Age of Industry

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Age of Industry
Voto recensore:
7,1

Premessa
Age of Industry è la versione semplificata di "Brass"? Quale è meglio dell'altro?

Due domande a cui rispondere è difficile, come lo è stato scrivere questa recensione. Per coloro che non conoscono "Brass" e si accingono a leggere quanto seguirà, consiglio caldamente di andare a consultare la relativa recensione presente sulla Tana (molto ben scritta e sintetica) per avere un'idea del suo funzionamento in generale. Dico questo perché Age of Industry è un derivato (o meglio dire Spin-Off) dell'acclamato predecessore (Brass, per l'appunto), sempre frutto di Martin Wallace, senza dubbio uno degli autori più prolifici e di maggior caratura nel mondo dei Giochi da Tavolo di questi ultimi anni.

Ultime due premesse prima di procedere con la recensione vera e propria:

1°: personalmente reputo Brass uno dei migliori board-game mai prodotti (votato da me con un "9" sulla relativa recensione presente sulla Tana);
2°: non è mia intenzione dilungarmi troppo nella spiegazione delle meccaniche di base di Age of Industry, questo per lasciare spazio al mio personalissimo giudizio sulle principali differenze tra questi due titoli.

Il Gioco: Le principali differenze tra Age of Industry e "Brass"

Molte sono le novità che saltano subito all'occhio: prima tra tutte, e forse più intrigante, è la possibilità di poter giocare ad Age of Industry (da adesso AoI) da 2 a 5 giocatori. Cambia anche la struttura del tabellone: il tracciato dei punti è stato rimosso, inoltre le città sono divise in aree colorate che trovano corrispondenza nel mazzo di carte, dove spariscono del tutto i riferimenti a specifiche città. Questa scelta, oltre a modificare radicalmente le strategie (meno città a disposizione, ma più carte per svilupparle) rende espandibile il gioco con ulteriori mappe, già di per sé il tabellone è stampato fronte-retro con due diversi scenari: Stati Uniti e Germania.

Cambia in modo radicale anche la gestione del denaro e dei prestiti: sparisce la rendita ottenuta (e garantita) ad ogni turno dal tracciato dei punti (e cioè dagli edifici "girati" precedentemente); l'unico modo per ottenere budget di spesa durante il gioco sarà "consumare" gli edifici allo scopo di ottenere il denaro che essi producono (non più punti vittoria). Il vecchio sistema dei prestiti è stato inoltre accantonato: d'ora in poi il denaro ottenuto in questo modo dovrà essere restituito (con tanto di interesse) alla Banca prima della fine del gioco. A mio avviso la gestione economica risulta essere più complicata rispetto a quella di "Brass"; ci sono meno soldi in circolazione e l'indebitamento a causa dei prestiti bancari deve essere gestito molto attentamente.

Giungono anche grosse modifiche sulla modalità di gestione della propria mano di carte: In AoI non tutte le azioni richiedono la spesa di carte dalla propria mano, inoltre non è prevista alcuna re-integrazione alla fine del turno di gioco, ne consegue che in base alle proprie scelte ogni giocatore potrà avere da un minimo di 0 ad un massimo di 9 carte a disposizione per il turno seguente. La fine del gioco diviene più imprevedibile, è quindi possibile accelerarne la partita tramite l'azione di pesca.

In riassunto, le azioni disponibili ed il loro costo in carte è il seguente:

Le azioni che richiedono l'utilizzo di una carta sono: Costruire un edificio, Ricerca e Sviluppo, Passare.
Le azioni che non richiedono l'utilizzo di carte sono invece: costruire una ferrovia, vendere beni, pescare due carte.

Tra le principali azioni a disposizione vi sono alcuni cambiamenti di un certo spessore:

La costruzione delle ferrovie, pur mantenendo meccaniche di base simili a "Brass" ha subito diverse variazioni sia nel costo in denaro che in materie prime. L'Era dei canali, parte fondamentale di Brass e della sua ambientazione Inglese, è scomparsa del tutto: penso che questo sia stato visto come un sacrificio "necessario" per poter permettere l'espandibilità di AoI con nuove mappe. Resta il fatto che personalmente sento molto la mancanza di tutta la strategia di piazzamento degli edifici correlata al cambio di Era.

Tra le modifiche che più ho gradito c'è sicuramente la rinnovata gestione delle navi: davvero elegante, assolutamente più curata e meno "sbrigativa" rispetto a quella di Brass.
Infine, almeno per quanto riguarda le modifiche più "pesanti", c'è da sottolineare l'aggiunta della tessera (e relativa carta generica) "Fabbrica", volendo riassumere si tratta di un tipo di "Cotonificio" molto più potente.
In confronto a Brass ci sono più edifici, più giocatori e meno città a disposizione: diviene quindi necessario l'utilizzo dell'azione "Ammodernamento", che permette di rimpiazzare un proprio edificio con uno nuovo ma di valore superiore (un edificio di livello 2 corrisponde a 2 punti ottenuti a fine partita).

Una domanda che probabilmente qualcuno si sarà posto durante la lettura di queste righe: "Come fare punti vittoria, ora che il tracciato dei punti è sparito dal tabellone?

La risposta non è semplicissima: al termine della partita avviene una sorta di conversione Soldi ->P.V. che in qualche modo richiama alla memoria il calcolo del punteggio finale di Age of Steam. Dopo questo calcolo si sommano i punti forniti da ogni edificio (il loro livello) siano questi "girati" o meno.

Considerazioni
Alla domanda : "Age of Industry è la versione semplificata di "Brass"?

La mia risposta è No. Pur senza stravolgimenti, alcune meccaniche sono state sviscerate e riscritte dall'autore; il risultato finale è che abbiamo a che fare con due giochi simili nell'aspetto e nelle meccaniche di base, ma in realtà molto differenti tra loro. In alcuni frangenti trovo "Brass" più complesso, in altri invece le parti si invertono. Personalmente trovo che il modo migliore per classificare questo gioco sia considerarlo uno spin-off dell'illustre predecessore.

Quale dei due è meglio dell'altro?
Questa è una domanda a cui è difficile dare una risposta esauriente. Dopo diverse partite mi sono fatto l'idea che forse avrei preferito una nuova edizione di "Brass" rivista e corretta con alcune nuove meccaniche, piuttosto che vedere pubblicato un gioco diverso nel funzionamento, ma non troppo. Senza parlare del fatto che non c'è stato alcuno sforzo per migliorare veste grafica e componentistica di gioco. Anzi, se possibile le monete in plastica sono addirittura peggiorate a causa della scelta di rimpicciolire quelle da 1£. Nota positiva per il regolamento, assolutamente ben scritto e di facile consultazione (a differenza di quello di "Brass", che è davvero pessimo). A questo punto, dando per assodato che ormai "Brass" è difficile da reperire sul mercato, Age of Industry è sicuramente un'ottima alternativa, vista anche la possibilità di giocarci in 5 e la probabile espandibilità del prodotto. Pertanto mi sento di consigliare questo gioco a coloro che conoscono Brass e desiderano provare una nuova esperienza ludica oltre che ulteriore longevità; consigliato anche a chi non ha avuto la fortuna di poterlo acquistare/giocare nel momento della sua pubblicazione. Da non sottovalutare inoltre la possibilità di poter giocare a questo titolo anche in cinque!

Per chi invece è pienamente e totalmente soddisfatto ed appagato da "Brass" non mi sento di consigliarne l'acquisto se non dopo aver effettuato 2-3 partite di prova. Per i giocatori esperti e navigati, magari abituati a seguire determinate strategie ben collaudate, può trattarsi senza dubbio di una sfida molto interessante da affrontare.

Il voto finale sarebbe un 7,5 abbassato a 7: Si tratta di un titolo di qualità (come Wallace ci ha abituato), tuttavia la componentistica scadente e la bassissima originalità (a tutti gli effetti questo gioco si sviluppa partendo dalle meccaniche che hanno reso celebre Brass) ne penalizzano il voto. Oltre a ciò rimango un poco scettico sulla decisione dell'autore di modificare alcune meccaniche che secondo me in Brass giravano alla perfezione.

In fin dei conti se sono qui a scrivere di Age of Industry è perché un gioco di qualità come "Brass" è venuto alla luce 4 anni fa.

Pro:
Si può giocare da 2 a 5 giocatori.
Espandibile.
Meccaniche di gioco collaudate e rivisitate in modo davvero interessante.
Regolamento ben scritto.
Contro:
Veste grafica e materiali scadenti (in particolare le monete di plastica e plancia del giocatore).
Manca di originalità.
Può risultare claustrofobico in alcuni frangenti.
Durata del gioco poco governabile (dipende anche da come i giocatori gestiscono la propria mano di carte).
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