in scatola nell’arco della mia vita ma quelli che mi sono piaciuti di più sono quelli che ho giocato in comunità. Mi è piaciuto Vudù, un gioco dove devi lanciare delle maledizioni agli altri concorrenti, Kingdomino e Lupus in tabula. In Kingdomino devi costruire un regno con del cartoncino e ci sono diversi modi per vincere. Lupus in tabula è un gioco che mi ispira molto perché ci sono vari personaggi come il contadino, il lupo, il veggente e l’ indemoniato”.

Nicolas (10 anni) racconta: “Il primo gioco in scatola che mi hanno presentato è stato TALISMAN. È  un gioco con le espansioni , si può giocare in tanti e i personaggi sono quasi tutti mitologici: i morti viventi, gli elfi, i demoni e i nani. La cosa che mi è piaciuta del gioco è quando si fanno le battaglie. Se si vince, è possibile rubare un oggetto che ha l’avversario, come ad esempio una spada, uno scudo o addirittura il talismano.”

Linda (14 anni) “Non sono una grande appassionata di giochi in scatola ma da quando sono in comunità ho fatto molti giochi. Il mio preferito è Puerto Rico anche se ci ho giocato solo due volte. All’inizio ho fatto fatica a capire ma quando finalmente ci sono riuscita ho vinto! È stato uno dei più belli anche perché tutti dicevano che non sarei mai riuscita a capire il gioco, invece li ho stupiti tutti!”.

Sara (15 anni) “Io gioco con i giochi in scatola solo da un paio d’anni. Alcuni giochi sono molto divertenti e in altri invece devi usare la testa. È comunque un bel passatempo soprattutto quando non sai cosa fare. I giochi che mi piacciono di più sono, oltre a qualsiasi gioco in cui vinco, Seven Wonders normale e la versione Duel, Puerto Rico, I coloni di Catan, Citadels e quello dei maya (Tzolkin). Un’altra cosa molto bella è andare alle fiere dei giochi in scatola, io sono stata al Modena Play. È fantastico e ci si diverte un sacco.”

Majida (17 anni) ”Non sono mai stata attratta dai giochi in scatola e soprattutto non ci ho mai giocato prima in vita mia. Giocavo spesso alla Play Station e ai video game, il gioco in scatola mi sembrava una roba da vecchi e da sfigati, per questo non mi sono mai piaciuti. Quando sono arrivata in comunità, un educatore ci ha fatto provare dei giochi e all’inizio la cosa per me era davvero noiosa.  Giocandoci ho cambiato idea e adesso mi piacciono molto. Tra i tanti giochi che mi sono piaciuti davvero ci sono Puerto Rico, Citadels e Splendor. A breve proverò Time Stories, un gioco ambientato in un manicomio”.

Giocare non serve a niente, mi ha risposto una volta un bambino.

Ha ragione, giocare non risolve nulla, ci mancherebbe, ma quando sei in un posto che non conosci e dove non vorresti stare, può essere utile trovare un modo per rompere la timidezza, integrarsi nel gruppo e rispettare delle regole condivise.

È vero, giocare non serve a niente, ma a volte aiuta a stare meglio, almeno per un’ora.

ragazzi in comunità

Commenti

Siamo entrambi educatori e ci siamo conosciuti proprio durante la nostra esperienza in una comunità per minori... All'epoca non conoscevamo ancora i GdT, ma faremo leggere questo report ai nostri colleghi.

Grazie

Complimenti. Bellissimo articolo. Quando mio papà ci portava a casa un gioco in scatola era un momento bellissimo. Aprire la confezione leggere le regole e stare insieme in famiglia.  È vero giocare è inutile come dipingere, suonare, recitare e altre forme di arte ma è ciò che ci eleva come esseri umani. Bravo e auguri per il tuo lavoro!

Articolo molto bello, complimenti a te e ai ragazzi.

Mi sono grandemente emozionato nel leggere questo bell'articolo.

Complimenti!

Paolo (MPAC71)

Complimenti per l'articolo e per come sei riuscito ad accendere la voglia di giocare di questi ragazzi con l'interesse allo stare insieme.

Bravo davvero

Il tuo è uno splendido esempio di come si possa aiutare concretamente dei ragazzi facendo qualcosa di divertente e allo stesso tempo formativo, senza annoiarli con "Giochi Educativi" come hai saputo spiegare benissimo nel tuo articolo.  I commenti mi hanno veramente emozionato...

Auguri a te ed ai ragazzi

Dialogo tra educatori ad un corso di formazione con tanti sofismi un amico taglia breve

"La base dell'educazione a questa età è farli giocare assieme rispettando le stesse regole"

Boom

Non serve molto altro

pure io da educatore (uno a uno) ho sfruttato ticket to ride, carcassonne, ecc. e devo dire che è stato un successo!

aggiungo che trovare alternative per staccarli dai cellulari o videogiochi per imparare a instaurare socialità e relazioni è sempre una sfida e, ovviamente, bisogna partire delle singolarità per progettare interventi utili, ma nei giochi da tavolo ho trovato più volte dei mezzi utili!

buon gioco!

Stare insieme, guardarsi negli occhi e condividere il tempo/lo spazio. E' educativo sia se ottenuto con UNO, Risiko! o Through the Ages. Certo, ci son cose più "alte", ma il gioco rimane una parte fondamentale per gli animali superiori come l'uomo.

Grazie per il contributo e complimenti per il lavoro!

Forse il più bell'articolo che abbia letto quest'anno! Grazie!!

Sicuramente il più bell'articolo dell'anno. E di gran lunga. Bravissimo e dico poco. Sei la classica persona che fa la differenza. 

Che meraviglia. Io ho venduto per qualche tempo giochi da tavolo, quando I bambini li provavano vedevo le stesse emozioni che hai reso splendidamente qui. 

Non smettere mai di amare quel che fai, perché questo articolo é un atto d'amore

Bell'articolo. Apprezzo soprattutto l'essere riusciuto a coinvolgere adoscelenti di oggi. Io ci provo spesso ma è veramente una faticaccia!

Bellissimo

Bellissimo...grazie per quello che fai.

Bellissimo articolo, complimenti. Io e mia moglie abbiamo da poco iniziato a fare una cosa del genere (sempre coi giochi da tavolo) proponendo laboratori di gioco per quelle famiglie o quelle coppie nelle quali la comunicazione é difficoltosa o nulla, e a cascata poi vengono meno il ruolo, la stima e il rispetto, e ci si trasforma in isole silenziose. A volte é molto faticoso, ma vedere che a fine sessione, un padre e un figlio che nn parlavano tra loro, hanno interagito costruttivamente insieme, non ha prezzo.

Un bravo a te e al tuo lavoro e alla passione con la quale lo affronti. Merce spesso fin troppo rara, oggigiorno! 

Bello bello bello.

Se i grandi capissero quanto si può fare ed imparare con una partita...

Complimenti 

Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito

Accedi al sito per commentare