Complimenti per la per la recensione! Difficilmente mi appassiono a questi articoli ma sei stato conciso il più possibile e obiettivo! Io passerò il gioco perché non mi piacciono le ruote della fortuna, o meglio potrei tentare ma a costi più accessibili. Questo ha tutta l'aria di superare i 200... O arrivarci vicino...
Introduzione
Immaginate. Un panorama onirico in continuo movimento, dove dietro un armadio ci può essere tanto un serpente pronto a colpirvi quanto qualcuno pronto ad aiutarvi, con la stessa probabilità. Ora immaginate di essere un sognatore all'interno di questo sogno e di non aver la benché minima idea del perché e del per come siate finiti lì e di quale sia il vostro scopo. Chissà se tutto questo si scoprirà prima della fine...
Beh, benvenuti in Etherfields, la nuova fatica della polacca Awaken Realms, che già ci ha portato giochi del calibro di Nemesis, Lords of Hellas, The Edge, Tainted Grail e ISS Vanguard (quando arriverà).
Al contrario di quanto avviene in Etherfields però, procediamo con ordine in quello che si può definire il secondo capitolo del filone narrativo della casa polacca.
Ambientazione [ ? su 2,5]
Definire l’ambientazione di Etherfields è difficile. A livello di macro trama, senza fare spoiler, non si capisce pressoché nulla. O meglio, ogni tanto si hanno barlumi di comprensione, ma poi succedono cose talmente strane in talmente tanti posti diversi e improbabili che ci si perde e ci si ritrova in un ciclo infinito fino alla conclusione!
È bellissimo però come ogni singolo componente del gioco trasudi ambientazione. Le carte, la mappa, i nemici, tutto è ambientazione e tutto riesce a restituire il senso di stupore che ci si può aspettare da un gioco del genere.
Materiali [ ? su 2,5]
I materiali di Etherfields sono, al solito, come ci si può aspettare dalla Awaken Realms, molto curati. Quasi tutto alla perfezione, se non l’inserto in cui le carte imbustate entrano solo se ne spostate metà in un'altra scatola.
Anche la componentistica è molto curata e ogni cosa ha una sua funzione e una sua utilità, quindi da quel punto di vista siamo a posto.
Regolamento e plancia, invece, sono un discorso a parte.
La plancia, ergonomicamente parlando, è un disastro: in qualsiasi numero di giocatori si ha sempre la sensazione di essere "storti" e ci sarà sempre il giocatore che lo sarà per davvero. Giocare senza? Un’opzione sicuramente, ma dopo poche ore nel mondo di Etherfields ci si affeziona persino alla plancia!
Alcuni consigliano addirittura di tagliare la plancia per risolvere il problema… A giudicare dalle foto sembra un'ottima soluzione, ma ne vale davvero la pena?
Il regolamento invece è, sì, un obbrobrio, ma un obbrobrio quasi performante. Mi spiego meglio. Se vi leggete il regolamento di Etherfields senza saperci giocare sembrerà di leggere marziano, ma una volta che saprete quello che fate, grazie all’index in casi di dubbi, si va via spediti. Per come è fatto il gioco, poi, tante regole appariranno sotto forma di carta, quindi il manuale coprirà comunque solo una parte delle regole.
Giustamente, vi starete chiedendo come si può iniziare a giocare ad Etherfields senza leggere il regolamento, ovviamente passando subito al tutorial! Però sappiate che il tutorial si capisce alla perfezione solo se si è letto il regolamento!
Gameplay [ ? su 5]
Gioco? Quale gioco?
Etherfields è innanzitutto un gioco a campagna che vi terrà incollati al tavolo per ore e ore nel dipanarsi dell’onirica storia. Di fatto è un’avventura punta e clicca o un libro game diviso in due fasi: i sogni e l’esplorazione di Dreamworld. La meccanica del deck building c’è, sì, ma è basata sul principio del “tutto è situazionale”, quindi le fanta-combo sono sì possibili, ma non è una cosa su cui poter contare!
Etherfields, in entrambi le sue fasi, si riduce a un “ho in mano abbastanza simboli per poter arrivare al punto x e fare y”. Ci sono sì dadi da tirare, carte da giocare e abilità disparate per modificare il numero di simboli a propria disposizione, ma non si ha mai davvero la certezza, come giocatore, di star decidendo qualcosa per davvero se non “ho abbastanza simboli per poter arrivare al punto x e fare y?”.
Nella fase sogno tutto questo sarà votato al cercar di raggiungere l’obiettivo stabilito e nel mentre sopravvivere/esplorare l’ambiente mentre un inesorabile timer dato da delle carte turno non scenderà a zero sancendo, la maggior parte delle volte, la sconfitta dei sognatori... O chissà.
Nel magico mondo dell’internet ci si lamenta degli Slumber, che rallentano troppo il gioco e sono un po’ ripetitivi. Il che è sì vero, ma sono allo stesso tempo necessari per poter massimizzare le prestazioni del giocatore. Un male necessario, che potrebbe annoiare e frustare più spesso che divertire, a cui però l’Awaken Realms ha già annunciato di mettere mano con una variante di gameplay... prima o poi.
Conclusione
E quindi ? Che gioco/non gioco è Etherfields?
E chi lo sa...
Per chi predilige il gameplay sopra ogni cosa è a malapena un 6. Per chi fa dell’ambientazione il punto focale probabilmente il gioco è un 10. O, magari, chi cerca il mezzo lo troverà un 8.
La verità però esiste e io vi sconsiglio di leggerla. Rimanete nel dubbio. Giocate il gioco e poi fatevi un’idea senza lasciarvi influenzare, perché il divertimento/valore di Etherfields come in pochi altri casi lo fa il giocatore.