
Il voto del prode Sir Alric è 7: merita considerazione e la dovuta attenzione.
Backgammon is a classic abstract strategy game dating back thousands of years. Each player has a set of 15 "men" that must be moved from their starting positions, around, and then off the board. Dice are thrown each turn, and each player must decide which of his men to move based on the outcome of the roll. Players can capture each other's men, forcing the captured men to restart their journey around the board. The winner is the first player to get all 15 men off the board. A more recent addition to the game is the "doubling cube", which allows players to up the stakes of the game, as it is often played for money. Although the game relies on dice to determine movement, there is a large degree of strategy in deciding how to make the most effective moves given each dice roll as well as measuring the risk in terms of possible rolls the opponent may get.
Backgammon may be the first game to be mentioned in written history, going back 5,000 years to the Sumerians of ancient Mesopotamia. During the 1920's, archaeologists unearthed five boards from a cemetery in the ancient town of Ur. At another location, pieces and dice were also found along with the board. Boards from ancient Egypt have also been recovered from the tomb of Tutankhamun, including a mechanical dice box, no doubt intended to stop cheaters.
The names of the game were many. In Persia, Takhteh Nard> which means "Battle on Wood". In Egypt, Tau, which may be the ancestor of Senat. In Rome, Ludus Duodecim Scriptorum ("game of twelve marks"), later, Tabula ("table"), and by the sixth century, Alea ("dice"). In ancient China, T-shu-p-u and later in Japan, Sugoroko. The English name may derive from "Bac gamen" meaning "Back Game", referring to re-entry of taken stones back to the board.
It was often enjoyed by the upper classes and is sometimes called "The Aristocratic Game." The Roman Emperor Claudius was known to be such a fan that he had a set built into his coach so he could play as he traveled (the world's first travel edition?).
The rules in English were standardized in 1743 by Edmond Hoyle. These remained popular until the American innovations of the 1930's.
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Rispetto agli scacchi, completamente deterministici, qui l'alea c'è e si fa sentire.. ma ciò non toglie che bisogna saperci giocare.. infatti ad ogni tiro di dadi, fortunato o meno che sia, il giocatore ha di fronte a sé una scelta di azioni non indifferente, che possono andare ad incidere sul prosieguo della partita stessa..
A mio avviso, il paragone con gli scacchi ha senso solo in chiave antitetica: due giochi più diversi non riesco ad immaginarli. Se gli scacchi sono paragonabili ad uno sport e completamente privi di alea (e nemmeno tanto astratti quanto tutti dicono, visto che in definitiva simulano una battaglia), il backgammon è puro piacere ludico e della fortuna fa l'elemento centrale... ma attenzione, non è una fortuna che domina incontrastata, quanto una fortuna che dialoga; dialoga col continuo calcolo delle probabilità, sul quale è costruito l'impianto strategico (il fatto che una strategia possa non funzionare non vuole dire che non ci sia o non abbia senso, solo che ha un certo grado di probabilità di realizzarsi - altrimenti invece di giocare a backgammon tutti noi appassionati faremmo meglio a passare il tempo a lanciare monete scommettendo su testa o croce): quale che sia il tiro dei dadi, avremo quasi sempre di fronte due o tre scelte da fare, a vari gradi di rischio e potenziale vantaggio; muovere sul sicuro ora determina sovente un limitato numero di possibilità per le mosse a venire, mentre sparpagliare le pedine scoperte crea un rischio immediato ma facilita i turni seguenti e complica potenzialmente la vita all'avversario. Non a caso, una delle possibili strategie (ed è incredibile quanto sia efficace) consiste nell'evitare in apertura ogni mossa sicura, consentendo all'avversario di mangiarci varie pedine (cosa che dovrebbe impedirgli di costruire una casa ben distribuita) ma contemporaneamente anche organizzare un efficace occupazione della propria casa, con la conseguenza che l'avversario si trova ad affrontare un contrattacco massivo che lo costringe a sua volta ad esporsi all'essere mangiato.
Il fatto di fare una buona strategia non garantisce la vittoria, è vero, ma proprio qui sta l'aspetto ludico, ovvero nella non necessità di vincere e basta (tanto comunque ci puoi mettere tutto l'impegno che vuoi, non c'è alcuna garanzia), quanto di realizzare una buona partita col fine di vincere "bene", provocando la sorte, cercando di capire quando tirare la corda e quando cedere alla prudenza. Perchè nel backgammon - dal punto di vista di uno che non gioca a soldi - una buona partita è una partita adrenalinica, piena di colpi di scena e magari con qualche capovolgimento di fronte (e comunque non tutte lo sono, cosa che di solito spinge a giocare ancora ed ancora). Due giocatori che svolgessero entrambi il proprio gioco facendo solo le mosse di minimo rischio (o, ancora peggio, accettando il rischio obbligato di malavoglia) arriverebbero in poche partite ad odiare il backgammon ed a ritenere che sia solo un gioco in cui vince chi fa i tiri più alti. Non gioco a poker ma credo sia lo stesso: se giocassi la tua mano di poker solo quando hai buone carte, tanto varrebbe lasciar giocare un computer al posto tuo, perchè perderesti il senso, ovvero l'azzardo: proprio una coppia di otto spinge il giocatore talentuoso a dare il meglio di se' nel bluf, così come un bravo giocatore di backgammon sa far valere una serie di tiri bassi costruendosi una salda difesa, tendendo trappole e preparando il contrattacco (l'elegante meccanica di gioco prevede che non sempre un tiro doppio o un tiro alto sia vantaggioso) o, alla peggio, accettando la sconfitta con savoir-faire.
Quindi, anche se è vero che fra giocatori esperti la maggior parte delle mosse saranno di routine (e qui mi contraddico, perchè il paragone con gli scacchi sorge spontaneo), è anche vero che verrà certamente il momento nel quale s'imporrà l'improbabile, regalando emozioni che, duro ammetterlo, solo i dadi possono regalare. Se non vi piacciono, non ci giocate, ma non negatene il valore.
Complici la velocità d'esecuzione e la bellezza della meccanica di scorrimento inverso, il Backgammon è per me il must fra i giochi aleatori, penalizzato solo dal limite del gioco a due (anche se ho letto di varianti che lo rendono un vero e proprio party game, vedere wikipedia).
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