Un gioco stupendo, sicuramente il mio astratto preferito (beh, dopo Abalone).
… Tensione e concentrazione erano spasmodiche. Il tavolo da gioco era avvolto da un silenzio quasi assoluto, rotto ogni tanto solo dal miagolio lontano di qualche gatto.
Erano lì da sempre… o questa almeno era la sensazione che provava... partita dopo partita, lui contro il suo maestro misticamente avvolto da quell’aurea di nobile vecchiezza.
Ad un certo punto l’anziano mentore appoggiò piano sul tavoliere la pedina che teneva in mano, rivolgendogli uno sguardo pieno di divertita tranquillità. Collocò il pezzo giusto all’incrocio tra due file fino ad allora incomplete… “Quarto!” sentenziò con voce asciutta il vecchio saggio, vincendo così l’ennesima partita.
Il giovane allievo tradì il proprio disappunto maledicendo a bassa voce molteplici e sconosciute divinità ludiche.
“Non c’è nulla da fare maestro, c’è sempre almeno una delle quattro caratteristiche che mi sfugge!” esordì a quel punto, ad alta voce e sbuffando, l’allievo sconsolato.
L’uomo dalla lunga barba canuta allora sorrise benevolo, versando del tè bollente da un grande bricco di ghisa in una scarna tazza di legno, lo stesso con cui erano fatte le pedine ed il tavoliere del gioco. Da fuori si udirono altri gatti miagolare sul far della sera. “Le parti e il tutto…” sussurrò quasi tra sé e sé mentre portava alle labbra la tazza fumante.
“Cosa avete detto maestro?” chiese timidamente il discepolo.
In quel preciso istante l’aurea di vecchiezza sembrò risplendere fulgida più che mai attorno alla nobile figura del precettore. “Le parti e il tutto… ragazzo… ogni pedina è una parte del tutto. Non fermarti mai a pensare alla singola caratteristica, ma sempre all’insieme delle parti. Pensa al tutto! Ed ora giochiamone un’altra” disse laconico…
Il gioco
Ebbene sì, se non si fosse ancora capito dopo questo ameno racconto zen (si fa per dire), stiamo proprio parlando di Quarto!, gioco astratto ideato dal matematico svizzero Blaise Muller, adatto a grandi e piccini (dagli 8 anni in su), con una durata media indicata di 15 minuti a partita. Un titolo specificatamente pensato per 2 giocatori, edito dalla francese Gigamic e distribuito in Italia da Oliphante.
Attualmente Quarto! lo si può trovare in vendita in ben cinque diversi formati: Quarto!Deluxe, Quarto!Classic, Quarto!Gigante, Quarto!Pocket e Quarto!Mini. Ce n’è insomma per soddisfare ogni tipo di gusto personale e di esigenza pratica! Questo però potrebbe far sorgere un dubbio legittimo. Risolviamolo subito. Le uniche differenze tra i diversi formati riguardano esclusivamente dimensioni, qualità e tipologia dei materiali usati (legno o materiale plastico). Le regole invece sono ovviamente le medesime a prescindere che si giochi con la versione Deluxe o con quella Mini.
Diciamo poi che, seppure la prima edizione di Quarto! risalga al lontano 1991, già la sola presenza di così tante versioni disponibili sul mercato suggerisce abbastanza plasticamente il successo di questa intelligente variante dello storico Forza 4. Ora però che abbiamo fatto tutte le presentazioni del caso, veniamo al sodo. Ovvero cosa contiene la scatola di Quarto! e come si gioca, sapendo che la parola d’ordine in entrambi i casi è elegante essenzialità.
Quindi, ad esempio, per la pedina scura-alta-bucata-quadrata (che sarà unica come ogni altro pezzo) è presente il suo opposto chiaro-basso-pieno-tondo, che differisce per tutte e 4 le caratteristiche possibili; mentre la pedina scura-alta-bucata-tonda si distingue dalla prima solo per una caratteristica (l’essere tonda anziché quadrata). Ci sarà un’altra pedina scura-alta-piena-tonda che invece differirà per due caratteristiche sempre dalla prima (piena e tonda anziché bucata e quadrata). E così discorrendo per tutte le sedici pedine e le loro combinazioni possibili.
Ai giocatori il compito di scegliere una qualsiasi di queste sedici pedine, a disposizione di entrambi i giocatori, e porgerla al proprio avversario che la dovrà posizionare a sua discrezione in una delle sedici caselle ancora libere del tavoliere.
Una volta eseguita la mossa, quello stesso giocatore sceglierà un altro pezzo per l’avversario che lo disporrà a sua volta sulla plancia e via così fino all’esaurimento delle pedine a disposizione o alla dichiarazione a voce alta da parte di uno dei due contendenti del fatidico “Quarto!”.
Ma com’è che si fa a vincere urlando a squarcia gola “Quarto!” con un’indescrivibile soddisfazione dipinta sul volto? Beh, banalmente… si fa molto per dire… il primo giocatore che riuscirà ad allineare 4 pedine con almeno una caratteristica in comune (ad esempio tutte quadrate) lungo una riga, una colonna o una diagonale, sarà il vincitore! E se non se ne accorgesse, dite voi? A vincere sarà l’avversario dichiarando “Quarto!” nel turno successivo. Molto semplicemente. E se nessuno dei due se ne accorgesse? Pazienza. Ce ne faremo tutti una ragione e che il gioco continui.
Ma se invece alla fine la partita terminasse con un niente di fatto e tutte e sedici le pedine coreograficamente disposte sul tavoliere? In questo caso la partita è da considerarsi patta. Non sono previste condizioni di spareggio. E se… no, basta… le possibili condizioni di vittoria o pareggio le abbiamo elencate tutte!
Ora invece vi voglio parlare delle due interessanti varianti rispetto al gioco base contemplate nel regolamento.
La prima, pensata per i giocatori più piccoli, prevede di giocare considerando - come criteri di allineamento - meno caratteristiche rispetto alle quattro previste. Tre, due o addirittura solo una. Ad esempio potremmo decidere di distinguere le pedine solo per l’essere o alte o basse.
E se questa è una variante che tende a semplificare molto il gioco, la seconda per converso lo rende ancora più sfidante. Molto più sfidante per la verità. Infatti, come recita il regolamento, lo scopo del gioco sarà quello di creare il classico allineamento oppure una forma quadrata di 4 pezzi sempre aventi almeno una caratteristica in comune. Eh già… dovrete tener conto del formarsi contemporaneamente non solo di file da 4 ma anche di eventuali quadrati 2x2! Questo aggiungerà nove ulteriori possibilità di fare “Quarto!” oltre ad un notevole supplemento di concentrazione, ragionamento e capacità di osservazione! Ma se amate mettervi alla prova, questa variante fa decisamente al vostro caso.
Considerazioni
Ed ecco che così, tra una spiegazione e l’altra, siamo arrivati al fatidico momento delle considerazioni finali. Personalmente trovo Quarto! un piccolo grande gioiello. Elegante ed essenziale come pochi altri titoli. Un capolavoro nel suo genere. Ecco l’ho detto!
Come il gioco degli scacchi anche Quarto! fa sua la filosofia del “easy to learn but hard to master”, ovvero quattro regole in croce ma che nascondono una profondità di gioco notevole. Il fatto che ciascun giocatore debba scegliere il pezzo per farlo posizionare all’avversario, costringe a pensare sempre almeno un paio di mosse avanti rispetto a quella appena giocata. Idea tanto semplice quanto geniale, perché è proprio questa che probabilmente contribuisce in misura maggiore a rendere Quarto! un titolo così speciale.
Il vincitore sarà quasi sempre colui che (come nel gioco degli scacchi), riuscirà ad immaginare il maggior numero delle mosse successive - sue e dell’avversario - rispetto a quella appena fatta. E più partite avrete alle spalle, più mosse riuscirete ad “anticipare” nella vostra mente. Insomma, se volete giocare a Quarto!, scordatevi di vincere adottando la tattica del posizionamento “ad mentulam canis” per così dire… ovvero una pedina dopo l’altra in base all’estro del momento.
Qui c’è da usare la testa, divertendosi a farlo! E nel mentre che lo fate - in questo titolo che strizza l’occhio ad alcuni concetti basilari delle scienze cognitive – ricordatevi che ci sarà sempre almeno una caratteristica che cercherà bellamente di sfuggirvi! Sempre!
Ma voi, senza scoraggiarvi troppo e facendo leva sul vostro straordinario spirito di osservazione, dovrete in ogni istante tenere sott’occhio tutte le caratteristiche di tutti i pezzi in gioco e di quelli ancora da posizionare.
Una gran bella sfida, non c’è che dire, vero? Sì, a parer mio realmente stimolante per ogni appassionato giocatore da tavolo che si definisca tale! Di più. Questo titolo astratto - appartenente alla categoria dei giochi di allineamento - porta con sé una rigiocabilità pressoché infinita, esercitando il suo notevole fascino tanto sul giocatore occasionale quanto su quello navigato. E che apparteniate all’una o all’altra categoria, a Quarto! finirete per fare anche due, tre, quattro e più partite di fila senza che sia neppure trascorsa un’ora! Scettici al riguardo? Beh, considerate anche che i 15 minuti di gioco a partita sono sovrastimati. In media si va dai 5 ai 10 minuti. Parola di giocatore riflessivo!
E con questo credo di avervi raccontato davvero un bel po’ di cose a proposito di Quarto!. Non vi resta che provarlo! Io mi fermo qui perché - parafrasando Sir Winston Churchill - una buona recensione dovrebbe essere "come la gonna di una donna: lunga abbastanza da coprire il soggetto e corta abbastanza da suscitare interesse". Buon gioco da tavolo a tutti quanti!P.S. Se ora qualcuno mi chiedesse a bruciapelo un consiglio spassionato su quale versione acquistare, risponderei senza indugio Quarto!Mini, di cui sono anch’io un felice possessore. Questo perché la combinazione tra qualità, bellezza dei materiali (in legno), prezzo e soprattutto “portabilità” - ovvero le dimensioni della scatola, del tavoliere e delle pedine e la relativa praticità di utilizzo – rende questa versione compatta, a mio giudizio, una tra le scelte migliori, senza nulla togliere alle altre presenti sul mercato comunque ottime!
Ho portato e giocato la mia copia ovunque, apparecchiandola, spesso letteralmente in un fazzoletto di spazio, e riscuotendo sempre grande interesse e curiosità tra gli astanti! E posso sinceramente dire che non ha mai deluso le aspettative di chi l’ha giocato! E quando dico mai, intendo neppure una mezza volta!