
Lo schermo con la mano credo vinca il premio di schermo giocatori più brutto di tutti i tempi!
“Il giocatore che assomiglia di più a Enrico VIII o a una delle sue mogli inizia a giocare”: una delle regole da primo giocatore più bizzarre mai lette ci fa capire subito qual è l’ambientazione di Tudor.
La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e, in nessun modo, ha valore di recensione.
Tudor è un gioco della Academy Games, finanziato su kickstarter, per 2-4 giocatori esperti e con un tempo di gioco previsto di 90-120 minuti.
Siamo alla corte di Enrico VIII e i giocatori impersonano dei lord intenzionati a guadagnarsi i favori del re.
Partiamo con descrivere l’elemento scenico che salta subito all’occhio: la mano con gli anelli posizionata sullo schermo protettivo di ciascun giocatore. A seconda del colore e del dito in cui sono posizionati, gli anelli consentono delle azioni ulteriori o dei potenziamenti alle azioni base; i giocatori partono con due anelli e ne possono guadagnare altri nel corso della partita.
Nella corte possiamo riconoscere, nella parte in basso, tre anticamere che precedono altrettante camere di udienza (quelle con i tavoli); e poi la stanza del trono, con una griglia quadrata. In ciascun spazio della griglia vanno posizionate una tessera quadrata e una tessera rotonda.
Ogni turno di gioco prevede una prima fase di piazzamento cortigiani nelle tre anticamere; poi, per ogni anticamera, seguendo l’ordine di piazzamento, entrano nella corrispettiva camera di udienza, posizionandosi nella parte sinistra del tavolo (eventualmente scalzando altri cortigiani se non ci sono spazi liberi a sufficienza). Il passo successivo prevede di piazzare le pedine dei lord: queste vanno nella parte destra dei tavoli (ognuno ha due spazi a disposizione sulla destra).
Molte delle azioni a disposizione consentono di spostare i cortigiani nella stanza del trono, o di farli avanzare nella griglia. Ogni volta che un cortigiano si muove raccoglie le tessere presenti nella casella in cui arriva. Queste rappresentano tessere influenza, intrigo e fazione e hanno vari effetti nel gioco, determinati anche dallo scenario.
Se un cortigiano raggiunge l’ultima posizione in un colonna ottiene il famigerato anello da apporre alla mano sulla plancia; se è presente un Cortigiano avversario questi viene scalzato e l’anello è prelevato dalla mano dell’avversario.
Bella domanda; in realtà la cosa è alquanto articolata. Lo scenario è determinato da tre carte, una carta blu (scenario), una carta rossa e una verde chiamate scoring.
Al di là dell’elemento scenico - la mano con gli anelli del potere, che si fa indubbiamente notare -, Tudor è un gioco molto asciutto, quasi un astratto: per capire se fa per voi, il consiglio è di non farsi ammaliare dalle mani anellate.
L’interazione è tanta: si intuisce che il gioco è prono a bastardate. Le carte scenario possono cambiare molto le carte in tavola, proponendo di volta in volta situazioni differenti; per capirci ci sono tre carte rosse, tre carte verdi e cinque carte blu, da combinare a piacere (il regolamento, ovviamente, consiglia quelle per la prima partita).
Rimane da capire come questo aspetto si integri con il gioco, ovvero se la tanta agognata varietà è capace di creare situazioni sempre interessanti.
Alcune caratteristiche (quali l’essere asciutto e astratto) non lo rende proprio adatto ai miei gusti; ma, appunto, sono caratteristiche, non difetti. Sicuramente cercherò di farci una partita; per i giocatori german puri che cercano qualcosa di tosto, Tudor è da tenere d’occhio.
Lo schermo con la mano credo vinca il premio di schermo giocatori più brutto di tutti i tempi!
Lo schermo con la mano credo vinca il premio di schermo giocatori più brutto di tutti i tempi!
A me piace :) Un po' kitsch ma affascinante. Piuttosto, trovo ancora una volta terribili i volti di Lohausen. Non li sa fare, punto
Ma aiuto! io avrei paura a sedermi a un tavolo con quelle minacciose manone! ...
Sfido chiunque a sapere che aspetto avessero Enrico VIII, Jane Seynour o Anna Bolena... Le mani sono inquietanti, sembrano un simbolo massonico o esoterico... Ci vuole una bella prova su strada!
Sfido chiunque a sapere che aspetto avessero Enrico VIII, Jane Seynour o Anna Bolena... Le mani sono inquietanti, sembrano un simbolo massonico o esoterico... Ci vuole una bella prova su strada!
Beh, in realtà di ritratti ne abbiamo a bizzeffe, sia di Enrico in varie fasi della sua vita, sia delle sue sei mogli. Pienamente d'accordo sulle mani!
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