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1960: The Making of the President: voti, classifiche e statistiche Indice ↑

Persone con il gioco su BGG:
11287
Voti su BGG:
9310
Posizione in classifica BGG:
284
Media voti su BGG:
7,62
Media bayesiana voti su BGG:
7,21

Voti e commenti per 1960: The Making of the President

9

Fantastico.
Meccanica simile a Twilight Struggle (d'altronde uno dei due ideatori è lo stesso).
Plancia curata in ogni dettaglio, tanti oggetti sempre ben curati.
Tanta ma tanta stategia, fino alla fine non sai se stai vincendo o meno.
Io ho creato un gioco nle gioco, alla fine invece di contare i voti eseguo una specie si "spoglio elettorale" uno a uno con un foglio excel creato da me...rende ancora più entusiasmante il tutto.
DA AVERE!!!!

7

Non so cosa diavolo sia Twilight Struggle, è la recensione di 1960, no? e allora votiamo questo.

E' un gran bel gioco, non c'è che dire, che richiede una buona visione d'insieme. Leggere il regolamento -in alcuni punti moooolto enigmatico - senza avere il gioco sottomano è un suicidio. Però alla fine torna tutto e in breve si impara a giocare. Materiali sotto la media (la mia copia ha i che cubetti devono aver visto degli scantinati come deposito dopo la produzione, vista le graziose muffette presenti...più i segnalini del giocatore, uno dei quali è proprio inciso, danneggiato...uaaargh!). Le meccaniche si sposano bene, e si ha voglia di rigiocarci per: una buona sana competizione, approfondire la tematica e il meccanismo delle elezioni, fare la pelle ancora una volta a Nixon.
L'ambientazione è ben ricreta e con giocatori competitivi si 'sente' il fervore dell'incertezza fino all'ultimo.

8

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9

Dissento da tutti coloro che liquidano il gioco con un superficiale: "E' la versione light di Twilight Struggle".
Se io sentissi un affermazione del genere a priori, scarterei subito 1960 e opterei per twilight: "che me ne faccio di una versione light???"

Invece ce l'ho, ci ho giocato tanto, e più ci gioco più mi piace.

Rispetto a Twilight Struggle non lo reputo "alleggerito"... direi più che altro "depurato" e qualche volta reso anche più "elegante"...

Rispetto a TS ci sono turni stabiliti e nessuna carta farà terminare il gioco anzitempo e all'improvviso.
I turni non sono tutti uguali ma ce ne sono due, il SESTO e l'ULTIMO, che sono dei sotto-giochi nel gioco:
il dibattito, carino,
e l'election-day, suggestivo per le incertezze del finale.

E poi... (differenze minori) rispetto a TS non ci sono token da spostare ma cubi di un centimetro (belli grandi).
Anzichè il dado, dove ogni tiro è indipendente dall'altro (legge delle probabilità) c'è un sacchetto dove pescare cubi. Vero è che la pesca va a fortuna, ma più cubi di un colore escono, più cubi del colore opposto restano dentro, contro-bilanciando le successive pescate (quindi il caso tende ad equilibrarsi...).

Attenzione, TS rimane più "grande" di 1960, gli stati su cui agire sono molti di più e le carte si possono pure tenere da un turno all'altro (in 1960 non si può).

E soprattutto... TS rimane pur sempre il gioco numero 1 sulla classifica BGG... per cui non sarò certo io a denigrare uno dei giochi più apprezzati di sempre, perchè sarei un pazzo, ma quello che voglio dire, in definitiva, é: avete TS? Vi piace da morire?
Bene... potete acquistare anche 1960 - The Making of President... è bello e diverso quanto basta dal cugino.

E poi... volete mettere il gusto del finale coi botti... quando infilate la mano nel sacchetto per sperare che esca quel maledetto cubetto blu che ti ridìa fama nel New Jersey e ti faccia vincere le elezioni?

Viva 1960 - The Making of President!!

9

Tra i card driven che possiedo, mi sembra sia il più equilibrato anche più del suo più famoso cugino TS, e quindi penso quello che ha avuto un play test più lungo ed approfondito. Le carte sono ben integrate alle altre meccaniche di piazzamento che costituiscono il cuore del gioco. In particolare la sostituzione del dado con la political bag, la cui probabilità di pesca è inversamente correlata alla "potenza" delle carte giocate attraverso i rest cube. A mio avviso un gioco molto bello quanto sottovalutato. Il mio voto dopo svariate partite è 9.50. La rigiocabilità è assicurata dal sistema delle carte, è uno dei miei giochi preferiti da 2 giocatori

9

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9

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9

Il gioco è appassionante e tirato fino alla fine
Il fatto che la campagna alla fine si concentri sugli stati più grossi lo rende in effetti un po' casuale, nel senso che l'elezione può decidersi su un singolo grosso stato in cui la fortuna di muovere per ultimo o di avere l'evento favorevole alla fine può spostare la situazione a favore di uno o dell'altro giocatore. Ma questo è anche nella realtà delle elezioni americane, il cui sistema elettorale è particolare, in quanto assegna la totalità dei seggi di uno stato a chi vince quello stato anche di un solo voto, ma questo è nella realtà, e il gioco lo rende perfettamente.
Insomma nel marasma di giochi astratti, un gioco dove invece l'ambientazione è ben resa e coinvilgente.
Bello

9

Nessun commento

7

Ben fatto, ma anche estremamente lungo e un po' casuale. alla fine poi la lotta si basa su quei pochi stati che garantiscono un buon numero di Grandi Elettori (California, Texas, New York), trascurando inevitabilmente gli altri. Ha comunque il pregio dell'ambientazione: è calato perfettamente nell'argomento dal punto di vista storico.
Restando sullo stesso tema, però, preferisco Campaign Manager 2008, che è ugualmente molto ben ambientato, ma è anche infinitamente più snello (è un gioco di carte infatti...)

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