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Voto recensore:
7,3
Ambientazione
Sei è un gioco incredibile. Non è la sparata di chi scrive la sua prima recensione di un gioco, ma la pura realtà.
Alcuni elementi di garanzia c'erano già nel DNA stesso del gioco, visto che il padre è lo stesso Wolfgang Kramer del celebrato "El Grande" (per tacer di "Heimlich & Co", "Auf Achse", "Tikal" e "Torres" che gli hanno consentito, ad oggi, d'essere l'unico autore ad aver vinto ben 5 volte lo Spiel des Jahres), ma tutto ciò non dice ancora nulla di Sei (premiato anch'esso con il Deutscher Spielepreis). Dice qualcosa di più il fatto che il gioco (nella versione americana si presuppone) ha vinto il premio del Mensa... ebbene sì, proprio quello dei cervelloni D.O.C., quelli con il quoziente intellettivo a sei cifre.
Arriviamo quindi al nocciolo.

Il Gioco
Sei è un gioco semplice nella sua struttura: ogni giocatore prende 10 carte. Sulla tavola ne vengono poi poste altre quattro scoperte, queste sono l'inizio di altrettante file che i giocatori, a turno, dovranno continuare con le carte in loro possesso.

Prima regola: ogni carta calata dal giocatore deve essere maggiore di quella che la precede nella fila. Seconda regola: il giocatore deve mettere la propria carta nella fila dove sia minore la differenza fra la carta calata e quella già presente in tavola. Il problema sorge quando la carta del giocatore è la sesta della fila, perché in quel caso il giocatore deve prendere le cinque carte precedenti e mettere la propria come prima di una nuova fila. Il dramma è tutto qui: chi più prende, più perde! Le carte hanno ciascuna un valore che non è quello nominale, ma quello indicato da alcuni pallini neri posti in alto.

La tragedia del giocatore non è però motivata da un suo volersi fare del male ad ogni costo (ci sono cinque carte e io ci metto la sesta così perdo), nooo, la tragedia del giocatore è che la scelta della carta è fatta a monte, contemporaneamente a tutti gli altri che, vedendo la situazione in tavola scelgono una carta che pongono coperta di fronte a se stessi, poi, e solo dopo, queste carte vengono scoperte e, da quella con il valore nominale più basso, poste nelle file. A quel punto sono le regole ad obbligare la carta (e quindi il giocatore) a posizionarsi in una fila che ne frattempo potrebbe essersi riempita.
Il gioco diventa quindi sottile, strategico a tratti, arricchito anche dalle altre regole (4 in tutto) che qui omettiamo per evitare di trascrivere il regolamento per intero.

Considerazioni
Sei è semplice, ma dannatamente divertente, capace di coinvolgere e dare assuefazione (non si riesce a smettere). Non vi stupite se il primo ad arrivare a 66 punti (il perdente), nonostante l'ora tarda e mentre tutti già si stanno alzando per andare a dormire, guardi torvo quello con le carte in mano apostrofandolo con un brusco: "Dai le carte... muoviti!".
Pro:
Semplice da un punto di vista di regole e veloce nel suo svolgimento, risulta stimolante e divertente fin dalla prima partita.
E' un gioco per tutti (hard gamers e neofiti), ottimo per passare del tempo con gli amici ma che non perdona nessuno.
Costa pochissimo e sta anche nella tasca di un giubbotto... che volete di più?
Contro:
Sei non presenta difetti, né strutturali, né di gioco. Lo trovate dal tabaccacio, in edicola o dal benzinaio (basta che venda mazzi di carte dal Negro e con buona probabilità ci troverete anche Sei) e forse solo questo è il suo difetto: potrebbe passare inosservato.
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