A&P Chronicles 2002-2003 (II, 5)

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 25 Novembre 2005

Parte II, Capitolo 5: Una giornata storta...

Seduta del 20/11/2002

Act'n Play

Dal diario di Gawain "Corvo Nero" Caradrim - 25 Novembre 2005

Parte II, Capitolo 5: Una giornata storta...

Seduta del 20/11/2002

Una giornata storta...

marciammo
per una decina di giorni, favoriti dal buon tempo, facendo un largo giro per
cercare di coprire al meglio le nostre tracce, nel caso fossimo seguiti dai
themaniti messi in allarme dalla nostra incursione alla fortezza. Eravamo un
ben strano gruppo, e sapevo che non saremmo passati inosservati: un Nano,
tre donne, un folle dal chiacchiericcio continuo e cantilenoso, un uomo più
morto che vivo trasportato su una rudimentale barella. Aderlist sembrava
nuovamente piombato nell'incoscienza, dopo quel suo momento di lucidità, ed
ora passava le giornate dormendo, aprendo gli occhi solo di rado quando
facevamo una sosta e scambiando solo poche parole con dama BroccaVerde che
lo accudiva. D'altra parte, non ci preoccupavamo troppo delle condizioni del
misterioso mago, dal momento che Warnom stesso ci assicurò che tutto ciò di
cui aveva bisogno ora, dopo che gli erano state prestate le cure più
urgenti, era riposo, tanto riposo.

All'imbrunire del decimo giorno di viaggio avvistammo finalmente le mura
ciclopiche in lontananza. Bor Sesirim era ormai vicina e saremmo stati in
città verso la metà della giornata successiva, in tempo per consumare un
pranzo decente, come non mancò di far notare Thorin.

Ci accampammo al solito, mettendo in piedi un rudimentale bivacco, e
consumammo avidamente alcuni fagiani che Adesir fu lesta a sorprendere con
il suo arco e che dama BroccaVerde seppe cucinare egregiamente, considerando
gli scarsi mezzi a disposizione. Concludemmo la cena con delle bacche e dei
frutti selvatici trovati da Warnom e disponemmo i consueti turni di guardia
per l'ultima notte all'aperto.

fui
svegliato di soprassalto, dopo non so quanto tempo, da una mano che mi
strattonava nervosamente.

- Gawain, svegliati, presto! - riconobbi la voce di Adesir. Era il suo turno
di guardia.

- Che diavolo c'è adesso? - risposi seccato alzandomi a sedere sul sacco a
pelo, mentre cercavo di aprire gli occhi ancora assonnati.

- Il mago, Aderlist, è scomparso! - disse la ragazza, indicandomi con la
mano la barella vuota a pochi metri da me.

- Scomparso? - ripetei, incredulo, mentre gli occhi, adattatisi nel
frattempo all'oscurità, confermarono le sue parole. Mi alzai e andai
istintivamente alla barella, cercando di cogliere qualche traccia. Forse
l'uomo si era solo alzato per qualche bisogno corporale, pensai, ma date le
sue condizioni, sarebbe stato segno di una miracolosa guarigione che non mi
sembrava plausibile.

- E' inutile, Corvo, non ci sono tracce - Adesir anticipò i miei pensieri.

- Beh, non può essere sparito nel nulla! - esclamai, innervosito per quell'imprevisto
proprio a mezza giornata dalla conclusione delle nostre fatiche.

- L'ho intravisto per un attimo - aggiunse - si librava a mezz'aria come
stesse volando, ed è scomparso in quella direzione. Zaku l'ha seguito. -
Puntò il dito verso il folto della macchia alle nostre spalle.

Svegliammo gli altri, quindi, senza aver tempo di indossare la corazza, con
i soli vestiti e la spada in mano mi affrettai a seguire le tracce di Zaku
mentre Adesir spiegava la situazione agli altri. Alle mie spalle, la voce
chioccia di Joseph il folle iniziò a chiedere dove fosse finito il suo
"padrone bellissimo"...

ci
volle poco perché raggiungessi Zaku, in una piccola radura, che contemplava
la sagoma di Aderlist fluttuante a circa tre o quattro passi dal suolo.
Evidentemente, il corpo si muoveva con una certa lentezza e questo mi aveva
permesso di ritrovarli in così breve tempo. Rimasi a bocca aperta,
trasecolato di fronte a quello spettacolo: il mago appariva privo di
conoscenza, eppure si muoveva chiaramente, a mezz'aria, allontanandosi
dall'accampamento. Zaku non aveva l'aria di capire meglio di me cosa stesse
accadendo.

- Ricordo che mio nonno camminava nel sonno, ma questa proprio... - dissi
affiancandomi a Zaku, con lo sguardo fisso sul mago.

- La sola cosa che possiamo provare è svegliarlo - rispose, senza
distogliere lo sguardo a sua volta - tu preparati a prenderlo al volo,
casomai dovesse precipitare a terra!

Alle nostre spalle, il trapestio dei passi affrettati nella boscaglia mi
avvisò dell'arrivo degli altri compagni, mentre mi portavo sotto Aderlist,
pronto a prenderlo al volo se fosse stato necessario. Fu esattamente ciò che
accadde e non ebbi difficoltà a sostenere il lieve peso di quel corpo
malandato, mentre Thorin spuntava al mio fianco, pronto come sempre a darmi
una mano. Ma non vi fu il tempo di gioire.

Improvvisamente, dalla macchia di fronte dei dardi di luce rossa furono
scagliati nella nostra direzione, colpendo piuttosto gravemente sia me, che
Adesir e Thorin, il quale si lasciò sfuggire un'imprecazione piuttosto
pesante. Vidi la ragazza scattare con rapidità fulminea, mentre io, ancora
sorpreso, fui assalito da qualcuno che sbucò dai cespugli ed iniziò a
tempestarmi di pugni mandandomi a terra.

Fui soccorso da Warnom e solo allora mi resi conto di aver perso conoscenza
per qualche istante, dato che appena si rese conto che riaprivo gli occhi,
fu lesto ad andare a soccorrere Adesir, anche lei a terra, come pure Zaku.
Provavo solo il desiderio di tornare a dormire, ero stanco di quei
combattimenti, degli agguati e di tutte le vicende che ci capitavano senza
che noi lo volessimo. Ero stanco di essere colpito, ferito, di dover
continuamente estrarre la mia lama nera, sulla quale ogni volta mi trovavo a
riflettere con le parole di Aderlist nelle orecchie.

- Non c'è tempo, ora, Gawain - Dama BroccaVerde mi esortò ad affrettarmi. -
Sii uomo responsabile, guarda: stanno portando via Aderlist!

Il mago era nuovamente sospeso in aria e si innalzava sempre di più,
superando una barriera di ghiaccio che probabilmente qualcuno dei nostri
aveva evocato per impedire che i nostri misteriosi nemici tentassero ancora
di rapirlo. Era stato inutile, constatai, e ora il corpo si librava ad oltre
dieci passi di altezza, dando spettacolo ai miei occhi di poteri magici fino
a poco prima impensabili...

- Senti, Gawain - mi esortò ancora la donna - ci deve essere un mago che sta
facendo tutto questo, ed è nascosto nella vegetazione qui dietro. Dobbiamo
trovarlo, tu vai da un lato ed io dall'altro, siamo intesi? - Annuii, senza
parole, sapevo che in realtà era ciò che dovevamo fare, anche se provavo
solo il desiderio di allontanarmi da tutto ciò.

mi
precipitai nel folto della boscaglia, con la spada nuovamente in pugno, e
percorse alcune decine di passi di fretta, iniziai a procedere con maggior
cautela per evitare di mettere in allarme il misterioso individuo. Ad un
tratto udii distintamente una voce che cantilenava una sorta di melodia, e
avendo ormai da tempo osservato sia Warnom che Zaku all'opera, intuii che
doveva trattarsi del mago avversario che manteneva la sua concentrazione per
consentire al corpo di Aderlist di viaggiare sospeso in aria.

Cercai di muovermi cautamente, più silenziosamente possibile, orientandomi
al suono di quella voce, fino a che mi addentrai in una zona dove il
sottobosco era ingombro di sterpi e rami secchi. La sfortuna non finiva mai,
quel giorno. Infatti, misi un piede in fallo e spezzai un rametto che
produsse un secco rumore, al quale la voce si interruppe immediatamente. Mi
arrestai, trattenendo il fiato. Il corvo tornò improvvisamente a posarsi
sulla mia spalla, e notai che non produceva rumore: forse era di buon
auspicio per la mia missione.

Un sibilo improvviso scosse i rami più alti degli alberi sopra la mia testa,
e vidi una sorta di massa filiforme argentea imbrigliare le fronde, come una
gigantesca ragnatela appiccicosa che, fortunatamente, non mi aveva colpito.
Sentii il corvo picchiettare con il suo becco adunco sulla mia spalla, come
per indicarmi qualcosa: un uccello di dimensioni ragguardevoli era finito
imbrigliato nella ragnatela. Sembrava un gufo, ma la cosa non mi parve di
alcuna importanza e rimasi in attesa, immobile contro il tronco di un
albero.

Passarono alcuni istanti, e finalmente la cantilena tornò a farsi sentire.
Il mago nemico doveva aver pensato ad un normale rumore della foresta, o
forse era lui ad aver scagliato la ragnatela e pensava di aver eliminato
così un possibile assalitore. Ad ogni modo, ora si sentiva sufficientemente
tranquillo da riprendere il suo rituale, dandomi modo di localizzarlo.

Ovviamente, dopo pochi passi, feci nuovamente rumore, dannati rami secchi!
Il gufo imprigionato sembrò avvertire la mia presenza e voltò la testa verso
di me. Poi, inaspettatamente, vidi i suoi occhi diventare rossi, e nuovi
dardi dello stesso colore ne fuoriuscirono, scagliati verso di me. Fui
rapido a schivare i colpi, facendomi scudo di foglie e rami che bennero
inceneriti dai dardi; rabbrividii al pensiero che avrebbero potuto colpirmi
e cercai di guadagnare un riparo fuori dalla vista di quell'animale che, ora
lo sapevo, non aveva nulla di normale né di amichevole.

La cantilena proseguiva, intanto, e mi accorsi che stavolta riuscivo a
capirne le parole.

- Sono tuo amico... - diceva in una nenia sonnolenta, - aiutami, c'è un mago
cattivo che vuole uccidermi...

Per quanto straordinario potesse sembrarmi, la voce proveniva dal gufo, ma
ancor più fui sorpreso dalla sensazione che quella voce mi fosse in qualche
modo amica.

- Ti prego, il mago cattivo mi ha imprigionato... aiutami, è lui il tuo
nemico, devi ucciderlo! - continuava l'animale, in modo sempre più suadente
e convincente, fino a che tutto mi fu chiaro. Per qualche ragione, il gufo
doveva essere un amico come il mio corvo e mi stava dando indicazioni su
come raggiungere il mio avversario. Impugnai la spada rabbioso e stavolta
uscii di fretta dal mio riparo, cercando di gettarmi il più rapidamente
possibile incontro al nemico.

Il gufo continuava a darmi indicazioni mentre mi muovevo, ed io ero sempre
più convinto di essere sulla strada giusta, fino a quando mi trovai di
fronte una sagoma traslucida ed evanescente che riconobbi come Zaku. Era
tutto chiaro. Fin dall'inizio quell'uomo aveva agito in modo strano e
sospetto con il gruppo, era lui che stava cercando di allontanare Aderlist
per qualche strana ragione!

Cercai di colpire Zaku con la spada, mentre le sue mani si aprivano a coppa,
rivolte verso l'alto. Ne vidi scaturire una fiamma e udii un ruggito di
esplosione alle mie spalle, in alto. Stava cercando di eliminare il mio
amico gufo che mi aveva fatto vedere la verità, il bastardo. Levai la spada
e lo colpii, una, due, tre volte, fino a che stramazzò a terra. Poi, un
dolore acuto ad una spalla mi fece piombare nell'oscurità.

quando
rinvenni, era Thorin a prendersi cura di me e fui lieto nel rivederlo. Avevo
una spalla fasciata, dove avevo avvertito il dolore che mi aveva fatto
svenire, e mi sentivo spossato, confuso e con la sola voglia di dormire. Il
combattimento era finito, anche se buona parte del bosco era in fiamme, mi
dissero che il nemico era stato battuto e Aderlist era al sicuro sotto un
albero. Warnom, intanto, si dava da fare per curare Zaku, che venne
prontamente baciato dal suo servitore evidentemente in subbuglio emozionale,
ma non ebbi la forza di oppormi; del resto, ora non ero più sicuro che il
nemico fosse lui! era come se la mia mente fosse stata preda dei pensieri di
un altro, e questa idea mi fece venire un mal di testa come mai prima di
allora ricordavo. Mi alzai lentamente, raccolsi le mie cose e ci avviammo
verso l'accampamento.

- Gawain - mi chiamò ad un tratto Warnom con aria maliziosa - non trovi
strano che tu sia stato colpito da una freccia di Adesir? - Non capivo la
ragione per cui, oltre alla confusione che già avevo in testa, il prete
avesse deciso di peggiorare le cose con le sue illazioni.

- Senti, Warnom - gli dissi a denti stretti - non ho idea di chi fosse la
freccia che mi ha colpito, non ricordo un accidenti di quello che è
successo, ma non mi è piaciuto affatto. Se è tutto finito, non mi importa
niente, voglio solo dormire, ti è chiaro?

- Si, ma la cosa va forse approfondita... - tentò di proseguire.

- Non intendo parlare di questo né di altro - gli risposi voltandomi. - Se
Adesir ha fatto una cosa del genere, avrà avuto le sue ragioni e ne parlerò
con lei in un altro momento. Anche io ho dovuto colpire qualcuno di voi in
altri casi per fargli riguadagnare la ragione, e quindi ora se non ti
dispiace, smettila di rompere...

Per fortuna la conversazione finì in quel modo, altrimenti credo che avrei
davvero perso la pazienza. Il suo modo di esporre le cose era irritante, ma
d'altra parte, ero innervosito per mille altre ragioni, oltre quella.
Cacciai con un gesto di rabbia il corvo dalla mia spalla, pensando che mi
avesse tratto anche lui in inganno, quindi iniziai a sistemare le coperte
del mio giaciglio e mi coricai.

Tentando di prendere sonno, sentii gli altri fare mente locale
sull'accaduto, e seppi che Zaku aveva eliminato con la sua palla di fuoco il
mago avversario, che aveva assunto la forma del maledetto gufo... com'era
possibile che mi fossi sbagliato a tal punto? Poi, grazie alle capacità di
Warnom, i miei amici erano riusciti a tirare giù Aderlist, che era stato
dato in consegna al Nano, combattuto fra l'incarico assegnatogli ed il
desiderio di andare a soccorrere gli altri, me in particolare. Sorrisi,
mentre quasi prendevo sonno, sentendo come Thorin aveva risolto quella
difficile situazione: per non far volare via nuovamente il mago, lo aveva
zavorrato, seppellendolo sotto rami, scudi, armi e per finire un pietrone di
proporzioni imbarazzanti, in modo da potersene allontanare senza pericolo.
Come avesse fatto Aderlist a sopravvivere ad un tale trattamento era un
mistero.

ma la
notte non era ancora finita, e mi accorsi che Thorin mi stava svegliando,
con fare impaziente, quando mi sembrava di aver appena preso sonno.

- Corvo, corvo! - mi chiamava con la faccia quasi attaccata alla mia,
stringendo qualcosa in mano che produceva un certo fruscìo.

- Che diavolo vuoi, Thorin - mi svegliai, sul punto di adirarmi. Possibile
che nessuno capisse cosa avevo provato quella notte? Possibile che nessuno
si rendesse conto che, per una volta, avevo io bisogno di riposare in pace?

- Devi leggere queste - mi disse sbrigativamente, porgendomi alcune
pergamene scritte in themanita che sostenne di aver trovato addosso ai
nostri aggressori.

Sbrigativamente, soddisfai la sua richiesta, ben sapendo che nessun
ragionamento lo avrebbe indotto a rimandare la cosa, ora che la sua
curiosità era entrata in azione. I documenti ci rivelarono l'identità del
mago che ci aveva dato filo da torcere, un certo Gastor il cui nome non ci
disse nulla, che scortato da alcuni armati ci aveva seguiti, attendendo il
momento adatto per un agguato. Evidentemente, pensai, i nostri depistaggi
dovevano aver fatto perdere loro parecchi giorni, ed erano stati costretti
ad aggredirci in quel luogo per impedire che ci rifugiassimo a Bor Sesirim.
Ad ogni modo, ritenni che nessuna di quelle informazioni fosse essenziale,
così liquidai il mio amico e tornai a dormire.

non era
ancora l'alba che Thorin mi svegliò ancora. Imprecai sonoramente, stavolta,
ma prima che potessi infuriarmi davvero, mi interruppe per dirmi che cinque
cavalieri stavano procedendo verso di noi dalla città. Non c'era modo di
dormire quella notte, e mi rassegnai, iniziando a svegliare gli altri,
tranne Warnom che aveva bisogno di meditare e necessitava di almeno nove
clessidre di concentrazione senza essere disturbato.

Ben presto fummo in grado di distinguere i soldati, evidentemente esmeldiani
provenienti da Bor Sesirim, uno dei quali aveva un portamento alquanto
sobrio e appariva come il comandante del drappello. Si fermarono a circa
venti passi da noi, ed uno degli uomini scese di cavallo, facendo qualche
passo in avanti prima di salutare. Non avevo alcuna voglia di parlare con
quella gente, né di giustificarmi per alcunché, così non risposi al saluto e
rimasi al mio posto.

Dopo qualche istante, fu Adesir ad andare loro incontro, salutandoli a sua
volta. Fu subito chiaro che i soldati erano stati allarmati dall'incendio
del bosco, fu questa infatti la prima domanda, cui rispose Zaku sostenendo
che avevamo affrontato un agguato da parte di themaniti.

Fui profondamente indispettito dai modi di quegli uomini, boriosi e
presuntuosi, che si rivolgevano a noi dando secchi comandi, come fossimo
volgari banditi delle campagne. Chiesero di andare a prendere i corpi per
verificare quanto aveva detto Zaku, insistevano per svegliare Warnom,
iniziarono anche a fare domande sulla strana composizione del nostro gruppo.
Ero sul punto di reagire quando ci intimarono di andare immediatamente con
loro.

- Siamo stanchi e feriti - dissi, cercando di dominare la rabbia. - Non ci
possiamo muovere senza aver prima riposato, a meno che non abbiate cavalli
per tutti.

Per tutta risposta, il comandante, un tale Sir Cristoph, la cui aria, se
possibile, era ancora più insopportabile dei suoi uomini, dispose che fosse
approntata una barella decente per Aderlist. Ancora una volta, qualcuno se
ne fregava ampiamente delle mie condizioni, ed inoltre, Zaku non stava
meglio di me.

- Ho detto che non mi muovo, se non dopo aver riposato o a cavallo -
replicai seccamente. L'atmosfera iniziava a scaldarsi, e solo in quel
momento, cercando il supporto dei miei compagni, mi accorsi che dama
BroccaVerde non era visibile. Tenni per me quell'osservazione.

Fu ancora Adesir a salvare la situazione, proprio quando stavamo per venire
alle armi, cosa che, ovviamente, non avrebbe lasciato a noi alcuna speranza,
ma mi importava poco. La ragazza sfoderò un sorriso mai visto prima ed
iniziò ad adulare il comandante della pattuglia in un modo così lascivo ed
evidente, che subito questi scese di cavallo, facendosi incontro sorridente.
Trattenni a forza un sorriso, pensando a quanto dovesse essere stupido
quell'uomo.

Adesir parlottò per alcuni istanti con Sir Cristoph, quindi li vedemmo
allontanarsi verso la vegetazione. Certo, era possibile che lo stesse
conducendo a vedere la scena della battaglia, ma la mia idea era un'altra e
provai una rabbia indicibile al pensiero che la ragazza stesse offrendo il
suo corpo a quell'incapace per garantire la salvezza del gruppo. Passarono
alcuni interminabili minuti durante i quali fui più volte sul punto di
estrarre la lama e avventarmi sui soldati, certo che almeno Thorin mi
avrebbe seguito, come capivo dal suo sguardo pronto e attento. Quando presi
la decisione e stavo ormai per mettere in atto il mio piano, vidi tornare
Adesir accompagnata da dama BroccaVerde.

- Presto, andiamocene, abbiamo dieci minuti per lasciare questo posto -
disse la donna. Capii che doveva aver salvato la situazione e, soprattutto,
l'onore di Adesir, grazie alle sue straordinarie capacità che andavano ben
oltre le qualità di un'ostessa.

Ebbi comunque da ridire, poiché non tolleravo quell'intimidazione, ma fu
ancora dama BroccaVerde a richiamarmi, invitandomi a continuare ad agire in
modo responsabile per il gruppo, proprio ora che stavamo per completare la
missione. Così fui costretto a calmare allo stesso modo Warnom che si adirò
moltissimo quando lo svegliammo dalla sua meditazione, pur nutrendo la
convinzione che avesse ragione. Tuttavia, ci rimettemmo subito in marcia,
lasciandoci quel luogo nefasto alle spalle.

Mentre montavo alla volta di Bor Sesirim un' insolita cavalcatura spettrale
evocata da Zaku per alleviare le nostre fatiche, notai senza grossa sorpresa
che quel luogo non era poi così distante dalle rovine dove, anni prima, ero
stato tradito da chi ritenevo mio amico. Quella zona doveva portare
sfortuna, pensai, e mi riproposi di non attraversarla mai più.