[Anteprima] La Isla

La Isla è in effetti un titolo già in commercio, dato che ha anticipato, di poco, l’uscita prima della fiera di Essen, la presente anteprima è comunque scritta sulla sola base della lettura del regolamento, dato che non ho avuto modo di provare il gioco. L’autore è il pluripremiato Feld, si tratta di un Feld “facile” (lasciatemi passare il termine), per un gioco dalla durata (dischiarata) di un’ora, con dinamiche di collezione oggetti e gestione della mano.

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La Isla

La Isla è in effetti un titolo già in commercio, dato che ha anticipato, di poco, l’uscita prima della fiera di Essen, la presente anteprima è comunque scritta sulla sola base della lettura del regolamento, dato che non ho avuto modo di provare il gioco.

L’autore è il pluripremiato Feld, si tratta di un Feld “facile” (lasciatemi passare il termine), per un gioco dalla durata (dischiarata) di un’ora, con dinamiche di collezione oggetti e gestione della mano. I giocatori, massimo 4, sono esploratori che devono cacciare misteriosi animali in un’isola tropicale.

La partita inizia assemblando l’isola con delle tessere (ci sono più di centomila varianti possibili per la conformazione dell’isola). Ogni tessera contiene dei territori di cinque tipi possibili (deserto, montagna, prateria, steppa, palude) sui quali viene posizionato un gettone di animale (anche in questo caso 5 possibili tipi).

I giocatori giocano un numero indefinito di round che si ripetono uguali: si inizia pescando 3 carte dal mazzo comune. Queste carte sono il motore del gioco e ciascuna ha 3 differenti simboli che rappresentano un territorio, un animale e una funzione speciale. I giocatori hanno una plancia esagonale e scelgono di posizionare le tre carte negli spazi A,B e D della plancia, mentre il quarto spazio (C) viene lasciato libero.

A questo punto si giocano 4 fasi distinte:

-nella fase A si scopre la carta posizionata nella posizione A, questa darà un potere speciale al giocatore (generalmente sono poteri che permettono di potenziare le azioni o violare le regole del gioco);

-nella fase B si scopre la carta nella medesima posizione e i giocatori prendono un cubetto del colore corrispondente al territorio riportato;

-la fase C non prevede carte da giocare, i giocatori posizionano un loro esploratore sull’isola, oppure – se hanno usato tutti e 4 i loro esploratori- muovono uno già presente. Per piazzare o muovere bisogna pagare due cubetti del colore corrispondente al territorio. Quando un giocatore circonda un animale con i suoi esploratori raccoglie il gettone presente sulla mappa: realizza subito dei punti dipendenti dal territorio liberato e poi conserva il gettone per il fine partita (varrà altri punti vittoria);

-la fase D prevede che si giri l’apposita carta che questa volta vale per l’animale sopra riportato: si fa avanzare il corrispettivo indicatore su un tracciato punti (in pratica si aumenta il valore dell’animale scelto). Il fine della partita si attiva quando i suddetti indicatori, sommati, raggiungono un prefissato valore.

Ai punti conquistati durante la partita si aggiungono i punti dati dai gettoni conquistati moltiplicati per il fattore riportato sul tracciato (ogni animale conquistato può valere da 0 a 5, a seconda di quanto è stato promosso) e si sommano ulteriori 10 punti per ogni set di 5 animali differenti.

Prime impressioni

Si tratta di un gioco dalle dinamiche semplici, ma che promette di essere non banale, soprattutto considerando l’autore in questione. I materiali sembrano belli, con una grafica da colori accesi per richiamare l’isola tropicale. Il gioco fa parte della linea “Alea Medium Box” (come Glen More o Las Vegas), il prezzo di copertina è simile ai giochi della stesa linea (per tradurre: abbordabile). Mi ricorda, per certi versi, l’italico Sheepland, non tanto per il tema dell’isola, ma per voler realizzare una variante semplice dei giochi di “commodity speculation” abbinandolo ad un classico piazzamento. In effetti sembra che raccogliere un tipo di gettoni (tradotto= quote azionarie) e innalzarne il valore sia il fulcro del gioco. Inutile specificare che si tratta di un astratto, con un simpatico tema che è poco più di un pretesto. In definitiva non il classico gioco per il quale mi strappo le vesti per prenderlo, ma sicuramente riscuote il mio interesse.