Kepler-3042: gestionale spaziale Made in Italy

Copertina di Kepler-3042
Post scriptum, Alan d'amico

Kepler-3042, il nuovo gioco da tavolo di colonizzazione spaziale promosso tramite Kickstarter. Originale e ben sviluppato, è un capolavoro? Scopriamolo assieme in questa recensione.

Giochi collegati: 
Kepler-3042
Voto recensore:
7,5

Opera prima di Simone Cerruti Sola, edito da Post Scriptum e Placentia Games tramite una campagna Kickstarter, illustrato da Alan D'Amico e con la grafica di Paolo Vallerga. Kepler-3042 è un gioco da tavolo di tipo gestionale di peso medio ambientato in un futuro remoto, in cui la razza umana ha ormai padroneggiato i segreti più reconditi della scienza e si avvia alla colonizzazione spaziale, terraformando nuovi pianeti per una pacifica espansione galattica. Poi arrivano i Borg e ci assimilano tutti, ma questa è un'altra storia...

Per 1-4 giocatori, 30-100 minuti di durata, età consigliata 14+, Kepler-3042 si basa sulle meccaniche di movimento su griglia, mappa modulare, scelte multiple.

Kepler 3042 tabellone
Tabellone di gioco

Materiali

Tabellone e schede giocatore sono molto spessi, tra l'altro sono dello stesso ottimo cartone anche i fogli riassuntivi, cosa quasi mai vista. Carte nella norma, ma vanno mescolate talmente poco che non importa imbustarle. Per il resto legno, con le astronavi sagomate. Graficamente molto piacevole, mai pacchiano, e con un sacco di informazioni riassunte sulle plance. Forse solo sulla carte Evento avrei ridotto e cambiato di colore la scritta ricorrente che avverte di spostare avanti il contaturni: un'inezia.

Regolamento

Ottimo, anche se scritto chiaro su fondo scuro stanca un po' la vista, ma in fondo fa un po' di ambientazione pure lui.

Ambientazione

L'ambientazione è stata una delle parti più curate di questo gioco. Per quanto possa sembrarvi il “solito german” di colonizzazione spaziale, in realtà tutte le azioni e le tecnologie proposte derivano da reali ricerche e teorie fisiche, come meglio di me vi spiega il video di Link4Universe qui sotto:

Nel corso della partita quanto si sente tutto questo? In parte. Ovvero sono sicuro che non molti di noi saranno esperti di fisica quantistica e di viaggi a curvatura, perciò questi fondamenti scientifici rimangono un po' sullo sfondo dei conti gestionali che dobbiamo fare.

Kepler 3042 plance azioni e tecnologie
Azioni e tecnologie

Il gioco in breve

Il tabellone è costituito da una serie di esagoni su cui vengono distribuite casualmente tessere coperte, ciascuna con un pianeta differente. I giocatori hanno una plancia personale, con nove azioni raffigurate e, ad ognuno dei 16 round di gioco, ne selezionano una diversa dalla precedente e la eseguono. Con tali azioni costruiscono astronavi, le spostano, poi colonizzano pianeti sui quali producono nuove risorse, li terraformano per ottenere punti vittoria (PV), ricercano nuove tecnologie per rendere sempre più efficienti le proprie azioni. Ci sono due particolarità in questa semplice meccanica: la prima è che tutte le risorse che potrai avere durante la partita sono una quantità finita, nota, immediatamente a tua disposizione e non potrai mai produrne ed accumularne in eccesso; la seconda è che, a corollario di ogni azione principale, ci sono sempre due sottrazioni (sono 6 in tutto, si capisce bene dall'immagine della plancia) molto utili ma che, per essere eseguite, “bruciano” permanentemente una delle nostre preziosissime risorse, che solo in rari casi può essere poi rigenerata (3 volte a partita, in media).

Alla fine del 16° round si contano i PV derivanti da: cubi antimateria avanzati, obiettivo segreto raggiunto, distanza dal Sole dei pianeti colonizzati, pianeti terraformati, set di tipi di pianeti, miniere occupate, tecnologie portate a fine scala, segnalini progresso coloniale e tecnologico conquistati.

Scalabilità

Ottima: il tabellone è sempre lo stesso ma i pianeti diminuiscono con i partecipanti. Inoltre l'interazione, in questo gioco, è talmente bassa che avere uno o tre avversari fa poca differenza.

Kepler 3042 carte evento
Carte evento

Rigiocabilità

Buona. Il gioco si presta ad esplorare diverse vie per vincere, anche se alcuni passaggi necessariamente obbligati e una certa ripetitività di fondo si fanno un po' sentire, dopo le prime partite.

Interazione

Molto bassa. Potrebbe essere definito un solitario multigiocatore, come molti altri usciti quest'anno. Sì, capita che ogni tanto uno occupi proprio il pianeta che avevi puntato tu o ti superi sulla scala coloniale/tecnologica, prendendoti un PV, ma c'è sempre un'alternativa e meno di così sarebbe davvero stato troppo.

Originalità

Il punto qui lo segna la gestione risorse. Ad inizio partita si hanno già tutte le risorse di cui si potrà disporre. Alcune già prodotte, altre in riserva, ma tutte evidenti e limitate. Significa che i tuoi cubi sono quelli: non potrai mai sovraprodurre e se immagazzini da una parte, dovrai prima spendere, per far tornare quelle risorse disponibili. Il vero twist è però un altro, a corollario di questo: per fare le azioni speciali in aggiunta a quelle principali, devi bruciare una di queste risorse. Bruciarla significa escluderla dal circuito disponibile/riserva e confinarla nel Pozzo di Clausius (ribattezzato subito Pozzo di Claudia, per una nostra amica che poi vi spiego). Da questo loco ameno la risorsa torna raramente e difficilmente nel ciclo, per cui occorre valutare bene cosa e quanto spendere, in che momento e se davvero il beneficio sia maggiore del sacrificio.

Kepler 3042 carte pianeta
Pianeti

Profondità, strategia e tattica

Kepler-3042 consente di pianificare la propria partita sotto vari aspetti. Innanzitutto è necessario fare il proprio obiettivo segreto, se si vuole vincere. Questo darà inevitabilmente un certo indirizzo alla propria partita. Nella scatola ne trovate di due categorie: quelli standard, che sono un po' più semplici e danno meno PV e quelli difficili, da più punti. Personalmente preferisco usare quelli standard per due motivi: condizionano meno la strategia e pesano un po' meno sul punteggio finale complessivo (in questo genere di giochi non mi piace mai che l'obiettivo segreto pesi troppo).

Al di là di questo vincolo iniziale, le strategie si aprono a ventaglio. Questo perché molte delle cose in gioco danno punti vittoria, quindi avete un'ampia scelta. Attenzione però, qui viene uno degli aspetti positivi di Kepler-3042: non è un'insalata di punti. Ho detto che molte cose danno PV, è vero, ma solo se portate a termine ed ottimizzate e questo non è facile. Ogni tecnologia può dare 2PV, ma solo nell'ultima casella... e generalmente, invece, l'ottimo è svilupparle un po' tutte. I set di pianeti identici o tutti differenti danno PV... ma potete colonizzare solo 5 pianeti in partita (ve ne servono o 3 identici o 5 differenti per ottenere quei PV) e scovarli richiede azioni dedicate e di azioni ne avete solo 16. Colonizzare pianeti distanti richiede viaggiare molto ed investire nella tecnologia per velocizzare le astronavi, a scapito di altre più utili per tutta la partita. Terraformare costa molte risorse e vi costringe ad accumularle senza poterle spendere per altro. Insomma, scelta una strada dovete averla ben chiara in testa e perseguirla con chirurgica precisione, perché il gioco è veramente molto stretto.

La parte tattica riguarda essenzialmente la spesa permanete di quelle benedette risorse. Avrete in genere in testa già due o tre round di gioco, quando agite, ma il Pozzo di Claudia può darvi quel boost per accelerare tutto, per ottimizzare la mossa o addirittura per saltarne una, recuperando di fatto una preziosissima azione. E la cosa bella è che è un'arma a doppio taglio: la recupererete? Quando? Diverrà indispensabile in un prossimo futuro?

Eleganza e fluidità

Molto elegante la gestione delle risorse, così come il sistema delle azioni gioco e delle loro subordinate. È un gioco senza sbavature, essenziale, funzionale e sintetico. La partita scorre molto fluidamente, anche perché le azioni sono spesso semplici e, anche quando c'è da pensare di più per pianificare i successivi round, lo si può quasi sempre fare nel turno avversario, data la poca interazione.

Kepler 3042 scale coloniale e tecnologia
Scala coloniale e tecnologica

Pregi e difetti

Sono stato attirato da questo gioco dalle voci che circolavano sull'autore, a quanto pare scrupoloso playtester, attento soprattutto al bilanciamento. Da questo punto di vista non ci si può lamentare: Kepler-3042 è un congegno certosino, di alta precisione, né troppo corto né troppo lungo, né troppo difficile ma nemmeno buonista, con diversi percorsi per vincere ma non troppi per non disorientare, con punti che premiano e gratificano ma solo chi effettivamente se li sa guadagnare.

Ci sono delle carte evento in gioco, ma non sono mai penalizzanti: tendono a far recuperare chi è indietro in qualche campo o a dare un piccolo premio a chi sta avanti nelle scale del progresso coloniale e tecnologico, guarda caso le uniche in cui si interagisce in parte, dato che danno più PV a chi le percorre per primo. L'Evento si scopre ad inizio round, per cui, in certi casi, lo si può anche sfruttare, agendo di conseguenza. Tuttavia alcuni lamentano un po' questa ingerenza del caso (per la verità io non l'ho sentita pesare molto) e il consiglio che posso dare è di adottare la regola casalinga per cui il mazzo Eventi rimane scoperto, così, quando prendete la carta per il round in corso, scoprite e leggete pure quella per il successivo.

Dove piuttosto ho visto incidere un po' di più la fortuna è proprio sul posizionamento dei pianeti e sulla loro scoperta. I set possono dare PV e il livello dei pianeti terraformabili è condizionato dal proprio grado tecnologico. Ci sono due carte Evento che fanno scoprire pianeti senza sprecare azioni, ma in genere se ne gira uno a testa o poco più. Intendiamoci, personalmente non l'ho trovato un limite fastidioso, ma chi ama la fortuna zero, specie in un contesto stretto e strategico come quello di Kepler-3042 potrebbe non apprezzare del tutto questa scelta.

Ribadisco l'apprezzamento per il sistema di gestione risorse, note, limitate e spendibili ma a caro prezzo, sistema che costituisce la vera novità e twist del gioco. (vedi paragrafo Originalità).

Kepler 3042 partita in corso
Solitario...
Per chi cerca ambientazione, il fondamento scientifico e l'aura di esplorazione e scoperta che permea tutto il gioco dovrebbero essere un bello sprone, sebbene non appassionante come mettere su una flotta di incrociatori stellari e spazzare via il nemico dal Quadrante Gamma.

Un plauso anche alla difficoltà del gioco, che si rivela molto stretto, quasi chirurgico, tanto che la mancanza di interazione viene spesso benedetta dai giocatori, che vedrebbero altrimenti saltare per aria i loro piani, con pochissime possibilità di rimedio. Ovviamente non si può trascurare il fatto che la socialità al tavolo venga ridotta ad un lumicino e, sebbene il genere di appartenenza sia noto e dichiarato, si ha sempre un po' la sensazione di condividere la stanza ma non il gioco.

Ultima menzione positiva per il gioco in solitario. Non è classico – noiosissimo – “fai più punti della precedente partita”, ma ci sono 5 campagne ad obiettivi crescenti. Ogni campagna, dalla facile alla utopica, presenta una sequenza di 4 partite in cui occorre ogni volta soddisfare anche tutte le carte obiettivo delle precedenti, oltre al raggiungere una soglia minima di punteggio. Superare la soglia ti garantisce anche un piccolo ma preziosissimo bonus per la partita successiva. Considerato che una partita da soli dura una mezz'oretta, le campagne sono utilissime per impratichirsi e mettersi alla prova.

Come già detto nel paragrafo Profondità, il gioco dà la falsa sensazione di insalata di punti, perché effettivamente molti aspetti del gioco premiano. La differenza lo fa il fatto che diano punti solo se ottimizzati e portati in fondo. Attenzione quindi a fare un po' di tutto: potresti ritrovarvi con molto di niente.

Conclusione

Allora è un capolavoro questo Kepler-3042? No, però è un buon gioco, se non altro sopra a tanti giochi anche più blasonati provati quest'anno. C'è una buona idea di fondo, anche originale e c'è un ottimo sviluppo. Cosa gli manca per fare il salto definitivo? Ve lo faccio dire da un esperto, qui nel video, ma se l'esordio è questo, le premesse per un futuro glorioso ci sono tutte.

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Commenti

Alquanto probabile che sarà mio.

Comprato come già detto in tana, finalmente questa settimana lo provo con gli amici del Dal Tenda Roma!

I video su YouTube più volte visti non gli rendono giustizia per i materiali, all' apertura della scatola di rimane sorpresi per la qualità ottima dei cartoncini.

Vi farò sapere a breve se il gioco mi è piaciuto come spero

 

L'ho preso su KS e me lo rivendo a razzo. Interazione zero, arido e lungo. Anche un po' brutto a vedersi. Sinceramente l'ho trovato noiso e settoriale.

Gioco preso su KS.. poichè sono sempre rimasto contento dei giochi della Placentia Games!

E questa volta si sono superati!!! Il gioco è stata una rivelazione e la recensione ne descrive perfettamente Luci e (poche) ombre.. forse non mi aspettavo nulla e sono stato piacevolmente sorpreso!! Non capita più tanto spesso!!

Preso direttamente da Placentia Games, ottimo gioco, ottimi materiali, bella l'idea delle risorse limitate.

Da 1 a 10 merita almeno un 8,5

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