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Vogliamo o non vogliamo parlare del gioco che per il momento in diversi giudicano nel seguente modo: bello visivamente, illustrazioni fantastiche. Per poi non aggiungere nulla o magari fare una faccia dispersa nel vuoto, senza sapere cosa dire d'altro. 

Ma quindi è valido come gioco in termini di gameplay o no?
Lo Youtuber tedesco Hunter di Hunter & Friends l'ha bocciato. Alcune delle osservazioni che ha fatto sono le seguenti:
- Le illustrazioni da urlo sono un semplice specchietto per le allodole, nel senso che mentre giochi, secondo lui, non le guardi nemmeno, osservi solo i simboli e gli incastri che devi ottenere. Nello specifico, Hunter critica le illustrazioni dei sogni (quindi Andrew Bosley), in particolar modo quella con il coniglio dalle zampe allungate. Per esperienza personale, secondo lui, chi ha dei traumi, non fa simili sogni. A suo avviso, un sogno simile ricoda più un trip di LSD e quindi non ha nulla a che vedere con la psicoanalisi.
- Curare i pazienti è troppo semplice, a suo avviso. Non ci sono complicazioni, fila tutto sempre liscio, quando nella realtà dei casi un terapeuta non sempre riesce a curare i suoi pazienti, o almeno non subito. Hunter questo aspetto l'ha considerato poco tematico.
Osservando la partita sul canale Youtube inglese Gaming Rules di Paul Grogan, uno può inoltre avere la sensazione che il tabellone dedicato a Vienna serva a poco o nulla o influenzi in modo marginale il gioco.
Vediamo dunque dipsicoanalizzare tutti questi aspetti, alla luce delle mie 5 partite svolte fino adesso a questo gioco (quattro in due giocatori, una in tre giocatori, in quattro giocatori è da terapia, Freud sa di cosa parlo).
Le illustrazioni di Andrew Bosley non sono un semplice specchietto per le allodole, con sogni disegnati a caso, senza riferimenti a cose concrete. Hunter in tal senso ha toppato alla grande e onestamente mi ha sorpreso per la sua pochezza (è probabilmente lo Youtuber tedesco più famoso in giro, attualmente purtroppo in declino per svariati motivi). Chiunque abbia studiato un po' di storia dell'arte, sa molto bene che i surrealisti si sono ispirati molto a Sigmund Freud e alla sua opera "L'interpretazione dei sogni", "Die Traumdeutung".
"Breton fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud del 1900; dopo averlo letto, egli arrivò alla conclusione che fosse inaccettabile il fatto che il sogno e l'inconscio avessero avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò, quindi, di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui essi avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo".
(Fonte: Wikipedia, art. Surrealismo)
Le illustrazioni insomma sono tanta roba, non solo in termini di bellezza, ma anche in termini di affinità con il tema proposto. Bosley ha tutto il mio rispetto in tal senso. Hunter un po' meno.
Oltre a questo, più lo gioco (e quindi guadagno fluidità nel giocarlo), più cerco di prendermi del tempo parlando ad alta voce mentre curo i miei pazienti, analizzando i sogni in base alle intuizioni presenti. Tutto questo nelle prime partite è meglio evitarlo, perché il titolo è pesante da digerire, ma a mio avviso con il crescere dell'esperienza, fare una simile aggiunta narrativa, regala ulteriore coinvolgimento e ci si gode maggiormente le magnifiche illustrazioni.
Passiamo ora al secondo aspetto sollevato da Hunter. Curare i pazienti è troppo semplice e lineare. Beh, per far capire come non condivida nemmeno in questo caso il parere di Hunter, cito la recensione di The Game Boy Geek. Secondo lui è vero il contrario: sebbene lui abbia apprezzato il gioco, reputa che alcuni pazienti sono troppo complessi da guarire del tutto, perché a seconda dei sogni (latente e lucido che hai) e il trauma presente, ti possono servire parecchi cuori in più prima di poter guarire totalmente il paziente in questione. E ottenere cuori al di fuori dei sogni, non è affatto banale. Per The Game Boy Geek questo aspetto è una inutile complicazione, mentre Hunter sembra non aver riscontrato proprio simili difficoltà, perché se no non faceva il commento che curare i pazienti è sempre troppo semplice (chissà quante partite avrà fatto, mah).
Dove sta la verità?
Se si sta attenti, nella maggior parte dei casi i pazienti si possono curare interpretando i sogni e basta. Però, aspetto che io reputo molto tematico e affine alla realtà, ci sono pazienti che richiedono uno sforzo ulteriore da parte dello psicoanalista, perché i pazienti hanno dei traumi difficili da curare. Capisco la frustrazione che può aver provato The Game Boy Geek (è lo stesso commento che ha fatto mia sorella mentre giocavamo), ma a livello tematico avere dei pazienti ostici da curare, è geniale. Inoltre, più si conosce il gioco, più si è in grado di prevenire situazioni di frutrazione dovute alla mancanza di cuori per curare del tutto certi pazienti. Sappiatelo.
Il gioco, per com'è concepito, a mio avviso ha trovato un buon equilibrio, parlo della facilità con cui si possono curare i pazienti.
Vienna, la bellissima e stimolante Vienna. Servirà a qualcosa? Si può ignorare bellamente quel tabellone?
Sarò onesto. Nelle mie prime partite svolte a Das Unbewusste (eccerto, ho preso il gioco in tedesco, per avere il nome dei saggi in lingua originale
) a Vienna ho girato poco o nulla. Digerire il gioco non è semplice e si cerca di fare ciò che si può.
Più il tempo è passato, più però mi sono reso conto che varie azioni sono più interessanti da svolgere a Vienna che negli incontri del mercoledì. Esempio pratico: se deciso di andare a discutere al tavolo negli incontri tra psicoanalisti del mercoledì, posso ottenere tre intuizioni diverse di livello base. Se vado invece a Vienna ne posso ottenere cinque (se non addirittura sei con i favori della paziente giusta, Anna von Mildenburg, mitica Anna!), spendendo lampadine o avendo sufficienti conoscenze in un determinato luogo (tags o personaggi presenti). È vero che quelle cinque intuizioni saranno uguali (in base al luogo frequentato), mentre al tavolo le ottengo diverse, ma cinque/sei intuizioni sono più di 3. Al di là di questo esempio, parlando di altro, guadagnare andando a Vienna 5 dosi dicocaina caffè in una volta sola, è anche tanta roba. Parentesi: per chi non lo sapesse, per lavorare in modo più performante, a quei tempi in realtà si faceva uso di cocaina (legale all'epoca, o no?
). Frequentare Vienna è inoltre un modo per ottenere i cuoricini che ev. mancano se si hanno pazienti difficili da curare.
Insomma, Vienna, più si padroneggia il gioco, più vien voglia di frequentarla e sfruttarla al massimo.
Quali sono state o sono tuttora le mie perplessità legate al titolo? Allora, iniziamo nel precisare che a livello tematico il gioco a me garba parecchio, ma proprio tanto, ma tanto tanto. Sono felice che finalmente escano eurogames con ambientazioni diverse dal solito ma stilose e ben curate. È un trend che aspettavo da tempo: ottimo così.
Dopo la prima partita, il mio entusiasmo è un po' calato. 30 minuti di set-up, 1 ora di spiegazioni e 3 ore di gioco, speravo in qualcosa di più leggero e digeribile. Superate le prime difficoltà, ora il set-up riesco a farlo in una quindicina di minuti e il gioco lo spiego in 45 minuti, sfruttando i file presenti su boardgamegeek (sfrutto il Regulus Player Aid, l'ho preferito all'Unofficial Player Aid). Mentre una partita in due giocatori mi dura un'oretta e mezza: decisamente meglio!
A mio avviso questo gioco ha senso acquistarlo solo se lo si vuole giocare più volte con la stessa compagnia. Spiegarlo e seguire tutti (perché sbagliare è facilissimo nelle prime partite) è faticoso. Non dico che la persona che spiega il titolo in seguito ha bisogno di un lettino per riprendersi dal trauma, ma poco ci manca. Scherzi a parte, se si è abituati a cose pesanti, il gioco non è poi così complesso. Ha tante icone, alcune non sono di facile lettura. Ci sono inoltre vari effetti che si scatenano e che possono essere dimenticati in svariate circostanze.
Ma attualmente io lo sto giocando con decisamente più piacere e ho sempre ancora voglia di approfondirlo, padroneggiarlo, esplorarlo in tutte le sue sfaccettature.
Perplessità numero due: Gustav Mahler nelle prime due partite ci è sembrato un pelo forte (è un paziente che può essere curato e che dà un beneficio notevole). Chi l'ha preso a inizio partita ha surclassato gli altri in termini di punti vittoria ottenuti. Si riesce a guarire pazienti come se non ci fosse un domani. Ho provato nelle seguenti partite a capire come contrastare Mahler e ci sono riuscito ad esempio con la mitica Anna von Mildenburg, andando a Vienna (bella Vienna!). Il mio avversario (che aveva Mahler dall'inizio) ha curato 6 pazienti + 2 senza più trauma ma non ancora guariti del tutto. Di questi otto pazienti, quattro gli davano punti vittoria a fine partita (tutti tra i 12 e 15 punti vittoria). Morale della favola: ho vinto io di una ventina di punti. Non ho ottenuto nessuna milestone legata alla cura dei pazienti, ma avevo più prestigio io a fine partita (aspetto notevole). Io ho sia curato pazienti (5 in totale, due che mi davano punti vittoria a fine partita) e ho pubblicato due tomi da 8 punti vittoria ciascuno (il mio avversario zero). È stata una partita particolarmente piacevole e ho visto che sfruttando al meglio Vienna (più le proprie annotazioni), si riesce a stare al passo pure contro un tipo come Gustav Mahler. Tiè!
In un'altra partita ho scelto invece come prima paziente Eugenie Schwarzwald (la chiamo la bibliotecaria) e prendendo durante il gioco anche Ernst Mach (che ti permette di sfruttare due volte Freud nella track della reputazione), sono riuscito a pubblicare verso la fine della partita 4 tomi in un turno unico: due perché ho scelto l'azione negli incontri del mercoledì e due perché mi sono fermato nell'azione dell'attivazione della reputazione. Che dire? Freud sarebbe stato fiero di me, ne sono convinto. A fine partita avevo 6 tomi pubblicati e ho vinto agile.
Capire come sfruttare al meglio i pazienti iniziali che si hanno è una sfida che mi triggera assai in questo momento. Sono curioso di approfondire ulteriormente il titolo. Come il vino (che più invecchia e meglio diventa), anche questo gioco mi sta attualmente restituendo sensazioni simili. Più lo gioco e più lo apprezzo. Per il momento promosso senza se e senza ma. Freud e compagnia possono fare sogni tranquilli.


Ma quindi è valido come gioco in termini di gameplay o no?
Lo Youtuber tedesco Hunter di Hunter & Friends l'ha bocciato. Alcune delle osservazioni che ha fatto sono le seguenti:
- Le illustrazioni da urlo sono un semplice specchietto per le allodole, nel senso che mentre giochi, secondo lui, non le guardi nemmeno, osservi solo i simboli e gli incastri che devi ottenere. Nello specifico, Hunter critica le illustrazioni dei sogni (quindi Andrew Bosley), in particolar modo quella con il coniglio dalle zampe allungate. Per esperienza personale, secondo lui, chi ha dei traumi, non fa simili sogni. A suo avviso, un sogno simile ricoda più un trip di LSD e quindi non ha nulla a che vedere con la psicoanalisi.
- Curare i pazienti è troppo semplice, a suo avviso. Non ci sono complicazioni, fila tutto sempre liscio, quando nella realtà dei casi un terapeuta non sempre riesce a curare i suoi pazienti, o almeno non subito. Hunter questo aspetto l'ha considerato poco tematico.
Osservando la partita sul canale Youtube inglese Gaming Rules di Paul Grogan, uno può inoltre avere la sensazione che il tabellone dedicato a Vienna serva a poco o nulla o influenzi in modo marginale il gioco.
Vediamo dunque di
Le illustrazioni di Andrew Bosley non sono un semplice specchietto per le allodole, con sogni disegnati a caso, senza riferimenti a cose concrete. Hunter in tal senso ha toppato alla grande e onestamente mi ha sorpreso per la sua pochezza (è probabilmente lo Youtuber tedesco più famoso in giro, attualmente purtroppo in declino per svariati motivi). Chiunque abbia studiato un po' di storia dell'arte, sa molto bene che i surrealisti si sono ispirati molto a Sigmund Freud e alla sua opera "
"Breton fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud del 1900; dopo averlo letto, egli arrivò alla conclusione che fosse inaccettabile il fatto che il sogno e l'inconscio avessero avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò, quindi, di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui essi avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo".
(Fonte: Wikipedia, art. Surrealismo)
Le illustrazioni insomma sono tanta roba, non solo in termini di bellezza, ma anche in termini di affinità con il tema proposto. Bosley ha tutto il mio rispetto in tal senso. Hunter un po' meno.
Oltre a questo, più lo gioco (e quindi guadagno fluidità nel giocarlo), più cerco di prendermi del tempo parlando ad alta voce mentre curo i miei pazienti, analizzando i sogni in base alle intuizioni presenti. Tutto questo nelle prime partite è meglio evitarlo, perché il titolo è pesante da digerire, ma a mio avviso con il crescere dell'esperienza, fare una simile aggiunta narrativa, regala ulteriore coinvolgimento e ci si gode maggiormente le magnifiche illustrazioni.
Passiamo ora al secondo aspetto sollevato da Hunter. Curare i pazienti è troppo semplice e lineare. Beh, per far capire come non condivida nemmeno in questo caso il parere di Hunter, cito la recensione di The Game Boy Geek. Secondo lui è vero il contrario: sebbene lui abbia apprezzato il gioco, reputa che alcuni pazienti sono troppo complessi da guarire del tutto, perché a seconda dei sogni (latente e lucido che hai) e il trauma presente, ti possono servire parecchi cuori in più prima di poter guarire totalmente il paziente in questione. E ottenere cuori al di fuori dei sogni, non è affatto banale. Per The Game Boy Geek questo aspetto è una inutile complicazione, mentre Hunter sembra non aver riscontrato proprio simili difficoltà, perché se no non faceva il commento che curare i pazienti è sempre troppo semplice (chissà quante partite avrà fatto, mah).
Dove sta la verità?
Se si sta attenti, nella maggior parte dei casi i pazienti si possono curare interpretando i sogni e basta. Però, aspetto che io reputo molto tematico e affine alla realtà, ci sono pazienti che richiedono uno sforzo ulteriore da parte dello psicoanalista, perché i pazienti hanno dei traumi difficili da curare. Capisco la frustrazione che può aver provato The Game Boy Geek (è lo stesso commento che ha fatto mia sorella mentre giocavamo), ma a livello tematico avere dei pazienti ostici da curare, è geniale. Inoltre, più si conosce il gioco, più si è in grado di prevenire situazioni di frutrazione dovute alla mancanza di cuori per curare del tutto certi pazienti. Sappiatelo.
Il gioco, per com'è concepito, a mio avviso ha trovato un buon equilibrio, parlo della facilità con cui si possono curare i pazienti.
Vienna, la bellissima e stimolante Vienna. Servirà a qualcosa? Si può ignorare bellamente quel tabellone?
Sarò onesto. Nelle mie prime partite svolte a Das Unbewusste (eccerto, ho preso il gioco in tedesco, per avere il nome dei saggi in lingua originale

Più il tempo è passato, più però mi sono reso conto che varie azioni sono più interessanti da svolgere a Vienna che negli incontri del mercoledì. Esempio pratico: se deciso di andare a discutere al tavolo negli incontri tra psicoanalisti del mercoledì, posso ottenere tre intuizioni diverse di livello base. Se vado invece a Vienna ne posso ottenere cinque (se non addirittura sei con i favori della paziente giusta, Anna von Mildenburg, mitica Anna!), spendendo lampadine o avendo sufficienti conoscenze in un determinato luogo (tags o personaggi presenti). È vero che quelle cinque intuizioni saranno uguali (in base al luogo frequentato), mentre al tavolo le ottengo diverse, ma cinque/sei intuizioni sono più di 3. Al di là di questo esempio, parlando di altro, guadagnare andando a Vienna 5 dosi di

Insomma, Vienna, più si padroneggia il gioco, più vien voglia di frequentarla e sfruttarla al massimo.
Quali sono state o sono tuttora le mie perplessità legate al titolo? Allora, iniziamo nel precisare che a livello tematico il gioco a me garba parecchio, ma proprio tanto, ma tanto tanto. Sono felice che finalmente escano eurogames con ambientazioni diverse dal solito ma stilose e ben curate. È un trend che aspettavo da tempo: ottimo così.
Dopo la prima partita, il mio entusiasmo è un po' calato. 30 minuti di set-up, 1 ora di spiegazioni e 3 ore di gioco, speravo in qualcosa di più leggero e digeribile. Superate le prime difficoltà, ora il set-up riesco a farlo in una quindicina di minuti e il gioco lo spiego in 45 minuti, sfruttando i file presenti su boardgamegeek (sfrutto il Regulus Player Aid, l'ho preferito all'Unofficial Player Aid). Mentre una partita in due giocatori mi dura un'oretta e mezza: decisamente meglio!

A mio avviso questo gioco ha senso acquistarlo solo se lo si vuole giocare più volte con la stessa compagnia. Spiegarlo e seguire tutti (perché sbagliare è facilissimo nelle prime partite) è faticoso. Non dico che la persona che spiega il titolo in seguito ha bisogno di un lettino per riprendersi dal trauma, ma poco ci manca. Scherzi a parte, se si è abituati a cose pesanti, il gioco non è poi così complesso. Ha tante icone, alcune non sono di facile lettura. Ci sono inoltre vari effetti che si scatenano e che possono essere dimenticati in svariate circostanze.
Ma attualmente io lo sto giocando con decisamente più piacere e ho sempre ancora voglia di approfondirlo, padroneggiarlo, esplorarlo in tutte le sue sfaccettature.
Perplessità numero due: Gustav Mahler nelle prime due partite ci è sembrato un pelo forte (è un paziente che può essere curato e che dà un beneficio notevole). Chi l'ha preso a inizio partita ha surclassato gli altri in termini di punti vittoria ottenuti. Si riesce a guarire pazienti come se non ci fosse un domani. Ho provato nelle seguenti partite a capire come contrastare Mahler e ci sono riuscito ad esempio con la mitica Anna von Mildenburg, andando a Vienna (bella Vienna!). Il mio avversario (che aveva Mahler dall'inizio) ha curato 6 pazienti + 2 senza più trauma ma non ancora guariti del tutto. Di questi otto pazienti, quattro gli davano punti vittoria a fine partita (tutti tra i 12 e 15 punti vittoria). Morale della favola: ho vinto io di una ventina di punti. Non ho ottenuto nessuna milestone legata alla cura dei pazienti, ma avevo più prestigio io a fine partita (aspetto notevole). Io ho sia curato pazienti (5 in totale, due che mi davano punti vittoria a fine partita) e ho pubblicato due tomi da 8 punti vittoria ciascuno (il mio avversario zero). È stata una partita particolarmente piacevole e ho visto che sfruttando al meglio Vienna (più le proprie annotazioni), si riesce a stare al passo pure contro un tipo come Gustav Mahler. Tiè!
In un'altra partita ho scelto invece come prima paziente Eugenie Schwarzwald (la chiamo la bibliotecaria) e prendendo durante il gioco anche Ernst Mach (che ti permette di sfruttare due volte Freud nella track della reputazione), sono riuscito a pubblicare verso la fine della partita 4 tomi in un turno unico: due perché ho scelto l'azione negli incontri del mercoledì e due perché mi sono fermato nell'azione dell'attivazione della reputazione. Che dire? Freud sarebbe stato fiero di me, ne sono convinto. A fine partita avevo 6 tomi pubblicati e ho vinto agile.
Capire come sfruttare al meglio i pazienti iniziali che si hanno è una sfida che mi triggera assai in questo momento. Sono curioso di approfondire ulteriormente il titolo. Come il vino (che più invecchia e meglio diventa), anche questo gioco mi sta attualmente restituendo sensazioni simili. Più lo gioco e più lo apprezzo. Per il momento promosso senza se e senza ma. Freud e compagnia possono fare sogni tranquilli.
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