[Indie italiano] Cane bagnato records

IlProfessore

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L’8 agosto 2009 percorrevo in lunghe ore notturne un viaggio di ritorno su autostrade immerse nel buio.

Solitudine e nostalgia di luoghi visitati nella fretta di una breve vacanza e la sensazione familiare del rientro in una casa vuota, sospendevano lo spirito nel torpore di un’angoscia ineffabile che altro non aspettava se non musica opportuna, per potersi liberare, finalmente, nella trasformazione lieta di una riflessione intima.

Fui, devo dire, fortunato a incrociare le frequenze musicali del programma radiofonico “Music club” in onda su Radio RaiUno. Son solito non dar troppo ascolto alla radio ma, talvolta, una voce viva rinfranca in viaggi che sembrano infiniti. Maggior fortuna avrebbe riservato la seconda parte del programma che in scaletta aveva un’intervista con la Cane bagnato records, piccola e coraggiosa etichetta indipendente italiana che - lo ammetto - solo allora scopersi.

E alternate a parole scorrevano le musiche del mio stato d’animo: e fu una sorta di sposalizio perfetto. Don quibol, Gabriel Sternberg, Mauve, Paolo Saporiti, i Lapingra… nomi di cantautori e gruppi italiani che suoneranno ai più sconosciuti, lo immagino: per me lo erano tutti quanti.

Musiche intimistiche, sussurrate, talvolta accennate, dai cantati composti; invenzioni oscure e folkeggianti suggerivano trame di foglie autunnali quasi polvere, note rade di una tastiera che tracciavano una via a tratti visibile nelle profondità della notte, suoni giocattolosi lo-fi avvolti in rosea bambagia profumata di talco.

Piccole cose preziose.
 
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