I fascicoli di Warhammer Adventures

Angiolillo

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20 anni con i Goblins! 1 anno con i Goblins! Osservatore 5 anni con i Goblins! 10 anni con i Goblins! 15 anni con i goblins! First reaction SHOCK!
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Anni fa con Nexus, Games Workshop e Hobby&Work abbiamo fatto dei fascicoli in edicola dedicati a Warhammer: racconti tradotti dall'inglese e un'enciclopedia del Mondo Conosciuto e un gioco da tavolo realizzati in Italia. Se ne parla in un altro thread. Per chi è curioso, questo è l'indice dei fascicoli:

http://www.wfrp.de/artindex/artita.html#WP

Questo è il gioco:

http://www.boardgamegeek.com/game/7582

Vi metto qui sotto un "dietro le quinte" sull'enciclopedia tratta dai fascicoli. Per alcuni assaggi:

http://nuke.goblins.net/modules.php?nam ... 3383#63383

- - -

"Ci son più cose in cielo e in terra, Ofelia, di quante ne preveda l'assicurazione della tua automobile"
(Tommaso Moro, "Orazio")

La Nexus Enterprises e la Hobby & Work hanno avuto il coraggio di portare nelle edicole italiane un’opera senza precedenti: nientemeno che un’enciclopedia dedicata a Mondo Conosciuto. Nel cuore di ogni fascicolo vengono presentati dei brani fino a oggi inediti che approfondiscono mille aspetti di quel luogo affascinante e tutto sommato misterioso. Si tratta di frammenti di diari, rapporti di spie, fiabe, leggende, canti di guerra, lettere, memoriali e tanti altri documenti, tutti rigorosamente autentici, scritti di proprio pugno da Uomini, Nani, Gnomi, Mezzuomini, Elfi e altre creature che risiedono nel Vecchio Mondo e nell’Ulthuan.
Ho avuto l’onore di curare in prima persona la raccolta, la selezione e la pubblicazione di questa gran mole di materiale. E’ stato un lavoro lungo e difficile, in cui sicuramente mi sono sfuggiti marchiani errori e palesi omissioni: ma tutto sommato sono convinto che il risultato sia tra i più interessanti, e che grazie a questa meritevole iniziativa editoriale il nome “Mondo Conosciuto” sia oggi ancora più appropriato di prima.
Tutto è cominciato parecchi anni fa, quando il Kaos non si era ancora impadronito delle edicole italiane: di queste piccole Mutaporte che oggi lo diffondono ovunque. Ma già i Maghetti della Costiera, asserragliati nella loro rocca a Lido di Camaiore, scrutavano il futuro e progettavano i destini del Gioco di Ruolo per i secoli a venire. Fu così che ricevetti un sacco di iuta pieno di Corone d’Oro (“un acconto sulle spese”, a quel che promettevano loro) e un fascicolo fitto di precise istruzioni.
Era il 5 dicembre 1990 (27 Birraio 2512 secondo il Calendario Imperiale) quando lasciai Roma raccontando ad amici e parenti che me ne andavo a fare un anno di Obiettore in un piccolo Comune della Pianura Padana. Con mezzi di trasporto che ovviamente non mi è dato di svelare mi recai invece a Pretzel, un ridente paesino dell’Impero che sorge dalle parti di Salzenmund. Lì ho preso alloggio nell’unica locanda, “Al Munifico Principio”, un nome tutto sommato di buon augurio, e ho iniziato la mia opera di raccolta.
Con diversi viaggi in giro per il Vecchio Mondo e dintorni ho messo insieme una serie incredibile di volumoni e pergamene. Ciò grazie al fatto che ho trovato persone squisite, che mi hanno reso agevole il lavoro e piacevole il soggiorno: la bibliotecaria Martha del Municipio di Pretzel, alcuni Castellani di profonda cultura, gli accademici tutti di Altdorf e di Nuln, certi compiacenti archivisti che amano assai il vino di Tilea, un sapiente gnomico molto schivo ma inaspettatamente disponibile... Durante il mio peregrinare ho avuto molte identità, ma non quelle che mi attribuiscono. In un portico di Magritta ho giocato la borrachoja con il luogotenente di don Arrigo de la Ñizca. Ho danzato la västerwind con donne vichinghe e ho parlato di filosofia con Jusuf Al Hammarij. Ho imparato a cucinare il “marvaillon flambée”, a curare le infezioni con le foglie di gesundheit, a suonare il mandolino kislevita per scaldare gli animi sotto il cielo stellato. Mi sono imbarcato a Luccini con il mercante Pietro Viravolo raggiungendo le foci del Garongo. Kurt Hullmann di Nuln mi ha spiegato a lungo come combinare le lettere dell’alfabeto per donare la vita alla materia inerte. In un villaggio nei pressi di Ramas ho insegnato i segreti delle scacchiere a Niccolò Marchiavegli, svelandogli le micidiali aperture mostratemi nelle serate estaliane da doña Estebaña Biajote. Ma soprattutto ho letto, ho ascoltato, ho raccolto, ho annotato.
La ricerca dei testi non è stata priva di problemi. Il mio interesse per il “Libro dei Morti”, per esempio, mi è valso la persecuzione da parte di un Cacciatore di Streghe (che la sua anima trovi pace): come altri libri all’indice, esso è bramato dagli aspiranti Negromanti che intendono cercarvi i primi rudimenti di quell’arte blasfema, e sono stato scambiato per uno di essi... Ma nonostante le difficoltà, prima o poi ho ottenuto più o meno tutto ciò che cercavo.
Ho studiato, tradotto e comparato. Man mano inviavo ogni cosa in casa editrice: è stato Enrich Kölnbin in persona, il mitico inventore dell’Informagica, a interfacciare una bacchetta del Teletrasporto con il fax della Nexus, consentendomi di convertire ogni pergamena in pratici dattiloscritti che apparivano in tempo più o meno reale sulla scrivania del Direttore Editoriale.
Il lavoro è durato a lungo e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ne è uscito un affresco assai vivace del Mondo Conosciuto, luogo in cui lo sconforto si impadronisce a volte degli abitanti ma in generale non ci si rassegna alla minaccia del Caos, e si affronta la vita con piglio disincantato e una certa voglia di fare e divertirsi. Il senso epico e quello dell'umorismo procedono di pari passo in quelle terre tormentate e brulicanti di vita. Dal complesso dell’opera oggi in edicola si ricavano precise nozioni sulla storia e la geografia di quei luoghi, ma traspaiono soprattutto storie di persone vivaci e in fermento.
Rileggendo quanto accumulato, mi viene spontanea una riflessione. E’ buffo che ciascun abitante del Mondo Conosciuto abbia in fondo una sola grande ossessione: rivendicare, per lui o per il suo paese, tutti i maggiori pregi e le più luminose glorie della terra. Per questo l’opera si basa su una così vasta molteplicità di fonti: a parlare della Tilea non è un tileano ma un diplomatico di Albione, a descriverci l’Umanità è un sapiente nanico, a commentare le religioni del Vecchio Mondo è un consigliere dell’Imperatore del Catai. Si spera così di ottenere un po’ più di distacco e di obiettività rispetto a quella che può avere qualcuno che parla del proprio paese, della propria razza, dei propri déi. Non mancano eccezioni: la scheda della Bretonnia include per esempio una descrizione del paese fatta da uno dei suoi abitanti. Sembra di sentir parlare un francese dei nostri giorni che rivendica contemporaneamente alla propria patria le più belle auto del mondo e la migliore cucina, l’invenzione della “battaglia navale” e la paternità di Cristoforo Colombo. Il marciume, il degrado e la corruzione di quella triste nazione ci vengono contrabbandati per “colore locale”, mentre la presenza di vini appena decenti viene magnificata al di là di ogni vergogna. Ma se in questo genere di spacconate la Bretonnia eccelle, gli altri popoli del Mondo Conosciuto non ne sono alieni. Quanti litigi per potersi fregiare di aver dato i natali a un famoso navigatore o a un eroico condottiero!
Al contrario, io rivendico una sola cosa: di non essermi inventato assolutamente nulla di quanto trovate in ‘Warhammer Adventures’. Io ho solo raccolto, schedato e tradotto. Alcuni recensori di altre riviste, al soldo degli interessi di bottega della concorrenza, hanno insinuato che si trattasse di pure fantasie: giammai! ‘Warhammer Adventures’ è un’opera rigorosamente scientifica. Potete trovarvi l’inno di battaglia dei Lanceri Alati del Kislev, un resoconto di prima mano di come funziona il Carrarmato Imperiale a Vapore inventato da Leonardo di Miragliano, raffinati sonetti di menestrelli disperati, rozzissimi canti orcheschi dalla metrica zoppicante, interessanti considerazioni sui costumi dei Vichinghi di Norsca scritte da chi ha vissuto in mezzo a loro: è tutto vero, nonostante ciò che affermano i detrattori. C’è per esempio chi ha insinuato che uno dei documenti più preziosi da me scovati, il rapporto di Re Zoltan di Praag allo Zar sull’orrenda maledizione che ha colpito la propria città, non sia stato scritto di suo pugno più di due secoli or sono ma sia una mia rozza falsificazione: è una gratuita calunnia. Mi dicono che Re Zoltan era analfabeta: portatemi delle prove. Mi dicono che l’inchiostro sul documento è ancora fresco: e allora? Forse che la polvere di Mutapietra, di cui Praag è intrisa, non ha causato prodigi ben maggiori? Siamo seri! Se volete dimostrare che ho falsificato qualcosa dovete portarmi ben altre prove: andate anche voi nel Vecchio Mondo e datevi da fare.
A questo punto non mi resta che farmi da parte e lasciare la parola alle mille voci che ho raccolto sul posto. Auspico però che l’esempio della Nexus, munifici finanziatori di questa ricerca, non rimanga un caso isolato: se qualcuno degli altri editori intende commissionarmi analoghe imprese, inviandomi magari in Cimmeria, nel Belfalas o nei Regni Giovani, si faccia vivo presso la Redazione.
 

Angiolillo

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sunzi

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1 anno con i Goblins! Necroposting 5 anni con i Goblins! 10 anni con i Goblins!
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Grazie per le info. La grotta mi ha sempre sorpreso per il materiale che riesce ad avere, li sentirò.
 

Johan

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ilGianni
E' l'opera che mi ha introdotto nel mondo di WH.

Ne ero completamente innamorato!

E da qualche parte ho ancora quasi tutti i materiali... ;)
 
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