Trekking Through History - Recensione

Un gioco family per viaggiare nel tempo

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Trekking through History
Voto recensore:
7,5

Gioco competitivo da 1 a 4 giocatori creato da Charlie Bink e pubblicato anche in lingua italiana dalla sua casa editrice, la Underdog Games (non quella coreana, quella di Trio per intenderci… l’altra!).

Il gioco rientra nella categoria dei family e si gioca in 30-60 minuti effettivi, a seconda del numero di giocatori. 

È stato pubblicato nel 2022 e, come il suo predecessore Trekking the World, è stato segnalato in vari premi internazionali (vincitore 2023 del “Mensa Select”, nominato 2022 del Golden Geek Light Game of the Year e raccomandato 2024 nientemeno che per lo Spiel des Jahres).

Vediamo dunque se questo pedigree è meritato…

Ambientazione

In questo gioco avremo tre giorni, i tre round in cui si divide una partita, per viaggiare nel passato, collezionare carte (destinazioni) e acquisire gettoni (esperienze) in modo da terminare con più punti vittoria degli altri.

Si capisce che l’ambientazione non è il piatto forte del gioco, ma è ben supportata dai testi e dalle illustrazioni delle carte contenute nella scatola.

Materiali

Sollevando il coperchio è facile restare sorpresi dalla qualità dei materiali in gioco: è presente un bel playmat dove disporre le carte, con indicati il tracciato punti vittoria e i gettoni bonus riferiti a ogni posizione delle carte. Di fianco ci sono i tre mazzi di carte, uno per ogni round (da imbustare, visto il numero di volte che verranno mescolate), nonché la scatolina a mezzaluna dove sono raccolti, ognuno nel suo scomparto, i gettoni e i cristalli che si guadagnano durante la partita.

Non possono mancare un tabellone a forma di orologio, fatto in un bel cartone spesso, dove segnare il tempo che passa attraverso il movimento di pedine-orologio in plastica dura, una per colore dei giocatori.

Il regolamento in italiano è ben fatto e ricco di esempi.

Nota di pregio per le carte, di gran formato, con belle immagini a raccontare i luoghi e personaggi storici che visiteremo e, dietro, con un testo a spiegarci bene il contesto storico. Mi sono sorpreso nel vedere i miei figli (poco amanti della lettura!) che se le leggevano con interesse…

Qualità molto alta, dunque.

Una nota aggiuntiva per l'edizione in mio possesso, che credo sia quella attualmente in commercio in Italia: rispetto all’edizione base del 2022 (che era per 2-4 giocatori) include anche una busta con il materiale e il regolamento per giocare in solitario

Inoltre contiene anche una piccola espansione, chiamata Distorsioni temporali, che dà una maggiore variabilità al gioco. Unica pecca: ho riscontrato qualche ambiguità nel capire come interpretare alcune eccezioni alle regole base introdotte dall’espansione…

Come si gioca

Come detto, il gioco si dipana in tre round. Ad ogni round i giocatori sceglieranno uno tra i quattro itinerari forniti loro casualmente a inizio partita (il quarto e ultimo verrà scartato all’inizio del terzo round). Cosa sono questi “itinerari”? Sono delle tabelline su cui sono posizionabili i gettoni esperienza, sempre dall’alto verso il basso e ognuno incolonnato nella fila dedicata al suo tipo. Se andranno a coprire un cristallo, ne verrà acquisito uno dal giocatore; se copriranno punti vittoria, questi saranno subito conteggiati sul playmat

Ad ogni round, come detto, si utilizzerà uno specifico mazzo di carte, a formare sul playmat una riga di sei carte scoperte.

Ogni carta è associata a un anno (ante o dopo Cristo) e rappresenta un preciso evento o personaggio storico. Inoltre sulla carta vi è indicato un certo tempo necessario per fare il viaggio (da una a cinque ore) e un numero e tipo di gettoni (e raramente cristalli) che si otterranno prendendola.

Il giocatore di turno sceglierà una delle carte della riga, acquisendola assieme ai gettoni indicati su di essa e sulla posizione occupata nella riga. I gettoni saranno piazzati sul suo itinerario come sopra spiegato… incolonnati sempre per colore, dall’alto al basso!

Verrà quindi mossa in avanti sul tabellone la sua pedina-orologio, di un numero di passi pari al tempo richiesto per il viaggio scelto.

Sarebbe troppo banale però se la scelta della carta riguardasse solo i gettoni da acquisire, e infatti c’è un secondo aspetto da considerare: quanto vogliamo prolungare il viaggio che stiamo facendo, piuttosto che iniziarne uno nuovo? Ogni “viaggio” infatti è composto da un certo numero di carte, obbligatoriamente poste in sequenza cronologica dalla più antica alla più recente. L’ordine, però, è quello di presa, per cui a ogni nuova carta presa dovremo vedere se è più recente della precedente, e può dunque prolungare il viaggio attuale, oppure è necessario chiudere quel viaggio (mettendo da parte quel mazzetto di carte) e con la nuova carta iniziarne uno da capo.

Chiaramente, il gioco premia chi compie pochi viaggi lunghi piuttosto che tanti brevi! Così, ad esempio, per un viaggio di dieci tappe (carte) riceviamo trenta punti mentre per due da cinque ne otteniamo solo quattordici!

L’ordine di gioco tra i giocatori è quello di Patchwork, ovverosia muove sempre chi ha la sua pedina-orologio più indietro o sopra rispetto a quella degli avversari.

Da ultimo, una piccola chicca per chi ama un po’ di strategia: a cosa servono i cristalli? Oltre a dare un punto vittoria a fine partita hanno un utilizzo importante: al momento di muovere la pedina-orologio sul tabellone per ogni cristallo che paghiamo avanziamo la nostra pedina-orologio di un tempo in meno, minimo 1.

Al di là del mero risparmio di tempo, l’aspetto strategico consiste nel decidere quando spenderli… Dopo un po’ di partite ho focalizzato che per vincere, soprattutto in tre e quattro giocatori, è cruciale essere temporalmente “sfasati” rispetto agli altri, altrimenti ci si ruba velocemente le carte più utili alla prosecuzione del viaggio. Riuscire a prendere due o tre carte consecutive al momento giusto piuttosto che prendere una carta da cinque tempi, senza usare cristalli, quando la riga di carte non presenta nulla di utile è davvero importante.

Infine, nelle mani dei giocatori c’è anche un’ultima scelta da poter considerare: nei momenti di crisi, quando nella riga di carte non c’è nulla di buono, vi è la possibilità di andare a trovare gli antenati… ovvero prendere una carta “antenato” da una pila a parte. Questa carta non ha anno, costa tre tempi e ci dà solo un gettone jolly da mettere dove si vuole. Il suo grosso vantaggio consiste però nel poter prolungare il proprio viaggio, in quanto può essere messa dopo qualsiasi carta. La carta successiva avrà il vincolo di dover essere cronologicamente più recente della carta scelta prima di quella antenato… Questa possibilità è fondamentale nel gioco, soprattutto per chi mira a far punti con i viaggi.

Considerazioni finali

Il gioco è ottimo per casual gamer e per famiglie, ma dà soddisfazione anche a giocatori abituali che cercano la partita rilassante dopo aver fatto un “cinghiale”.

L’interazione è indiretta, presente nella presa delle carte e nella decisione di quando chiudere un viaggio e cominciarne un altro, attratti magari da carte sempre più antiche che escono nella riga di quelle disponibili. Scegliere di chiudere il viaggio subito dopo un altro giocatore, marcandolo quindi, e iniziare a rubargli le carte più antiche può essere assai fastidioso per lui… È comunque un'interazione che può piacere ai giocatori german, in quanto riescono a tenere il proprio gioco sotto controllo.

La scalabilità è piuttosto buona, ma confesso che in solitario ho giocato solo un paio di partite (e mi sono sembrate parecchio sfidanti).

Le decisioni da prendere non sono quasi mai scontate o banali, perché a ogni turno dovrete scegliere se ottimizzare il vostro viaggio, andando sulla carta più vecchia tra quelle prendibili (cioè quelle con data più recente dell’ultimo vostro viaggio) oppure puntare sui gettoni, scegliendo la carta che vi dà i colori giusti per il vostro itinerario.

Se uno gioca in modo equilibrato, fa grosso modo metà punti con gli itinerari, durante la partita, e metà a fine partita, quando si conteggiano i viaggi fatti.

Ultima considerazione su longevità e sull’alea presente nella partita, che poi sono le motivazioni per cui il voto che ho messo è un buon voto ma non è un’eccellenza…

La componente legata alla fortuna ruota attorno all’uscita delle carte. Da ogni mazzo se ne usano circa la metà, e se escono nella sequenza sbagliata rispetto alla strategia pensata non è facile adattarsi. È certo un gioco che, alla luce di questo, ha anche una componente tattica importante… che però a volte può risultare frustrante se abbiamo impostato una strategia del tutto differente.

Dopo circa venti partite fatte ho ancora voglia di giocarci, ma ho la sensazione che la longevità del gioco possa in parte essere, alla lunga, minata proprio dalla casualità di uscita delle carte, che tra giocatori esperti del gioco e di pari abilità potrebbe essere un fattore determinante per l’esito finale della partita.

Vero è che il gioco, soprattutto in due, è poco più di un filler, e la fortuna in una partita corta è molto più accettabile (persa una, avanti con la rivincita!). Inoltre, se il gioco lo comprate per giocare con gruppi sempre diversi l’aspetto qui sopra diventa irrilevante. È infatti un ottimo gioco per associazioni e da intavolare in occasione di eventi pubblici, in quanto si presenta molto bene, si spiega in cinque minuti, ha poco downtime e scorre via piacevolmente bene.

Ultima curiosità, importante da sapere se volete vincere: i gettoni nei vari colori non sono in ugual numero sulle carte… i rossi sono i più comuni, poi vengono i blu, i gialli e i verdi. Mio figlio si è dilettato a contarli (non garantisco sulla precisione dei numeri) e ne è uscita questa tabella indicativa, con in fondo i jolly ed i cristalli sulle carte.

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Commenti

Avevo iniziato anch'io a scrivere la rece per questo gioco, poi non ricordo perché non l ho conclusa. poco male comunque, dato sono d'accordo dalla prima all'ultima parola, voto incluso, sottolineando la frase conclusiva "che questo gioco è poco più di un filler". Al contempo Azzardo che avrebbe meritato un pizzico più di visibilità (almeno qua in Italia, pare che nessuno ne parli).

Io proprio non l'ho apprezzato, ma non sono il target per un titolo simile.
Personalmente l'ho trovato troppo leggero e ripetitivo e eccessivamente aleatorio per i miei gusti.
Ma sicuramente per materiali, complessità e durata può essere molto gradevole per il giusto target, che cerca qualcosa di non troppo lungo ed impegnativo.
Ottima recensione comunque, complimenti

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