Incredibile come abbiamo sempre le stesse impressioni da un titolo pur avendo giudizi diversi.
Per due-quattro giocatori, durata 60-120 minuti, età consigliata 12+, si basa su tiro dadi, piazzamento lavoratori, draft e poteri variabili.
Come sono i materiali di Lorenzo il Magnifico?
Buoni. Quelli di un classico gestionale german, buon cartone anche nelle plance giocatore, carte che potete anche non imbustare perché si mescolano poco. Ergonomicamente è buono e anche iconograficamente si capisce abbastanza bene, salvo forse le carte leader per le quali è fornito un apposito foglio riassuntivo. In teoria il gioco è quindi indipendente dalla lingua.
Regolamento
Il regolamento di questo gioco da tavolo è molto buono, ben spiegato e con esempi. Non è un gioco caratterizzato da regole particolarmente intricate ed eccezioni.
Ambientazione
L'ambientazione di Lorenzo il Magnifico è in teoria il Rinascimento italiano, in pratica è tutto molto fumoso e poco ambientato.
Come si gioca a Lorenzo il Magnifico
Oltre alle immancabili azioni che fanno recuperare soldi o aiutanti, fondamentali sono quelle per comprare carte (di quattro tipi diversi), prelevandole dalle “torri” del tabellone e posizionandole sulla plancia personale. Queste carte forniscono risorse immediate e poi punti vittoria (le viola), oppure capacità speciali (le blu); altre garantiscono risorse (le verdi) o la trasformazione di queste ultime (le gialle). Le carte gialle e le verdi, per funzionare, devono anche essere attivate mettendo un lavoratore nell'apposito spazio del tabellone; anche in questo caso conta il valore del lavoratore usato.
C'è poi un particolare tracciato del favore della chiesa, sul quale è possibile avanzare durante la partita: se non si raggiungono determinate soglie alla fine dei round 2, 4 e 6, si sarà costretti a giocare con alcune penalità (sorteggiate a inizio partita e sempre diverse) fino a fine gioco. Arretrando su questo percorso si scongiurano questi effetti nefasti, ma decidendo invece di avanzare con le penalità, si potranno in compenso guadagnare parecchi punti vittoria a fine partita.
Dopo il sesto round si contano i punti e chi ne ha di più vince.
Gioco da tavolo da 2 a 4 giocatori: com'è la scalabilità?
Ottima. Il gioco rimane valido da due a quattro giocatori. Alcune parti del tabellone vengono coperte al ridursi dei partecipanti e questo cambia un po' faccia alla partita: in quattro c'è molta più lotta sulle torri, per le carte. In due gli spazi di attivazione si riducono, lasciandone scoperti solo due: uno esclusivo per le carte gialle e uno per le verdi. In tre è forse la configurazione leggermente più “larga”, ma parlare di largo in questo gioco è un'iperbole.Rigiocabilità
Molto buona. Quello che varia da partita a partita sono i leader che vengono assegnati col draft iniziale, le tre tessere Chiesa, sorteggiate tra parecchie e l'ordine di uscita delle carte sulle torri. Questa voce è però moltiplicata dalle diverse possibili strategie attuabili, dato che potrete privilegiare colori e combinazioni differenti di volta in volta.
Com'è l'interazione tra i giocatori?
Indiretta, ma davvero pesante. Questo è un gioco da tavolo in cui si è sempre a corto di risorse, di lavoratori, di carte, di qualsiasi cosa. Ogni turno vorresti avere il doppio delle pedine che hai e di sicuro il triplo dei soldi. Invece si mettono di mezzo pure gli avversari, che non solo ti occupano la casella che ti serviva, non solo ti fanno pagare di più per la loro presenza nelle torri, ma ti scombinano proprio tutti i perfetti piani che avevi in testa. La cosa tremenda è che Lorenzo il Magnifico è un gioco in scatola con una forte impostazione strategica (vedremo dopo perché), ma questa interazione ti costringe ad un battaglia tattica continua: è come guidare un'auto sapendo di dover andare dritto ma avere un volante che tira un po' a destra, un po' a sinistra: devi costantemente correggere la rotta.
Quanto originale è questo gioco da tavolo?
Poco. Simpatica l'idea dei dadi comuni, che stabiliscono per tutti la forza dei lavoratori. Per il resto si basa su solide meccaniche di piazzamento e combo.
Profondità, strategia e tattica in Lorenzo il Magnifico
Il titolo dà ai giocatori la possibilità di elaborare un piano strategico; lo fa con tre sistemi:
- le carte escono sempre tutte. Se c'è una carta in gioco, sai che prima o poi la vedrai comparire e l'intervallo è compreso in due round, dato che ogni mazzo è diviso in tre parti, una per coppia di round. Non sai su che parte della torre verrà fuori (quindi il valore minimo del lavoratore richiesto), ma se quella carta l'hai puntata e ti prepari, dovresti riuscire a prenderla. Sapendo le carte e sapendo che non potrai assolutamente sviluppare tutti e quattro i colori, in partita, puoi pensare già a quale strategia adottare e cercare di seguirla - o riadattarla alla svelta se troppi avversari si sovrappongono alla tua idea;
- le carte Leader, scelte col draft a inizio partita, possono darti un buon potenziamento e un indirizzo strategico. Se scelgo una prima carta che richiede molte carte verdi per essere attivata, sarò propenso a scegliere anche la seconda e, di conseguenza, a indirizzarmi quindi verso una strategia di tipo militare/produzione. Sebbene i loro poteri non siano sconvolgenti, danno un discreto aiuto e in questo gioco qualsiasi aiuto è sempre prezioso. Ricordate che, se non le riuscite ad attivare, potete sempre scartarle per qualche risorsa in cambio;
- le tessere penalità della Chiesa possono a loro volta condizionare la strategia ti tutto il tavolo. Anche queste vengono sorteggiate e sono note a inizio partita. Sarà possibile decidere si giocare subendo la penalità ma accumulando molti punti, oppure evitandola ma dovendo recuperare punti vittoria altrove.
Quindi Lorenzo il Magnifico dà tutti gli strumenti e tutte le possibilità per elaborare una strategia precisa. Il problema sono gli altri al tavolo. Già è un gioco stretto, con risorse sempre carenti, già il tiro dei dadi vi può costringere a spese non previste e mosse di ripiego, ma sono soprattutto i lavoratori nemici (sì, qui ti vien voglia di odiarli proprio) che vi metteranno i bastoni tra le ruote, rallentandovi, deviandovi, intralciandovi. È un continuo e costante ripensamento tattico quello che a cui dovrete ricorrere, a volte tale da dover pure cambiare quasi completamente strategia. Si arriva in fondo a Lorenzo Il Magnifico dopo due ore di partita come se ne aveste giocate quattro.
Vediamo un po' anche le varie carte, che sono poi il centro del gioco, perché senza carte non si fa nulla, in questo gioco:
- le carte viola sono le più immediate come utilizzo, ma le meno “utili” nel corso della partita. Danno risorse immediate e poi punti vittoria a fine gioco. Spesso consentono di avanzare sul tracciato chiesa, perciò vanno bene in sinergia con quest'ultimo. Attenti invece all'apparente sinergia con le verdi: potrebbe fregarvi. Le carte verdi, infatti, richiedono che si avanzi sul tracciato militare, per poterle acquisire. Le viola si pagano spesso spendendo punti militari. Perciò uno potrebbe essere tentato di avanzare molto sul militare, comprare verdi e spendere un po' per le viola. Può funzionare ma non è affatto semplice: rischiate di spendere troppi punti militari per le viola, senza poter così comprare nemmeno le verdi e rimanere con un nulla di fatto in mano. Perché questa strategia funzioni, vi serve una carta che produca costantemente punti militari. Ma anche qui occhio: se è una gialla, può significare dover attivare entrambi gli spazi azione sul tabellone e i vostri avversari non saranno sempre d'accordo;
- le carte gialle sono dedicate alla produzione. Come effetto immediato danno qualche risorsa (inizio gioco) ma anche parecchi punti vittoria (quelle degli ultimi round). Nelle carte gialle metti dentro risorse e le trasformi in qualcos'altro, spesso anche punti; forniscono quindi un ottimo motore. I problemi sono due: deve essere reso efficiente (non vi servono sei carte gialle per vincere, ne bastano due-tre, ma che funzionino bene assieme); deve essere alimentato, perciò ci serviranno anche un paio di carte verdi per produrre la materia prima. Anche in questo caso occhio agli spazi azione, perché giocando sulle gialle sarà quasi matematico che dobbiate usare entrambi gli spazi e, specie in due giocatori, può essere molto difficoltoso;
- le carte celesti sono apparentemente le più facili da usare. Danno punti certi a fine partita, basta accumularle e durante il gioco hanno effetti potenzianti sui dadi e sulle altre azioni. Il problemi legati alle celesti sono due: 1) da sole non fanno molto, perché sono fatte appunto per potenziare le altre; 2) prenderne sei non è facile, perché costano monete e di monete c'è una penuria bestiale, a meno che non abbiate comprato qualche motorino apposito (di solito carte gialle). Attenzione quindi perché la catena per metter su le carte azzurre può essere davvero lunga, passando per una risorsa prodotta dalle verdi, trasformata in oro dalle gialle e finalmente capitalizzata nelle celesti. Se però funziona, è un ottimo motore;
- le carte verdi sono a tutti gli effetti le più efficienti: producono subito risorse, con le risorse compri il resto e a fine partita danno pure una belle fetta di punti. Non per niente sono limitate con degli sbarramenti di forza militare da superare per poterle accumulare. Di solito questi punti militare li trovate su altre carte (gialle, viola). Difficile comunque, anche se non impossibile, fare una partita senza carte verdi.
Infine una menzione per il tracciato della Chiesa. Su questo tracciato è possibile avanzare grazie a varie carte ed azioni. Nel turno 2, 4 e 6 si possono guadagnare i punti relativi alla casella raggiunta per non subire la penalità permanente. Questo però comporta il ricominciare il tracciato da capo. Oppure si può scegliere di subire la penalità per il resto della partita, ma procedere ed accumulare più punti per il finale: il tracciato ha infatti una progressione non lineare e le ultime caselle sono decisamente più remunerative: una scelta strategica (ma anche tattica) importate. Ci sono carte che aiutano nell'accumulo di questi punti ed ecco che allora potrebbe valer la pena puntare a completare il percorso, districandosi tra le penalità subite (per nulla leggere).
Come sono eleganza e fluidità in questo gioco?
Sul secondo punto vi dico già, per chi ha giocato a Grand Austria Hotel, che la singola azione a giro evita il downtime. Qualche tempo morto c'è ugualmente, inevitabile, per la necessaria paralisi da analisi: ci si può permettere di sbagliare poco e niente, a questo gioco.
Parlando di eleganza, il sistema dei dadi comuni ha un risvolto interessante: a seconda delle carte prese e giocate, leader inclusi, potreste trovarvi a volere tiri anche molto bassi, a dispetto degli altri giocatori. Questa diversa valenza che vanno a rivestire i tiri dei dadi, nel corso della partita, trovo che sia la cosa più elegante del gioco: da valore comune assoluto diventano valore relativo e personale.
Pregi e difetti del gioco in scatola Lorenzo il Magnifico
Anche le varie strade per la vittoria, oltre che diversificate, mi sono parse equilibrate e valide, lasciando al gioco la giusta varietà senza intaccare il bilanciamento, fondamentale in questo tipo di titoli.
Anche le carte leader sono un valore aggiunto: indirizzano, ma non sono mai vincolanti. Non aspettatevi però l'incisività delle carte di Agricola: queste funzionano, ma i loro effetti sono sempre più circoscritti.
Per chi ama i giochi da tavolo con forte interazione (sempre indiretta eh, non rubi nulla a nessuno né tanto meno attacchi niente), Lorenzo il Magnifico ha certamente questa caratteristica.
Ho apprezzato anche molto il fatto che le regole siano semplici, permettendo a tutti di entrare immediatamente in partita, senza eccezioni e con le possibilità presentate a poco a poco. Al contempo la sua semplicità di regole sottende una buona complessità, tanto da poterlo comunque annoverare nel gruppo dei brucia-cervello.
Di contro, il gioco in scatola Lorenzo il Magnifico manca di quel twist originale (non bastano i dadi comuni) che lo faccia davvero spiccare. Sembra quasi di averlo sempre giocato, il che non è necessariamente un male, come quando si incontra un vecchio amico: ti fa piacere ma non si hanno mai molte cose da dirsi.
Possibile anche un certo runaway leader, perché se è vero che ci si mette i bastoni tra le ruote, altrettanto vero è che lo si fa per lo più involontariamente, dato che qualsiasi deviazione volontaria dalla propria strategia porta a perdere punti, specie se si gioca in più di due.
Infine non rari saranno i momenti di paralisi da analisi, vagliando la migliore tra le poche possibilità offerte, con la consapevolezza che sbagliare può mandare all'aria un intero round.
Conclusione
Ottimo gioco questo Lorenzo il Magnifico: solido, concreto, equilibrato, vario, senza inutili complicazioni. Non troverete la scintilla, non il capolavoro, non lo spunto originale; ma qui andate sul sicuro, sul classico, senza remore.