L'italiano Sammartino è vicecampione del mondo di poker

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So bene che tra i giocatori da tavolo (e in particolare tra i goblin) ce ne sono alcuni che mal sopportano sentir parlare di giochi con premi in denaro o addirittura di tornei in generale. Se ne è discusso anche di recente. Ma per una volta anche loro dovrebbero soffermarsi a leggere una importante notizia di poker sportivo. Eh già, perché questa estate a Las Vegas è successo qualcosa di storico per il poker italiano.

Il 32enne napoletano Dario Sammartino, uno dei pokeristi più bravi delle nostre parti, ha compiuto un'impresa che in 50 anni non era riuscita a nessun altro nostro connazionale: si è piazzato al secondo posto nel Main Event dei campionati del mondo di poker, le World Series of Poker per l'appunto.

Lo ha fatto in mezzo a più di 8.500 partecipanti dopo dieci giorni estenuanti fatti di puntate, rilanci e 'all in'. L'unico che Sammartino non è riuscito a battere è stato Hossein Ensan, esperto player tedesco di origini iraniane che ora è il nuovo campione del mondo.

La notizia del secondo posto di Sammartino ha fatto il giro delle testate specializzate e anche dei media generalisti. Ne hanno parlato perfino il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Tutto ciò in un periodo particolare in cui il governo italiano sta cercando di oscurare la pubblicità ai giochi d'azzardo. Il poker rientra per legge nel gambling ma la sua componente aleatoria, nella maggior parte dei casi, non ha nulla a che vedere con quelle dei giochi di azzardo puri, come bingo o slot.

Soprattutto grazie all'avvento di internet, il poker si è dimostrato un gioco di skill che non ha nulla da invidiare ad altri nobili giochi di carte o di abilità. Non siamo ai livelli degli scacchi, forse, ma i professionisti del poker riescono ad abbattere la varianza giocando tantissime mani e tantissime partite.


Cosa sono le World Series di Las Vegas?

Per chi non lo sapesse, le WSOP sono un appuntamento prestigioso che si ripete ogni anno in mezzo al deserto del Nevada e che attira appassionati di poker da tutto il mondo. Nel 2019 si è giocata la 50esima edizione e l'affluenza è stata clamorosa. Per più di un mese e mezzo, tra fine maggio e metà luglio, migliaia di giocatori hanno invaso le sale del Rio, un noto casinò di Vegas.

In tutto erano 90 i tornei che mettevano in palio un braccialetto, il simbolico e ambito premio delle WSOP. Già, perché le cosiddette 'varianti' del poker sono tantissime e le WSOP da sempre offrono diversi tipi di tornei ai loro giocatori.

La variante più famosa e praticata da almeno quindici anni è sicuramente il Texas Hold'em, quella in cui ogni giocatore ha in mano soltanto due carte e sul tavolo vengono girate scoperte al massimo cinque carte. È il poker dell'agente 007 nel film Casino Royale, tanto per intenderci. Ci sono poi varianti più antiquate e altre più complesse, come per esempio l'Omaha, un gioco dove ogni giocatore ha quattro carte in mano e ci sono parecchi calcoli da fare durante ogni mano.

I costi di iscrizione sono decisamente variabili. I tornei più economici costano meno di 1.000 dollari, quelli più esclusivi possono arrivare addirittura a 100.000 dollari. In ogni torneo i soldi vengono raccolti in un montepremi che viene poi spartito con le giuste proporzioni tra i giocatori che resistono più a lungo ai tavoli in quel torneo, senza farsi eliminare troppo presto. Quindi senza esaurire le proprie chips troppo in anticipo.


Cos'ha di speciale il Main Event delle WSOP?

Il torneo più importante di tutti alle WSOP, come suggerisce il nome, è il Main Event. Un evento (trasmesso in TV da ESPN) che si gioca nella variante Texas Hold'em e che costa 10.000 dollari a ogni partecipante. Somma importante che però non attira solo i professionisti del gioco. Molti amatori sono disposti a sganciarla pur di provare a entrare nella storia del poker mondiale.

Cosa che è riuscita al nostro Sammartino. Il partenopeo è riuscito a presentarsi al cosiddetto 'tavolo finale' del torneo, ovvero a schivare l'eliminazione finchè in gioco non sono rimasti solo gli ultimi nove superstiti. Per tutti loro in palio c'erano premi milionari. Già questo traguardo è stato da applausi, visto che in passato era stato centrato solo due volte da italiani. Il primo fu il sardo Filippo Candio nel 2010, il secondo fu il romano Federico Butteroni nel 2015.

Ma un sorprendente Dario è riuscito a fare di più. Ha migliorato il 4° posto di Candio, presentandosi nel Day 10 del Main Event tra gli ultimi tre finalisti. Mai nella storia un italiano era salito sul podio del Main.

A qual punto tutti gli appassionati italiani hanno creduto davvero nel braccialetto più ambito. Purtroppo il nostro Dario si è fermato sul più bello: nel cosiddetto 'heads up' finale, ovvero il testa-a-testa che si consuma quando in gara sono rimasti solo due giocatori.

L'ostacolo letale è stato Hossein Ensan, 55enne tedesco di origini iraniane che ora è il nuovo campione del mondo. Sammartino e Ensan hanno duellato per diverse ore (e 101 mani) al tavolo finché il tedesco ha vinto l'ultimo colpo quando aveva praticamente il doppio delle chips avversarie. Curiosamente l'ha spuntata con K-K, la seconda miglior mano di partenza del Texas Hold'em. Anche questa è stata una prima volta per le WSOP.

Ensan con un inglese stentato ha ringraziato a caldo tutti i suoi supporters e ha incassato la bellezza di 10.000.000 di dollari. Anche il secondo classificato Sammartino ha ringraziato tutti i suoi tifosi e ora proverà a consolarsi con un premio di 6.000.000 di dollari. Cifre importantissime per le WSOP che solo nel 2006 seppero fare di meglio con 8.773 iscrizioni al Main Event.
 

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Scusate il papiro ma avevo preparato qualche giorno fa un eventuale articolo per la home ;) (bocciato, come prevedibile) Ero comunque curioso di capire se c'è qualcuno qui dentro che è appassionato di poker o che aveva già letto la notizia
 
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