Come sempre le tue analisi si leggono con piacere e sono profonde ed interessanti. Non ho giocato a questo titolo (sarà un caso?) abbastanza da poter confutare o confermare i tuoi giudizi in merito ma sicuramente li ho letti con grandissimo piacere. Bravo.
Sono sempre stato un giocatore che ama distruggere ottimi giochi con numeri di partite folli e, per quanto mi apra al nuovo, tendo a concentrarmi su pochi titoli. Tuttavia, gli anni del Covid mi hanno lasciato addosso una certa fame di nuovo, limitato come sono stato a poche serate dal vivo e a molte partite su BGA ai soliti grandi nomi.
Ho deciso quindi di buttarmi in una quest di scoperta, (salvataggio e redenzione) di tutti alcuni degli eurogames usciti negli ultimi due anni, per misurarli e vedere se effettivamente sono passati in sordina perché i tempi magri e bui li hanno relegati nel dimenticatoio, o perchè erano delle morchie vere e proprie.
Ovviamente quest’operazione è stata resa possibile dagli sconti di diversi siti, che mi danno laute mance ogni volta che pubblico una recensione positiva ed entusiasta non sanno più che farsene di queste scatolone nel deposito e tentano di liberarsene anche andando in perdita.
Alma Mater è il primo figlio (see what I did there) di questo insano pensiero. Vediamo com’è andata a finire.
Materiali
Le plance dei giocatori sono double layer, e il tabellone centrale è ampio (forse un filo troppo), a doppia faccia, in base al numero di giocatori, chiarissimo nella simbologia.
Alcune carte necessitano di qualche spiegazione in più alla prima partita, in particolare il tracciato tecnologia laterale e i diversi rettori, ma a parte questo direi che c’è stato un ottimo lavoro di sviluppo per rendere il tutto leggibile, ergonomicamente piacevole e giocabile. L’unico appunto da fare riguarda sicuramente la scelta di riutilizzare le stesse illustrazioni per tutti gli studenti e per tutti i professori della stessa scuola. Al di là del fatto che possa sembrare una scelta "al risparmio", cosa che non mi tocca per niente, in termini di gioco rende meno immediate la lettura del tabellone centrale e, soprattutto, quella della plancia personale dopo che la si è pimpata un po’.
Un’altra polemica che è stata sollevata sia qui in Tana che su BGG riguarda l’aver usato le stesse illustrazioni di Coimbra; dal mio punto di vista, ben venga se ha permesso di rendere il gioco più economico; posso capire che per alcune persone però l’immersione sia importante (in un freddo euro???) e che quindi rappresenti un malus.
Ma andiamo avanti.
Flusso di gioco
Alma Mater è un piazzamento lavoratori a turni dove l’ordine di turno è modificabile e dove gli spazi azione non sono esclusivi ma hanno costi crescenti con una logica di “chi primo arriva meglio alloggia”.
Gli spazi azione consentono di raccogliere monete, combattere per la posizione di turno, acquistare libri dalla banca o dagli altri giocatori, scalare il tracciato tecnologia, conquistare studenti e professori per la propria Università.
Professori e Studenti rappresentano il motore del gioco: i primi rappresentano azioni extra e costano un mutuo l’uno, i secondi vanno a migliorare diverse aree del nostro piano di gioco. Gli Studenti sono gli stessi di partita in partita, mentre dei Professori è presente una coppia (l’altra rimane nella scatola) per scuola.
Il tracciato tecnologia è lineare, tipo il tempio di Arnak, ma le combinazioni delle cinque carte che lo costituiscono sono quasi infinite (1000+). Oltre ai costi per essere scalato e alle ricompense alla fine di ogni fase, è molto importante perché cambia l’importanza relativa dei libri di ciascun giocatore.
A ogni giocatore è associato un colore di libri; questi sono richiesti per acquistare Professori e Studenti, con dei vincoli legati appunto al livello raggiunto sul tracciato tecnologia. Chi rimane in fondo al tracciato avrà grosse difficoltà a procurarsi i libri necessari per proseguire con la sua partita, e dovrà cercare piani alternativi e creativi per sopperire a tali problemi.
Ogni giocatore ha un modo molto economico di procurarsi i propri libri; quando li ottiene deve decidere immediatamente se tenerli in scorta per usarli come valuta o se metterli in vendita.
La seconda opzione, normalmente molto conveniente, è il centro dell’interazione presente nel gioco al di là del classico piazzamento-lavoratori-con-twist. I libri vengono immessi in degli “scaffali” sulle plance dei giocatori e ad ogni scaffale corrisponde un prezzo. Con un’azione specifica, di gran lunga la più gremita del tabellone e dove non esistono penalità per i piazzamenti, si comprano quanti libri si vogliono da un giocatore specifico, pagando il prezzo a quello stesso giocatore.
La cosa molto divertente è che il gioco poi mette a disposizione modi di cambiare i prezzi e modificare gli incentivi, premiando non solo chi è più capace di ottimizzare il proprio motore, ma anche chi sa leggere meglio il tavolo.
A corollario del tutto, essendo Alma Mater un gioco moderno, ci sono i poteri asimmetrici. Anche qui gli autori hanno seguito una via popolare, la scelta iniziale dei diversi Rettori, aggiungendoci un twist che aggiunge profondità: tre Rettori saranno disponibili per tutti durante la partita, purchè i giocatori se ne dimostrino “degni” soddisfacendo le loro richieste. Uno di questi Rettori sarà quello avanzato dal draft iniziale.
Ad aumentare la variabilità di partita in partita si aggiunge un ulteriore draft iniziale, in cui vengono scelte le risorse di partenza tramite carte, che determina anche il primo ordine di turno.
Cosa mi è piaciuto
Dopo qualche partita si capisce perchè è presente uno Studente che mette a disposizione un secondo spazio azione personale per comprare i propri libri: a seconda di come si è impostata la partita, può anche darsi che comprare 14 dei propri libri in un turno non basti!
Il doppio draft iniziale delle risorse e dei Rettori mi è piaciuto davvero molto, aggiunge una dimensione molto strategica fin da inizio partita che è qualcosa che personalmente adoro.
Non sono però così convinto fosse necessario mettere carte che fossero nettamente migliori di altre, anche se danno maggiori possibilità di iniziare nelle prime posizioni. Nella mia (limitata) esperienza, prendere le carte alte conviene sempre. Infine, inanellare mini-combo e sbloccare nuovi poteri dà sempre una certa soddisfazione, e questo gioco, a differenza di altri, non esagera nel propinarci sequenze di turno eterne a causa di troppe combo.
Cosa non mi è piaciuto
Fino a qui sembro parecchio entusiasta del gioco, no? Eppure l'ho rivenduto, non desidero esplorarlo ulteriormente e ne sono stato parecchio deluso. Come spesso succede, quando ci sono le potenzialità, le aspettative lievitano e il tonfo (se ci sarà un tonfo) potrà essere solo più forte.
Luuuuuuuuuungo
Alma Mater ha una delle spiegazioni più lunghe che mi sia mai trovato a fare. Mi ha portato via quasi un’ora ogni volta, dato che la spiegazione del gioco in sé non è difficilissima, ma ci sono miriadi di icone su cui soffermarsi.
Ma soprattutto, il problema sono ovviamente le partite. Nè in tre nè in quattro giocatori siamo mai scesi sotto le tre ore, anche giocandoci con gli stessi giocatori immediatamente la sera successiva. La paralisi da analisi è reale, e per quanto un po’ si possa pianificare e per quanto il brivido della scelta sia piacevole, è impossibile ignorare quanto tempo passa tra un turno e l’altro.
Se non altro, giocando sempre con Giocatori Fortissimi (™), in ogni round ognuno faceva più o meno lo stesso numero di mosse; altrimenti, da aggiungere ci sarebbe anche un fastidioso downtime al termine di ogni round. Ora, mi direte voi. Se devo giocarci in due con la mia dolce metà, o al massimo in tre una volta ogni tanto, che problema c’è?
Nessuno per quanto riguarda il tempo, risponderei io, se non fosse che…
Alma Mater è un gioco da 4. Punto.
I dizionari, detti anche i libri gialli, sono chiaramente un’aggiunta al gioco per permettere partite con tre giocatori senza automa e partite con due giocatori con l’automa. È stato fatto un ottimo lavoro per renderlo possibile, ma personalmente piuttosto che giocare multiplayer con aggiunta di automa mi sparo, e la differenza in tre è già palpabile. Ok che gli spazi azione sono diminuiti, ma la bellezza del gioco sta nella gestione dei libri, non nella parte di piazzamento lavoratori. E la stessa è parecchio ridimensionata in tre, tanto da sembrare un gioco diverso.
In due non l’ho nemmeno provato, per la cronaca. In quattro essere gli ultimi nella traccia tecnologia diventa davvero pesante.
Le scelte di messa in vendita e di acquisto dei libri sono molto più interessanti, e la tempistica delle azioni è molto più cruciale.
In sostanza, se volete giocare ad Alma Mater, fatelo in quattro. Per me purtroppo questo è un grosso limite, dato che non sempre nelle mie serate riusciamo ad essere al completo. Da qui, la rivendita del bel prodotto.
In quattro, tra l’altro, il gioco riesce a dare quella sensazione di strettezza che tanto piace a buona parte di noi eurogamer, dove le scelte diventano più sofferte e dove si dibatte su una moneta in più o in meno durante vendite e acquisti. Peccato sia solo la sensazione, di strettezza, a rimanere, dopo un po’ di partite giocate in maniera seria.
Già, perchè…
In Alma Mater riesci a fare tutto, troppo
Ora, io nei german cerco tante cose. Tra queste, con un peso molto rilevante, c’è la sfida. Non la sfida degli altri giocatori, ma proprio la sfida del gioco stesso: come carpirne i segreti, come studiarne il ritmo, come strappare il più punti possibile mentre il gioco resiste attivamente. Questo tipo di piacere, purtroppo, non l’ho trovato in Alma Mater.
Ho chiuso la mia prima partita a 131 punti. La seconda a 153. Le successive sempre intorno al 160-170, l’ultima a 184.
Mi sono confrontato con i punteggi postati dagli altri sul forum; in diversi pare arrivino intorno agli 80, ma per fortuna leggendo i risultati di Elder Dragon ho trovato conferma della veridicità dei miei conteggi (altrimenti avrei avuto dei dubbi sulla mia comprensione del regolamento). In pratica in ogni partita o quasi tutti i giocatori riuscivano a prendere tutti e tre i busti, a raggiungere la cima della traccia tecnologia o a fermarsi appena sotto, e a prendere 4-7 Professori e 5-9 Studenti. Devo ammettere che mi aspettavo molta più asimmetricità nelle possibilità di far punti. Non sono interessato a esplorare un gioco in cui la differenza tra il mio tableau finale e il tuo sono una carta Professore e un paio di Studenti.
Sì, il percorso per arrivarci è interessante. Sì, la partita stessa non è giocata in maniera uguale da tutti. Ma il tutto diventa fin troppo ripetitivo per i miei gusti, soprattutto in un gioco da tre ore.
Il commento di uno dei miei compagni di giocate “competitive” riassume bene il mio pensiero attuale sul gioco: sarebbe molto più interessante se durasse un round in meno. A quel punto dovrei scegliere tra fare tutti i busti, fare tutti gli Studenti, salire in cima alla traccia tecnologia o prendere tanti Professori, invece che fare più o meno tutto.
Ma non ho intenzione di tenere un gioco che devo per forza giocare in maniera diversa perché diventi interessante; ci sono così tanti bei cinghiali da catturare in giro…
Chiaramente quest’ultimo punto non è un difetto in senso assoluto: ci sono giocatori a cui questa larghezza, se così vogliamo chiamarla, piace molto. Io non sono tra quelli, e neanche i giocatori con cui mi trovo di solito. Da qui, il mio voto finale: un 6 tondo.
La definizione di un gioco che intavolo se mi viene proposto, ma che non porto (né possiedo) io in prima persona. I limiti di tempo e di persone lo lascerebbero in kallax a prendere polvere troppo spesso, e la sua larghezza non mi permetterebbe comunque di apprezzarlo appieno. Peccato.