Cry Havoc: anteprima Essen 2016

Copertina di Cry Havoc
Portal Games

Cry Havoc, edito dalla Portal Games, in cui tre razze combattono per ottenere prezioni cristalli energetici. Dalla sola lettura delle regole, le prime impressioni di questo gioco da tavolo, in attesa di provarlo ad Essen 2016.

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La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e le conseguenti prime impressione. In nessun modo ha valore di recensione.


Il gioco

Per 2-4 giocatori, questo gioco della Portal Games dovrebbe durare dai 90 ai 120 minuti e ci porta su un pianeta in cui tre razze – tra cui gli umani – combattono per ottenerei preziosi cristalli energetici. La quarta razza, autoctona, non è ovviamente d'accordo.

La mappa vede un pianeta diviso in varie aree, ciascuna delle quali occupata da un certo numero di Grot (gli alieni indigeni) e cristalli. 

La partita è strutturata in 5 grossi round nei quali ciascun contendente ha a disposizione tre azioni. La meccanica è card driven, per cui ogni giocatore pesca 4 carte dal proprio mazzo. Le carte sono multifunzione e hanno simboli in quantità differente per eseguire le varie azioni, più qualche effetto speciale, spesso di combattimento. Ovviamente, se una carta viene spesa per uno scopo, sarà scartata e non sarà più possibile usarla per un altro. Di qui importanti decisione di gestione della propria mano. 

Sostanzialmente si possono arruolare nuovi soldati, farli muovere sul tabellone (combattendo quando invadono un territorio con nemici), costruire strutture di tre tipi sulle aree controllate e attivarne le abilità speciali.

Il combattimento avviene in modo particolare ed è forse la cosa più originale del gioco: su tre zone della plancia di combattimento vengono distribuite le truppe di attaccante e difensore e poi si giocano carte dalla mano per influenzare queste zone. Quando nessuno vuole più giocare carte, si controllano le maggioranze sulle singole zone: con la prima si ottiene il controllo della regione, con la seconda si fanno prigionieri (che danno PV) e con la terza si uccidono truppe avversarie, che tornano in riserva. I prigionieri rimangono del giocatore a meno che il proprietario non li riscatti spendendo PV. Più un prigioniero rimane in tuo possesso, più volte ti darà occasione di fare PV in partita. Si prendono poi PV con particolari carte ma soprattutto controllando i cristalli sul tabellone.

Il tutto è condito dall'asimmetria dei mazzi delle 4 fazioni e dalla possibilità di fare deckbuilding aggiungendo carte comuni al proprio mazzo di partenza. 

Un ottimo filmato di spiegazione delle regole, in inglese, è come sempre quello di Watch it Played.

Prime imressioni (di Agzaroth)

Cry Havoc pare avere tutte le carte in regola per fare il botto e conquistare un ampio pubblico. A metà strada tra Blood Rage e Starcraft, mutua dal primo i tempi contenuti e l'idea delle maggioranze, dal secondo il deckbuilding e l'asimmetricità delle fazioni, da entrambi il territorio da conquistare, la guerra totale e costante, le splendide miniature. 

Il nuovo gioco di “dudes on a map”, come dice Lang, è dunque semplicemente qualcosa di già visto e riambientato? No. Vediamone le particolarità, che sono essenzialmente tre.

Intanto il fatto che la quarta fazione, gli alieni Grot, sono sempre presenti come forza ostile e neutrale e vengono controllati direttamente solo quando gioca anche il quarto giocatore, diventando vera e propria fazione con possibilità di vittoria.

In secondo luogo, ad ogni round tutti possono fare PV con i cristalli controllati, ma chi prima riesce a giocare una sua carta “punteggio” otterrà anche PV dai territori conquistati, fornendo un ulteriore spunto strategico alla partita.

Infine il più evidente, ovvero il sistema di combattimento. Si basa sulle maggioranze ed è influenzato dalle carte giocate, come in Blood Rage, ma qui si possono giocare più carte, come in Starcraft e le aree da influenzare sono ben tre: controllo, prigionieri e perdite. Insomma promette il giusto mix tra pianificazione, ragionamento ed imprevedibilità. L'unico pericolo è che questa fase rallenti troppo il flusso di gioco, lasciando gli altri giocatori a girarsi i pollici mentre i due belligeranti giocano carte e fanno calcoli.

A tutto questo si aggiunge la forte asimmetria delle fazioni, con possibilità di personalizzazione in corso di gioco, una mappa molto aperta allo scontro, eventi casuali. Sarà da valutare attentamente il bilanciamento tra le fazioni, sempre difficile e in rete iniziano a spuntare le prime lamentele di chi lo ha provato e denuncia la fazione degli umani come sgrava. Gli autori hanno risposto che pubblicheranno una guida strategica per spiegare come usare bene le altre, rivendicando il buon equilibrio ottenuto.

La matrice di Cry Havoc pare quindi destinata principalmente ai giocatori american, ma strizza l'occhio anche a un pubblico più vasto.

Prime impressoni (di Pennuto77)

Mi accodo all’anteprima scritta da Marco per aggiungervi il mio personale parere che, ricordo, è figlio della sola lettura delle regole.

Il gioco mi pare molto intrigante e mescola bene diversi elementi come la gestione della mano di carte, il deck building, la guerra ed il controllo del territorio.A

Se a questo si aggiunge una profonda asimmetria (che io adoro come cosa nei giochi), gli ottimi materiali e un sistema di risoluzione degli scontri molto originale ed interessante direi che ci sono tutti gli elementi giusti per farlo schizzare in cima alla mia personale classifica di interesse pre-Essen.

In particolare mi piacciono la fase di combattimento con le tre zone e la loro risoluzione a cascata ed anche il sistema di punteggio dato dal timing nel giocare la relativa carta che lo innesca. Ovviamente occorrerà capire come tutte queste cose si amalgameranno insieme ma gli entusiastici pareri dei giocatori di oltre-oceano che lo hanno provato sono un buon indizio a favore.

Che sia giunto un altro capolavoro alla Caos nel vecchio mondo? Ad Essen l’ardua sentenza…