Ken_Derringer
Babbano
![](/forum/data/assets/ozzmodz_badges_badge/sample1_r27_c2.png)
![](/forum/data/assets/ozzmodz_badges_badge/sample1_r1_c18.png)
![](/forum/data/assets/ozzmodz_badges_badge/sample1_r27_c4.png)
![](/forum/data/assets/ozzmodz_badges_badge/sample1_r27_c3.png)
![](/forum/data/assets/ozzmodz_badges_badge/sample1_r27_c6.png)
- Registrato
- 3 Febbraio 2005
- Messaggi
- 83
- Località
- Ivrea
- Sito Web
- www.lacompagniadelgiannello.org
- Goblons
- 0
"Nelle lontane valli a ovest della grande Muraglia Cinese si ergeva maestoso il tempio del Sole Nascente, luogo sacro in cui gli uomini più illuminati della Terra andavano per meditare sugli eventi della vita e sul significato della morte.
Tra questi grandi uomini vi era un giovane sacerdote di nome Riogha. Un giorno senti` parlare due giovani novizi di giochi di ruolo. Incuriosito Riogha si fece spiegare cosa fossero, le regole e i pensieri contrastanti sull’utilizzo dei dadi. Il maestro Riogha, turbato dalla diatriba tra giochi pieni di dadi e giochi senza dadi, decise di interpellare due esperti del campo per risolvere la situazione. Dopo giorni di cammino, dopo essere salito sulla Collina del Drago D’Argento, il maestro si avvicinò al Sognatore. Costui era solo in una stanza intento a danzare attorno al tavolo, declamando poemi. Per lui l'effetto scenico era tutto, e non mancava di farlo notare. Alla vista di maestro Riogha, gli corse incontro felice della visita inaspettata, chiedendogli il motivo della sua presenza.
Riogha: "Il mondo, ma soprattutto io, ci chiediamo se sia meglio un gioco dove il caso sia presente oppure del tutto assente; in generale se sia meglio un sistema con dadi o senza dadi. Tu sei noto per essere un sostenitore della scelta senza dadi; esponimi, ti prego, le ragioni." Il Sognatore parlo` per ore decantando tutte le sue ragioni, passando certe volte da un discorso all`altro. Riogha osservò il Sognatore per qualche tempo, poi parlò.
Riogha: "Credo di non capire. Tu vuoi favorire l'interpretazione, e per farlo ti servi di un sistema privo di flessibilità, nel quale chi ha un valore più basso di un altro non ha nessuna possibilità di batterlo."
Sognatore: "Bhe` si piu` o meno! Vedi, in realtà io sono sempre in grado di controllare tutto: le regole permettono di assegnare bonus vari, per cui posso manipolare la situazione in ogni momento."
Riogha: "Fammi capire allora: i personaggi o sono costretti a seguire la legge del valore che hanno o sono costretti a seguire le tue scelte. Dunque loro non hanno alcuna scelta, e sono semplicemente guidati a tuo piacimento. E cosa li spinge ancora a giocare con te, se sanno gia` di non avere alcun controllo del loro fato?" Riogha lasciò il Sognatore a bocca aperta e se ne andò. Il Sognatore voleva ottenere la flessibilità con la rigidità. Che idiota! Nella speranza di essere piu` fortunato decise di dirigersi verso la Valle dei Guerrieri presidiata dal famoso Generale Tzung noto nell'ambiente per essere un amante delle regole, anche perché le sue radici erano decisamente nell'ambiente militare. Il Generale, sempre preso dallo studio di nuove situazioni tattiche, rimase sorpreso della visita del maestro Riogha, ma ciò nonostante lo salutò calorosamente e gli chiese qual buon vento lo portasse nella sua valle.
Riogha: "Il mondo, ma soprattutto io, ci chiediamo se sia meglio un gioco dove il caso sia presente oppure del tutto assente; in generale se sia meglio un sistema con dadi o senza dadi. Tu sei noto per essere un sostenitore della scelta con dadi, esponimi le tue ragioni."
Generale: "Saro` felice di spiegarti tutto! Vedi, nel gioco di ruolo, sono i giocatori a fare la storia, e a muoversi in un universo fittizio. Il Master, detiene già un enorme potere: ha scritto la storia, stabilisce le difficoltà, mette in situazioni anche non belle i personaggi. Ma i combattimenti e la risoluzione di una situazione devono essere tolti dal suo controllo! I giocatori devono essere messi in condizione di sapere come affrontare nel modo più appropriato le difficoltà cui vanno incontro. Solo così un giocatore potrà valutare al meglio le situazioni." Riogha osservò il Generale per qualche tempo, con sguardo assorto.
Riogha: "Forse ti ho frainteso. Mi stai dicendo che solo utilizzando i dadi e le probabilità è possibile togliere l'arbitrio al Master?"
Generale: "Certamente!"
Riogha: "Quindi, secondo te la risoluzione di un evento ben pianificato deve essere affidata al caso, perché ritieni che il Master non sia in grado di giudicare se il combattimento avrà buon esito o meno. Quindi lasciare il destino dei personaggi nelle mani del Fato. E cosi` che intendi vincere le tue battaglie Generale?"
Generale: "Certo, dato che il vero scopo è quello di simulare la realtà. E` necessario che esista un minimo di casualita` esattamente come nella realta` stessa!In sostanza, si cerca il più possibile di limitare l'arbitrio umano nella soluzione delle situazioni."
Riogha: "Continuo a non capire. L'arbitrio del Master entra sempre in gioco, nel momento in cui decide i bonus o i malus che ti vengono assegnati. Quindi in ogni caso, il Master potrebbe farti fallire o meno un`azione semplicemente utilizzando questi punteggi!"
Il Generale restò senza parole. Riogha, deluso, se ne andò. Il Generale sembrava un pazzo: voleva ottenere un risultato e cercava di ottenerlo nel modo più assurdo che ci fosse. Ormai affranto per non essere riuscito a trovare una soluzione, il maestro decise di tornare nel suo tempio. Strada facendo incontrò due ragazzi presi a giocare a Cyberpunk. Il maestro si avvicinò e chiese:
Riogha: "Ragazzi, ma voi usate i dadi oppure no?"
Master: "Certo, per darci un'indicazione. Ma se il risultato non ci piace o lo riteniamo assurdo, lo cambiamo." Il maestro sorrise.
Riogha: "Invero, avete capito molto della vita. Venite, voglio presentarvi a due persone..."
...cosi` dicendo ripresero insieme il loro cammino......"
E voi cosa ne pensate?
Le regole devono essere seguite scrupolosamente o per niente?
Oppure una buona via di mezzo? Io per il momento mi incammino insieme a Riogha...
Tra questi grandi uomini vi era un giovane sacerdote di nome Riogha. Un giorno senti` parlare due giovani novizi di giochi di ruolo. Incuriosito Riogha si fece spiegare cosa fossero, le regole e i pensieri contrastanti sull’utilizzo dei dadi. Il maestro Riogha, turbato dalla diatriba tra giochi pieni di dadi e giochi senza dadi, decise di interpellare due esperti del campo per risolvere la situazione. Dopo giorni di cammino, dopo essere salito sulla Collina del Drago D’Argento, il maestro si avvicinò al Sognatore. Costui era solo in una stanza intento a danzare attorno al tavolo, declamando poemi. Per lui l'effetto scenico era tutto, e non mancava di farlo notare. Alla vista di maestro Riogha, gli corse incontro felice della visita inaspettata, chiedendogli il motivo della sua presenza.
Riogha: "Il mondo, ma soprattutto io, ci chiediamo se sia meglio un gioco dove il caso sia presente oppure del tutto assente; in generale se sia meglio un sistema con dadi o senza dadi. Tu sei noto per essere un sostenitore della scelta senza dadi; esponimi, ti prego, le ragioni." Il Sognatore parlo` per ore decantando tutte le sue ragioni, passando certe volte da un discorso all`altro. Riogha osservò il Sognatore per qualche tempo, poi parlò.
Riogha: "Credo di non capire. Tu vuoi favorire l'interpretazione, e per farlo ti servi di un sistema privo di flessibilità, nel quale chi ha un valore più basso di un altro non ha nessuna possibilità di batterlo."
Sognatore: "Bhe` si piu` o meno! Vedi, in realtà io sono sempre in grado di controllare tutto: le regole permettono di assegnare bonus vari, per cui posso manipolare la situazione in ogni momento."
Riogha: "Fammi capire allora: i personaggi o sono costretti a seguire la legge del valore che hanno o sono costretti a seguire le tue scelte. Dunque loro non hanno alcuna scelta, e sono semplicemente guidati a tuo piacimento. E cosa li spinge ancora a giocare con te, se sanno gia` di non avere alcun controllo del loro fato?" Riogha lasciò il Sognatore a bocca aperta e se ne andò. Il Sognatore voleva ottenere la flessibilità con la rigidità. Che idiota! Nella speranza di essere piu` fortunato decise di dirigersi verso la Valle dei Guerrieri presidiata dal famoso Generale Tzung noto nell'ambiente per essere un amante delle regole, anche perché le sue radici erano decisamente nell'ambiente militare. Il Generale, sempre preso dallo studio di nuove situazioni tattiche, rimase sorpreso della visita del maestro Riogha, ma ciò nonostante lo salutò calorosamente e gli chiese qual buon vento lo portasse nella sua valle.
Riogha: "Il mondo, ma soprattutto io, ci chiediamo se sia meglio un gioco dove il caso sia presente oppure del tutto assente; in generale se sia meglio un sistema con dadi o senza dadi. Tu sei noto per essere un sostenitore della scelta con dadi, esponimi le tue ragioni."
Generale: "Saro` felice di spiegarti tutto! Vedi, nel gioco di ruolo, sono i giocatori a fare la storia, e a muoversi in un universo fittizio. Il Master, detiene già un enorme potere: ha scritto la storia, stabilisce le difficoltà, mette in situazioni anche non belle i personaggi. Ma i combattimenti e la risoluzione di una situazione devono essere tolti dal suo controllo! I giocatori devono essere messi in condizione di sapere come affrontare nel modo più appropriato le difficoltà cui vanno incontro. Solo così un giocatore potrà valutare al meglio le situazioni." Riogha osservò il Generale per qualche tempo, con sguardo assorto.
Riogha: "Forse ti ho frainteso. Mi stai dicendo che solo utilizzando i dadi e le probabilità è possibile togliere l'arbitrio al Master?"
Generale: "Certamente!"
Riogha: "Quindi, secondo te la risoluzione di un evento ben pianificato deve essere affidata al caso, perché ritieni che il Master non sia in grado di giudicare se il combattimento avrà buon esito o meno. Quindi lasciare il destino dei personaggi nelle mani del Fato. E cosi` che intendi vincere le tue battaglie Generale?"
Generale: "Certo, dato che il vero scopo è quello di simulare la realtà. E` necessario che esista un minimo di casualita` esattamente come nella realta` stessa!In sostanza, si cerca il più possibile di limitare l'arbitrio umano nella soluzione delle situazioni."
Riogha: "Continuo a non capire. L'arbitrio del Master entra sempre in gioco, nel momento in cui decide i bonus o i malus che ti vengono assegnati. Quindi in ogni caso, il Master potrebbe farti fallire o meno un`azione semplicemente utilizzando questi punteggi!"
Il Generale restò senza parole. Riogha, deluso, se ne andò. Il Generale sembrava un pazzo: voleva ottenere un risultato e cercava di ottenerlo nel modo più assurdo che ci fosse. Ormai affranto per non essere riuscito a trovare una soluzione, il maestro decise di tornare nel suo tempio. Strada facendo incontrò due ragazzi presi a giocare a Cyberpunk. Il maestro si avvicinò e chiese:
Riogha: "Ragazzi, ma voi usate i dadi oppure no?"
Master: "Certo, per darci un'indicazione. Ma se il risultato non ci piace o lo riteniamo assurdo, lo cambiamo." Il maestro sorrise.
Riogha: "Invero, avete capito molto della vita. Venite, voglio presentarvi a due persone..."
...cosi` dicendo ripresero insieme il loro cammino......"
E voi cosa ne pensate?
Le regole devono essere seguite scrupolosamente o per niente?
Oppure una buona via di mezzo? Io per il momento mi incammino insieme a Riogha...