Vi recupero solo oggi dopo un lunedì da cancellare... meno male che mi portate un po' di buon umore
La dichiarazione d'amore iniziale di Agza scioglie il cuore
L'epico scontro tra German ed American, finirà sempre in pareggio secondo me.
La parte dei Wargames della Avalon Hill mi è piaciuta molto. Io ho giocato (e possiedo) "Battle Cry", e da giocatore (anche) di wargame, posso dire che quel titolo l'ho subito abbandonato proprio per via di carte e dadi molto "american"... Finisco per ritirarlo fuori solo quando qualcuno mi chiede un introduttivo ai wargames o quando un giocatore american mi chiede di cimentarsi con questo genere di giochi.
E' anche vero (su questo son d'accordo) che il dado interviene (come tutti i meccanismi di alea), specie nei wargames, dove le regole finiscono... E' quel pizzico di imprevedibilità della battaglia che deve starci, altrimenti è come vedere un film passivamente.
Ti inserisce l'imprevedibilità dei campi di battaglia: un'unità che quel giorno combatte con le unghie e con i denti e si distingue pur non essendo fortissima sulla carta, un "disfunzionamento" di qualche tipo, una capacità degli ufficiali di truppa (pur se inseriti in un'unità non brillantissima sulla carta) di coordinare le manovre, ecc. .
Tutto però considerando che (ripeto: nei wargames), alla fine, se ti presenti con un rapporto di forze 3:1, la battaglia difficilmente la perdi per il dado... Puoi avere + perdite di quelle preventivate (per il discorso di cui sopra), ma la battaglia difficilmente la perdi.
E' quel pizzico di "ambientazione" (con tutto il suo carico di casualità "umanizzante") che c'è anche nei wargames, diciamo...
La stessa cosa, come ha detto bene Agza, avviene lì dove bisogna necessariamente semplificare. Non potendo fare millemila tabelle per tutto, qualcosa va "raggruppato" (in termini di variabili) sotto l' "ombrello" di un tiro di dado che dà la giusta alea per riassumere un po' tutte queste cose (che Agza chiama "micro-dati", termine condivisibile)...
Sono anche d'accordo con quanti dicono che alla fin fine questa dicotomia sta pian piano sciogliendosi in nome della funzionalità delle regole al servizio del divertimento... e lo dico anche io da giocatore "principalmente" german ma che ha giocato (e gioca e possiede con piacere) anche dei titoli spiccatamente american...
...e dirò di più: dovendo spezzare la mia lancia per i german, Agza e Renberche hanno ragione quando dicono che non è vero che l'ambientazione nei german non c'è. Magari la si sente meno, o forse dovrebbe essere colta più nelle meccaniche che il gioco ti richiede (e te la richiede molto, perchè devi ragionarci tanto che alla fine ti perdi pure l'ambientazione, magari...), che non dalla miniatura o dal "flavour" che ti trasmette magari l'american.
Quando poi ambientazione e meccanica collimano, il gioco arriva ai vertici, almeno secondo me.
L'esempio di FCM fatto da Sava, è calzante (non a caso è in cima alla mia classifica... e ci è arrivato in un lampo, tipo colpo di fulmine...) [P.S.: il "bibbitaro"... XD].
Ed andando più a fondo, mi trovo d'accordo quando dite che l'ambientazione degli american è sicuramente più stimolante a livello personale/soggettivo, rispetto a quelli german, su questo è sicuro. Proponi a qualcuno di giocare il nonno di Heidi in Agricola o di muovere il sopravvissuto a Zombicide... so' due cose diverse... come coinvolgimento personale non so quanti vorrebbero fare il nonno di Heidi (co tutto il rispetto per quel grand'uomo...).
L'american sicuramente ti dà quell'emozione "del viaggio"... il german ti dà la soddisfazione "della mèta" (o meglio: "del risultato").
Interessantissima anche l'analisi neurologica e neurochimica che avete tirato fuori per i giocatori american/german.
Chiudo dicendo che io, ludicamente parlando, sono molto democristiano (al contrario di Agza) per cui alla fin fine li gioco allegramente tutti e due
- Puntata 10, American Vs German
