Va benissimo pèr il caro. 8)
Vedi, io non credo che quello che tu dici sia sbagliato, anzi, e credo anche che una dose di autocoscienza del proprio bagaglio nazionale culturale e sociale sia importante, però io la vedo in maniera forse più pragmatica, a parte i punti personali su cui posso dissentire.
Mi spiego sulla questione primaria.
Riportare l'italiano in auge internazionale: quasi impossibile.
Troppe poche persone lo parlano nativamente e lo si parla come lingua nazionale solo in Italia, Repubblica di San Marino e Città del Vaticano.
Inglese (con tutte le sue varianti), francese e spagnolo - le tre lingue classiche europee sono parlati in molti paesi.
Bisognerebbe uno sbilanciamento economico e di potenza dominante anche a livello militare per far si che l'italiano assurga a lingua primaria.
Così è successo con il francese (i nobili inglesi parlavano solo il francese nell'alto medioevo), e poi con l'inglese... e l'ago della bilancia si sta spostando verso il cinese e l'arabo proprio per esigenze economiche globali.
L'italia a livello economico fa pena, a livello militaristico ha sempre fatto un pò ridere (Paese di ottimi marinai, di pessimi guerrieri, NdIndro Montanelli)
e quindi non vedo questo cambiamento possibile.
Io la vedo al contrario... "Perchè dobbiamo essere sempre noi ad adattarci?"... uhm, di solito l'italiano si adatta male quando è toccato sui suoi miti nazionali... "La cucina più buona del mondo", "L'arte più bella del mondo" e così via... ed anche sulla questione linguistica.
Che sia vero o meno (trovo la *vera* cucina cinese buona tanto quanto l'italiana, solo diverso, IMHO) c'è il fatto che queste certezze piccolo-borghesi sono classici appigli su cui l'italiano medio fa affidamento e su cui politici (come nel Ventennio di cui prima) hanno costruito una placebo popolare per non guardare al fatto che l'Italia apparte la Storia (che OVVIAMENTE non è da poco) e l'Arte (ANTICA) non ha molto di contemporaneo su cui fare peso a livello internazionale.
L'italiano spesso si arrabbatta, più che adattarsi.
Dissento sulla miserabilità dell'inglese come lingua.
Guardati una puntata di The Black Adder (lo trovi su Sky da qualche parte) senza leggere i sottotitoli ma seguendo solo l'inglese (lo so, non è facile)... o i Monthy Python in lingua originale (difficili da reperire, già).
Se vogliamo calare giù il 3 di briscola, :lol: , ti cito Shakespeare (CHE IO PERSONALMENTE NON SOPPORTO :lol

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Lasciando stare gli esempi, l'inglese è una lingua ricca tanto quanto l'italiano, sebbene abbia una struttura verbale più semplice, eppure questo miscuglio la rende più efficace come appunto lingua portante di comunicazioni internazionali.
Inoltre il fatto che la maggior parte dei dispositivi e congegni elettronici usi terminologia inglese indica quanto sia anche funzionale.
L'importanza del latino non si discute, ed infatti le maggiori lingue europee traggono vita dal latino... ma grazie al cielo non usiamo ancora il latino per parlare e scrivere.
L'italiano più semplice dell'inglese a livello fonetico? Certo.
Ma anche il finlandese si legge come si scrive ed in più, cosa migliore dell'italiano, ha solo 1 tipo di accento, SEMPRE sulla prima vocale.
Non ha articoli e non ha praticamente il verbo futuro.
Meglio ancora? No.
Perchè ha un sistema complicato in altre parti, cosiccome l'italiano.
E resta il fatto, primario di quanta gente lo parla, che vale anche, sebbene in scala, per l'italiano.
Lo parlano solo 5 milioni e mezzo di madre lingua in patria, circa 1 milione (credo di essere ottimista) finlandesi risiedenti permanentemente all'estero
e me

lol

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Quindi perchè la scelta dell'inglese?
Perchè mi permette di far conoscere quello che creo e di conoscere quello che altri creano al di fuori della provincia italica dello scarpone.
Conosco nuovi modi di vivere, di intendere le cose, di giocare, di pensare.
E questo influenza me, la mia vita e quello che posso fare per migliorarla anche risiedendo in Italia, mettendomi in grado di dubitare di quello che ho e posso ottenere nella mia piccola Siracusa.
Ovvio questo si ripercuote anche nel gioco, se è una passione che prendo con coscienza and con una buona dose di humour e serietà.
Se questo vuol dire mediare e fare dei piccoli compromessi con l'italiano, ben venga.
Mi ritengo prima di tutto siciliano, poi cittadino del mondo, infine italiano.
Credo sia tutta questione di come uno si pone personalmente, quindi molto soggettiva come cosa.
Interessante questo topico. 8)
Ps.: I poeti siciliani del 1200 aprirono confusamente al volgare, non senza capacità, ma senza l'originalità e il senso linguistico dei toscani poco dopo di loro.
Ps 2.: Per stasera questo sarà il mio ultimo post visto che fra 15min vado a giocare di ruolo!!! :grin: A domani!!!!
