Kanji Battle

Ambientazione
Premettiamo sin d'ora che Kanji Battle è soprattutto un prodotto educativo più che un gioco, nel senso classico del termine (e vi anticipo che questo ci ha un po' delusi, dopo aver aperto la scatola e aver preso confidenza con le regole).

La confezione contiene circa 100 ideogrammi (kanji) che servono per superare il JLPT 4°, il primo livello dell'esame ufficiale di conoscenza della lingua giapponese.
Oltre alla sua veste seria e formale, c'è anche quella più immediata del semplice giocare: si tratta di un cardgame con una dinamica rapida e molto semplice da apprendere.

Il Gioco
Utilizzando le carte presenti nella confezione si indosseranno i panni di uno stregone giapponese e si affronteranno altri maghi che bramano il potere che il Kirin (demone/drago... elemento non influente ai fini del gioco) garantisce ai suoi padroni.
Per ottenerlo, verranno formulati incantesimi combinando il potere che ogni kanji conferisce alle carte.
Turno dopo turno, verranno disposti in combinazioni sempre nuove per creare attacchi sempre più forti ed ottenere una carta kirin. E il primo che raggiunge le 3 carte kirin sarà consacrato lo stregone più forte dell'antico Giappone!

Per riuscire a conquistare una carta kirin e aggiudicarsi la vittoria dovrete formulare degli incantesimi effettuando una serie di combinazioni (sintetizzabili usando il gergo pokeristico con): carta alta/coppia/tris/poker (ovviamente sono in ordine di potenza, chi scende un tris verrà battuto da chi ha un poker etc.).
Ogni giocatore parte con 16 carte a sua disposizione e non potrà pescarne di nuove, quindi ha un ventaglio di carte fisso con una serie di combinazioni che non possono essere migliorate nel corso del game.
Quindi paradossalmente il gioco potrebbe chiudersi nell'arco di qualche minuto, dove ciascun giocatore mette a terra la sua combinazione più forte sperando di non essere battuto da quello successivo, motivo per cui è sconsigliato da giocare in 2.