Pax Renaissance 2nd Edition - Recensione

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Pax Renaissance: 2nd Edition
Voto recensore:
9,0

Per la serie Pipponi Non Richiesti, seguono le mie personali impressioni su Pax Renaissance, fillerino senza pretese di Phil Eklund, autore noto soprattutto per la sua innata capacità di trasformare i regolamenti dei suoi giochi in esseri senzienti, dotati di vita propria, che crescono, evolvono, litigano, fanno casino.

Quello di Eklund è un mondo a parte nella sfera dei giochi da tavolo moderni: entrarci significa accettare una sfida di non poco conto, non foss’altro per il tempo che si impiega per assimilare le regole, costruite come un tomo di diritto privato per l’Università, con capitoli, sotto capitoli, sotto sotto capitoli, eccezioni, eccezioni alle eccezioni, rimandi oscuri e formule magiche.

Che si fa in Pax Renaissance?

Nei panni di banchieri rinascimentali si usa il proprio denaro per lo più per acquistare carte da due mercati (Est e Ovest), carte che consentiranno ai giocatori di guerreggiare, commerciare, uccidere, ordire inganni, condurre rivolte e guerre religiose, promuovere sposalizi tra regnanti …in poche parole di manipolare e alterare continuamente gli equilibri in campo, nella speranza di ottenere una certa supremazia a seconda delle condizioni di vittoria che saranno state “attivate” durante la partita (tramite l’acquisto delle cosiddette carte Cometa che, da un certo punto in avanti, inevitabilmente faranno la loro comparsa nel mercato).

Avere la supremazia rispetto a una data condizione di vittoria significa di fatto avere la maggioranza nel possesso di determinate carte e specifici simboli sulle stesse.

Con una semplificazione estrema potremmo affermare che si tratta di…beh, di una collezione set (per dire).

Il problema qui non è tanto il cosa, ma il come – ciò che Eklund, malandrino senza vergogna, si guarda bene dallo spiegarti. O meglio, ci prova anche a darti una guida strategica con esempi di turni, ma è oscura pure quella.

E allora tu inizi a giocare senza saper bene cosa fare, se puoi farlo, cosa si ottiene facendolo, quali conseguenze si possono determinare.

E’ tutto oscuro, fumoso, navighi a vista e ti muovi con le mani in avanti come faresti nell’oscurità del tunnel degli orrori al luna park. Immergi continuamente il naso nell'aiuto giocatore (meglio due, ce n’è uno decente, graficamente incasinato ma utile che si trova su BGG), studiando i requisiti necessari a fare un’azione e barcamenandoti nell’individuare i pezzi che puoi o non puoi usare.

Collezionando errori su errori, scopri però pian piano i misteri del gioco. Scopri per esempio perché i colori dei pezzi in molti casi non contano e in pochi altri sì, scopri come interpretare le forme dei pezzi, che ruolo hanno, cosa puoi fare per ottenere ciò che ti serve (cioè, semplificando di nuovo, conquistare regni, trasformarli in repubbliche, instaurare teocrazie e convocare vescovi, in modo da direzionare una vaga strategia ed essere pronti a reclamare la vittoria al momento propizio).

Pian piano appare chiaro come l’ambientazione, secondo me splendidamente integrata nelle meccaniche, aiuti molto ad interpretare le regole e certe scelte di design che, pur peccando in eleganza e donando al gioco un corredo di eccezioni degne del peggior azzeccagarbugli, sembrano acquistare finalmente un senso dopo ore di studio e di partite.

Imparare il gioco può regalare momenti epifanici quali quello in cui scopri che vantaggi può dare diventare il “bersaglio” delle tue stesse azioni (“strawman”), in modo da innescare cambiamenti – nel proprio tableau o nella mappa – che ti consentono di adattarti tatticamente all’evoluzione dello scenario sul tabellone e nei tableu avversari.

In Pax Renaissance ci si mena di continuo. In effetti parlare di strategia è pressoché inutile: è quasi tutta tattica, adattamento, azione, reazione e contro-reazione. Devi essere pronto a repentini capovolgimenti di fronte, a scelte subottimali, difensive o disperatamente aggressive per evitare di soccombere. Ostacolare l’altro è vitale quanto cercare la propria strada per la vittoria, come si confà a un gioco di scontri e, sostanzialmente, di guerra (qui declinata in più aspetti: civile, militare, religiosa, politica).

L’unico modo per imparare Pax Renaissance è giocarci, giocarci, giocarci. Fino alla noia.

Che non arriva mai.

Se si hanno costanza e pazienza, se si vorrà superare l’ostacolo di un apprendimento più difficile della media, si potrà scoprire un gioco unico nel suo genere, con un fascino incredibile sia in termini di ambientazione che di materiali che di dinamiche di gioco. Un blocco di marmo da prendere prima a martellate, imparando poi a cesellarlo con maggiore dimestichezza man mano che si prende confidenza con la materia di cui è fatto, per tirare fuori infine delle partite tese e piene di colpi di scena (in una durata incredibilmente contenuta per quel che propone).

Un titolo che per me merita il tanto abusato termine di "capolavoro".

Ho scoperto con inaspettato piacere anche la bellezza del solitario, giocato non contro l’intelligenza artificiale (rappresentata da un paio di fastidiosi diagrammi di scelte) ma contro un altro me stesso. Solitamente non amo giocare in questo modo, ma in questo caso è diventato non solo un modo per familiarizzare con le regole, ma anche un’esperienza insospettabilmente divertente, resa possibile da un gioco ad informazione completa e che in due presenta una delle configurazioni ideali. 

Giusto ieri sera ho goduto di un paio di momenti “wow” in cui mi sarei menato da solo e congratulato con me stesso allo stesso tempo. Quale altro gioco lo fa?

Per la cronaca, ieri il buon De Medici ha avuto la meglio su Fugger, che aveva sfiorato la vittoria religiosa solo un paio di turni prima.

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Commenti

la clasica domanda da un milione di dollari: "dove posso trovare il regolamento in italiano? "

matteonarde scrive:

la clasica domanda da un milione di dollari: "dove posso trovare il regolamento in italiano? "

La risposta è ancora più classica: qui in Tana e su BGG. In realtà non è il regolamento ufficiale, ed è riorganizzato. Ma è utilissimo.

Gioco strepitoso. Tanto strepitoso, quanto faticoso, opaco e sfuggente, ma che regala soddisfazioni e una esperienza di gioco impareggiabili.

Pax Ren è di gran lunga il miglior Pax.

PS per chi volesse provarlo, è disponibile su BGA che è anche il miglior modo per assimilare le regole.

Bellissima recensione per il gioco piu' bello del mondo.

Complimenti, scritta proprio bene

Ci ho provato, con il paziente aiuto del buon Throglok armato di schemi e tutti i player Aid possibili ed immaginabili, ma Pax Renaissance non mi ha colpito. Troppo complesso (e complicato) per la mia umile mente, ma soprattutto la cosa che mi ha deluso di più è che l'ho trovato fortemente astratto. Ho l'impressione che senza aver letto il copioso regolamento tutte le finezze storiche legate alle meccaniche non siano così facilmente coglibili ed apprezzabili. Sono sicuro che partire ripetute aiuterebbero, ma francamente dopo la prima esperienza non ci investirei altro tempo.

Bella recensione.

Devo procurarmelo. Al momento è in fase di restock presso i rivenditori italiani. 

Recensione eccellente in cui mi ritrovo al 100%. Per me è un gioco paragonabile a un film di David Lynch (mio regista preferito): all'inizio ci capisci poco o niente al punto che puoi esserne respinto (comprensibilmente), però puoi anche rimanerne affascinato perché tocca corde misteriose e allora desideri rivederlo... e poi magari alla terza o quarta visione qualcosa fa click e trovi il codice che ti permette di comprendere il film aprendoti letteralmente un mondo. Fra l'altro questo codice spesso è nascosto in piena vista e quando lo scopri ti chiedi come hai fatto a non capirlo prima. Ecco, io con Pax Renaissance sono passato dalla fascinazione alla comprensione e quindi al godimento guardando il magnifico disegno sulla scatola: un banchiere dallo sguardo acuto e cinico che muove pezzi degli scacchi su una mappa... cioè un banchiere che gioca una partita a scacchi con le potenze mondiali usando il denaro per pilotare politiche matrimoniali, scatenare guerre militari o religiose, sobillare rivolte di popolo, spesso cambiando bandiera e danneggiando le potenze amiche. Solo interiorizzando questo concetto ho capito le regole che mi risultavano più astruse, come il significato dei colori dei pezzi e mi si è aperto veramente il mondo di questo gioco, che per concezione e meccaniche è una straordinaria opera di genio, non saprei come definire diversamente un gioco che è immerso nella storia e nelle sue dinamiche politiche/economiche/sociali/religiose ma che dopo poco può essere giocato come un astratto puro. Perfetto per me che oltre a essere lynchano di ferro sono pure scacchista, un mattone indigeribile per altri, a cui, lo ribadisco, concedo tutta la mia comprensione.

 

Più che un gioco una esperienza di vita...STREPITOSO. Dopo qualche partita passata a decifrare il manuale, una volta entrato nel mood del gioco, capisci che tutto ha un senso ed una logica, e che le regole servono per  accompagnarti attraverso questo percorso. In assoluto uno dei miei giochi preferiti

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