Izraphael
Onnisciente





Premetto che ho giocato sia a MERP (GiRSA qui da noi) che a RM in ambientazione LoTR...
E ho sempre trovato (soprattutto nel MERP, che è "dedicato") la magia resa in maniera scandalosa.
Ripensiamo un secondo al Signore degli Anelli, il romanzo, e a Lo Hobbit.
C'è Galadriel che vede nel passato e nel futuro, a sprazzi. Ok.
C'è Saruman che comunica con Sauron (tramite Palantir).
C'e Gandalf che nello hobbit lancia qualche tizzone rovente sui lupi, e nel SdA fa luce col bastone, tuona con la voce e lancia imperiosi ordini "coercitivi".
Basta.
La "Magia", nel SdA, ha due tratti distintivi:
1. E' appannaggio degli Istari, che sono (erano) 5, quasi dei semidei. E solo loro ne fanno uso.
2. E' una questione più di "potere", autorità, aura. Gandalf, di solito, mena mazzate con Glamdring, non tira palle di fuoco. Ne "lo Hobbit" viene pure ferito mentre lotta, e si intuisce che il mago combatta spada in pugno piuttosto che a suon di fulmini globulari.
Capisco che sia "anti D&D", ma nel SdA la magia, in pratica, non esiste.
O, meglio, esiste in un modo assolutamente non GdR.
Il mago è un mistico, un leader, un carismatico sapiente in grado di prevedere, minacciare, ammaliare.
Punto. Che questo gli dia, unitamente al sapere di decenni, un vantaggio incolmabile, è indubbio.
Ma dal mio punto di vista, avrei tolto la magia dalle ambientazioni tolkeniane per lasciare una serie di "arti"... Per esempio quella di cura, basata sulle erbe (vedi Aragorn con le foglie di Athelas), arti coercitive (Gandalf, con Grima nel palazzo di Theoden e con Saruman quando questi è rintanato a Isengard), arti di preveggenza (Galadriel), tecniche "genetiche" (Saruman) e di canto (Tom Bombadil... Queste potrebbero essere un "lascito" del canto dei Valar)... Un sistema più alla Lex Arcana che non alla D&D.
Le palle di fuoco e le evocazioni, nel SdA, non ce le vedo.
La magia è molto più sottile, meno manifesta, è rara e appannaggio di pochi eletti...
Voi che ne pensate?
E ho sempre trovato (soprattutto nel MERP, che è "dedicato") la magia resa in maniera scandalosa.
Ripensiamo un secondo al Signore degli Anelli, il romanzo, e a Lo Hobbit.
C'è Galadriel che vede nel passato e nel futuro, a sprazzi. Ok.
C'è Saruman che comunica con Sauron (tramite Palantir).
C'e Gandalf che nello hobbit lancia qualche tizzone rovente sui lupi, e nel SdA fa luce col bastone, tuona con la voce e lancia imperiosi ordini "coercitivi".
Basta.
La "Magia", nel SdA, ha due tratti distintivi:
1. E' appannaggio degli Istari, che sono (erano) 5, quasi dei semidei. E solo loro ne fanno uso.
2. E' una questione più di "potere", autorità, aura. Gandalf, di solito, mena mazzate con Glamdring, non tira palle di fuoco. Ne "lo Hobbit" viene pure ferito mentre lotta, e si intuisce che il mago combatta spada in pugno piuttosto che a suon di fulmini globulari.
Capisco che sia "anti D&D", ma nel SdA la magia, in pratica, non esiste.
O, meglio, esiste in un modo assolutamente non GdR.
Il mago è un mistico, un leader, un carismatico sapiente in grado di prevedere, minacciare, ammaliare.
Punto. Che questo gli dia, unitamente al sapere di decenni, un vantaggio incolmabile, è indubbio.
Ma dal mio punto di vista, avrei tolto la magia dalle ambientazioni tolkeniane per lasciare una serie di "arti"... Per esempio quella di cura, basata sulle erbe (vedi Aragorn con le foglie di Athelas), arti coercitive (Gandalf, con Grima nel palazzo di Theoden e con Saruman quando questi è rintanato a Isengard), arti di preveggenza (Galadriel), tecniche "genetiche" (Saruman) e di canto (Tom Bombadil... Queste potrebbero essere un "lascito" del canto dei Valar)... Un sistema più alla Lex Arcana che non alla D&D.
Le palle di fuoco e le evocazioni, nel SdA, non ce le vedo.
La magia è molto più sottile, meno manifesta, è rara e appannaggio di pochi eletti...
Voi che ne pensate?