Earth, la recensione

Inside Up Games

Un'insalatona di punti per i giocatori al tavolo.

Giochi collegati: 
Earth
Voto recensore:
7,0

Forte del successo ottenuto nella campagna Kickstarter, finanziata da più di 10.000 sostenitori, Lucky Duck Games porta in Italia Earth, gioco da 1 a 5 persone, basato su meccaniche di piazzamento tessere, gestione mano e follow, che si gioca in partite che vanno dai 45 ai 90 minuti. Vediamo se sotto tutto questo clamore ci sta un buon gioco.

In cosa consiste il gioco

Il setup è veloce e prevede di mettere 4 carte fauna (obiettivi in partita) e 2 carte ecosistema (obiettivi di fine partita) scelte a caso sulla plancia comune, poi ogni giocatore sceglie una carta isola, una clima e una ecosistema tra le due per tipo che gli vengono date. Siamo pronti a partire.

Nel proprio turno il giocatore in possesso del segnalino “giocatore attivo” sceglie una delle quattro azioni disponibili: come in Puerto Rico il giocatore attivo svolgerà l’azione alla massima potenza, mentre l’azione degli altri giocatori sarà leggermente depotenziata.

Le azioni sono:

1) Piantare (associata al colore verde). Chi sceglie può giocare due carte sulla sua griglia di 4x4 carte, poi pesca quattro carte dal mazzo e ne sceglie una da tenere. Gli altri possono solo giocare una carta e pescare la prima carta del mazzo. In ogni caso le carte giocate si pagano con i segnalini suolo, la moneta del gioco.

2) Compostare (associata al colore rosso). Si guadagnano cinque segnalini suolo e si mettono due carte dalla cima del mazzo nel compost (in pratica un mazzo di scarti che vale punti a fine partita). Gli altri scelgono se guadagnare due segnalini suolo o mettere due carte nel loro compost.

3) Annaffiare (associata al colore celeste). Si ottengono sei cubi germoglio da mettere sulle carte e due segnalini suolo. Gli altri prendono o due cubi o due segnalini suolo.

4) Crescere (associata al colore giallo). Si pescano quattro carte e si prendono due pezzi di tronco/chioma da piazzare sulle carte. Gli altri si accontentano o di due carte o di due pezzi di tronco. 

Finita l’azione principale si attiveranno le abilità del colore corrispondente all’azione scelta sulle carte della griglia e della plancia personale, partendo dalla prima carta in alto a sinistra e procedendo riga per riga. Le abilità faranno pescare carte, compostare carte dalla mano o dal mazzo, aggiungere germogli o tronchi sulle carte e guadagnare segnalini suolo, di solito pagando una risorsa per trasformarla in un'altra.

Il primo che completa la sua griglia fa scattare il fine partita, non prima però di aver concluso il giro in modo che tutti abbiano avuto lo stesso numero di azioni scelte.

Si procede quindi alla conta dei punti, che verranno assegnati praticamente per ogni cosa che avete fatto: carte nel compost, il valore delle carte sulla vostra griglia, il numero di germogli, il numero di tronchi, obiettivi e altro ancora.

Materiali

Tutto l’armamentario classico di un eurogame: carte non telate, ma belle spesse e rigide, cubetti, plance spesse ma che tendono ad imbarcarsi, segnalini vari e loro, i pezzi in legno di tronchi e chiome che fanno tanta scena sul tavolo apparecchiato. Il gioco indubbiamente ha beneficiato della produzione Kickstarter, arrivando in retail con un ottimo rapporto qualità/prezzo. 

Regolamento e ambientazione

Il regolamento è ben scritto e lascia pochi dubbi, anche se sarebbe servita un’appendice con la spiegazione di alcune carte, alle volte un po’ criptiche. Sul sito dell’editore e su BGG si trovano comunque le FAQ.

Le immagini sulle carte e i segnalini tronco e chioma ce la mettono tutta per far percepire l’ambientazione, che però non risulta particolarmente sentita. Non aiuta il fatto che il gioco risulti un po’ meccanico, con tutto quel mettere e togliere segnalini di vario tipo dalle carte.

Commento

Earth è un gioco dai molti pregi. Innanzitutto, la meccanica del seguire rende le partite veloci e senza perdite di tempo, dove tutti sono sempre attivi e con qualcosa da fare. L’attivazione delle carte della propria griglia poi fornisce un’indubbia soddisfazione, garantendo un motore sempre più potente ad ogni nuova carta giocata. La caccia agli obiettivi rende infine il gioco un po’ più frizzante, dando quel minimo di interazione che altrimenti risulterebbe non pervenuta: le carte ecosistema sono l’unica cosa su cui i giocatori vanno a competere, visto che durante la partita quando qualcuno ha i requisiti per reclamarne una lo fa e chi primo arriva meglio alloggia (non sono esclusive, ma i punti variano dai 15 per il primo ai 5 per l’ultimo).

La scalabilità è ottima e ogni giocatore aggiunto non fa aumentare di troppo la durata della partita. È presente anche un bot per il solitario, gestito da un mazzetto di sei carte di facile e veloce gestione, configurabile in quattro livelli di difficoltà e che ai livelli più alti risulta sfidante e abbastanza difficile da battere. Un sincero plauso all’autore per questa modalità di gioco apprezzata da sempre più giocatori.

Il gioco sembra accuratamente bilanciato, senza carte troppo forti o con combo distruttive. L’autore ne parla qui nel suo designer diary, illustrando tutto il processo di bilanciamento tramite un foglio di calcolo con annessa formula lunga svariate righe. Ecco, per me uno dei suoi maggior pregi diventa anche uno dei suoi peggiori difetti. Mi spiego meglio.

L’estremo bilanciamento delle carte porta a una esperienza di gioco un po’ piatta: qualsiasi azione che verrà scelta ci porterà a mettere cubetti, scambiare un cubo per un tronco, levare un tronco per pescare carte e così via. Verrà sì premiato il miglior motore di gioco, ma sembra quasi che le azioni, Piantare a parte, siano un po’ tutte equivalenti e portino allo stesso risultato: manca il fuoco d’artificio, l’effetto speciale che ti faccia esultare dal piacere per una combo ben riuscita.

La cosa più vicina all’effetto speciale sono le carte terreno, che danno possibilità di guadagnare punti in vario modo e permettono strategie diverse (per esempio ce n’è una che fa compostare 20 carte dalla mano, una che dà punti per quante carte ci sono nel compost, un’altra ancora che fa guadagnare punti per le carte in mano).

Non ci sono particolari restrizioni nel giocare le proprie carte, costo in segnalini suolo a parte, e praticamente tutte le azioni fanno guadagnare punti; è un gioco piacione sviluppato per essere accessibile al maggior numero di persone possibile.

Vista l’insalatona di punti il calcolo del punteggio finale è noiosetto e prende tempo, praticamente l’azione più lunga di tutto il gioco.

Come si raffronta con la concorrenza

Ce lo prova a dire direttamente l’autore in questo post, dove paragona Earth con altri giochi simili come Ark Nova, Terraforming Mars, Wingspan, Race for the Galaxy e Gizmos, peccando però della sindrome dello “ogni scarrafone è bell'a mamma soja”.

Le cose che l’autore scrive sono in larga parte condivisibili, ma si torna al discorso dei fuochi d’artificio. Per me il maggiore difetto del titolo è che ogni volta che lo gioco mi sembra di fare sempre la stessa partita e nemmeno il grande numero di carte disponibili riesce a dare tutta quella varietà che ci vede l’autore: avendo la possibilità di scelta selezionerei Earth dopo qualsiasi altro gioco presente nella lista (sì, anche dopo Wingspan).

Conclusione

Earth è un bel gioco, non vorrei esservi sembrato troppo negativo nel giudizio, ma gli manca quel guizzo che lo elevi allo status di pietra miliare del settore.

È come andare al sushi all you can eat: ti alzi sfamato e soddisfatto, ma sai che la vera qualità sta da qualche altra parte.

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Commenti

è proprIO brutto... diciamocela tutta!

 

su BGG gli ho dato Voto 4,5

Boh non brutto non bello, anche a me dá la sensazione di ripetizione e la mancanza di un qualcosa che mi faccia divertire.

Anche per me un gioco che funziona, ma poco interessante e abbastanza ripetitivo.

Mi è parso un incrocio tra un astratto e un engine building, e risulta troppo lungo per la prima categoria e poco soddisfacente per la seconda.

"L’estremo bilanciamento delle carte porta a una esperienza di gioco un po’ piatta" è una frase che andrebbe fatta leggere a decine di game designer

Francesco Rimini scrive:

"L’estremo bilanciamento delle carte porta a una esperienza di gioco un po’ piatta" è una frase che andrebbe fatta leggere a decine di game designer

Ohhhh, parole sante, sempre pensato!

per inciso, questo titolo era stato pubblicizzato come il Wingspan-killer.

al di là dei meriti e demeriti dei singoli giochi,  a posteriori non mi sembra sia stato così.

D'accordo con la parte critica della recensione, ma a questo punto non mi spiego il 7. Nel mio gruppo ci siamo assestati sul 4,5. Un gioco piatto e scialbo, di cui ci scorderemo prestissimo.

Leggendo la recensione avevo voglia di provarlo e dargli una chance.. i commenti mi fanno ricredere

Dam94 scrive:

D'accordo con la parte critica della recensione, ma a questo punto non mi spiego il 7. Nel mio gruppo ci siamo assestati sul 4,5. Un gioco piatto e scialbo, di cui ci scorderemo prestissimo.

Il 7 per me indica un buon gioco a cui ogni tanto posso rifare anche una partita. Al netto delle criticità evidenziate lo trovo ottimo per un target family e da associazioni. 4,5 mi sembra veramente pochino, visto che non farà faville, ma non è rotto, ingiocabile, con strategie dominanti, etc etc

spip74 scrive:

Il 7 per me indica un buon gioco a cui ogni tanto posso rifare anche una partita. Al netto delle criticità evidenziate lo trovo ottimo per un target family e da associazioni. 4,5 mi sembra veramente pochino, visto che non farà faville, ma non è rotto, ingiocabile, con strategie dominanti, etc etc

 

Ci sono giochi con strategie dominanti che sono comunque molto belli (Tzolkin?), e giochi perfettamente equilibrati ma insignificanti. Questo Earth l'ho provato una volta ed è di una noia mortale.

 

L'idea che un gioco che "funziona meccanicamente" e che è "equilibrato" sia per questo bello mi ha sempre lasciato perplesso.

A me il gioco non dispiace, secondo me è giocabile con piacere seppur c'è di meglio in giro 

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