Dragonfire: anteprima Essen 2017

Dragonfire: copertina
Catalyst Game Labs

Ennesimo gioco di carte e deckbuilding, stavolta ispirato a "Dungeons & Dragons", dopo i derivati "Pathfinder" e "Warhammer Quest". In questo caso il sistemna reimplementato è quello di "Shadowrun Crossfire". Stavolta andrà meglio? 

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Dragonfire

La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e, in nessun modo, ha valore di recensione

Dragonfire è un gioco di carte per due-sei giocatori prende direttamente ed ufficialmente l'ambientazione da Dungeons & Dragons, trasponendola in un gioco di carte basato sul deckbuilding e che è un rifacoimento del più vecchio Shadowrun Crossfire. Nel corso del gioco i personaggi evolveranno comprando carte nuove e più potenti, affrontando mostri sempre più pericolosi e spostandosi nei luoghi più famosi dei Forgotten Realms, come Baldur's Gate, Neverwinter e Waterdeep
Dragonfire: alcuni componenti
Dragonfire: alcuni componenti

Il gioco

Ciascun giocatore sceglie il suo personaggio, caratterizzato da razza e classe, ognuna di queste appartenente a uno dei quattro generi: arcano, divino, inganno, marziale. Prende poi il mazzetto iniziale corrispondente al personaggio e forma il mercato comune, con sei carte acquistabili pescate da un mazzo comune, in cui sono mescolati tutti e quattro i colori dei quattro generi. 
Poi si forma il mazzo dei nemici, costruito in base al livello del gruppo. Per vincere, tutti i mostri devono essere sconfitti prima che tutti gli eroi siano storditi. Infine, da questo mazzo si prendono carte in numero pari a quello degli eroi e se ne assegna una a ciascuno; ogni eroe pesca carte dal suo mazzo pari al suo limite di mano.

Ogni round è diviso in due fasi:

  • ogni personaggio si attiva e combatte i mostri davanti a sé;
  • si pescano nuovi mostri pari al numero di round appena concluso e si assegnano a piacere. 

Al proprio turno il personaggio:

  1. gioca carte dalla mano. Le eventuali prove d'abilità si superano pescando una carta dal proprio mazzo e sperando che sia del colore giusto richiesto dalla prova, che corrisponde a uno dei quattro generi di cartedi cui sopra.  In questa fase i compagni possono anche giocare carte con un affetto assist, per aiutare il giocatore attivo a sconfiggere i suoi mostri: è, diciamo, l'espediente collaborativo del sistema;
  2. infligge danno. Le carte giocate contro i mostri infliggono il danno indicato,  a seconda di resistenze e danni richiesti dal mostro;
  3. Subisce danno. I mostri ancora vivi causano ferite all'eroe. Se i punti vita si esauriscono, il personaggio non muore ma è stordito e diventa molto meno efficace, potendo pescare solo una carta a fine round. Curandosi o venendo curati si elimina questa condizione;
  4. rimpingua la mano di carte fino al proprio limite;
  5. compra carte, spendendo l'oro iniziale e quello ottenuto dai mostri uccisi. Le carte si prendono dal mercato comune, si rimpiazzano subito e si mettono direttamente in mano, pronte all'uso; 
  6. effettua la fase di fine turno: si applicano gli effetti specifici di alcune carte giocate. 
Si procede in questo modo fino alla vittoria (mazzo mostri esaurito) o alla sconfitta collettiva (tutti i personaggi contemporaneamente storditi). 
Dragonfire: personaggio promo
Dragonfire: personaggio promo

Prime impressioni

Che dire: la forza qui la fa l'ambientazione, intesa come rievocazione di interi pomeriggi passati ad affrontare goblin, orchi e coboldi, raggranellare oro e dormire all'addiaccio pur di risparmiare e comprare finalmente l'oggetto magico tanto agognato - per poi trovarne uno più forte, gratis, nell'avventura subito successiva (master bastardo). Ma, al di là di questo sentimentalismo e dei nomi scritti, mi pare che l'ambientazione non sia poi così presente, trattandosi fondamentalmente di sostenere un combattimento dietro l'altro

Le meccaniche sono semplici ed estremamente classiche: pesca carte e gioca quello che ti pare meglio; manca il dado ma si pesca sperando in bene. Il gioco è una remiplementazione di Shadowrun Crossfire, titolo del quale potete leggere una recensione approfondita qui per farvi un'idea più precisa delle meccaniche, che sono praticamente le medesime. Viene inclusa anche la parte legacy del gioco, con la possibilità di modificare tramite adisivi schede e carte, man mano che si procede nella campagna.

Non mi piace molto il discorso di scoprire nuovi nemici in base il numero di round (quindi uno alla fine del primo, due al secondo, eccetera), perché la cosa non scala col numero di partecipanti, che come detto prevede una forbice moto ampia. In realtà da due a quattro giocatori si devono comunque manovrare almeno quattro personaggi e se questo risolve – inelegantemente – il problema della scalabilità, dall'altra inficia l'immedesimazione e personalmente mi sento di bocciare tale soluzione. 

In definitiva, se siete tanto fan dell'ambientazione e le meccaniche di gioco non sono la vostra prima preoccupazione, potreste anche dargli una possibilità, altrimenti direi di passare senza rimpianti. 
 

Commenti

Curioso: senza aver mai giocato a nessuno dei due, sembra la controparte americana di Lords of Waterdeep.

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