Pressen 08

Altra puntata pressen che oramai si avvicina prepotentemente e non vedo l’ora.


Comunicazione di servizio: per sbaglio mi hanno formattato il computer in cui lavoravo in ufficio, quindi ho perso tutto qualunque cosa non ho fatto backup ne salvataggi altrove, dunque sono fregato per un po di tempo, oltre ad aver perso tutto quello che fatto in questi ultimi 6 mesi. Questo per dirvi che dovrò attendere un po di tempo prima di riscrivere in questa rubrica, magari un’altra volta prima di sabato.
Quindi fate le vostre richieste c’è spazio per solo altri 3 giochi: Dominion è già fatto…
Niente The 3 Commandaments (Die 3 Gebote): le regole sono incomprensibili e quindi nisba.
L'angolo di Sargon

Altra puntata pressen che oramai si avvicina prepotentemente e non vedo l’ora.


Comunicazione di servizio: per sbaglio mi hanno formattato il computer in cui lavoravo in ufficio, quindi ho perso tutto qualunque cosa non ho fatto backup ne salvataggi altrove, dunque sono fregato per un po di tempo, oltre ad aver perso tutto quello che fatto in questi ultimi 6 mesi. Questo per dirvi che dovrò attendere un po di tempo prima di riscrivere in questa rubrica, magari un’altra volta prima di sabato.
Quindi fate le vostre richieste c’è spazio per solo altri 3 giochi: Dominion è già fatto…
Niente The 3 Commandaments (Die 3 Gebote): le regole sono incomprensibili e quindi nisba.

Illusio: 2-4 giocatori, 45 minuti

Un gioco che non pensavo potesse essere definito come novità! Ci sono due tipi di carte. Oggetto e magia. Le carte magie indicano che oggetti occorrono per completare la prestidigitazione. Le carte oggetti indicano gli oggetti. Le magie sono scoperte e ce ne sono sempre 4, gli oggetti si pescano. Tra gli oggetti esistono anche carte speciali con poteri una tantum. Anche i personaggi che sono identificativi dei giocatori hanno poteri peculiari. Nel turno un giocatore compie due azioni tra giocare oggetto, giocare speciale, cambiare le carte in mano, prendere una magia, scartare una magia iniziata e riprendere le carte in mano. Le magie danno i punti vittoria indicati, più bonus che derivano dalla specializzazione del personaggio del giocatore. La partita finisce quando un giocatore arriva a 12 punti.

Quando ho letto le regole sono rimasto basito. Non pensavo si potesse fare un gioco così.. così banale, così già visto. Ce ne saranno 1000 di giochi di questo genere e cambia solo l’ambientazione. Pochi giocatori e tempo indicato davvero troppo, per un gioco così basta la metà del tempo. Bella qui la grafica e la scatola che essendo fuori dimensione (un cubotto) ha pure il problema di dove metterlo. Non dico altro, vi prego. Se vi piace il genere e non avete altro titolo simile (difficile) fateci un pensierino se vi piace l’ambientazione, ma altrimenti sappiate che per me è Insufficiente.


The Princes of Machu Picchu: 2-5 giocatori, 90 minuti
Un gioco che mi è piaciuto molto quindi potrei essere troppo entusiasta. Cmq procediamo. Il tabellone è diviso in zone di produzione e attività varie, queste zone sono variamente dislocate in Machu Pichu. Ogni giocatore ha lavoratori e un principe. I lavoratori vengono piazzati nelle varie zone di produzione e si attivano solo quando un principe si ferma in quella zona (producendo grano, lama, coca, ceramiche, tessuti). I principi si muovono o da zona a zona confinante oppure dove vogliono pagando un lama oppure rimangono fermi ma in questo caso non si attiva la produzione. Quando un principe si trova in una zona il giocatore del principe si prende le risorse che in quello spazio si sono accumulate durante i turni precedenti. Oltre alle attività produttive ci sono anche 4 templi (3 specifici di una divinità e un per tutti), quando un principe si ferma qui si prende le pietre sacre e sposta la pedina dell’esploratore sulla tabella appropriata. Questa tabella indica l’avanzamento dell’esplorazione del giocatore e fa guadagnare risorse varie e la carta punti vittoria che da, in sostanza, circa il 70% dei punti vittoria finali. Anche gli altri giocatori beneficiano dei templi se hanno i sacerdoti adeguati (a seconda del tempio) e hanno l’offerta appropriata (sempre a seconda del tempio).
Ci sono, nel tabellone, anche 2 distretti per comprare nuovi lavoratori e per assoldare preti e vergini per effettuare i sacrifici nei templi. Infine c’è la piazza dove si possono effettuare compra vendite delle varie risorse. Durante il proprio turno un giocatore può anche mandare un proprio lavoratore al sacrifioc al dio sole. Ogni volta che un giocatore non muove il suo principe prende un tassello luna, quando viene preso il terzo tassello il giorno finisce. In pratica finisce un turno e si risetappa un po la città con risorse nuove, possibilità di avanzamento nella tabella dell’esplorazione, ripresa dei lavoratori sacrificati al dio sole (con l’eventuale ricompensa) e sistemazione dei segnalini vari sul tabellone. Il gioco finisce quando o si sono prese tutte le carte punti vittoria o quando si sono assoldati tutti i preti e vergini o sono passati 9, cioè l’arrivo degli spagnoli. Vince chi ha più punti: ci sono molte cose che danno punti piazzamento dei lavoratori, carte vittoria, posizione esploratore, risorse e oro. Se gli spagnoli arrivano i punteggi cambiano dando più importanza al possesso di oro rispetto al resto.
Gioco dalle varie articolazione tutte perfettamente bilanciate e ben studiate, da l’impressione di grosso playtesting e le varie regole impongono scelte calibrate e studiate. Grossa pianificazione dove tutto è incastrato e dove conta anche far finire o allungare il turno e la partita. Sembra ben fatto lo studio del cambio di punteggio che non snatura e che regala possibilità aggiuntive. Componentistica davvero bella. Sistema che si ricorda la ruota di imperial et similia ma che implementa di molto le sue possibilità con spostamenti e non spostamenti possibili e con varie implicazioni tattiche. Appare davvero un possibile grandissimo titolo e poiché mi posso svincolare da polemiche varie e pressato da richieste varie eccovi il primo pienissimo (ricordo Comuni) Eccellente.
Jukatan: 3-5 giocatori, 60 minuti
Gioco che, fedele alla casa produttrice, è del tutto astratto, nel senso che l’ambientazione è davvero incollata a forza. Ogni giocatore gestisce una popolazione maya dello Yucatan. I giocatori al proprio turno possono fare una sola azione tra: costruire un nuovo villaggio (sulle rive del fiume o su un proprio guerriero), ingrandire un proprio villaggio (due livelli), posizionare nuovi guerrieri (solo nella grandi città e in numero pari al numero di città che si hanno, far nascere un nuovo guerriero impone la riduzione della grande città), muovere un guerriero (terreno che influenza il movimento, solo muovendo si attacca), costruire la piramide (costa 3 prigionieri e quando si costruisce il quinto ed ultimo livello la partita finisce e il giocatore vince). L’attacco serve solo per procurarsi prigionieri che l’unica risorsa del gioco con i quali si pagano i livelli della piramide gli ingrandimenti delle città e quant’altro, i prigionieri seguono il guerriero che li ha catturati e saranno del giocatore quando il guerriero giungerà in città (se non viene attaccato prima). Attaccare è semplice: sotto i guerrieri ci sono dei simboli esistono in tutto 3 simboli e come in carta-forbice-sasso si determina chi vince tra i guerrieri coinvolti, in caso di parità vince il difensore.
Gioco semplice dalla componentistica che appare evocativa ed accattivante. Semplice nelle sue meccaniche, ma traspare subito la sua forza. Il sistema è esente da random e richiede un grosso studio della situazione prima di agire. Pianificazione, dunque, di quella che più dura. L’attacco reso semplice, quasi stupido dal meccanismo più vecchio del mondo, non mi ha preoccupato, anzi mi ha esaltato perché trasforma questa azione in programmabile e sondabile. Appare molto celebrale, anche se a tratti banale. Da prendere solo per la componentistica che però fa schizzare il prezzo a 40 euro che, per un gioco così, appare decisamente troppo. Sufficiente.

Climb: 1-5 giocatori, 30 minuti


Di questo gioco non ho letto le regole, ma solo qualche recensione e preview. Basta, giuro. Il gioco in se è poca cosa, un gioco di destrezza e nient’altro. Ma lo giudico davvero innovativo. In pratica si ha una carta dove ad ogni dito della mano si associa un colore. Poi abbiamo carte arrampicata dove ci sono fori di grandezza variabile contornati da un colore. Il o i giocatori (è anche per 1 giocatore) devono inserire le dita nei fori delle carte, abbinando il dito di un colore, col foro adeguatamente colorato. Occorre utilizzare tutti i fori di una carta prima di passare alla carta successiva. Già perché le carte sono allineate (anche non in linea continua, secondo degli scenari, ossia delle pareti rocciose) una sopra l’altra fino all’ultimo carte che rappresenta la cima. Qualunque siano le regole questo giochillo, merita davvero un premio per originalità e poiché io so premiare chi se lo merita, lo prenderò sicuramente. Senza Voto (una sorta di fuori concorso)