Donna Leon (Gefahrliches Spiel)

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Ambientazione
Il gioco è la riproposizione ludica della fortunata serie di libri della scrittrice statunitense Donna Leon, aventi come protagonista il Commissario Brunetti e come sfondo la città di Venezia, in cui la Leon risiede da quasi trent'anni.
La fortunata serie di libri gialli è stata tradotta in molte lingue ma, ironia della sorte (in realtà pare per esplicita volontà dell'autrice), non in italiano, dove essa è praticamente sconosciuta. In Germania, invece, i libri della Leon hanno spopolato al punto che ne è stata tratta anche una serie televisiva e si è deciso, ovviamente, di realizzarne un gioco. La Ravensburger, detentrice dei diritti, ha selezionato a questo fine, tra una serie di proposte, un meccanismo del grande autore veneziano Leo Colovini che ben si sposava con l'ambientazione.

Il Gioco
Ogni giocatore riveste i panni di un detective che deve far luce sull'omicidio di un personaggio, la cui identità viene determinata pescando una carta a caso dal mazzo delle carte relative. L'indagine procede mediante una serie di interrogatori di alcune persone informate sui fatti. Queste, anch'esse scelte a caso) sono solo cinque dei 36 personaggi complessivi.
Il tabellone presenta una serie di locazioni, ciascuna delle quali è occupata da un personaggio. Al proprio turno ciascuno deve tirare quattro dadi colorati (uno verde, uno blu, uno giallo ed uno bianco), sceglierne uno e muovere la pedina detective del colore corrispondente del numero di caselle indicate sul dado. Così facendo le pedine detective vengono mosse nelle locazioni dove si trovano i personaggi. Quando una pedina detective si muove in una locazione, il giocatore che ha effettuato la mossa può guardare l'identità del personaggio che abita in quella locazione. L'obiettivo, in questa fase, è individuare la locazione in cui si trova una delle persone informate sui fatti. Una volta individuata, questa deve essere sottoposta ad interrogatorio. Il meccanismo dell'interrogatorio è il seguente: la persona informata sui fatti fornisce informazioni utili ai fini dell'indagine solo se l'interrogatorio viene condotto dal detective dello stesso colore del personaggio interrogato. Se questo accade, il giocatore che ha "condotto l'interrogatorio" incamera tre punti vittoria.

Il gioco procede così finchè non è stato sentito un certo numero di persone informate sui fatti. Quando questo accade altri personaggi, prima ininfluenti, divengono persone informate sui fatti e scatta invece un sospetto a carico di un personaggio ulteriore. Il compito dei detective diventa allora quello di trovare dove si trova il personaggio in questione per procedere al suo arresto. Il meccanismo dell'arresto, comunque, è sempre lo stesso: bisogna andare sulla locazione dove si nasconde il sospettato con la pedina detective del colore corrispondente. L'arresto fornisce non più tre, bensi sei o sette punti vittoria. Si capisce che la componente fondamentale del gioco è la memoria, perchè i punti vittoria saranno assegnati al giocatore più rapido nel muovere al posto giusto il detective giusto e sarà più semplice riuscire nell'impresa se ci si ricorda dove sono nascosti i vari personaggi. Quando è stato eseguito un certo numero di arresti viene svelato il nome dell'assassino: la sua cattura, che avverrà col solito sistema, assicura otto punti vittoria a chi la effettua e decreta la fine del gioco. Il vincitore è chi ha più punti vittoria.

I giocatori hanno a disposizione alcune carte azione che consentono di eseguire delle mosse speciali e danno una grossa mano nello svolgimento delle indagini. Simpatico e originale il modo in cui le carte azione vengono pescate: in pratica si ha diritto ad ogni turno ad un numero di carte azione pari alla differenza tra il numero massimo di caselle di cui si può muovere la pedina detective (ovvero tre: i dadi sono dadi speciali con solo i numeri uno, due e tre) e il numero di caselle di cui ci si è mossi in effetti. Il sapiente uso delle carte è fondamentale per la vittoria, specie nelle concitate fasi finali in cui si assegnano i punti vittoria più preziosi.

Considerazioni
L'apertura della scatola comunica buone sensazioni: ad un prezzo ragionevole bei materiali, due tabelloni finemente disegnati, dovizia di componenti vari (plastica e cartone, niente legno) ma soprattutto, tutt'altro che celata ed -anzi- direi quasi ostentata già nel disegno del tabellone e nella presenza di quattro paraventi, la stessa atmosfera di "Inkognito". Un Colovini che torna insomma sul luogo del delitto alimentando molte speranze nei tanti amanti dello splendido gioco di maschere a Venezia.
In definitiva una simpatica e azzeccata applicazione del meccanismo del memory, abbinato a una serie di gustose trovate dal tipico sapore coloviniano, ad una Venezia dai toni noir.

Una nota: le carte personaggio raffigurano i volti di persone presumibilmente tratte dalla serie televisiva tedesca: si tratta per lo più di volti duri ed inquietanti che si addicono più alle incalzanti atmosfere dell'Ispettore Derrick che a quelle normalmente evocate dalla splendida ma compassata cornice della laguna. Sembra onestamente di essere in una Venezia occupata dalle SS: manca solo il colonnello Landa...
Pro:
Veloce, semplice, evocativo. Una delle critiche spesso mosse a Colovini riguarda la mancanza di un forte legame tra ambientazione e meccanismo: in questo caso la critica non avrebbe ragione di essere. La realtà è che i meccanismi mnemonici, se plasmati da autori esperti come Colovini, si prestano ad applicazioni molto divertenti.
Contro:
Il regolamento è solo in tedesco. Per essere un gioco investigativo la parte deduttiva è forse un pò troppo scarna.
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