Impressioni New York City (Stefan Feld City Collection)

Francesco Rimini

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Buongiorno a tutti, ho avuto modo di provare ieri per la prima volta New York City, uno dei titoli della discussa collezione di giochi targata Queengames.

Faccio due doverose premesse: la prima è che Feld è uno dei miei autori preferiti, ho giocato la maggior parte dei suoi giochi e pur con diverse sfumature di gradimento non mi ha mai lasciato insoddisfatto (anche se non ho mai avuto il coraggio di provare Merlin..).
La seconda premessa è che non ho mai giocato Rialto di cui New York City è il rifacimento.

Dico subito che il gioco mi ha davvero sorpreso in positivo, soprattutto per la densità di scelte interessanti che ti lascia in partita.
Abbiamo giocato in tre, una configurazione che ci ha pienamente soddisfatto e siamo stati tutti e tre concordi nel fare pronta rivincita.
È un gioco di draft, aste e maggioranze con un regolamento piuttosto semplice da spiegare e un'interazione decisamente marcata. È un peso medio da circa venti minuti a giocatore, considerate qualcosa in più con il classico pensatore al tavolo; un titolo che sono certo però non piacerà a tutti, è piuttosto asciutto e presenta una discreta opacità iniziale. Vorresti fare dieci cose ogni turno ed invece riesci a farne solo poche, sarà proprio la gestione e l'ordine di queste poche a determinare poi la qualità della propria partita.
Data l'interazione New York City è prevalentemente tattico, anche se impostare una strategia a medio/lungo termine ha una certa importanza se non ci si vuole trovare impreparati nei territori chiave del gioco.
Non è un titolo adatto a chi cerca un grande motore di crescita tra un turno e l'altro: si possono ingaggiare dei lavoratori che hanno poteri molto forti e migliorano le nostre possibilità turno dopo turno, ma per il resto le cose a nostra disposizione sono quelle, sette carte da gestire in ogni round, e con quelle bisogna sgomitare durante il gioco.

Lo paragonerei non tanto per le meccaniche ma per le sensazioni generali che mi ha lasciato ad altri due titoli di Feld che non hanno riscosso grande successo di vendite ma che personalmente gradisco molto, che sono Strasbourg e Die Speicherstadt (Jorvik) e mi ha lasciato anche un retrogusto simile, anche se non così brutale, a Taj Mahal di Knizia.

Da quello che ho potuto leggere ci sono differenze di regolamento che rendono New York City qualcosa di più di un semplice reskin di Rialto, bensì una vera e propria seconda edizione rivista e, a detta di chi li ha giocati entrambi, migliorata.

Da un punto di vista grafico ed ergonomico la situazione è decisamente migliore e chiara rispetto ad Amsterdam e Marrakesh, gli altri due che ho provato della City Collection, anche se per quanto riguarda l'iconografia siamo ancora ad un livello abbastanza confusionario. Il prezzo di listino di 100€ è decisamente proibitivo secondo me e non giustificato da una produzione buona ma non certo incredibile; personalmente l'ho preso in sconto e mi sembra comunque di averlo pagato troppo probabilmente.

Insomma New York City è un gioco che mi ha convinto ma che date le caratteristiche non consiglierei indiscriminatamente a tutti: non è "piacione", non regala punti e può essere talvolta frustrante.

Qualcun altro lo ha provato?
 
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