Gioco molto bello, concordo: una bella edizione ci voleva - speriamo non costi troppo.
Dopo aver causato non pochi casini con un pomo della discordia, la dea Eris ritenta il colpaccio e, nel 1994, decide di agire per mezzo di Stefan Dorra, donando al genere umano Intrigue, gioco di minacce e tradimenti per mezzo del quale molte coppie si sono sciolte e molte amicizie sono finite.
Dopo poco più di vent’anni torna finalmente con una nuova edizione con materiali e grafica migliorati e, per la gioia dell’italica stirpe, regolamento tradotto nella lingua di Dante e di Mario Brega ad opera di Cranio Creations.
Una mano lava l’altra e…
Da tre a cinque giocatori cercano di piazzare i propri parenti nelle magioni altrui per poter ottenere i lavori più remunerativi. Per ottenere il miglior piazzamento si deve negoziare su tutto e ilFinalmente
Dopo l’edizione bricolage del 1994, finalmente Intrigue esce con materiali più curati. Una scatolina di buon cartone compatta, plance palazzo, soldi dalla grafica più accattivante rispetto alle vecchie banconote fai-da-te e una fustella con i segnalini professione nei cinque colori dei giocatori. Vera chicca: l’isola dell’esilio stampata sul fondo della scatola. Ora è un gioco che si compra anche per l'estetica.
Art. 1 “Il Palazzo è una Repubblica fondata sulla raccomandazione e sulla faccia da schiaffi”
Il regolamento di Intrigue è breve e ben scritto, anche perché consta veramente di due regole in croce.Ciascun giocatore impersona una famiglia e ha un palazzo di quattro stanze e a ognuna di esse è associata una paga diversa: mille, tremila, seimila e diecimila ducati. Ogni giocatore ha inoltre a disposizione otto parenti
Per prima cosa il giocatore di turno percepisce la paga di tutti i suoi parenti presenti nei palazzi avversari. Poi si faranno entrare a palazzo tutti i famigliari altrui che non generano conflitti. Successivamente si risolvono i conflitti; questi sono di due tipi:
- esterni: avvengono quando due o più persone vorrebbero far entrare parenti che condividono la stessa mansione. La particolarità del titolo è questa: nel palazzo si può accogliere solo un lavoratore per tipo e, una volta associato un compenso a una professione, questa non si può più cambiare;
- interni: avvengono quando un parente sta per entrare in un palazzo ma è già presente un parente con la stessa professione.
Infine il giocatore di turno invia due dei suoi parenti a bussare ai palazzi altrui per un impiego.
Si procede così per tutti e cinque i round, a eccezione del primo (in cui non si percepiscono salari) e dell’ultimo, in cui non si piazzano parenti ma, in compenso, si riceve pure la quattordicesima (ovvero gli stipendi raddoppiano).
Un cafolavoro
Voi vi chiederete: “E quindi? Perché è così cattivo?” Beh, il motivo è semplice: sapete qual è la regola per decidere quale lavoratore entrerà e quale no? NESSUNA! Tutto è affidato alla vostra capacità di negoziazione, al promettere e tradire, al minacciare ed intimidire. Ogni promessa è valida, ogni tradimento lecito. Potrete scambiare soldi, passandoli sottobanco, promettere piazzamenti milionari per poi relegare il povero scrittore a pulire latrine per il resto dei suoi giorni o, peggio ancora, esiliarlo sull’isola posta in fondo alla scatola; è infatti questo il triste destino di ogni lavoratore cacciato da palazzo, mandato in esilio per sempre. Stringere la mano ad un avversario e tradirlo due secondi dopo non ha prezzo.
Altro difettuccio riscontrabile in Intrigue è la scalabilità. Vista la natura del titolo, necessita di essere giocato a pieno regime per farlo carburare bene, minimo minimo in quattro - del resto è un difetto comune a tutti i titoli che fanno della negoziazione il loro punto di forza: solo se soffrite di personalità multipla potrete divertirvi con un numero esiguo di giocatori con titoli di questo genere.
Ma se, come me, siete persone provviste di una faccia in polimero e adorate questo genere di giochi urbani (cit.) in Intrigue troverete una vera chicca da intenditori.