PitchCar: come tornare bambini

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Non so se ora lo facciano ancora, ma quando ero bimbo io, non era infrequente, sulla spiaggia, vedere uno col culo per terra venir strascicato da un altro che lo teneva per le gambe e che procedeva per curve e cambi repentini di direzione, manco la mamma gli avesse dato da bere grappa invece delle solita acqua minerale.
Facevano la pista per le biglie.
Biglie di plastica, di quelle con una emisfera colorata (già a quel tempo il nero era il mio colore) e l'altra trasparente, almeno appena comprata. Perchè bastava un po' di sole, di salsedine, di graffiante sabbia, per renderla semiopaca. Ma in trasparenza, con un po' di sforzo, riuscivi ancora a vedere, all'interno, la figurina stampata di una macchina da corsa, di un ciclista, di una qualche faccia di sportivo.
 E anche la pista poteva essere più o meno elaborata. Curve a gomito, chicane, rettilinei lunghissimi, incroci. Con la collaborazione dei papà (ora siamo noi i papà...) venivano fuori anche tunnel, salti, strettoie.
E per giocare la tecnica era una sola, semplice e diretta: la schicchera. Un colpo dato alla biglia (rigorosamente nella posizione in cui si trova) con il dito (di solito indice o medio), generalmente messo in tensione contro il pollice. Bisognava essere potenti, magari per fare i rettilinei in un colpo solo, ma soprattutto precisi, per seguire la traiettoria migliore, sfruttare la parabola dei curvoni e magari superare le altre biglie con l'ultimo soffio di spinta.

PitchCar, ideato da Jean du Poel (edito prima da Goldsieber, come Carabande e poi da Ferti e Lautapelit), porta in casa vostra tutto questo, senza la complicazione di invadervi il salotto con una tonnellata di sabbia. Magari a voi importerebbe poco quel look sahariano, ma vostra moglie avrebbe sicuramente qualcosa da ridire.

Il Gioco

La scatola base si compone di una serie di pezzi in legno con cui comporre la propria pista. I pezzi (rettilinei e curve più o meno strette) hanno degli incastri e una scanalatura sul lato esterno. In questo solco si inserisce il secondo tipo di pezzi che trovate nella scatola: dei cordoli rossi in plastica flessibile, con la doppia funzione di non far uscire le “macchine” in curva e consentire accelerazioni e sorpassi ai danni degli avversari.

Nella confezione sono poi forniti 8 dischi in legno dai bordi smussati, tutti di diverso colore, che costituiscono le vetture del gioco e saranno l'oggetto delle vostre schicchere.
Il gioco è semplicissimo: si costruisce la pista a piacimento, si stabilisce l'ordine di turno (magari con un giro di prova) e poi si parte a tirare. Di volta in volta l'ordine di turno è modificato dalla posizione in pista, a partire da quello più avanti. Chi esce dal tracciato (non sempre sono presenti i cordoli e comunque è una cosa che potere modulare a piacimento) riporta il disco al punto da cui è partito il tiro e, in pratica, salta il turno.
Immagino non sia necessario spiegarvi lo scopo del gioco e come si vince... (vabbè, dai, si deve tagliare per primi il traguardo.)

Considerazioni

Si possono fare gare più o meno lunghe e, volendo, anche organizzare campionati, con tanto di punteggi.
Come avrete capito la caratteristica principale è l'abilità manuale e se tra di voi c'è uno particolarmente dotato, sarà difficilissimo recuperarlo. Se vogliamo, quindi, quello del runaway leader è il “problema” principale del gioco. Lo metto tra virgolette perché, in un gioco di corse, essere il leader della è innanzitutto lo “scopo” della gara, quindi non può essere un vero problema.
Però ecco, essere lì a sgomitare con gli altri e lottare con il proprio e gli altrui dischetti mentre uno si fa la sua gara in testa bello tranquillo, può essere antipatico.

Altro difetto annoverabile è il costo. Con tutti quei pezzi in legno non è assolutamente economico. La cosa è aggravata dal fatto che, per fare una pista decente, almeno un paio di espansioni vanno prese. Da parte mia consiglio almeno la Long Straights, che fornisce due bellissimi rettilinei lunghi, la Pitchcar Extension (pezzi aggiuntivi e salto/tunnel) e, se proprio volete far le cose in grande, anche la PitchCar Extension 2 (pezzi aggiuntivi).
Questo materiale vi consente di realizzare le piste più disparate, con incroci, curve a gomito, tornanti, curve veloci, salti, chicane, rettilinei lunghissimi. A patto di avere lo spazio necessario. Io ho un tavolo 120x180 (residuato bellico di Warhammer) ed è appena sufficiente: non scenderei sotto queste dimensioni. In alternativa c'è sempre la possibilità di giocare sul pavimento del salotto, fermo restando il permesso di vostra moglie...

Esiste in commercio anche una versione Mini, di dimensioni all'incirca dimezzate. Non l'ho mai provata ma ne parlano come di un po' più tecnica (dati gli spazi ristretti) ma meno “veloce”, dato che necessita di meno potenza. Siccome, da parte mia, avevo il ricordo delle piste del mare e mi piace tirar delle belle schicchere, ho preso la versione classica.

Di sicuro PitchCar è un gioco particolare, in cui l'agonismo e la rosicata regnano sovrane. Più di una volta avrete voglia di scagliare contro il muro quel maledetto dischetto o sparecchiare la pista con curve, cordoli e benedizioni.
Certamente coinvolgente, più si è meglio è, e la presa in giro è sempre pronta verso l'incapace di turno.
È un gioco che ha il sapore dell'infanzia e potrà riportarvi, anche se solo per una mezz'oretta, alle sensazioni di quei lunghi pomeriggi al mare in cui l'unico pensiero era schiccherare una biglia e arrivare al traguardo per primi. Scusate se è poco. 

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