[Rock] Pavlov's Dog: Pampered Menial

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Scusandomi della latitanza ormai prolungata dal forum di mia competenza (data da occupazioni più o meno lavorative e dalla conseguente mancanza di tempo), vorrei rientrare seriamente al mio posto suggerendovi un ascolto, oserei dire fondamentale, per tutti gli amanti del rock anni '70 e per gli amanti della musica in generale, che senz'altro non potranno non apprezzare quanto vado a proporvi.
Parlando di rock anni '70 (l'album di cui vi parlerò è addirittura del 1976), rock di quello buono, verrebbe da pensare naturalmente all'Inghilterra, ma il gruppo in questione è invece americano: sono i Pavlov's Dog e sono una "numerosa" band del Missouri proveniente dalla città St. Louis. Ve ne parlerò prendendo più che uno spunto dall'articolo di Tony Aramini apparso recentemente sul penultimo numero di Classix![1].
Originatisi intorno al 1970, si facevano chiamare allora Pavlov's Dog And The Condition Reflex Soul Revue And Concert Choir. Il fondatore Mike Safron, batterista che all'epoca aveva meno di 20 anni, e che nonostante la giovanissima età poteva vantare collaborazioni con, tra gli altri, Albert King e Chuck berry sentiva l'esigenza di «[...] costruire una specie di 'wall of sound' molto melodico»[2] e voleva farlo «usando i violini al posto dei fiati». Stesso modo di pensare quello di Siegfried Carver (pseudonimo di Richard Nadlar), violinista classico amante del jazz che Safron coinvolse nel progetto. Dopo un lungo periodo di audizioni alla ricerca di musicisti alla loro altezza, ai due si presentò il chitarrista David Surkamp. Surkamp impressionò affatto per la sua tecnica chitarristica tutt'altro che eccelsa. Alla fine dell'audizione, però, sorprendentemente, chiese di poter cantare. Si esibì in "The Wizard"[3], lasciando tutti senza parole. «Appena sentii quella voce capii subito che sarei dovuto rimanere lì e dedicarmi alla band. Mi aveva steso» [4]; queste le comprensibili - non ricordo in quegli anni una voce talmente potente e straordinaria come quella di Surkamp - parole di Safron, in procinto di impegnarsi in un tour europeo con C. Berry in giro. Dopo alcune presenze passeggere di musicisti poi allontanatisi dal gruppo, approdò alla corte di Safron il di lui amico chitarrista Steve Scorfina. Scorfina, molto saggiamente, suggerì ai compagni di accorciare il ridondante nome della band in Pavlov's Dog e introdusse, a sua volta, il tastierista David Hamilton. Si aggiunse infine anche Doug Rayburn che con Safron - che ne stimava enormemente la creatività - aveva già suonato al basso per C. Berry. Safron lo spostò al flauto ed eventualmente al ruolo di secondo tastierista.
La primo demo non soddisfece il gruppo, ma era Safron a decidere e ad avere in mano la situazione. Il leader passò l'incisione all'amico Ron Stevens, dj per la KSHE, una radio di St. Louis che trasmise il brano Theme From Subway Sue attirando l'attenzione di Ron Powell, al tempo il più importante promoter rock del Missouri. «Firmammo il contratto con lui, ma sfortunatamente ci mettemmo un bel po' a renderci conto che era un truffatore»[5], dichiara Scorfina. Seppur riuscendo a strappare, per i Pavlov's Dog il più alto contratto discografico al tempo ottenuto da un gruppo finora sconosciuto, Powell, a quanto pare, si intascò tutti i soldi del guadagno, soldi che, sempre stando alle parole di Scorfina, reinvestiva in affari illeciti[6].
Pampered Menial, opera prima dei Pavlov's Dog, conta sei brani, su nove, composti da David Surkamp, tra cui quello più riconoscibile del gruppo, Julia, che Surkamp sostiene di aver composto durante gli stacchi pubblicitari di un concerto di Eric Carmen.
Un aneddoto curioso riguarda la succitata e bellissima Theme From Subway Sue, e merita di essere riportato per intero secondo le parole di Surkamp: «Stavamo provando il pezzo finito per la prima volta. Forse non ho scandito bene le parole del coro, in cui canto 'And someday soon we'll find out where we're going', sta di fatto che, anziché 'Somedai soon', Sigfried capì 'Subway Sue', e dopo il pezzo venne a chiedermi: 'Ma chi è questa Subway Sue? E perché ci starebbe seguendo?' Alla fine decidemmo di chiamare la canzone così, in modo che sembrasse la colonna sonora di un film»[7]. Rotto il contratto con la ABC proprio nel periodo di uscita del primo disco, la band, grazie all'intervento di Powell, firmò immediatamente un secondo contratto con la Columbia. La prestigiosa casa discografica ristampò Pampered Menial, ma l'album, nonostante si tratti di un capolavoro, non riscosse il meritato successo e, come spesso accade in questi casi, il fallimento commerciale (laddove artisticamente l'opera aveva/ha davvero pochi punti deboli) si rivelò l'inizio di una crisi interna al gruppo, alimentata dalle affaristiche mire di Powell che iniziava a concepire un progetto acustico interamente incentrato su Surkamp. Fu durante la realizzazione del secondo album, il mediocre At The Sound Of The Bell(Columbia, 1977)[8] che il gruppo cominciò pian piano a smembrarsi.
E qui mi fermo, invitando caldamente tutti coloro che non l'avessero mai ascoltato a procurarsi il prima possibile Pampered Menial e a lasciarsi travolgere dai suoi trenta minuti di melodiosa e passionale potenza, folkeggiante e baroccheggiante, per restare senza parole di fronte all'unicità della voce di Surkamp: un grandissimo cantante, uno dei migliori. L'album, uscito in un'epoca già oltre le soglie del protopunk, dunque fuori tempo massimo, anche per questo motivo, s'impone, nella sua essenzialità, come un capolavoro al di là del tempo, come una traccia incancellabile nella storia del rock. E' un album di nicchia, conosciuto da pochi: dovrebbe essere ricordato, per quello che è, tra i dischi più belli di tutti i 'Settanta.




Tracklist:
1. Julia (Surkamp)
2. Late November (Scorfina-Surkamp)
3. Song Dance (Safron)
4. Fast Gun (Surkamp)
5. Natchez Trace (Scorfina)
6. Theme From Subway Sue (Surkamp)
7. Episode (Surkamp)
8. Preludin (Carver)
9. Of Once And Future Kings (Surkamp)

Musicisti dell'album:

David Surkamp: voce, chitarra
David Hamilton: tastiere
Doug Rayburn: mellotron, flauto
Mike Safron: percussioni
Rick Stockton: basso
Siegfried Carver: violino, vitar, viola
Steve Scorfina: chitarra

L'album si trova su CD Columbia 469085 2

[1] Per ogni approfondimento si veda l'articolo di T. Aramini, Pavlov's Dog, in «Classix!» n°20 del Dicembre/Gennaio 2009, pp. 13-17.
[2] Ivi, p. 14.
[3] Dall'album T-Rex dei T-Rex del 1970.
[4] T. Aramini, Pavlov's Dog, cit., p. 14
[5] Ivi, p. 15.
[6] Ibidem.
[7] Ibidem.
[8] All'album non partecipò il violinista Carver, bensì due «ospiti illustri ma superflui (gli inglesi Bill Bruford e Andy Mackay)» come ricorda Rizzi. Cfr. C. Rizzi, Progressive & Underground, Giunti, Prato 2009, p. 144.
 

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Ecco, inoltre, la copertina del loro secondo e meno riuscito album At The Sound Of The Bell:

 

Juda

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Li ho ascoltati graie ad un tuo consiglio e non me ne sono pentito, certo, direi che sono per veri amanti del "vintage"
 

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Io credo che si possano definire "senza tempo"; non li sento superati (magari avrò un orecchio totalmente deformato e ormai inaffidabile), li sento freschi e geniali come potevano essere oltre trenta anni fa. Inoltre, la durata davvero breve dell'album ne incrementa ulteriormente la longevità...un'impetuosa scarica di incalzante epicità ed è già tutto finoto (l'album dura circa 30 minuti).
 
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