Mikimush
Gran Maestro
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Da "Il Milione", cap. 181:
"Del reame della Tana.
Tana è anche uno grande reame, e sono simiglianti a questi di sopra, ed ànno anche loro re. Qui non à spezie, àcci incenso, ma non è bianco, anzi è bruno, e fassine grande mercatantia. Qui si à bucherame e bambagia assai. Li mercatanti recano qui oro e ariento, rame e di quelle cose di che vi bisogna, e portane delle loro.
Ancora escono di qui molti corsari per mare, e fanno grande danno a' mercatanti; e questo è per la volontà del loro segnore. E fa il re questo patto con loro, che li corsari li danno tutti li cavalli che pigliano, ché molti vi ne passano, perciò che in India si ne fa grande mercatantia, sicché poche navi vanno per l'India che no menino cavagli; e tutte l'altre cose sono de li corsali.
Or ci partiamo di qui, ed andiamo in una contra(da) che si chiama Canbaet."
E' evidente che il racconto che Marco Polo fa del reame della Tana è per metafore, altrimenti non avrebbe potuto essere inserito nel suo libro. Non c'è bisogno di dire che il re è il Goblin, che "l'incenso bruno" è quello che si fumano molti di noi prima di scrivere i post, che il "bucherame e la mambagia" rappresentano il paese dei balocchi, cioè il mondo dei giochi da tavolo.
"I corsari che escono per mare e fanno danni" sono i Goblin alle Con sparse per l'Italia, che fanno proseliti e, d'accordo col Goblin, reclutano nuove leve per la Tana (i "cavalli" che mandano al re).
"Del reame della Tana.
Tana è anche uno grande reame, e sono simiglianti a questi di sopra, ed ànno anche loro re. Qui non à spezie, àcci incenso, ma non è bianco, anzi è bruno, e fassine grande mercatantia. Qui si à bucherame e bambagia assai. Li mercatanti recano qui oro e ariento, rame e di quelle cose di che vi bisogna, e portane delle loro.
Ancora escono di qui molti corsari per mare, e fanno grande danno a' mercatanti; e questo è per la volontà del loro segnore. E fa il re questo patto con loro, che li corsari li danno tutti li cavalli che pigliano, ché molti vi ne passano, perciò che in India si ne fa grande mercatantia, sicché poche navi vanno per l'India che no menino cavagli; e tutte l'altre cose sono de li corsali.
Or ci partiamo di qui, ed andiamo in una contra(da) che si chiama Canbaet."
E' evidente che il racconto che Marco Polo fa del reame della Tana è per metafore, altrimenti non avrebbe potuto essere inserito nel suo libro. Non c'è bisogno di dire che il re è il Goblin, che "l'incenso bruno" è quello che si fumano molti di noi prima di scrivere i post, che il "bucherame e la mambagia" rappresentano il paese dei balocchi, cioè il mondo dei giochi da tavolo.
"I corsari che escono per mare e fanno danni" sono i Goblin alle Con sparse per l'Italia, che fanno proseliti e, d'accordo col Goblin, reclutano nuove leve per la Tana (i "cavalli" che mandano al re).