Di una scienziata, un segreto e qualche puzzle

volmay

Un sacco di gente morta in modi diversi, puzzle da ricostruire, enigmi da risolvere e una scatola che non ho ancora capito come ficcare in libreria.

Voto recensore:
7,5

Uno dei pochi punti di contatto ludico tra me, amante dei gestionali, e mia moglie dal sangue American, sono i deduttivi e le escape room, che danno la possibilità a lei di immedesimarsi in una storia e a me di pensare praticamente solo a trovare la soluzione… che però necessita spesso di informazioni reperibili nei testi del racconto.

Ringrazio Cranio Creations per avermi inviato la copia di “Escape Room: il gioco - Il segreto della scienziata” e passo a recensirvela.

Dettagli noiosi

Edito dalla Identity Games e portata nel nostro Paese appunto dalla sopracitata, è giocabile da uno a due giocatori (purtroppo). Non è riportato uno specifico autore, bensì lo stesso Team Identity Games.
Scatola piuttosto grande per questo tipo di gioco, ma il contenuto ne giustifica le dimensioni.
Qui sotto potete gustarvi il video che avevo fatto per "Gli Apriscatole", ma c’è ben poco da vedere: sta tutto negli scomparti segreti.

La nostra esperienza

Il decoder che non si deforma

Il regolamento è breve, ma è meglio studiarlo con attenzione e non avere subito fretta di giocare. Alla prima lettura, devo essere sincero, mi aveva fatto passare la voglia di giocarci perché l’utilizzo del decodificatore mi pareva un po’ troppo macchinoso, ma, sintetizzando, funziona così: trovi il codice, prendi gli spicchi, controlli le cifre indicate nella parte interna con le frecce e li ruoti di quel numero di quarti di giro (le fustelle - e di conseguenza gli spicchi - sono molto spessi, quindi non c’è il rischio che s’imbarchino… chissà perché con la Cranio c’è sempre qualcosa da ruotare).

Capito il meccanismo, si è quasi pronti per risolvere tutti gli enigmi del gioco, partendo dallo scomparto centrale della fila superiore. Dentro troveremo un sacchettino con un puzzle e due ulteriori componenti di carta.

Prima di passare alla narrazione, bisogna leggere, nella parte interna del coperchio dello scomparto, la descrizione del contenuto, perché - attenzione! - noi non ci eravamo accorti dei foglietti sul fondo e abbiamo quindi perso una buona mezz’ora senza capire cosa dovessimo fare per risolvere il primo enigma, anche usando entrambi gli aiuti.

Quindi, mentre il lato più american della coppia legge il racconto, il germanofilo inizia a sistemare i pezzi. Ricostruire i puzzle non è stato molto facile e ci ha fatto consumare parecchio tempo, per due motivi: le dimensioni non sono “standard” (non vi dico altro) e alcuni pezzi possono facilmente essere attaccati tra loro, anche erroneamente. Le immagini sono molto dettagliate e molto piccole, quindi vi potrà sembrare che due pezzi vadano là, ci stiano, per poi accorgervi che il resto della composizione ha qualche problema, quindi sarà necessario tornare sui propri passi e correggere.

Gli enigmi ci hanno impegnato abbastanza, direi il giusto, senza farci prendere dallo sconforto, né dandoci la sensazione che gli autori ci prendessero per stupidi. Uno è più complesso e necessita la risoluzione di piccoli rompicapi, mentre un altro è puramente matematico e sconforterebbe subito una coppia di giocatori a cui questa materia non è mai andata a genio… Nel nostro caso quello più indicato sarei io, ma dopo un po’ ho comunque deciso di sfruttare l’aiuto offerto dal gioco per evitare di perderci chissà ancora quanto tempo mentre mia moglie stava a guardarmi con occhi vacui.
Narrazione nella media, direi. Non è troppo posticcia rispetto a una Exit!, né troppo approfondita come nelle Unlock. Il finale ci è piaciuto molto.

Conclusioni

Niente spoiler, tranquilli: solo il contenuto del primo scomparto

Dal regolamento sembrava più complesso: invece il sistema di decodifica scorre liscio e non ha mai creato problemi o dubbi.

Gli enigmi sono - più o meno - tutti ben fatti; non sono sorprendenti come alcuni che ci è capitato di trovare nelle Exit!, ma ci sono alcune scelte che li rendono originali. Godetevi la parte narrativa, non fate come me: la storia è probabilmente la parte migliore di questa escape room, ma, presi dalla foga, rischierete di rendervene conto solo sul finale, quindi fregatevene bellamente di finire il gioco in un’ora (tempo che, tra l’altro, ritengo impossibile da rispettare, salvo non siate campioni del mondo di puzzle). Noi ce ne abbiamo messe due e mezza totali, inclusa la mezz'ora persa nel primo enigma.

Da regolamento, si può mettere in pausa la partita per riprenderla in seguito. Tenete conto che solo un puzzle ricostruito ci sta nella scatola, perché dal secondo in poi rischiate di fare qualche danno, quindi non mi sento di consigliarlo. E… sì, tutti i puzzle vanno tenuti completi fino alla fine del gioco.

Una volta terminato, potete rimettere tutto ordinatamente negli scomparti e prestarlo a un vostro amico, perché non ci sono componenti che vanno rovinate o distrutte, ma sicuramente molti componenti saranno soggetti a una discreta usura, man mano che li si usa, quindi il tutto “invecchierà” abbastanza male, passando di mano in mano (già ho dovuto applicare del nastro adesivo in un paio di punti perché si erano strappate due linguette degli scomparti).

Ci è dispiaciuto non poterlo provare con altri due amici, ma la scatola indicava che era per soli due giocatori e in effetti ricostruire i puzzle in quattro sarebbe stato molto molto scomodo: già ci pestavamo le mani mia moglie ed io!

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Commenti

Concordo sul fatto che sia meglio farsi coinvolgere dal racconto piuttosto che affannarsi a rispettare l'orario. Già viviamo con l'orologio sempre sott'occhio...

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