Mercato italiano

Taiglander

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Stavo seguendo gli ultimi sviluppi nel thread dell'Asmodee riguardo all'espansione Unbreakable bonds di Runebound (per chi non seguisse o non fosse interessato, semplicemente si è detto che non sarà tradotta e la linea sarà interrotta lì)... e la cosa mi ha fatto riflettere sulla situazione attuale del mercato italiano dei giochi da tavolo e su quanto la percezione possa essere distorta anche "dal di dentro". Mi spiego: comprensibilmente i fan della linea Runebound sono delusi/amareggiati, tanto che qualcuno ha anche invocato un kickstarter, ma a detta di Asmodee non c'è verso: le vendite vanno male e i possibili acquirenti pochi. Ora, non ho Runebound, anche se è in wishlist da tempo, però mi sono stupito anch'io dalla situazione disastrosa della linea: stiamo parlando di espansioni vendute a manciate (qualche centinaio o addirittura decina...) e il gioco nel complesso ha venduto in 2/3 anni la metà delle copie vendute da Fallout in un mese (!).
Tutta questa intro per dire: ma come siamo messi in Italia, ci sono dati da qualche parte? Il caso Runebound è uno tra pochi "fallimenti" o siamo circondati da linee che vanno male e nemmeno ce ne accorgiamo? Siamo davvero consumatori in un mercato ancora molto di nicchia? Io so poco più del classico mantra che vede l'Italia "indietro rispetto ad altri mercati, ma con trend in costante crescita". Ma è proprio vero? Mi domando se per certi prodotti, per quanto curati e seguiti, non ci sia proprio ancora spazio. E gli editori non sono enti benefici: purtroppo se una linea va male si vedono costretti a troncarla lì, mentre noi caschiamo dal pero convinti che altri attendano l'agognata espansione con la nostra stessa trepidazione.
Ora, Runebound è solo lo spunto iniziale per la riflessione, mi chiedo veramente quanti giochi che noi consideriamo figate pazzesche stiano lentamente morendo senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Magari da noi i giochi con rigiocabilità infinita tipo Puerto Rico vanno alla grande, o i party game, mentre altri proprio non prendono piede contrariamente a tutte le previsioni. Da cosa dipende, secondo voi? Gusto del mercato italiano, poca diffusione, o altro?
 

FantasticDragon

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Io credo che il mercato offra molto di più per un pubblico light/family/casual, pubblico i cui numeri credo siano cresciuti parecchio, ma gli interessati a giochi core credo che mediamente siano cresciuti poco, sono quelli che hanno sempre giocato e sempre giocheranno, auto attratti dall'hobby. Mi sembra infatti che l'offerta di giochi core in Italia sia molto calata, o comunque i tempi di localizzazione sono molto più dilatati rispetto a prima. My 2 cents.
 

Badger28

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FantasticDragon":ab2ozti5 ha scritto:
Io credo che il mercato offra molto di più per un pubblico light/family/casual, pubblico i cui numeri credo siano cresciuti parecchio, ma gli interessati a giochi core credo che mediamente siano cresciuti poco, sono quelli che hanno sempre giocato e sempre giocheranno, auto attratti dall'hobby.

Credo anch'io che sia così, anche se va detto che nella massa dei nuovi giocatori light-family-casual, sicuramente una percentuale si incuriosirà abbastanza da passare poi al gioco "serio". Ma si vedrà sul medio-lungo termine

Mi sembra infatti che l'offerta di giochi core in Italia sia molto calata, o comunque i tempi di localizzazione sono molto più dilatati rispetto a prima. My 2 cents.

Su questo non saprei, qui dipende da dove si traccia il confine tra "core" (se vogliamo chiamarlo così) e "non-core". Sicuramente però va detta un'altra cosa, molti giocatori core non si pongono il problema della localizzazione. Il fatto che la versione italiana del gioco X non venda e quindi "chiuda" non ha niente a che fare col gioco in sè, che esiste e può benissimo prosperare nell'edizione originale (non è detto ma può)...
 

Taiglander

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Badger28":3qkmxkzq ha scritto:
Sicuramente però va detta un'altra cosa, molti giocatori core non si pongono il problema della localizzazione. Il fatto che la versione italiana del gioco X non venda e quindi "chiuda" non ha niente a che fare col gioco in sè, che esiste e può benissimo prosperare nell'edizione originale (non è detto ma può)...

La questione è interessante, proprio dal punto di vista delle peculiarità del mercato italiano. Perché per certi versi anche negli USA certe linee rallentano/si fermano - vedi l'esempio di Runebound che, a detta di Asmodee, non sta sfondando nemmeno in America, pur non disastrosamente come da noi. Però per altri versi ci sono giochi che negli USA fanno il botto, mentre da noi non se li fila nessuno. Mi viene in mente Cosmic Encounter... oltre oceano fioccano le ristampe e le espansioni, da noi non credo che abbiano venduto 1000 copie del base... perché? Non è un party game ma poco ci manca, eppure qui non è diffuso.
Mi piacerebbe veramente sapere cosa determina il successo o il fallimento di un titolo in un Paese come il nostro... Siamo 60 milioni, quindi il boom del mercato italiano riguarda proprio solamente gli ex monopolari che ora considerano anche Dixit?
Sul serio, pagherei per vedere una lista dei giochi tradotti in italiano e sapere quante copie hanno venduto... perché anche dal di dentro è difficile dire cosa va e cosa no.
 

Thegoodson

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Taiglander":3qlcqkk8 ha scritto:
Badger28":3qlcqkk8 ha scritto:
Sicuramente però va detta un'altra cosa, molti giocatori core non si pongono il problema della localizzazione. Il fatto che la versione italiana del gioco X non venda e quindi "chiuda" non ha niente a che fare col gioco in sè, che esiste e può benissimo prosperare nell'edizione originale (non è detto ma può)...

La questione è interessante, proprio dal punto di vista delle peculiarità del mercato italiano. Perché per certi versi anche negli USA certe linee rallentano/si fermano - vedi l'esempio di Runebound che, a detta di Asmodee, non sta sfondando nemmeno in America, pur non disastrosamente come da noi. Però per altri versi ci sono giochi che negli USA fanno il botto, mentre da noi non se li fila nessuno. Mi viene in mente Cosmic Encounter... oltre oceano fioccano le ristampe e le espansioni, da noi non credo che abbiano venduto 1000 copie del base... perché? Non è un party game ma poco ci manca, eppure qui non è diffuso.
Mi piacerebbe veramente sapere cosa determina il successo o il fallimento di un titolo in un Paese come il nostro... Siamo 60 milioni, quindi il boom del mercato italiano riguarda proprio solamente gli ex monopolari che ora considerano anche Dixit?
Sul serio, pagherei per vedere una lista dei giochi tradotti in italiano e sapere quante copie hanno venduto... perché anche dal di dentro è difficile dire cosa va e cosa no.

sarebbe un ottimo argomento per una puntata di Radiogoblin.
A questo punto vorrei taggare Sava o Agzaroth ma non sono capace, se qualcuno può farlo al mio posto... :oops:
 

Badger28

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Taiglander":2cxpt2j8 ha scritto:
La questione è interessante, proprio dal punto di vista delle peculiarità del mercato italiano. Perché per certi versi anche negli USA certe linee rallentano/si fermano - vedi l'esempio di Runebound che, a detta di Asmodee, non sta sfondando nemmeno in America, pur non disastrosamente come da noi. Però per altri versi ci sono giochi che negli USA fanno il botto, mentre da noi non se li fila nessuno. Mi viene in mente Cosmic Encounter... oltre oceano fioccano le ristampe e le espansioni, da noi non credo che abbiano venduto 1000 copie del base... perché? Non è un party game ma poco ci manca, eppure qui non è diffuso.

Beh, intanto si tratta abbastanza palesemente di un "american"...secondo, in Italia è arrivato tardissimo (2004) mentre l'originale è del '77... terzo, non rispecchia le caratteristiche classiche del "gioco di moda moderno", anche e soprattutto per l'età. No miniature, poca fuffa, no tabellone, un botto di testo da leggere. E cmq, ben più intricato da giocare di quello che si potrebbe credere. La maggior parte dei potenziali interessati se l'era già procurato. Io ad esempio ho il base + due espansioni, tutto ovviamente in EN...

Mi piacerebbe veramente sapere cosa determina il successo o il fallimento di un titolo in un Paese come il nostro... Siamo 60 milioni, quindi il boom del mercato italiano riguarda proprio solamente gli ex monopolari che ora considerano anche Dixit?
Sul serio, pagherei per vedere una lista dei giochi tradotti in italiano e sapere quante copie hanno venduto... perché anche dal di dentro è difficile dire cosa va e cosa no.

Beh io non pagherei, ma sarei curioso :pippotto:
 

pete100

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Thegoodson":5rl5a90b ha scritto:
A questo punto vorrei taggare Sava o Agzaroth ma non sono capace, se qualcuno può farlo al mio posto... :oops:
[tag]Agzaroth[/tag] [tag]sava73[/tag]
 

Agzaroth

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pronti. Argomento interessante, ovviamente da parlarne con un paio di editori, SE ne vorranno parlare, perché su politiche editoriali e dati di vendita sono sempre tutti molto abbottonati, specie quando sono dati negativi.
 

Taiglander

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Badger28":1bq8jwfw ha scritto:
Beh io non pagherei, ma sarei curioso :pippotto:

Beh sì forse nemmeno io pagherei per vedere la lista delle vendite ;-) ... però sono convinto che, dati alla mano, molti di quelli che noi consideriamo "pietre miliari", giochi "imprescindibili", "must have" e via dicendo potrebbero essere dei flop pazzeschi - e lo scopriremmo solo quando l'editore italiano di turno ci tronca la localizzazione a metà. Al contrario, giochi a cui non daresti una lira magari viaggiano a gonfie vele.
Credo che ci sia uno sfasamento, uno "scollamento" anche abbastanza grosso tra quella che in molti di noi (me per primo) è la percezione della situazione dei giochi da tavolo (quali sono i titoli validi e quali no) e quella che è REALMENTE la situazione del mercato italiano. Forse se sapessimo che ad acquistare la prossima espansione del nostro gioco preferito potremmo essere sì e no un centinaio, non daremmo per scontato alcuna localizzazione...

Grazie Agzaroth se riuscite a scoprire qualcosa di più
 

DonKratos

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Ovviamente conoscere dei dati, da una conoscenza generale di cosa piace alla gente e quindi dove punterà il mercato, ma in ogni caso per i veri giocatori non cambia di certo i gusti ma ovviamente prende coscienza su quanto supporto potrà avere il prodotto. Questo vale un po per qualsiasi prodotto in commercio .

Io onestamente posso dire ben poco perchè sto iniziando a toccare i giochi da tavolo da pochissimo e quindi inizio a farmi una cultura piu leggendo che giocando e conoscendo veramente un gioco.
Ovviamente chi inizia cosi come me, spesso inizia con giochi facili, veloci o appunto party, giochi che diventano famosi proprio perchè viene giocato da masse, per poi eventualmente appassionarsi e cercare sempre qualcosa di piu ( non necessariamente ) e ogni volta che si va a un livello successivo il numero di persone diminuisce, arrivando a delle nicchie.

Attualmente ho The mind , carcassone, zombicide BP con cui ho fatto fino a ora pochissime partite. Ovviamente guardo video e avrei voglia di provare qualche German ecc però in quel caso o hai trovato il gruppo con cui giocare fisso, in modo che tutti abbiano preso confidenza con regolamento e gioco e soprattutto voglia di dedicarci parecchie ore, o altrimenti non lo compri. Io purtroppo ancora non ho trovato un gruppo quindi anche l'appassionarsi ha diciamo un limite.
Questo magari non vuol dire niente, ma potrebbe essere anche un motivo perchè alcuni giochi se pur stupendi non vendono quanto un gioco che viene proposto facile anche in ludoteca.
 
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Thegoodson":1j1t9wp4 ha scritto:
sarebbe un ottimo argomento per una puntata di Radiogoblin.
A questo punto vorrei taggare Sava o Agzaroth ma non sono capace, se qualcuno può farlo al mio posto... :oops:


sappi che ci stiamo lavorando.
Stay Tuned.
 

diesel

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Taiglander":f71l1pqy ha scritto:
Stavo seguendo gli ultimi sviluppi nel thread dell'Asmodee riguardo all'espansione Unbreakable bonds di Runebound (per chi non seguisse o non fosse interessato, semplicemente si è detto che non sarà tradotta e la linea sarà interrotta lì)... e la cosa mi ha fatto riflettere sulla situazione attuale del mercato italiano dei giochi da tavolo e su quanto la percezione possa essere distorta anche "dal di dentro". Mi spiego: comprensibilmente i fan della linea Runebound sono delusi/amareggiati, tanto che qualcuno ha anche invocato un kickstarter, ma a detta di Asmodee non c'è verso: le vendite vanno male e i possibili acquirenti pochi. Ora, non ho Runebound, anche se è in wishlist da tempo, però mi sono stupito anch'io dalla situazione disastrosa della linea: stiamo parlando di espansioni vendute a manciate (qualche centinaio o addirittura decina...) e il gioco nel complesso ha venduto in 2/3 anni la metà delle copie vendute da Fallout in un mese (!).
Tutta questa intro per dire: ma come siamo messi in Italia, ci sono dati da qualche parte? Il caso Runebound è uno tra pochi "fallimenti" o siamo circondati da linee che vanno male e nemmeno ce ne accorgiamo? Siamo davvero consumatori in un mercato ancora molto di nicchia? Io so poco più del classico mantra che vede l'Italia "indietro rispetto ad altri mercati, ma con trend in costante crescita". Ma è proprio vero? Mi domando se per certi prodotti, per quanto curati e seguiti, non ci sia proprio ancora spazio. E gli editori non sono enti benefici: purtroppo se una linea va male si vedono costretti a troncarla lì, mentre noi caschiamo dal pero convinti che altri attendano l'agognata espansione con la nostra stessa trepidazione.
Ora, Runebound è solo lo spunto iniziale per la riflessione, mi chiedo veramente quanti giochi che noi consideriamo figate pazzesche stiano lentamente morendo senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Magari da noi i giochi con rigiocabilità infinita tipo Puerto Rico vanno alla grande, o i party game, mentre altri proprio non prendono piede contrariamente a tutte le previsioni. Da cosa dipende, secondo voi? Gusto del mercato italiano, poca diffusione, o altro?

Secondo me il caso da cui parti è davvero particolare.

La Terza Edizione di Runebound esce con un gioco base monco, quattro espansioni piccole e, solo per ultima, una grande che integra e completa davvero il gioco.

Sarebbe bastato creare due starter set (uno competitivo con le espansioni piccole già contenute e un altro collaborativo e solitario) per vendere meglio.

Molto spesso conta la forma oltre alla sostanza.

My 2 cents.
 

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Il base di runebound third non l'ho trovato affatto monco, è un gioco facilmente espandibile, ma assolutamente giocabile anche solo con il base e comunque nel pieno standard di longevità dei titoli moderni. Nel caso specifico, il problema per me era nella tipologia di gioco (adventure solitario che può essere anche lunghetto) e nel costo che anche se standard per i prodotti FFG comunque era caro per il feeling che trasmetteva. Ovviamente un fallout che costa uguale ed è comunque un Adventure attira di più e ce li spendi, ma 20 euro una miniatura e 4 carte per le espansioni l'ho sempre trovato un cazzotto in un occhio per runebound. A volte sarebbe meglio giocare sui prezzi per invogliare le vendite e rilanciare i brand, comunque ad oggi lo considero il miglior Adventure boardgame fantasy :D
 

Taiglander

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Mailok":2sjzl6ai ha scritto:
A volte sarebbe meglio giocare sui prezzi per invogliare le vendite e rilanciare i brand, comunque ad oggi lo considero il miglior Adventure boardgame fantasy :D

La penso anch'io così. Credo anche che la percezione di come vanno le cose sul mercato sia possibile anche grazie a politiche sui prezzi che seguano le vendite... se vedo un gioco fisso da anni a 50/60€, non vado a pensare che stia andando male. Leggo le recensioni, mi faccio un'idea della tipologia e poi scelgo se comprarlo o no sulla base di una semplice domanda: a questo prezzo, vale la pena per l'esperienza di gioco che mi viene offerta?
Ma in Italia, a mio modo di vedere, non è così. Amazon dà l'impressione di fare sconti da urlo... su giochi a caso. Altri store online applicano sconti interessanti ma sinceramente non capisco sulla base di quale criterio. Un esempio: Level 7 Escape. Gioco macchinoso, stroncato dai più - ma a me piace. Ne ho recuperata una copia usata e sono soddisfatto. Sono iscritto al thread su BGG e non credo di esagerare se dico che almeno una volta ogni due giorni il nostro store Giochinscatola lo ripropone sul geekmarket al solito prezzo di 50,32€. Ma a quel prezzo lì, non venderà MAI. Capisco che sia l'unica copia che hanno disponibile e la vogliono piazzare bene, ma come fai a promuovere un gioco se non ti adegui un po' al mercato? Su miniature market, store USA piuttosto aggressivo in fatto di prezzi, lo vendono all'equivalente di 33€... Il risultato è che certi giochi rimangono a prezzo fisso per anni, che abbiano recensioni positive o negative non importa.
 

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Taiglander":3n1u1jzt ha scritto:
Mailok":3n1u1jzt ha scritto:
A volte sarebbe meglio giocare sui prezzi per invogliare le vendite e rilanciare i brand, comunque ad oggi lo considero il miglior Adventure boardgame fantasy :D

La penso anch'io così. Credo anche che la percezione di come vanno le cose sul mercato sia possibile anche grazie a politiche sui prezzi che seguano le vendite... se vedo un gioco fisso da anni a 50/60€, non vado a pensare che stia andando male. Leggo le recensioni, mi faccio un'idea della tipologia e poi scelgo se comprarlo o no sulla base di una semplice domanda: a questo prezzo, vale la pena per l'esperienza di gioco che mi viene offerta?
Ma in Italia, a mio modo di vedere, non è così. Amazon dà l'impressione di fare sconti da urlo... su giochi a caso. Altri store online applicano sconti interessanti ma sinceramente non capisco sulla base di quale criterio. Un esempio: Level 7 Escape. Gioco macchinoso, stroncato dai più - ma a me piace. Ne ho recuperata una copia usata e sono soddisfatto. Sono iscritto al thread su BGG e non credo di esagerare se dico che almeno una volta ogni due giorni il nostro store Giochinscatola lo ripropone sul geekmarket al solito prezzo di 50,32€. Ma a quel prezzo lì, non venderà MAI. Capisco che sia l'unica copia che hanno disponibile e la vogliono piazzare bene, ma come fai a promuovere un gioco se non ti adegui un po' al mercato? Su miniature market, store USA piuttosto aggressivo in fatto di prezzi, lo vendono all'equivalente di 33€... Il risultato è che certi giochi rimangono a prezzo fisso per anni, che abbiano recensioni positive o negative non importa.

Discorso interessante... sui prezzi c'è un'anarchia spesso incomprensibile. Però una tendenza generale secondo me c'è - nel senso, se un gioco non cala mai di prezzo (a meno che non ci sia un problema di esaurimento) è un buon segno; se crolla miseramente anche nel giro di poco tempo dalla prima uscita, meglio andarci molto cauti. Mi viene un esempio recente e emblematico: TUBI MAGICI, che ormai Cranio svende a 9 euro - c'è un'ottima ragione, è un gioco veramente brutto (mi sento di dirlo senza aggiungere neanche "a mio avviso") e quello è il suo prezzo (ammesso che venda, ora).
 
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