Taj Mahal gioco eccezionale e piuttosto brutale
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Taj Mahal
(30 novembre 2023)
Gioco che mi ha molto divertito e mi ha tenuto incollato al tavolo, senza davvero comprendere il passare del tempo.
Come sempre in Knizia, ci sono elementi del gioco, non conosciuti da parte dei giocatori, che si svelano, piano piano, nel corso della partita: prevale, pertanto, l'elemento tattico rispetto a quello strategico.
Ci si deve continuamente adattare, in base alle scelte degli altri giocatori, reimpostando la propria strategia di gioco: ciò rende ogni singola mossa mai banale e sempre determinante.
Si nota interazione diretta: è possibile rubare carte dalla mano degli avversari.
Emerge anche una forte interazione indiretta:
- nella scelta delle carte da giocare per influenzare la provincia (molti colpi bassi sono possibili, visto che le scelte di tutti sono visibili);
- nell'atto di ritirarsi, momento in cui si sceglie quale vantaggio si vuole ottenere e si posizionano palazzi in mappa.
L'azione, che può essere assimilata all'invocazione di RA, dell'omonimo gioco, provato di recente, appare, però, decisamente più rilevante e determinante per condizionare l'andamento del turno.
La medesima azione, fatta all'inizio turno, può essere una mossa strategica fondamentale: dà maggiore possibilità di scelta nel mercato e fa ottenere una carta coperta dal mazzo di pesca e potrebbe diventare utilissima se la provincia da influenzare sia molto distante dai propri palazzi o non fornisca bonus remunerativi.
La mappa è uno spazio fondamentale di gioco ovviamente. Infatti, il posizionamento, casuale, delle province deve essere studiato con attenzione, ancora prima di iniziare a piazzare i palazzi, per programmare come sviluppare la propria rete (che, ricordiamo, può dare fino a dodici punti in un colpo solo, all'ultimo turno).
Da non sottovalutare, inoltre, la possibilità di prendere o rubare le carte speciali, che vanno giocate insieme a quelle colorate e danno un vantaggio da sfruttare prima possibile poiché passano velocemente di mano in mano.
Non banale, infine, è la scelta delle carte dal mercato, a fine turno, vero elemento strategico del gioco.
Occorre, infatti, bilanciare il vincolo del colore da giocare nel turno con la necessità di collezionare più influenza su una determinata categoria di personaggi. La scelta deve tenere conto anche del numero di carte che hanno gli avversari: si può, infatti, rischiare di pescare combinazioni, apparentemente, meno favorevoli, sfruttando la temporanea debolezza di uno o due avversari, nel turno seguente, cercando di prevedere le possibilità di vittoria, anche in considerazione dei bonus che offrirebbe la provincia da visitare.
Un gioco super bilanciato, dove le scelte strategiche sono tantissime ma in un contesto di regole asciutto e facilmente comprensibile.
Una forte interazione, anche cattiva, dove si agisce per blocchi e controblocchi; circostanza in cui ogni carta giocata non va mai sprecata ed è pesante come un macigno.
Una mappa centrale essenziale nelle forme ma determinante nella sostanza.
Come sempre, Knizia mi attrae enormemente: non è mai banale, sa bilanciare tutti gli elementi di gioco, regalando esperienze super competitive nelle quali, raramente, si esce fuori dalla contesa, nei primi turni, ma ci si contende, punto su punto, la vittoria, con una forte tensione agonistica fino alla fine.
Il tutto con regolamenti semplici, chiarissimi che consentono di aprire la scatola e iniziare a giocare già dopo pochi minuti di spiegazione.
Si merita, come di consueto, un mio fragoroso applauso.
Navegador
(7 dicembre 2023)
Che dire?
Come tutti i giochi dell'autore, il comparto regolistico è snello e semplice da comprendere anche perché fortemente intuitivo. Meccanica classica (cavallo di battaglia dell'autore) è la rondella: le azioni sono piazzate su una ruota ed è possibile farne una alla volta, gratuitamente, entro tre spazi dalla precedente. Concetto tanto semplice da capire quanto davvero raffinato nella sua implementazione.
Come emerge dalla partita, tutto è studiato nei minimi particolari poiché le varie azioni (tra loro fortemente interdipendenti) sono piazzate, l'una dall'altra, a una distanza perfettamente studiata in modo da rendere tutto essenziale ma anche né troppo facile né troppo difficile da raggiungere.
Un equilibrio complessivo tra tutte le componenti meccaniche del gioco rende la partita fluida e intuitiva fin quasi dalla prima mossa.
Un esempio di gioco economico nel quale effettivamente vengono simulate le regole di un mercato globalizzato dell'epoca medievale, in un perfetto bilanciamento tra investimenti e ricavi.
Le navi e i lavoratori, l'azione mercato (che si ripete due volte sulla rondella) sono perfettamente distanziate e anche intervallate tra loro, in modo da rendere possibile l'incremento della forza lavoro o della flotta per poi sfruttarle nelle attività di produzione e vendita.
L'azione mercato è, tanto semplice, quanto potenzialmente distruttiva: la possibilità di vendere e produrre nello stesso turno consente di fare degli affari enormi a discapito di chi segue nel gioco il quale potrebbe vedere le risorse su cui ha puntato decurtate di prezzo in modo notevole.
Ed ancora, occorre prestare attenzione all'accaparramento di risorse e alla costruzione di edifici: i due aspetti sono anch'essi interdipendenti.
Infatti, maggiore quantità di risorse (azione colonie) daranno grandi guadagni in sede di vendita ma il numero degli edifici produttivi daranno eguale ricchezza nella fase di produzione, in un perfetto bilanciamento, anche perché l'autore ha intelligentemente reso impossibile vendere e produrre la stessa merce con un'unica azione, in modo da evitare oscillazioni speculative del prezzo del bene.
I privilegi, su cui, in verità, si è puntato poco nella partita di ieri sera, per inesperienza sono determinanti nel finale di partita che ci ha visto distanziati per pochissimi punti.
Ogni singolo privilegio può essere essenziale e determinante; va, quindi, scelto con cura, ragionando in modo strategico su quale tipologia di settore del gioco approfondire maggiormente.
Ne è prova la nostra partita in cui tre su quattro siamo rimasti distanziati di appena tre punti (75, 73, 72).
Il gioco ha anche una componente di racing game: non ci sono round prestabiliti ma la condizione di fine partita dipende dai giocatori (arrivare a Nagasaki o acquistare tutte le fabbriche produttive); questo aspetto accresce la rivalità e l'attenzione dei giocatori che devono valutare, con attenzione, se spingersi rapidamente verso la fine o attendere per acquisire altri potenziali punti.
Infine, cosa di non poco conto, la carta Navegador. Questa carta brucia nelle mani dei giocatori poiché consente un'azione esplorazione gratuita a inizio turno; azione che deve essere strategicamente usata al momento opportuno anche perché passa velocemente di mano.
In sostanza, un gioco molto equilibrato in tutte le sue parti, con un sistema di punteggio lineare che premia il giocatore che ha curato meglio il suo sistema di sviluppo economico.
Senza particolari eccezioni, regolette, complicazioni inutili, Navegador si presenta come una delle massime espressioni di gioco economico moderno, dai materiali piacevoli al tatto e alla vista, con un flusso di gioco che spinge alla competizione serrata tra i giocatori (anche piuttosto velocemente per la durata contenuta) e, al tempo stesso, grazie anche al meccanismo di conteggio dei punti di fine partita, lasciando l'incertezza sul vincitore fino all'ultima mossa.