Wacky Races, ovvero il gioco del cartone animato di corse più folli del mondo, in cui il vero protagonista era Dick Dastardly col suo fido cane Muttley, protagonista negativo, antieroe vero ed anche l'unico a non vincere mai. La cosa più spiazzante e sorprendete di Wacky Races, infatti, era che a turno vincevano un po' tutti: in quel mondo di cartoni in cui c'era sempre un eroe ben definito che andava alla fine sempre a trionfare, Wacky Races lasciava l'esito della corsa sempre incerto, rendendo protagonisti a turno una serie di scalcagnati comprimari.
Per 2-6 partecipanti, 20 minuti circa di durata, dedicato a un pubblico di bambini (8+), si basa su meccaniche di gestione mano (si fa per dire) e poteri variabili. Porta le firme di Andrea Chiarvesio e Fabio Tola ed è edito, anche in italiano, da CMON.
Come si gioca a Wacky Races
Ufficialmente ci sono sempre
sei macchine in gara, scelte tra le dieci disponibili, più Dick Dastardly. Si forma la pista disponendo a caso le
tessere percorso, ciascuna raffigurante un colore di terreno, in quattro tipo totali, più un paio di tessere speciali che hanno effetti di catch-up, ovvero danno un qualche bonus all'ultimo pilota in gara.
Ogni giocatore ha una mano di tre carte che rimpingua sempre a fine turno e, per muoversi dalla prima tessera alla successiva, è sufficiente scartare una carta qualsiasi; poi, se vuole fare altri avanzamenti, deve scartare una carta identica al terreno in cui si trova attualmente. Ogni tessera del percorso ha solo due posti liberi, più uno centrali riservato a Dick Dastardly e se tutti sono occupati, si salta direttamente alla tessera successiva.Al proprio turno è anche possibile usare una delle quattro abilità speciali che si possiedono, scritte sulla scheda della macchina.
Dastardly avanza dopo che ogni giocatore umano ha effettuato il turno, catapultandosi nella tessera corrispondete all'ultimo colore giocato con le carte: se si trova in testa alla gara, piazza qui una carta trappola e poi si risposta in fondo alla corsa, in ultima posizione.
Si procede in questo modo fino a che uno non taglia il traguardo per primo.
Materiali ed estetica
Direi che il 49% del gioco lo fanno le macchinine predipinte, che sono il vero pezzo forte di tutta la confezione, peraltro non esattamente economica. Carte e tessere terreno sono nella norma, anzi anche un po' tristine, così come le schede personaggio, abbastanza anonime, grigie e sottili. Però insomma, l'impatto scenico degli undici giocattoli non è assolutamente da sottovalutare, soprattutto sui più piccoli.
Effetto nostalgia
L'altro 49% lo fa l'effetto nostalgia. Per chi ha seguito il cartone e si è fatto grasse risate alle disavventure di Dastardly e compagni, ha tifato per una macchina in particolare (i cavernicoli), ne ha odiata un'altra (Penelope) e si è sorpreso ogni volta a vedere un finale di gara rocambolesco, rivivere in prima persona quelle piccole emozioni è un valore aggiunto.
Il 2% che manca
Sono le meccaniche. Perché va chiarito bene, dato che ci sono persone che in giro si lamentano di come funziona il tutto, dopo averlo comprato e senza aver letto prima le regole o quanto meno quell'8+ in copertina che qualche sospetto doveva farlo nascere, che il gioco sia troppo banale.
Lo è, banale, volutamente. È un gioco per bambini, che può essere dato in pasto a un gruppetto di fantetti urlanti ed esagitati dopo una sommaria spiegazione, mostriciattoli che fanno la seconda, terza elementare al massimo.
Quindi in sostanza sì: peschi le carte, speri che corrispondano al terreno, al massimo ti chiedi se giocare una o due abilità speciali del personaggio. Fine. Non ci trovate altro.
È piaciuto a mia figlia?
L'impatto è stato indubbiamente molto positivo e ha voluto provare diverse macchine, vincendo parecchie volte (un po' per merito, un po' perché il papà si è “dimenticato” di giocare qualche carta). Ho visto che poi, passato il primo momento, me lo ha chiesto meno di altri titoli, forse perché il gioco è parecchio ripetitivo, nonostante le trappole che lo movimentano un po' e che però aumentano anche quella spiacevole sensazione di vincere o perdere non per meriti/demeriti propri.
Quindi onestamente non mi sento di consigliarlo ad occhi chiusi per un bimbo, come magari altri titoli, a meno che magari non siano già appassionati a macchine e corse o non gli abbiate fatto vedere prima una buona dose del cartone, per coinvolgerlo.
Conclusione
Con Wacky Races vi divertirete se siete un bambino o se il richiamo nostalgico è più forte della razionalità. Diversamente lo accantonerete molto presto sullo scaffale.