Scoperto da poco più di un anno... capolavoro di autore Polacco morto gIOvanissimo 😉 (praticamente ha fatto solo questo)
Per la serie Pipponi Non Richiesti, seguono le mie personali opinioni su Vanuatu, anche noto come Botte da Orbi nel Pacifico.
Alain Epron ci conduce in questo paradisiaco arcipelago che si estende su un mare pieno (ma neanche tanto) di pesci e di tesori. I giocatori sono Vanuatuani che se ne andranno in giro con le loro barchette per pescare e scovare le ricchezze sommerse, venderanno le risorse raccolte sulle isole, costruiranno case per ospitare i turisti e si prodigheranno nella principale attività del luogo: disegnare tartarughe sulle candide spiagge dell’arcipelago.
Aah, che posto paradisiaco, nevvero?
Seh, col cavolo.
L’apparente tranquillità del luogo sarà sconquassata a ogni turno dalla guerra per garantirsi la certezza di realizzare ciò che abbiamo programmato di fare (per primi, possibilmente): una sorta di asta sulla selezione delle azioni, fatta “puntando” in ordine di turno i cinque dischetti a propria disposizione, genererà tra i più atroci sgambetti ludici che io ricordi.
A inizio turno si sceglierà uno di diversi personaggi che concedono sconti sulle azioni o che hanno poteri “speciali” - e tanto per dire: tra questi, uno in particolare permette di ignorare le maggioranze stabilite durante l’asta, quindi neanche aver impiegato tutti i propri dischetti su un unico spazio azione potrebbe far dormire sonni tranquilli.
Se speravate di rotolarvi senza pensieri sulla sabbia calda di un’isola esotica, siete degli ingenuotti finiti nel posto - e nel gioco - sbagliato. Vanuatu si fa notare per una cattiveria piuttosto rara nei german più recenti (che tendono ad “addolcire” l’interazione): una tensione del genere personalmente l’ho ritrovata finora solo in Caylus - che pure ha qualche annetto sulle spalle - e forse in Barrage.
Raramente mi sono divertito tanto nel vedermi soffiare sotto al naso il tesoro più prezioso, l’ultimo posto utile per una casetta, l’ultimo sprovveduto turista. Regole semplici, otto turni sul filo del rasoio e con il coltello tra i denti, diversi modi per fare punti: nel suo genere ha per me il sapore di un classico, e lo reputo tra i migliori della mia dote di giochi in salsa teutonica (ho la prima edizione, più spartana nei materiali, in foto potete vedere anche la seconda - estetica a parte, non cambia niente).
Da Vanuatu è tutto. Con amore (ma non troppo), buon gioco.