Carnival Zombie

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Carnival Zombie
Voto recensore:
7,9

Introduzione
Cercavo un gioco ambientato, possibilmente a tema horror, avente come protagonisti gli zombi (vanno così di moda...). Provato e scartato i|zombies!!!&i| (solito urban survival con poca profondità), escluso il suo clone ipertrofico Zombicide, ho osservato con interesse la proposta della casa editrice “Albe Pavo” su quello che si proponeva come evoluzione originale del tema scelto. Carnival Zombie è fortemente ambientato, a tema horror e parla di zombie.
Tutto qui? Assolutamente no: si svolge a Venezia, durante il classico carnevale, ed i personaggi protagonisti sono le maschere classiche (>rlecchino, Brighella, Pantalone...) nella loro versione più “dark” e grottesca.
La scelta, a questo punto, era veramente obbligata.

Ambientazione
Durante il carnevale di Venezia, il Leviatano, un mostro antico su cui poggiano le fondamenta della città, si risveglia, generando l’invasione dell’orda di morti che minacciano di invadere e distruggere tutto.
I protagonisti, versione bellica delle classiche maschere di carnevale (Captain Terror = Capitan Spaventa, Lady Colombine = Colombina, Hellequin = Arlecchino, Brighell = Brighella, Pantalion = Pantalone, Doc Pestilence = dott Balanzone), avranno 3 giorni ed una notte di tempo per fuggire o uccidere il Leviatano.

Il Gioco
La scatola
Apro la scatola sperando di non dover defustellare quintalate di tasselli e scopro, con mia piacevole sorpresa, che c’è solo una fustella dalla quale recuperare tutti i segnalini necessari (pedine dei personaggi, pedine affondamento della città, segnalini per turno e tempo trascorso, ecc.).
Mi colpisce immediatamente la grafica con la quale è stato allestito sia il tabellone di medie dimensioni, sia le schede personaggio, sia le carte incubo e oggetti: particolarmente bello e accattivante, con tratti dark e grotteschi che completano in modo mirabile l’ambientazione.
Mi sorprende anche (e non in modo positivo) la presenza di una marea (190 per la precisione) di cubetti di legno: dopo aver ipotizzato le varie possibilità di utilizzo (dovrò gestire delle risorse, tipo oro, legno, metallo? Oppure dovrò utilizzarli come segnapunti o altro?), il regolamento mi viene in aiuto spegandomi che rappresentano infetti, segnalini danno, superstiti, segnalini paranoia, eccetera.
Completano i componenti una serie di segnalini di forma conica o cilindrica, anch’ essi di legno, che rappresentano i boss (mostri con particolari poteri).
In generale la scatola è leggermente più grande di quanto sarebbe necessario per contenere il materiale, ma tutto, anche l’interno, è curato con disegni splendidi.

Il gioco
Il gioco quindi si sviluppa su quattro giornate, divise ciascuna, tranne l’ultima, in due fasi: notte e giorno. Queste sono a loro volta divise in quattro ore.
Durante la fase notturna i giocatori dovranno resistere agli assalti degli infetti, mentre durante la fase diurna si potranno spostare per raggiungere i punti di fuga o la chiesa di San Pantaleone, l’unico luogo in cui è possibile uccidere il Leviatano.
Vi sono tre livelli di difficoltà, che rappresentano tre diversi punti di partenza per il gruppo.

Fase notte
La parte centrale del tabellone rappresenta uno spaccato della città suddiviso in aree chiamate bolge, antri e gironi. Al centro è raffigurato uno spazio in cui i personaggi dovranno asserragliarsi per resistere all’attacco dei morti durante le quattro ore in cui è suddivisa la notte.
Ogni ora vede l’ingresso di numerosi infetti o boss (mostri dai particolari poteri che potenziano in vari modi la falange nemica) che, partendo dalle zone più lontane dal rifugio, si avvicinano progressivamente per attaccare e sfondare le barricate (rappresentate da cubetti). Ogni protagonista possiede armi e abilità peculiari per affrontare la massa di mostri, e la gestione ottimale garantisce l’equilibrio delle forze necessario per fronteggiare le minacce.

Di fatto tutta la fase rappresenta una sorta di “assalto a fort Apache” in cui i protagonisti devono fronteggiare con azioni di fuoco o combattimenti corpo a corpo i morti che diventano sempre più numerosi ogni ora che passa.
E’ possibile utilizzare oggetti (alcuni molto interessanti: motosega, lanciafiamme, M60, acido...) o abilità particolari dei personaggi.
I personaggi inoltre dovranno tenere sotto controllo i propri livelli di stress: in base ai colpi ricevuti oltre una certa soglia il personaggio diventa prima terrorizzato, poi “incapacitato”, inabile quindi nel proseguire il combattimento.
In questa fase è presente anche un divertente mini-gioco: la pila di cadaveri. In pratica tutti gli infetti uccisi (rappresentati, lo ricordo, da cubetti) dovranno essere depositati su un cartoncino a forma di lapide. Poiché le uccisioni sono parecchie, nel proseguire del combattimento ci sarà la probabilità che qualche cubetto cada al di fuori della lapide stessa, causando il ritorno immediato dell’infetto in campo e contemporaneamente l’aumento di un livello di stress del personaggio che ha ucciso gli infetti. Abilità manuale, concentrazione e tensione sono palpabili mentre il giocatore di turno cerca di mettere nuovi cadaveri sulla pila senza farli debordare...
Alla fine della quarta ora, se si sopravvive alla notte, si passa alla fase giorno.

Fase giorno
In questa fase il gruppo cerca di raggiungere una via di fuga (o la chiesa di San Pantaleone per cercare di uccidere il Leviatano) muovendosi su una mappa disegnata sul tabellone che rappresenta la pianta di Venezia.
Il movimento, ovviamente occupa del tempo e, a seconda delle difficoltà legate ai percorsi che si scelgono, vengono consumate le ore (turni) a disposizione.
Verificata la zona della città che sta sprofondando (il risveglio del Leviatano ha questo piccolo effetto collaterale), e pescato dal mazzo delle carte incubo l’evento del giorno (di solito svantaggioso per i giocatori), si passa alla fase movimento.

Utilizzate alcune ore per muoversi attraverso la città, quello che resta del giorno verrà occupato cercando di ripristinare i livelli di stress, attraverso il riposo o le cure del dottore (doc Pestilence), effettuando delle ricerche che possono portare al ritrovamento di oggetti utili al combattimento o a superstiti cittadini che possono garantire un aiuto supplementare al gruppo, oppure cercando di recuperare delle barricate per rinforzare le fortificazioni durante le notti successive.
Questa fase, che sembra interlocutoria, è assolutamente fondamentale per portare a termine il gioco con successo: infatti è in questa fase che viene scelta la strategia da adottare e il percorso da intraprendere. E’ necessario sottolineare che difficilmente ci sarà il tempo di modificare, durante il percorso, una scelta inizialmente sbagliata. Per esperienza personale, è risultato quasi impossibile ritornare sui propri passi per scegliere una via di fuga diversa.

Fine della partita
Vi sono quattro possibili finali: tre vie di fuga (in dirigibile, in barca oppure a piedi sul ponte della libertà) e l’uccisione del leviatano nella chiesa di San Pantaleone.

Senza entrare nel dettaglio:

Uccisione del Leviatano: raggiunta la chiesa di San Pantaleone, trovata la bomba sacra tra gli oggetti di Pantalion, il gruppo deve affrontare l’ultima notte come le precedenti, con la possibilità, per ogni personaggio di usare un’azione per contribuire ad innescare la bomba. Se la bomba viene innescata entro la fine della notte il gruppo vince.

Fuga in barca: il gruppo deve raggiungere due luoghi speciali (cantiere nautico o Molo occidentale), trovare una barca (pescando dal mazzo delle carte incubo) e affrontare l’ultima notte sulla barca, attraversando la laguna. Quattro personaggi assumeranno un ruolo sulla barca (al timone, sulla coffa, alle mappe, e alle pompe) e due rimarranno sul ponte.

Fuga in dirigibile: in questo caso per il gruppo sarà necessario raggiungere prima il campanile di San Marco per contattare il pilota del dirigibile e poi raggiungere il cimitero dell’isola di San Michele dove passare l’ultima notte attendendo l’arrivo del dirigibile al mattino successivo.

Fuga attraverso il ponte della libertà: attraversare a piedi il ponte comporta un’azione di sfondamento e di annientamento dell’orda di infetti che cerca di ostacolare il cammino dei personaggi. In pratica è necessario aprirsi un varco con la forza bruta per raggiungere l’altro lato del ponte.

In conclusione si tratta di veri e propri sotto-giochi, differenti l’uno dall’altro, che contribuiscono a modificare il gioco accrescendone la longevità.

Considerazioni
Visione generale Bello. Veramente bello. Con un’ambientazione accattivante che arricchisce il divertimento, la lotta per la sopravvivenza è resa benissimo, e la tensione della partita si avverte fino alla fine. La presenza di diversi finali possibili accresce la longevità mentre la presenza di “sotto-giochi” rappresenta un simpatico corollario che rende ancora più varia questa esperienza ludica.
Unico appunto: i cubetti di legno per rappresentare gli infetti. Mi rendo conto che la presenza di miniature avrebbe creato qualche difficoltà di spazio sul tabellone, considerando quanti infetti entrano in ogni fase, inoltre è necessario considerare l’aumento di prezzo che il prodotto avrebbe potuto raggiungere solo per la presenza di pedine meglio definite, tuttavia non ci sono dubbi sul fatto che i cubetti tolgono qualcosa all’ esperienza di gioco.

In generale il titolo soffre dello stesso difetto che affligge ogni cooperativo: il giocatore più esperto tenderà sempre a suggerire o, peggio, imporre, le scelte tattiche e strategiche al resto del gruppo.
Gli autori, consapevoli di questo problema, suggeriscono una regola opzionale che proibisce, durante la notte, di commentare le azioni di un altro giocatore prima che vengano eseguite, pena l’inserimento di altri tre infetti. In gruppo abbiamo provato ad eseguire questa regola ma, per quanto ci riguarda, è risultata inapplicabile (troppi chiacchieroni tra i miei amici).
Per quanto concerne la durata, ho fatto una prova giocando in solitario (evitando quindi il tempo perso per le discussioni sulla strategia di adottare) dopo aver appreso in modo approfondito le regole (in modo da non perder tempo a consultare il regolamento). In questa modalità portare a termine con successo il gioco non mi ha fatto impiegare meno di due ore. Giocando in gruppo è necessario considerare almeno una mezz’ora in più (soprattutto se si gioca con una compagnia particolarmente ciarliera).

Ambientazione
Ottima e suggestiva, resa benissimo dallo strepitoso artwork, che rende tetro e grottesco il contorno in stile gotico. Qualche dubbio, come già detto, sulla presenza dei cubetti.

Meccaniche Ottime le meccaniche che riducono al minimo l’aleatorietà: la risoluzione del combattimento si basa esclusivamente su calcolo e pianificazione, la fase notte è organizzata per inserire un’orda di infetti e boss in modo sistematico e progressivo (che è comunque possibile limitare grazie a delle carte oggetto particolari). La presenza di ostacoli o ripari garantisce l’introduzione di varianti che ostacolano o agevolano il gruppo e che sono ben studiate (ad esempio la presenza di un campanile garantisce di poter colpire gli infetti anche nelle zone adiacenti, che normalmente non sarebbero raggiungibili da un’ azione di fuoco)

Interazione
Elevata. Il gioco in sé non ha problemi di scalabilità, in quanto si usa sempre lo stesso numero di personaggi, tuttavia per giocare in gruppo è necessario organizzare le difese e pianificare le strategie. Alcuni personaggi hanno caratteristiche complementari, e sarà solo attraverso un’attenta pianificazione che sarà possibile sopravvivere e portare a termine l’impresa.

Longevità
Una delle migliori realizzazioni di questo titolo. Non solo è un collaborativo di elevata difficoltà (soprattutto se consideriamo lo scenario più difficile) ma sia la presenza di vie di fuga alternative che la possibilità di uccidere il leviatano garantiscono partite sempre diverse.

Elementi di sntesi
Materiali Tutto, come già detto, è curato con illustrazioni di notevole fattura e particolarmente suggestive. Un po’ “leggere” le schede personaggio, le carte hanno robustezza sufficiente ma necessitano di bustine protettive. I cubetti di legno tolgono qualcosa all’ambientazione (per quanto mi piaccia il gioco, trovo ancora difficile, dopo tante partite, convincermi che un cubo di 5 mm di lato possa assomigliare ad un Goliath, o ad un Moloch, o a qualsiasi infetto/boss che viene utilizzato)

Regolamento
Un po’ prolisso, ma scritto bene, con esempi chiarificatori. Lascia pochi dubbi.

Scalabilità
Totale: indipendentemente dal numero di giocatori, si utilizzano sempre 6 personaggi. In questo modo l’esperienza di gioco non cambia. Chiaramente la presenza di più persone al tavolo garantisce maggior divertimento e coinvolgimento.

Incidenza aleatoria
A parte la pesca delle carte (oggetto e incubo), bassa. E’ più un gestionale alla tedesca (pur essendo ambientatissimo) che un classico “american game”. Qui non ci sono dadi, e resistere all’ orda che assale di notte dipende soprattutto da una corretta pianificazione e organizzazione delle forze in campo.

Dipendenza dalla lingua Il gioco è indipendente dalla lingua

Consiglio/Sconsiglio
Consigliato a tutti coloro che cercano qualcosa di originalmente ambientato, meglio ancora se con tematiche horror. Dovrebbero giocarlo tutti quelli che si sono stancati di combattere lanciando dadi.
Sconsigliato solo agli amanti degli astratti (ma solo a quelli).

Pro:
Forte ambientazione.
Artwork suggestivo.
Facile da imparare ma difficile da padroneggiare alla massima difficoltà.
Divertente e coinvolgente fino alla fine.
Contro:
Forse un po' lungo (se questo è un difetto).
La presenza di cubetti toglie qualcosa all'ambientazione.
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