Tullaris
Grande Goblin







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Ieri sera sono andato in associazione.
Trovo un tavolo di Zapotec già apparecchiato per 4, mi siedo e partiamo con le regole. Gioco mai sentito, ma vediamo come gira.
Gli Zapotechi (o il "Popolo delle Nubi"; in lingua zapoteca, Ben Zaa; in lingua nahuatl, Tzapotecatl) erano una civiltà precolombiana che fiorì nella Valle di Oaxaca, nella parte meridionale della Mesoamerica. Alcuni reperti archeologici dimostrano che la loro origine risale almeno a 2600 anni fa. Intorno al XV secolo, gli Zapotechi vennero conquistati dagli Aztechi, che però non riuscirono a sottometterli completamente.
Bene, adesso ho capito cosa giochiamo!
In sostanza, guidati da alcune carte che abbiamo in mano prendiamo risorse che servono a costruire edifici, costruire le piramidi, attivare obiettivi e salire sul tracciato delle orazioni. L'ambientazione ricorda un po' Tzolk'in, le meccaniche e il peso no.
Il primo turno mi sembra un po' inutile, quasi monco: senza motore produttivo la scelta obbligata per tutti è costruire una singola casetta. Cambia solo la posizione e le risorse che ci fornirà. La costruzione sblocca delle tessere, che messe sulla propria plancia potenziano il motore produttivo. Quindi, più costruisco, più ho scelte e risorse.
Il terzo turno il motore si attiva al massimo e si possono fare un po' di azioni, una carta avanzata fra quelle disponibili da prendere a fine turno determina i punteggi e riesco a pilotarla abbastanza agevolmente sulla tipologia di edifici che ho costruito.
Il quarto e quinto turno il motore produttivo è già al massimo, quindi salvo poche variazioni si ripete quanto fatto nei turni precedenti.
Il termine del gioco giunge rapido, dopo l'ultimo turno si contano i punti per le orazioni, gli obiettivi e la piramide.
Arrivo primo quasi doppiando il secondo giocatore.
Gioco carino e leggero, in 2 ore abbiamo giocato in 4 con spiegazione delle regole, molto tattico, e un po' soggetto a paralisi da analisi e con un po' di tempi morti.
E' guidato dalla carte, quindi la pesca iniziale condiziona un po' il gioco (ma, a sensazione, non penalizza nessuno).
Trovo un tavolo di Zapotec già apparecchiato per 4, mi siedo e partiamo con le regole. Gioco mai sentito, ma vediamo come gira.
Gli Zapotechi (o il "Popolo delle Nubi"; in lingua zapoteca, Ben Zaa; in lingua nahuatl, Tzapotecatl) erano una civiltà precolombiana che fiorì nella Valle di Oaxaca, nella parte meridionale della Mesoamerica. Alcuni reperti archeologici dimostrano che la loro origine risale almeno a 2600 anni fa. Intorno al XV secolo, gli Zapotechi vennero conquistati dagli Aztechi, che però non riuscirono a sottometterli completamente.
Bene, adesso ho capito cosa giochiamo!
In sostanza, guidati da alcune carte che abbiamo in mano prendiamo risorse che servono a costruire edifici, costruire le piramidi, attivare obiettivi e salire sul tracciato delle orazioni. L'ambientazione ricorda un po' Tzolk'in, le meccaniche e il peso no.
Il primo turno mi sembra un po' inutile, quasi monco: senza motore produttivo la scelta obbligata per tutti è costruire una singola casetta. Cambia solo la posizione e le risorse che ci fornirà. La costruzione sblocca delle tessere, che messe sulla propria plancia potenziano il motore produttivo. Quindi, più costruisco, più ho scelte e risorse.
Il terzo turno il motore si attiva al massimo e si possono fare un po' di azioni, una carta avanzata fra quelle disponibili da prendere a fine turno determina i punteggi e riesco a pilotarla abbastanza agevolmente sulla tipologia di edifici che ho costruito.
Il quarto e quinto turno il motore produttivo è già al massimo, quindi salvo poche variazioni si ripete quanto fatto nei turni precedenti.
Il termine del gioco giunge rapido, dopo l'ultimo turno si contano i punti per le orazioni, gli obiettivi e la piramide.
Arrivo primo quasi doppiando il secondo giocatore.
Gioco carino e leggero, in 2 ore abbiamo giocato in 4 con spiegazione delle regole, molto tattico, e un po' soggetto a paralisi da analisi e con un po' di tempi morti.
E' guidato dalla carte, quindi la pesca iniziale condiziona un po' il gioco (ma, a sensazione, non penalizza nessuno).