Del gioco da tavolo oggi

Cabina di pilotaggio Ilyushin II 96
Max Bryansky, Russian aviaphoto team - airlines.net

Una breve considerazione nata dalla fusoliera di un aereo di carta e sviluppata durante una pausa caffè.

Editoriale
Giochi

Qualche tempo fa - più mesi che settimane - sono stato invitato a partecipare a una sorta di tempesta di cervelli collettiva a Roma per conto della mia azienda. Quale fosse il tema dell'incontro non ha importanza, perlomeno non qua.

Nella sala vi erano - tra gli altri - alcuni miei colleghi attuali, diverse persone che conosco bene (la cui conoscenza reciproca risale a quando, anni fa, lavoravo anch'io nella città eterna) e pure alcune altre con le quali avevo avuto a che fare in passato solo per scambi di posta elettronica e che, in quella sala, vedevo per la prima volta di persona.

Fin qui - lo so - nulla di particolare.

Le cose che si scoprono in un aereo

Come sa bene chi ha partecipato a qualcosa di simile, l'impiegato medio non è proprio a suo agio quando si tratta di mettersi in gioco; ben consci di questo, i due ragazzi chiamati a presiedere alla seduta - chiamiamola così - hanno pensato bene di rompere il ghiaccio con un giochino conoscitivo, chiedendo a tutti i presenti di scrivere su un foglio A4 di una propria passione, di trasformare quel foglio in un aeroplano e di lanciare [sic] dapprima il proprio e poi tutti gli aerei che sarebbero capitati sottomano nei minuti successivi.

Die Burgen von Burgund particolare plancia
Giochi come una volta
E niente: com'è facile prevedere, quei minuti di delirio sono iniziati nel timore generale e terminati in battaglia di Eylau - tipo la battuta di caccia de Il secondo tragico Fantozzi, per intenderci.

Si sono visti volare - o quantomeno provarci - catafalchi di carta squadrati e sgraziati come un cargo Il'jušin, aerei tradizionali con la punta a triangolo e le ali a forma di assorbente economico e superjet a reazione con pungiglioni affusolati e potenzialmente in grado di accecare un quadro-16 e di infliggere seri danni perfino a un dirigente.

Terminato il tutto, ognuno di noi doveva afferrare uno degli aerei, aprirlo e - a turno - provare a capire chi avesse quel certo interesse - cucina, pallavolo, cucina, Atalanta, cucina - ivi riportato. Nel mio aereo - quello figo che ho progettato, non il catorcio che mi sono ritrovato - sono stato dubbioso su cosa scriverci: avrei voluto indicare lo sci (visto e praticato, sport di clamorosa beltà); poi però - perché no? - ho pensato ai giochi da tavolo.

Il mio aereo è stato tra gli ultimi a essere aperto, non ricordo da chi - ma non importa -; è qui che entra in gioco D., uno di quei colleghi mai incontrati di persona di cui prima. Dopo che la persona ignota, al secondo o terzo tentativo, capisce chi è il bambinone, nel momento di silenzio che segue sento D. berciare; lo guardo e vedo il suo volto illuminarsi. "Ti piacciono i giochi da tavolo?", mi chiede; "Sì", rispondo; "Ne parliamo durante la pausa", chiosa lui e io convengo, ché a tutti gli altri - immagino - gliene frega ben poco.

Le cose che si scoprono in un caffè

Arriva la pausa. Non ricordo chi riprende il discorso - forse lui, ma non è importante. Parliamo di titoli giocati e comprati e, in pochi secondi, il mio entusiasmo per aver trovato un collega col quale, chissà, fare qualche partita nelle solitarie serate di trasferta a Roma (ché non di sole serie tv vive l'uomo), si tramuta in una sensazione strana.

Joan of Arc
La viverna di "Joan of Arc"
Provo a spiegarla in poche parole. Scopro che D. è, nel bene e nel male, l'appassionato di oggi: paradigma di quello che - pur da esperto, non certo un novizio - popola il gruppo di facebook, che segue i kickstarter, che aspetta Lords of Hellas e non che Glen more torni disponibile; quello che, insomma, ha provato - sul giocato ho i miei dubbi, ma forse sono io che sono prevenuto - diverse delle ultime, colossali uscite del settore - quelle tutta opulenza e miniature.

Speravo, in altre parole, di parlare con D. dei grandi classici - non necessariamente perché siano giochi migliori delle utime uscite (pur essendolo), ma perché in teoria dovrebbero costituire una base comune, il minimo comun denominatore per far dialogare tra loro gli appassionati del gioco da tavolo.

Scopro invece che, a quanto pare, non è così - non più, almeno. In buona sostanza, io e D. non avevamo granché di cui discutere, come se lui guardasse solo Netflix e io Rai Cinema.

Morale della favola, non ne abbiamo più parlato - né, per inciso, ci siamo più sentiti.

Le cose che si scoprono in una conversazione

Ho una discreta esperienza, ormai; non sono onniscente, sia chiaro: mi piace giocare di tutto, ma devo adattarmi alle esigenze di un gruppo di gioco che tutto è, fuorché regolare (e, complici le vite private, nemmeno poi troppo costante). Non posso insomma proporre esamine complete, né saprei sostenere conversazioni tecniche spinte; e però credo di avere un minimo di quella base necessaria per recensire - sia pure a modo mio - un titolo.

Consiglio dei 4 regina
Punti d'incontro
Eppure, di fronte a D., mi sentivo di nuovo come un novizio; come quando da babbano conoscevo solo I coloni di Catan e guardavo la classifica di BoardGameGeek. Lo sentivo parlare delle mirabolanti ultime uscite; solo che - volente o nolente - questi titoli mi suscitavano (e mi suscitano tutt'ora) molta meno curiosità di quanto non mi lasciavano quelle imberbi scorribande, perché un conto è pensare di spendere cento euro per riempire uno scomparto del Kallax con tre o quattro vecchie glorie; un altro è pensare di investire la stessa cifra per le espansioni di giochi base tanto ingombranti, quanto insoddisfacenti.

(Non voglio entrare nel merito tecnico; non qua, almeno - e comunque non è un caso che, dopo aver aderito alla campagna di Zombicide Green Horde e ricevuto il mappazzone, questo è tutt'ora l'unico gioco che abbia mai rivenduto).

Credo sia un punto importante constatare che, allo stato attuale, il gioco da tavolo è paradossalmente molto più inaccessibile di quanto non lo fosse qualche anno fa. Lo è perlomeno se uno - come ormai è la prassi - appena arrivato volesse sentirsi subito a livello di quelli più esperti, o quantomeno aver accesso a molte più cose di quante ne avrebbe davvero bisogno.

Per restare agli sci, mi vengono in mente quelli che con supponenza arrivano dalle città per provare a sciare per la prima volta e indossano tute Colmar che io sogno da una vita e indossano scarponi rigidi come la signora Rottenmeier e si comprano sci da gara che ai loro piedi - che non sono quelli di Marcel Hirscher, e nemmeno quelli di De Aliprandini - sono potenzialmente delle armi di distruzione di massa.

La verità è che non abbiamo più l'umiltà di voler imparare, di prendere il tempo che richiede partire dalle basi, quasi come se queste ultime rubassero tempo alle ultime uscite; vogliamo subito il meglio, il gioco più figo, quello più nuovo.

Non so se D. abbia ritenuto superflua la conoscenza di certi giochi, o se magari non abbia mai avuto l'occasione di provarli, oppure se - banalmente - non gli dicano niente; resta il fatto che a lui vada bene così, e che a pormi il problema sia io.

Beninteso: può essere che uno quegli sci da gara li sappia condurre dopo poche lezioni; e però, forse, si è un po' perso il gusto di conoscere la montagna e di imparare a sciare.

Commenti

Sono d'accordo con te questo atteggiamento è negativo. Per fortuna che l'argomento, seppur importante, non è vitale. Guarda a quelli che pensano di saperne di più di vaccini rispetto ad un medico... Di contro, mi ci metto anche io, a volte ci creiamo 'idoli' e cerchiamo nell'altro la conferma dei nostri gusti e non il confronto. Che male c'è se un appassionato di recente data apprende la meccanica del piazzamento lavoratori da Architetti del regno occidentale piuttosto che da caylus? L'importante è non ergersi mai al di sopra degli altri e confrontarsi dialogando. Tu puoi raccontargli i giochi che hanno fatto la storia (magari non sei aggiornato su quelli nuovi) lui può raccontarti le novità e  gli dovrebbe far piacere conoscere le basi. Il vero problema degli appassionati di questo hobby è quello di pensare sempre di essere i detentori della verità assoluta. Sconfiggiamolo.

 

Non so, forse c'é un po' di Orgoglio e Pregiudizio in te... Forse Mr. D ha solo bisogno di tempo, forse il suo approccio a questo hobby é relativamente recente e non ha ancora avuto il tempo di trasformare un passatempo in una passione.
O forse no, ed hai ragione tu...
È indubbio che l'odierno sdoganamento del gioco da tavolo da prodotto di nicchia a prodotto di più largo consumo comporti il rischio di trovarsi di fronte a tuttologhi dell'oggi che non si curano di sapere e scoprire come a questo "oggi" ci sia giunti.
Alla fine come in ogni campo conta il "modo", se lo fai con garbo e senza strafottenza mi sta bene che tu non sappia alcune cose perché di sicuro io non ne saprò altre.

Questo articolo è il migliore tu abbia mai scritto, ma probabilmente sono influenzato dal fatto che ne condivido il tema di fondo. Andrebbe aggiunto in un ipotetico libro come prologo a temi che anche recentemente si sono dibattuti in altri articoli (kickstarter ad esempio). Vero è che, dicevano gli antichi romani (x restare in tema) quando si critica troppo la ‘modernità ‘ vuol dire che si sta invecchiando, tuttavia in molti casi è realmente così oppure siamo tutti dei matusa...

Ragazzi però che stanchezza. 

Articoli su articoli per spiegarci che si stava meglio quando si stava peggio, che Kickstarter é il diavolo, che quando c'era Glen More i treni arrivavano in orario e che quando si era in pochi a giocare si era migliori.

Peró, forse, a molti appassionati sfugge un punto: l'approccio divulgativo e tecnico non é l'unico con cui si può affrontare il gioco da tavolo. 

Esiste anche l'aspetto sociale. 

Quindi chi se ne frega se uno non conosce Glen More o Agricola o Puerto Rico. Ma davvero : chi se ne frega. L'importante é che si giochi da tavolo perché,forse non viene siete accorti, viviamo in mondo dove il contatto umano é sempre più digitalizzato e giocare da tavolo resta una di quelle situazioni dove il contatto puó essere solamente fisico e diretto, senza media tecnologici di mezzo.

L'importante é che giochi. Anche solo a Zombiecide. 

Ma cos'é questa supponenza? Da dove arriva?

Qualcuno si sente offeso? Si sente offeso perché é circondato da poveretti che hanno un approccio superficiale?

Neanche stessimo parlando di medicina.

Articoli come questo sono davvero il male della divulgazione che invece che adattarsi alla situazione osserva e giudica (male) i giocatori dalla propria torre d'avorio. 

Stupenda la chiosa: uno non avrebbe più voglia di imparare perché gioca a Zombiecide. Magari quello é ingegnere aerospaziale, legge 3 libri al mese, ma avrebbe perso la voglia di imparare perché gioca solo a Zombicide.

Vi do una notizia: non esiste solo il gioco da tavolo. 

 

 

Io invece trovo quest'articolo molto sincero.

E' normale che uno che conosce la bellezza di giochi come Puerto Rico o Alta tensione resti basito da uno che invece si esalta solo per l'aspetto collezionistico (per non dire onanistico) dei giochi da tavolo.

Però io non direi che manca la volontà di imparare. Il fatto è che i due protagonisti cercano nei giochi da tavolo cose profondamente diverse. E infatti non si sono più parlati. Semplicemente avevano due passioni diverse.

E comunque: non c'è gioco al mondo più bello di Verrater. Alé

Un articolo interessante, con una morale che sostanzialmente condivido; specie per quanto riguarda il punto in cui l'autore sostiene che nel mondo di oggi si riscontra negli altri la mancanza di una volontà di un vero confronto.

Credo, però, che la diversità delle tipogie degli argomenti trattati, in questo caso dei giochi conosciuti ed intavolati, sia ciò che porta spesso alla possibile "incomunicabilità" (pur tra appassionati di cose analoghe).

Qualcosa del genere mi é capitata discutendo con altri cultori di rievocazione storica (un hobby molto di nicchia che pratico da anni): parlando con re-enactor del periodo napoleonico io, confederato della Guerra di Secessione Americana, non sono riuscito a trovare molto dialogo.

Faccio tuttavia anche il "mea culpa": ed ammetto che, pur parlando volentieri con un ipotetico interlocutore di titoli poderosi e nobili come Caylus oppure Agricola, preferirei che poi con lo stesso soggetto si finisse a giocare una partita a Ticket to Ride, Dungeon Saga od Axis & allies.

Ciao!

Paolo (MPAC71)

 

eh, l’articolo del lunedì è così, sempre un po’ speciale.

comunque secondo ci sono due cose, sulla prima concordo, sulla seconda no.

Sul fatto di calmierare acquisti compulsivi di giochi costosissimi che poi manco provi secondo il diktat consumistico etcetc (di cui si è già parlato nel recente editoriale sui ks) sono sempre d’accordo. Sull’atteggiamento paternalistico e matusa per cui “una volta c’era Alta tensione ohhh, ora c’é Lords of Hellas bleah” no, magari il tizio poi ci gioca 50 partite quindi il discorso proprio non vale.

In realtà la cosa a cui ho pensato maggiormente è come si sentirebbe il tizio leggendo questo articolo e se la sua reazione al tuo indirizzo, al rivederti, sarebbe un invito a intavolare un Friese oppure un puntuto aereo zen nella cornea.

 

No, no e ancora no. Non sono assolutamente d'accordo con quanto scrivi Signor Darcy. Secondo me si confonde il giocatore con il recensore, l'appassionato con l'esperto, l'amatore con il professionista. Se il secondo è (quasi) tenuto a conoscere certi grandi classici che hanno reso l'hobby quello che è oggi, pena l'impossibilità di riuscire a giudicare i giochi contemporanei con la giusta professionalità tecnica e il giusto piglio critico, il secondo non solo potrebbe benissimo ignorare questi classici (non dico che dovrebbe, attenzione, ma non è tenuto a farlo!) ma arriverà un giorno che non esisterà più un singolo casual gamer che abbia mai giocato a Caylus e sarà un processo del tutto normale!!! Pensate al cinema: dobbiamo per forza aver visto i capolavori del passato (magari muti e in bianco e nero, ovvero esteticamente meno attraenti, tanto per tenere il parallelismo coi gdt) per trovarsi alla macchinetta del caffé e discutere a ragion veduta se l'ultimo film di Cristopher Nolan (o se volete dei fratelli Vanzina!) merita di essere visto o meno? Per quale assurdo motivo mi dovrei sentir giudicato da un critico cinematografico: "non hai più l'umiltà di imparare quali sono i grandi classici! Quindi non hai il diritto di parlare bene o male dei film contemporanei!". Mi sa tanto di lamento della vecchia guardia che vede il proprio hobby, un tempo esclusivo della nicchia dei pochi illuminati, oggi alla portata di tutti e in esponenziale espansione, sfuggirgli di mano e arrivare sulla bocca di chiunque. Atteggiamento normale, storicamente ciclico e prevedibile, ma che non condivido affatto.

[Thegoodson]

In realtà la cosa a cui ho pensato maggiormente è come si sentirebbe il tizio leggendo questo articolo e se la sua reazione al tuo indirizzo, al rivederti, sarebbe un invito a intavolare un Friese oppure un puntuto aereo zen nella cornea.

Be', ma mica ne parlo male; anzi. Il punto su cui volevo porre l'attenzione è il parallelismo che possono prendere le passioni, senza che vi sia un reale terreno di confronto.

(Ho citato le serie tv: come mi hanno fatto notare, quante volte succede che ognuno di noi ha le proprie preferite e, in fondo, non ne può discutere con nessuno de visu? Non sto dicendo che chi ha visto Breaking Bad sia migliore di chi non va oltre The O.C.; dico solo che - difficilmente - potranno dialogare tra loro di serie tv.

 

a parte il fatto che l’atteggiamento paternalista, per definizione, è un non parlar male dell’altro, ma comporta sovente fastidio in questi.

Poi ti dirò, è vero che c’è questa terza opzione autisticoisolazionista che dici però, soprattutto nel gioco di società (sottolineando la parola gioco e la parola società), non so se sia preferibile alla lesione alla cornea aeronautica (che il tizio magari oltre a LoH si fila pure Wings of Glory, vai a sapere).

Bene o male d'accordo con l'intervento di diesel. Ché poi, per quanto stimi gli interventi di Darcy, la parte del caffè è tra le cose più spocchiose e con la puzza sotto il naso che abbia letto da queste parti - e mi si perdoni un eventuale fraintendimento. Per quanto mi riguarda, che si giochi e ci si diverta! - tedesco, oltreoceano, a freccette, UNO o gare di rutti. E se non si ha voglia di giocare, che si stia un po' insieme a parlare, mangiare o dormire. Chissenefotte finché si sta bene... poi certo, trovare qualcuno e parlare per ore della propria passione è sempre bello, ma stare a farsi i bocchini a vicenda perché Brass è il meglio e il resto è feccia è un altro discorso. E KS, io per primo ormai snobbo per nausea le ciccionate alla CMON, ma se c'è gente che si diverte, che continui. Tanto più che poi arriva l'Eklund o il Dan Verssen di turno, e gli tiro soldi in faccia che c'avrei speso la metà con le miniature di cui sopra... però non è che fa fico. E' solo che abbiamo un problema, o un amore, e un problema - con tutto quel che ne consegue. Ma non ha torto o ragione nessuno.

[WhiteWinston]

Grazie del commento, davvero. Non critico nessuno (e anzi, nell'unico paragrafo in cui mi atteggio da supponente, non a caso ho usato la prima persona plurale); il punto è che manca un terreno di dialogo comune: va benissimo che ci siano gli estimatori di Bergman e quelli di Pieraccioni - e ti assicuro che ho visto più film del secondo -, solo che entrambe le parti creano un loro microcosmo che non comunica con l'esterno. A me un po' dispiace, perché infondo sono tutti appassionati di cinema, in tutte le sue forme.

L'altro punto che ho provato a trattare - evidentemente con scarsi risultati - è quello della curiosità, della voglia di approfondire e di risalire alle radici di qualcosa che piace: se vogliamo restare in tema cinema (io che conosco poco e niente di quanto è stato negli anni precedenti: il cinema non è che uno dei tanti, tantissimi campi in cui D. sono io), se vedo un film che mi suscita emozioni per storia, ambientazione o tipologia, mi viene la voglia di approfondire: dovrebbe essere normale, in fondo. Vero che si può vivere benissimo guardando Interstellar ignorando 2001: Odissea nello spazio (come ho fatto io fin'ora); e però sento che è una lacuna che ho, e che dovrei colmare.

[WhiteWinston]

Grazie del commento, davvero. Non critico nessuno (e anzi, nell'unico paragrafo in cui mi atteggio da supponente, non a caso ho usato la prima persona plurale); il punto è che manca un terreno di dialogo comune: va benissimo che ci siano gli estimatori di Bergman e quelli di Pieraccioni - e ti assicuro che ho visto più film del secondo -, solo che entrambe le parti creano un loro microcosmo che non comunica con l'esterno. A me un po' dispiace, perché infondo sono tutti appassionati di cinema, in tutte le sue forme.

L'altro punto che ho provato a trattare - evidentemente con scarsi risultati - è quello della curiosità, della voglia di approfondire e di risalire alle radici di qualcosa che piace: se vogliamo restare in tema cinema (io che conosco poco e niente di quanto è stato negli anni precedenti: il cinema non è che uno dei tanti, tantissimi campi in cui D. sono io), se vedo un film che mi suscita emozioni per storia, ambientazione o tipologia, mi viene la voglia di approfondire: dovrebbe essere normale, in fondo. Vero che si può vivere benissimo guardando Interstellar ignorando 2001: Odissea nello spazio (come ho fatto io fin'ora); e però sento che è una lacuna che ho, e che dovrei colmare.

Il ragionamento che fai sulla comunicazione ci sta. Peró ho come l'impressione che quando se ne parla il problema sia sempre dall'altra parte, di chi "non approfondisce".

Parliamo poi di cosa vuol dire "approfondire" : é una valutazione sull'approccio ad un tema, ma non é scritto da nessuna parte che chi approfondisce ha sempre ragione perché ha un approccio verticale invece che orizzontale. Sono approcci diversi, punto. 

È, prendetelo con le pize visto che lì si parla di medicina, l'effetto Burioni:

Io ho ragione, quindi tu hai torto. Non mi interessa spiegarti perché io ho un approccio diverso dal tuo, non mi interessa nemmeno ascoltarti per capire. Ti ascolto solo per risponderti e ribadire a te e a me stesso che ho ragione. 

Ma l'obiettivo del confronto e della divulgazione é avere ragione? Secondo me no. 

Il tipo di gioco giocato non è lo specchio dell'anima del giocatore...

Se uno progetta centrali nucleari tutto il giorno, alla sera magari a voglia di un gioco "ignorante", da giocare a cervello spento, che rilassi e faccia fare due risate...

Questo non vuol dire che il suo cervello non possa apprezzare un bel gestionale cinghialone da 4 ore, ma semplicemente che in quel momento il suo cervello "ha bisogno" di un gioco leggero.

Avviene lo stesso con me, sia per i giochi che per i film/serie tv.

Il gioco è anche una evasione della mente dalla quotidianità e dalla pesantezza lavorativa...se il lavoro è pesante mentalmente, magari lo svago serale deve compensare con una certa leggerezza.

Be', ma mica ne parlo male; anzi. Il punto su cui volevo porre l'attenzione è il parallelismo che possono prendere le passioni, senza che vi sia un reale terreno di confronto.

Questo perche' c'e' un offerta effettivmente vasta di giochi. Un conto sarebbe parlare con un tipo che se la tira da gamer per poi scoprire che al massimo gioca a risiko (e, tra parentesi, ben venga che la gente ci giochi piuttosto che appiattirsi col cervello spento da qualche parte). Altro conto e' trovare un altro appassionato con dei gusti completametne diversi. Capita a tutti (a me capita, per esempio, quando parlo con persone a cui piacciono i german....).

L'articolo è sincero e  si sente, e ha il pregio di stimolare la riflessione. Ha un po' il retrogusto radical chic se mi passi il termine: effetto magari non voluto ma che si sente.

Scontato fare il paragone con certa critica letteraria di elite che divideva letteratura di consumo e letteratura vera ... 

Ma qui di giochi parliamo .. e che le freccette almeno qui abbiano la stessa dignità di puertorico ci deve assolutamente stare.

Piu che sul giudizio di livello si entra sui gusti e gli interessi del momento.. Per stare insieme agli altri a volte di deve anche saper zittire un po di se stessi. 

Insomma io odio il Burraco, ma i miei vecchi lo adorano.. e se questo è utile per stare insieme e stare un compagnia, ben venga. A loro, e a noi tutti ?

 

 

Comunque non sono d'accordo con il paragone tra i giochi da tavolo e il cinema. I film sono una forma d'arte, i giochi da tavolo checché se ne dica no.

Semmai li confronterei con delle macchine. E' come se Lord of Hellas fosse un'Audi uscita nel 2018 e Puerto Rico una Bugatti degli anni '30. Se alla prova dei fatti la Bugatti ha ancora prestazioni migliori dell'Audi, farlo notare è più che legittimo e non è da "matusa" come qualcuno ha detto.

E comunque se volete vi faccio un elenco di film degli anni 40 mille volte più belli di tanti film che escono al cinema oggi :)

ragazzi, secondo me state un pò travisando il senso dell'articolo. Dico la mia di nuovo, senza pretese assolutistiche.

indubbiamente Mr Darcy ha un suo stile che piace a molti, ma a molti meno. Divide, il che è già una buona cosa perchè, sopratutto per chi lo critica di non approfondire (e come potrebbe farlo in un articolo di poche righe? deve impegnarsi a fare un trattato per forza), indiscutibilmente crea le basi per un dibattito.

A me, nella fattispecie, non piace sempre Mr Darcy (forse più no che si), ma questo pezzo l'ho trovato molto bello.

leggero e sincero, almeno questo era secondo le intenzioni che ho letto tra le righe. 

Non ci vedo nessun senso di saccenza o di supponenza  ma la constatazione che non c'è, almeno nel prototipo del giocatore che comincia oggi (rispetto a chi ha iniziato qualche partita a PR fa) descritto nel pezzo, la voglia di approfondire ed arrivare a quel senso critico (che non si deve estremizzare) necessario a giudicare un gioco, una partita, le meccaniche di un titolo. E' chiaro che chiunque può dare un giudizio su qualcosa, su un quadro ad esempio, ma magari per poter apprezzare appieno la gioconda, si deve aver visto e conoscere qualcosa di arte, diversamente resta un giudizio un pò limitante, almeno questo è il mio punto di vista.

Siamo sovraccarichi di nuovi KS e giochi talmente tanto che ormai per seguire tutte le nuove uscite di essen stanno clonando Pennuto77 e compagnia! ci sta che di fronte a questa indigestione si storca un pò il naso, ricordandosi dei classici (evidenziando come sempre meno in proporzione alle uscite generali arrivino sui nostri tavoli top-games) piuttosto che continui giochi che esauriscono "le cose da dire" in una partita.

lo stesso contesto oceanico di giochi è una brutta cornice di per sè. Mi sembra di ricordare ciò che avviene nel calcio oggi, dove c'è una nuova partita al minuto, tutti i giorni, a tutte le ore e si è un pò perso il senso dell'attesa prima del match, della radiolina, di 90esimo con paolo valenti....e forse, a prescindere che lo sia davvero o meno, anche il calcio in sè sembra un pò meno bello.

è vero che c'è il dubbio di sentirsi un pò "vecchi e pesanti" nel fare questi discorsi, ma nel contenuto forse qualche ragione si intravede come corretta. Ed in fondo, lo ribadisco, mi sembra che si sia trattato il tema con la giusta leggerezza. 

poi, se si vuole banalizzare, è chiaro che lo scopo ultimo e sociale del gioco da tavolo è quello aggregativo e di passare una serata "diversa", ma anche un sano dibattito nel merito sullo spessore dei giochi che giochiamo ci sta senza pretese di assolutismo e conoscenza divina. diversamente bene anche "indovina chi" e "risiko" a manetta (a Milano ci sono tavoli pieni ogni settimana di risikisti), ma ci può stare che qualcuno, avendo provato a "scavare" un pò in profondità, sia andato "oltre".

è anche pur vero, al contempo, che CHI PIU' SA MENO SA, quindi non si finisce mai di approfondire ed imparare, anche in campo ludico. 

(apprezzato il parallelismo in negativo su Pieraccioni che ha fatto 15 volte lo stesso film ma a molti piace. Si ricordi, invece, lo stile unico, lentissimo, ma riflessivo, del grande Nuti)

 

questo articolo mi piace! mi piace proprio! un bel "pezzo" che trasmette più del contenuto, più della post riflessione, più di quanto sembri insomma..

Mi piace sempre leggere i tuoi articoli sig darcy, ma in questo qui ci trovo troppo snobbismo da partito democratico. Lo dico con la massima tranquillità e la voglia di creare discussioni costruttive. 

[stizza22]

Mi piace sempre leggere i tuoi articoli sig darcy, ma in questo qui ci trovo troppo snobbismo da partito democratico. Lo dico con la massima tranquillità e la voglia di creare discussioni costruttive.

Mi spiace, perché davvero non era mio intento. Grazie del commento.

Chi non ha le basi può apprezzare a pieno questo hobby? O è come un bravo sciatore che non conosce la montagna.

Si potrebbe lanciare un sondaggio! Sarebbe bello conoscere le opinioni della redazione. 

 

 

Mi piace sempre leggere i tuoi articoli sig darcy, ma in questo qui ci trovo troppo snobbismo da partito democratico. Lo dico con la massima tranquillità e la voglia di creare discussioni costruttive. 

discussione costruttiva... snobismo... con una "s"

Da quando in qua per divertirsi servono delle basi ? Probabilmente chi pensa questo non ha capito che giocare non è analizzare ogni singola meccanica per poi stroncare un gioco , ma solo il gusto dello stare insieme con amici o sconosciuti (alle convention spesso accade ) condividendo un hobby che si chiama Giocare ...dal latino ludo : Comportarsi in modo tale da divertirsi; partecipare alle attività, il quale scopo é quello della ricreazione e non dello spietato agonismo !!

Tutti coloro che si eleggono a paladini della verità assoluta e della meccanica perfetta , e trattano i newbies con sufficienza , dall'alto dei loro 1000000 titoli provati , sono solo personaggi tristi e patetici , che fanno solo del male al nostro hobby ..

Articolo che ho trovato parecchio snob.

Come qualcuno ha già scritto, stiamo parlando di giochi da tavolo non di medicina. E aggiungo neppure di fisica nucleare.

Se a uno piace zombicide che ci giochi e che si ne frega se non ha voglia di farsi due scatole così a recuperare quello che per altri dovrebbe giocare.

Il gioco deve essere qualcosa che ti diverte e ti fa stare bene, non deve essere una materia di studio da padroneggiare per dare esami specialistici.

 

per tornare all'articolo, il disappunto del Sig. Darcy sarebbe concesso nel momento in cui D. si volesse elevare a massima conoscenza del mondo ludico, oppure nel caso in cui volesse tenere un blog ludico e dimenticasse o non conoscesse "Carcassonne" etc etc. MA, nel momento in cui D. afferma soltanto il suo interesse per i vari kickstarter e le vagonate di miniature... che problema c'è? Se qualcuno legge Fabio Volo va criticato? No di certo. L'importante è che si legga o che si giochi. A me piace Talisman... è un gioco dell'oca fantasy... e allora? Io mi diverto. Ovviamente, se dovessi tenere un blog sui giochi in scatola e dovessi suggerire un gioco con nuove meccaniche, mi guardarei bene dal proporlo. In conclusione, ognuno è libero, a mio parere, di leggere, vedere, giocare quel che vuole, con il livello di profondità che ritiene opportuno. Il problema si porrebbe nel momento in cui uno volesse proporsi come recensore ludico... la domanda dei lettori sarebbe "Chi sei tu per farlo?" Noi per primi seguiamo e leggiamo i recensori che si mostrano competenti. Leggeremmo un blog in cui, parlando di cooperativi, non venisse citato Pandemia? 

io rimango veramente allibito. come se uno che ha i soldi e che vuole imparare a sciare non può comprarsi la migliore attrezzatura, altrimenti non si gode in pieno lo spirito dello sci.

ma nemmeno quando frequentavo l’asilo ho mai sentito una roba del genere.

signori, se volete apprezzare la buona cucina, iniziate a mangiare selvaggina cruda che avete cacciato voi stessi, come i neanderthal: solo dopo, se volete davvero capire il valore del mangiare bene, potete andare al ristorante.

 

E vai con la gogna. Crocifiggeremo il Signor Darcy in sala mensa. Che poi l'articolo non dice quello che alcuni ci hanno letto. Ma amen.

Mi sembra che diversi abbiano letto nell'articolo di Darcy cose che non ci sono, a me è piaciuto l'aggettivo già usato, che trovo essere calzante, ovvero sincero. Una riflessione personale senza cattiveria o altro su due modi di vedere il mondo dei gdt. Io Darcy lo leggo sempre con piacere.

Ragazzi però che stanchezza. 

Articoli su articoli per spiegarci che si stava meglio quando si stava peggio, che Kickstarter é il diavolo, che quando c'era Glen More i treni arrivavano in orario e che quando si era in pochi a giocare si era migliori.

Peró, forse, a molti appassionati sfugge un punto: l'approccio divulgativo e tecnico non é l'unico con cui si può affrontare il gioco da tavolo. 

Esiste anche l'aspetto sociale. 

Quindi chi se ne frega se uno non conosce Glen More o Agricola o Puerto Rico. Ma davvero : chi se ne frega. L'importante é che si giochi da tavolo perché,forse non viene siete accorti, viviamo in mondo dove il contatto umano é sempre più digitalizzato e giocare da tavolo resta una di quelle situazioni dove il contatto puó essere solamente fisico e diretto, senza media tecnologici di mezzo.

L'importante é che giochi. Anche solo a Zombiecide. 

Ma cos'é questa supponenza? Da dove arriva?

Qualcuno si sente offeso? Si sente offeso perché é circondato da poveretti che hanno un approccio superficiale?

Neanche stessimo parlando di medicina.

Articoli come questo sono davvero il male della divulgazione che invece che adattarsi alla situazione osserva e giudica (male) i giocatori dalla propria torre d'avorio. 

Stupenda la chiosa: uno non avrebbe più voglia di imparare perché gioca a Zombiecide. Magari quello é ingegnere aerospaziale, legge 3 libri al mese, ma avrebbe perso la voglia di imparare perché gioca solo a Zombicide.

Vi do una notizia: non esiste solo il gioco da tavolo. 

 

 



Ho aspettato a proposito a commentare la notizia perchè prima volevo dare il tempo al proliferare dei commenti altrui, e cosa mi capita sott'occhio? il tuo commento. Un commento che condivido totalmente, ogni lettera, virgola, spazio.

Il problema è che questo genere di interventi, articoli e discussioni crearà solo astio tra gli "Eletti" del gioco da tavolo e chi, semplicemente, trova più piacevole un gioco piuttosto che l'altro. Sono sicuro che andrà così perchè con i videogame è successa la stessa identica cosa.
Ho letto di espertoni che millantano una superiorità totale di giochi di 20 anni fa bocciare un gioco indipendente, seguito spirituale del loro gioco cult in cui tutte le caratteristiche originali sono state mantenute ed espanse, creando un prodotto perfettamente conforme ai loro canoni con cui spaccano i maroni un giorno si e l'altro pure, pur integrando novità tecniche e meccaniche apprezzabili. Che dire, incredibilmente oggettivi. 
Nel settore dei GdT non è da meno.

Comunque vorrei chiarire una cosa a tutti gli espertoni, che evidentemente non sono tali: la Cmon e AW che tirate sempre in ballo per descrivere il nuovo malefico corso intrapreso dai gdt, ovvero tanta plastica e poca sostanza, sono aziende che sono partite come designer e painter di miniature, grazie al cavolo che i loro giochi sono pieni di miniature! tant'è che ci sono pure persone che acquistano suddetti giochi solo per dipingere le miniature e che non li intavoleranno mai. 
Con i loro prodotti hanno creato un nuovo ramo che risulta essere un incrocio di giochi alla GW con i giochi da tavolo più tradizionali.

Data la mania di attribuire a giochi con tanta plastica la nomea di giochi inferiori, oltretutto senza averli mai provati, proporrei di applicare la suddetta etichetta anche retroattivamente partendo dal caro Space Hulk prima edizione, dimostrazione che i giochi inferiori ed inutili, colmi di plastica e null'altro, esistono dall'89. 

ps. con la stessa logica anche lo sci tanto caro all'articolista è una cosa immonda e figlio di un processo che porta innovazioni care solo ai novellini tuttologi, infatti in regioni del mondo in cui la neve non è uno sport da milanese che alla domenica non ha nulla da fare ma è un elemento con cui convivere, si usano ancora gli sci di legno come quelli che venivano usati 4000 anni fa in lapponia. 

 

 

E vai con la gogna. Crocifiggeremo il Signor Darcy in sala mensa. Che poi l'articolo non dice quello che alcuni ci hanno letto. Ma amen.



Non dice quello che alcuni hanno letto ma è figlio dello stesso "snobismo" , come lo hanno chiamato altri.

E vai con la gogna. Crocifiggeremo il Signor Darcy in sala mensa. Che poi l'articolo non dice quello che alcuni ci hanno letto. Ma amen.



Non dice quello che alcuni hanno letto ma è figlio dello stesso "snobismo" , come lo hanno chiamato altri.

Ma secondo me sarebbe meglio leggere le cose scritta che interpretarne altre.

E vai con la gogna. Crocifiggeremo il Signor Darcy in sala mensa. Che poi l'articolo non dice quello che alcuni ci hanno letto. Ma amen.



Non dice quello che alcuni hanno letto ma è figlio dello stesso "snobismo" , come lo hanno chiamato altri.

Ma secondo me sarebbe meglio leggere le cose scritta che interpretarne altre.

secondo me sarebbe meglio evitare di considerare chiunque sia in disaccordo uno che commenta senza aver letto o capito

E vai con la gogna. Crocifiggeremo il Signor Darcy in sala mensa. Che poi l'articolo non dice quello che alcuni ci hanno letto. Ma amen.



Non dice quello che alcuni hanno letto ma è figlio dello stesso "snobismo" , come lo hanno chiamato altri.

Ma secondo me sarebbe meglio leggere le cose scritta che interpretarne altre.



Aggiungerei che certi articoli (e pareri) andrebbero supportati da dati altrimentisono inutili. Da che mi risulta non è un blog ma una direi più una rivista online del settore, per le considerazioni personali esiste il forum. Un esempio? L'articolo su KS, in cui ogni considerazione sulla piattaforma, Cmon e affini sono sbagliate perchè basate su opinioni sogettive e non dati, e tutt'ora mi chiedo come sia possibile fare un articolo che tratti un argomento del genere senza un solo numero che indichi volume, giro d'affari ecc.  

Per l'articolo su KS puoi confrontarti direttamente col suo creatore. Per questo a me sembra vogliate leggerci uno snobismo che non c'è, partendo prevenuti.

Per l'articolo su KS puoi confrontarti direttamente col suo creatore. Per questo a me sembra vogliate leggerci uno snobismo che non c'è, partendo prevenuti.


Scopro che D. è, nel bene e nel male, l'appassionato di oggi: paradigma di quello che - pur da esperto, non certo un novizio - popola il gruppo di facebook, che segue i kickstarter, che aspetta Lords of Hellas e non che Glen more torni disponibile; quello che, insomma, ha provato - sul giocato ho i miei dubbi, ma forse sono io che sono prevenuto - diverse delle ultime, colossali uscite del settore - quelle tutta opulenza e miniature. Speravo, in altre parole, di parlare con D. dei grandi classici - non necessariamente perché siano giochi migliori delle utime uscite (pur essendolo), ma perché in teoria dovrebbero costituire una base comune, il minimo comun denominatore per far dialogare tra loro gli appassionati del gioco da tavolo.
[...]
La verità è che non abbiamo più l'umiltà di voler imparare, di prendere il tempo che richiede partire dalle basi, quasi come se queste ultime rubassero tempo alle ultime uscite; vogliamo subito il meglio, il gioco più figo, quello più nuovo.
 

 Quindi mi stai dicendo che qui non noti dello snobismo? 
Mi chiedo poi da cosa derivi questa idea che uno deve prima giocarsi i giochi del passato in quanto perle. Lo sapeve che quando uscirono non erano "grandi classici" in quanto nuovi?  Chi lo sa se fra due decadi zombicide verrà ritenuto un classico, padre della fusione tra un gdt e un gioco di miniature?

Mi chiedo anche quali siano i giochi del passato da giocare assolutamente, quanto indietro bisogna spingersi per poi essere accolto nella cerchia dei "Saggi"?
Se giocassi a Senet sarei automaticamente superiore a tutti quelli che hanno giocato a giochi posteriori, tanto da poter scrivere un articolo in cui esterno quanto mi fanno sorridere coloro i quali credono di avere delle buone basi giocando a giochi posteriori alla 2a guerra mondiale?

Quando parlate del cambiamento di status dei gdt da passione di nicchia a esperienza accessibile alle masse, lo sapete che una volta erano molto più diffusi di quanto lo sono oggi?

Espandendo questa linea di pensiero all'inverosibile qualcuno potrebbe affermare che i piloti di formula 1 non hanno "le basi" perchè non hanno mai corso con una biga, o che koenigsegg, che ha dato una decisa sferzata al settore delle hypercar, non è un esperto perchè non ha mai costruito un'auto a vapore.

 

Articolo molto sincero, coraggioso e scritto molto bene. Ci si immedesima nella parte in cui ci si ritrova a discutere di giochi con un altro appassionato che pero' puo' avere gusti, retaggio ed opinioni diverse in merito al gioco da tavolo.

Sia chiaro, trovo eccezionale tutto il lavoro svolto per la promozione della cultura ludica da parte di tanti esponenti della tana, cui io stesso devo tanto per aver approfondito la mia. Quello di cui non dobbiamo dimenticarci e' che esistono opinioni e gusti differenti in questo mondo e che, personalmente, trovo molto piu' costruttivo approcciare una discussione con una persona che ha idee diametralmente opposte dalle mie che il contrario.

Tutte le critiche non sono arrivate gratuitamente, tante volte sul forum ci sono stati episodi in cui si e' effettivamente mostrato snobismo su cosa sia bene e cosa no. Pur sentendomi vicino come gusti ludici al Signor Darcy,  l'atteggiamento negativo e pessimista denota poca curiosita' e sa di occasione sprecata. Chissa', magari continuando la discussione avreste potuto aver voglia entrambi tu e il signor D. di provare altri giochi...

Relativamente a questo:

“Non so se D. abbia ritenuto superflua la conoscenza di certi giochi, o se magari non abbia mai avuto l'occasione di provarli, oppure se - banalmente - non gli dicano niente; resta il fatto che a lui vada bene così, e che a pormi il problema sia io.”

Credo che tutto dipenda da che tipo di giocatore uno sia o si ritenga. Faccio il mio esempio per far capire la mia opinione. Ho iniziato tanti anni fa con hero quest con un gruppo di amici durante l’adolescenza, coi quali siamo passati in breve si giochi di ruolo per poi, dai tempi dell’università fino a 5 anni fa, abbandonare la passione. Uno di noi, tuttavia, amante delle miniature e modellista per hobby, ha frequentato negli anni un gruppo di wargamers. Questo ha fatto sì che proprio 5 anni fa ci abbia proposto di ricominciare a giocare “di ruolo”. Tuttavia, dopo qualche sistema è un passaggio a D&D forse l’età, forse la stanchezza di alcuni, ci abbia riavvicinato ai dungeon crawlers. Prima Dungeon Saga (preso su KS dal nostro modellista) abbandonato però per la scarsa piacevolezza del meccanismo del dungeon casuale, poi Massive Darkness, veloce, con tanti personaggi e tanti mostri e tante miniature, ma poco bilanciato. Infine, con un adattamento delle regole per aggiungere una modalità campagna, Zombicide Black Plague, il più veloce e “stupido” del lotto, ma che ci permette di intavolare velocemente e senza pretese e di passare una bella serata con una/due avventure.

in estate ho comprato e proposto Rising Sun, molto bello, strategico e complesso al punto giusto, per noi, e tutti coloro che lo hanno provato lo hanno trovato intrigante, ma non un gioco da “serata classica”.

ora siamo in attesa di 7th continent e Okko Chronicles, presi su KS vedremo come andrà ma la limitazione più grossa è il party: in quello dove mi trovo difficilmente giochi come Twilight Struggle, Scythe, o un german classico avrebbero la possibilità di essere intavolati spesso perché la domanda del mio gruppo è qualcosa di divertente ma non troppo complesso.

In questo senso, a volte non è la mancanza di voglia di partire dai fondamentali che manca, ma proprio il presupposto di giocarli. Personalmente, invece, riguardo alla polemica verso KS, io la trovo una valida alternativa per conoscere ed acquistare giochi che talvolta (come 7th continent o Hate di A. smith della CMON, giusto perché mi vengono in mente questi) non arriveranno nei negozi, altre volte per accaparrarsi un sacco di esclusive, altre ancora per avere un prodotto che interessa e che si vuole avere prima degli altri giusto per sfizio. Non credo comunque che il vero giocatore si faccia troppo condizionare da un’alternativa che alla peggio può essere completamente ignorata.

Un bell'articolo che non deve essere per forza condiviso nelle opinioni dell'autore ma negli spunti.

Lo spunto che ci vedo io è che il mondo dei giochi da tavolo è talmente ampio e di nicchia al tempo stesso.

La nicchia la vediamo negli occhi illuminati di D. quando scopre un'altra anima ludica all'interno di un gruppo di persone - quasi non ci crede - e la distanza di gusti sottolinea quanto sia bello avere una scelta sterminata di titoli, ambientazioni e meccaniche da giocare.

E vai con la gogna. Crocifiggeremo il Signor Darcy in sala mensa. Che poi l'articolo non dice quello che alcuni ci hanno letto. Ma amen.

 

Non si può sempre pretendere che siano gli altri a fare un passo in avanti. 

A volte bisogna scendere a compromessi per farsi capire. 

Lo stile di scrittura del Sig. Darcy é sicuramente bello e apprezzabile, ma forse piuttosto che scrivere bene ed in maniera elaborata a volte sarebbe meglio scrivere in maniera chiara e comprensibile per tutti.

Se si vuole trasmettere un messaggio bisogna usare il registro linguistico di chi legge, non quello di chi scrive.

Se il suo messaggio non é passato forse non é solo colpa di chi legge. 

Ho sempre voluto scoprire il mistero della D.

Ah, non stiamo parlando di One Piece?! :D

Allora nulla.

Mi piace sempre leggere i tuoi articoli sig darcy, ma in questo qui ci trovo troppo snobbismo da partito democratico. Lo dico con la massima tranquillità e la voglia di creare discussioni costruttive. 

discussione costruttiva... snobismo... con una "s"

e anche qualche “c” :)

Mi piace sempre leggere i tuoi articoli sig darcy, ma in questo qui ci trovo troppo snobbismo da partito democratico. Lo dico con la massima tranquillità e la voglia di creare discussioni costruttive. 

mancava solo il flame politico :D

Quando ho visto "44 commenti" mi aspettavo chissà che pezzo di critica feroce e dirompente; invece è solo la constatazione che all'interno della nicchia dei giocatori da tavolo ci sono altre nicchie di gente completamente diversa fra loro! Non capisco tutto questo trambusto.

Comunque al posto tuo avrei colto l'occasione per provare i suoi gioconi, applicarvi le fini ottimizzazioni che si imparano avendo a che fare coi giochi più seriosi, asfaltandoli, e poi proporre qualcosa di affine a te. Insomma, non credo non sia possibile creare un ponte. E' che per farlo prima devi sbarcare sulla sua riva...

Bel pezzo Darcy! Francamente sono stanco di dover sempre assecondare le opinioni di chi, palesemente, ne sa pochissimo. Siamo arrivati al punto di vedere snobismo ovunque; addirittura nei medici, figuriamoci se si parla di una passione come il gioco da tavolo. Oggi è il trionfo - un po' come su tutto, maledetti social! - del protagonismo e del voler esser critici (senza averne gli strumenti per farlo). Non c'è più umiltà ne, tantomeno, desiderio di approfondire. Quindi, premesso che chiunque è libero di dire la propria opinione... se non conosci quasi tutti i classici (e le rispettive meccaniche) del gioco moderno e non hai giocato davvero tanto, ti ascolto solamente per educazione; e il tuo giudizio, per me, ha una rilevanza vicino allo zero.

Ciao a tutti, 

Sono Mr D.

Il mio nome inizia per D, sono spesso e volentieri in giro su kickstarter. Non sono molto per mythic battle, ma ho dato un rene per blackrose. 

Ma io, in quanto D, ho un retroterra: un decennio ormai abbondante di gdr cartaceo continuato tra I.sistemi piú classici e qualche volta tra quelli "sperimentali", classiconi alla puerto rico, warhammer. Ero all'università, a Napoli, ho incontrato gente interessata a queste cose come me. Ma da studentello, che vuoi, I soldi scarseggiano sempre e all'epoca anche poche decine di euro erano un bel malloppo.

Ma ancora io, in quanto D ho un altro retroterra, ancora precedente: il mio piccolo paese del beneventano, dover eravamo I soli ad avere un gruppo di d&d (instabile, con molti membri dei ragazzi con cui giocavo), I soli o quasi a conoscere warhammer perché mio fratello lo scoprì in Inghilterra a 15 anni, tra I pochi ad usare un pc e gli unici ad avere un cugino che una volta ci fece giocare a Hero Quest (illuminazione). Il resto era hotel e monopoli, saltuariamente agricola e giochi del genere.

E quindi sono mr D, mi piacciono I dungeon crawler, mi piacciono I kickstarter, gioco con piacere ai german, amo il gdr e grazie alla locale tana non vivo di solo kickstarter (ma lo monitoro anzichenò!).

Ma se io vi dicesso che ho fatto un pledge per un gioco di Petersen (l'ho fatto), senza dirvi tutto il resto,

Che pensereste di me?

è una contraddizione che dopo tutto quel bel discorso tu mi citi Hirscher e non un Thoeni o uno Stenmark o al limite un Tomba... io e te non potremo mai parlare di sci nemmeno davanti ad un caffè

:-);-):-)

è una contraddizione che dopo tutto quel bel discorso tu mi citi Hirscher e non un Thoeni o uno Stenmark o al limite un Tomba... io e te non potremo mai parlare di sci nemmeno davanti ad un caffè

Hirscher e Stenmark: come livello siamo lì, eh. Comunque era per attualizzare il discorso - e poi sono troppo giovane per averli vissuti dal vivo (Tomba a parte).

è una contraddizione che dopo tutto quel bel discorso tu mi citi Hirscher e non un Thoeni o uno Stenmark o al limite un Tomba... io e te non potremo mai parlare di sci nemmeno davanti ad un caffè

Hirscher e Stenmark: come livello siamo lì, eh. Comunque era per attualizzare il discorso - e poi sono troppo giovane per averli vissuti dal vivo (Tomba a parte).

 

il concetto era una altro, semplicemente

Hirscher=Lord of Hellas

Stenmark+Thoeni=El Grande+Tigri & Eufrate

al di là che tu sia troppo giovane per averli visti loro sono i classici, e nel tuo discorso sarebbe stato più efficace fare un paragone con loro, ma da parte mia era tutto detto con leggerezza e un grosso sorriso...così per ridere

comunque è sempre e solo una questione di tempo, tempo che passa e tempo che hai da dedicare ai tuoi hobby/sport preferiti, se giochi da poco tempo e ne hai poco da dedicare al gioco ti fermerai alle ultime cose uscite o a quelle che attirano di più la tua attenzione al momento, poi si può sempre migliorare

in associazione da noi ci sono una quarantina di persone che tutti i martedì giocano a Risiko e giocano solo a quello, ben vengano persone che giocano e conoscono LoH

 

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