un Dado sottotono, panino a parte.
Occorre anzitutto precisare che a dispetto degli abiti civili che porta nel suo errare quotidiano da una tazzina all’altra, per dar tempo ai pensieri di mettersi a fuoco, l’uomo da bar resta un guerriero a tutti gli effetti. Potremmo forse definirlo un guerriero in borghese, un Clark Kent con lombo-sciatalgia incorporata, ma è indubbio che egli combatta. I suoi nemici giurati sono l’ignoranza della gente, il qualunquismo, il razzismo, gli zingari, la ZTL, Kim Jong-un, i vegani, i naziskin e i leoni da tastiera.
L’uomo da bar porta i segni delle sue lotte nelle occhiaie concentriche, nell’ombra della ricrescita della barba sul mento e nell’aria sgualcita da giovanile tenente Colombo. Per arrivare in equilibrio al fondo della sua giornata e recuperare appena fiato ed energie, quindi, nei suoi spostamenti raminghi egli si appoggia sistematicamente.
I suoi appoggi preferiti sono: il bancone, il frigo dei gelati e il tavolino.
Per un uomo in transito, che ricerca 10 minuti di stabilità, un astratto solido ed essenziale come Pentago da accompagnare al caffè, può rappresentare un bello scoglio al quale aggrapparsi durante le traversate transoceaniche dell’ufficio quotidiano, per estinguere il mutuo di Damocle.
Pentago
Di Tomas Flodén edito da Kosmos \ Oliphante, si gioca con biglie bianche e nere su una griglia 6x6, suddivisa in 4 settori mobili 3x3. Nel proprio turno ogni giocatore posiziona una biglia del proprio colore e poi ruota di 90°, in senso orario o antiorario, uno qualsiasi dei quattro quadranti 3x3.
Scopo del gioco è riuscire ad allineare per primi 5 biglie del proprio colore, in verticale, orizzontale o diagonale.
L’uomo da bar che vorrà dargli fiducia, quindi, ne apprezzerà certamente le regole immediate e la giocata fluida, la necessaria concentrazione e il silenzio di guarnizione, anche la possibilità di una rivincita veloce prima del rientro il macchina.
Che l’uomo da bar nuoti sì per arrivare dall’altra parte, ma anche per non affondare; e cosi si aggrappa agli scogli come ai ricordi di Forza 4 di quando era bambino, perché i ricordi sono pietre galleggianti, e le bariste sirene bellissime.