giochi in scatola solo come intrattenimento?

phalanx

Onnisciente
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phalanx72
recentemente Tom Vasel ha pubblicato la recensione di This War of Mine, (link alla discussione sul gioco in tana :https://www.goblins.net/phpBB3/this-war-of-mine-t87268-375.html#p1490282) definendolo un gioco ben fatto ma deprimente, tanto da non volerlo in collezione.
nella recensione fa riferimento a robinson crusoe come gioco in cui bisogna raccogliere risorse per la propria sopravvivenza ma che a dipetto di di TWoM fa respirare un senso di avventura, mentre in TWoM si respira cupa disperazione.

Fin ora siamo stati abituati a leggere libri o vedere film trattare tematiche particolari molto forti (malattie, guerre, xenofobia, omofobia, abusi di ogni genere), non ci stupiamo, anzi spesso troviamo interessante vederli, in alcuni casi é un esperienza formativa.

ho l'impressione invece che il Medium che il medium gioco venga visto ancora come mezzo di intrattenimento :
vivere avventure (american),
simulare guerre (wargames)
costituire una sfida intellettuale (german)
passare il tempo in allegria (family o party) anche toccando aspetti per adulti (vedi il nuovo codenames o squillo) o noir ma in modo irriverente (vedi suicidium)

se si toccano argomenti seri come i sentimenti legati a chi vive la guerra, allora deve essere alleggerito come in Ta-pum (interessanti le impressioni di Tuxx https://www.youtube.com/watch?v=XuKf83U56gc min 28).

ma é giusto che sia cosí, puó il gioco da tavolo uscire da questi confini virtuali o uscendone rischierebbe di snaturarsi perdendo parte del suo spirito?
perché siamo disposti a pagare per vedere Philadelpia, milion dollar baby e sembriamo piú riluttanti a farlo per un gioco che ci faccia pensare a qualcosa di diverso dalle meccaniche o dal senso di avventura?
non possiamo avere l'equivalente di un film drammatico o di denuncia?


che ne pensate?
 

Ale Friend

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La sparo anche blandamente. Un gioco è una attività interattiva, di intrattenimento, ma è anche un qualcosa su cui vogliamo aver la meglio.

Non conosco nello specifico il titolo in questione, però giochi molto difficili come Eldritch, Dead of Winter, Pandemia estremi, Mage Knight, Venerdì ad altissimi livelli sono per noi sfide da cui imparare e ritentare fin quando la spuntiamo.

Alcuni giochi possono anche essere deprimenti (in certi momenti) ma c'è sempre la sfida.

Se invece trovo un titolo deprimente gratuitamente (magari fa pure ambientazione, ma è talmente incontrollabile e/o in balia di imprevisti da non valere l'impegno di prenderlo seriamente), semplicemente mi leggo un libro, vedo un film o ascolto musica a tema. Per volermici impegnare sceglierò qualcosa che io sappia di poter affrontare.

Questo è il primo pensiero che ho di fronte alle opinioni lette su TWOM.

E di giochi con logiche molto disincantate non ne mancano (dai wargame alle simulazioni politiche o finanziarie)

Secondo me Vasel, che se non ricordo male diceva che pure Tash Kalar dipende dalla pesca di carte, non era interessato a approfondire un gioco che, magari nelle prime partite poi più avanti non so, lo facesse sentire troppo spettatore passivo

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phalanx

Onnisciente
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phalanx72
in questo caso le meccaniche del gioco ed i possibili difetti sono marginali. quello che conta sono le tematiche, il modo in cui vengono affrontate e le sensazioni che vogliono trasmettere.
TWoM é solo un esempio di gioco in cui gli autori vogliono far trasparire la follia della guerra e la disperazione di chi ne resta coinvolto, solitamente invece i giochi che parlano di guerra, lo fanno tralasciando questo aspetto, ma esaltando il lato tattico/strategico o mostrando le gesta eroiche dei soldati.

i wargame e le simulazioni politiche e finanziarie solitamente trattano i temi in modo asettico, dubito (ma vorrei essere smentito) che le simulazioni politiche ci facciano alzare dal tavolo con l'amaro in bocca per i sotterfugi (corruzione ecc)che si é dovuto mettere in pratica (o che abbiamo subito).

sostanzialmente mi chiedevo se é giusto che i giochi da tavolo vengano fatti in modo da trasmettere anche sensazioni sgradevoli (magari con un eventuale risvolto educativo od uno spunto di riflessione), o é un utilizzo estremo che esula da quello che dovrebbe essere un gioco in scatola.
 

Ale Friend

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Beh riconfermo quanto penso. È giusto fare e tentare, sì. Io ad esempio mi sto avvicinando ad Eklund che a quanto ho capito fa esattamente questo (ma mi ci avvicino da cultore di questa idea).

In sé il dare (anche) sensazioni sgradevoli ci può stare, ma nel complesso ancora torniamo al fatto che giocherò e giocheremmo cose che tutto sommato ci DIVERTONO - divertimento e piacere senza il quale non ci sottoporremmo ai vincoli del cerchio magico e il rituale del gioco diventa uno sbatti.

Grossomodo si tratta di stare nel mezzo; un GIOCO può simulare ma lo voglio giocare come gioco, altrimenti compro un SIMULATORE digitale o analogico per esercitarmi in quella cosa senza quella libera giocosità.

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Thegoodson

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sarò prosaico, ma fatichiamo a giocare più di 3 partite a giochi che diciamo che ci piacciono, immagino lo slancio a giocare qualcosa di spiacevole "perché è giusto (o formativo o quello che è) farlo".
 

Michele24

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Non ho visto il video, ma dalla mia posso dire che il videogame mi ha fatto lo stesso effetto (dopo 3/4 ore di gioco l'ho abbandonato per principi di depressione ) e come non gioco più ad un gioco che non mi piace sono d'accordo col fare lo stesso se il gioco "ti prende male". Il gradire o meno la difficoltà invece è un fattore soggettivo come anche un gioco che ricrea fedelmente l'atmosfera che vorrebbe è fondamentalmente fatto bene, potendo poi piacere o meno...
 

Izio

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Io non ci vedo niente di male nell'usare tematiche "forti" in un boardgame. Però, capisco che la cosa non prenda troppo piede tra i giocatori. Mi spiego bene. Secondo me un boardgame è un gioco, quindi oltre ad essere intrattenimento, come è ad esempio un film, c'è anche la parte svago che un film non deve sempre avere (film drammatici, commoventi, da stringere lo stomaco). Probabilmente (parlo in generale e non ho visto il video) la percezione di un gioco a tema forte è quella di non avere, o avere poco, la parte di svago
 
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ma quindi l'ambientazione in un gioco, quando sentita, puo' essere addirittura un deterrente all'acquisto?
A me piace molto ITYOTD di Feld (e ora qualcuno dirà che Feld ≠ Ambientazione) ma devo ammettere che per ambientazione e meccanica (ovviamente) mi crea una sensazione spiacevole che a volte (spesso :bua: ) mi fa preferire altri giochi con altre tematiche/meccaniche.
 

Giofor

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Questa una definizione di gioco: "Qualsiasi esercizio, singolo o collettivo, cui si dedichino bambini o adulti per passatempo o svago o per ritemprare le energie fisiche e spirituali: giochi all'aperto, infantili, di società...".
Se questa è la definizione da prendere a paradigma, allora Tom Vasel fa bene a decidere di non volere in collezione un gioco che lo porta a deprimersi. Personalmente amo molto i giochi ambientati, anche se alcuni possono risultare a volte frustranti, ma proprio la sfida al gioco lo rende "ritemprante" e crea lo "svago", per me. Nonostante ciò non credo giocherei volentieri ad un gioco che mi crei ansia depressiva, non vi troverei nulla di appagante....
 

Cristiano

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Concordo con Izio.
Il gioco di Società serve anche per sgombrare la mente da problemi o tristezze della quotidianità lavorativa e non.
Chi dopo una giornata pesante a lavorare, ha voglia alla sera di buttarsi in un clima di cupezza e depressione come quello di un sopravvissuto all'assedio di Sarajevo? :muro:
Quanta gente spenderebbe dei soldi per comprare un gioco del genere? (lasciamo stare il kickstarter di successo, si parla a livello generale)
Si può andare al cinema a vedere un film su quell'argomento, ma sono due ore di sensazioni, magari fatte da un bravo regista, poi finisce lì.
Quante volte invece tiri fuori dallo scaffale un gioco del genere? :pippotto:
Per finire la giornata più depresso di prima? :muro:
Per andare a letto con nuovi dubbi filosofici sulla natura umana? :muro:
Secondo me il mercato di quei giochi è mooolto ristretto, tale da non giustificare una produzione retail, se non con una buttata a mezzo kickstarter.
io quando gioco ho bisogno di soddisfare una o più delle seguenti esigenze:
-fuga dalla quotidianità o dai problemi;
-desiderio di sfida contro altri o contro avversità in genere;
-fuga dalla realtà con avventure/giochi di argomenti completamente scollegati dal mondo attuale.
In ogni caso, situazioni che alla fine in generale mi lasciano sensazioni positive nel cervello.
Per le cose negative, basta guardare i giornali... :muro:
 

phalanx

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phalanx72
grazie per le vostre risposte, le ho veramente apprezzate.
credo anche io che il mercato dei con contenuti non tradizionali (o implicazioni etico/morali ecc) siano una parte molto ristretta del mercato e dubito che ne guadagneranno molto in futuro, ma in realtá sono contento che il "gioco da tavolo" in qualche modo sia elevato come medium ad altre realtá artistiche come film, libri, videogiochi e che qualche autore pensi che possa essere utilizzato per trasmettere un messaggio che trascenda il solo fine dell'intrattenimento, lo vedo in qualche modo come un'evoluzione/crescita del prodotto.
che poi abbia un successo commerciale o meno é un altro discorso.

quello che mi stupisce sempre (ma non e' riferito ai commenti precendenti) é che in qualche modo in molti giochi azzeriamo o mettiamo da parte alcune delle nostre convinzioni morali.
per entrare piú nel concreto, molti di noi sono contro la mafia, ma dubito che ci siano altrettante persone che rifuteranno di giocare the Godfather di Lang solo per via del tema, eppure probabilmente nel gioco (sto ipotizzando) non mancheranno le efferatezze.
non abbiamo problemi a gestire case d'appuntamenti, ma dubito che un gioco gestionale di schiavitú verrebbe accettato o pubblicato, eppure giochiamo a giochi dove colonizziamo ed asserviamo popoli o li epuriamo.
a che punto il tema perde cosí tanto di forza da diventare irrilevante?
ad esempio ho un amico per cui questo non perde mai di forza e rifiuta di giocare giochi in cui potrebbe interpretare i nazisti, anche fossero wargames, perché non ne condivide il messaggio e non vuole in nessun modo avere nessun tipo di immedesimazione con loro.
 

linx

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Premetto che non sono informato sul gioco di cui si parla, ma intuisco l'argomento.

Mi butto sul paragone con le serie tv e tiro in ballo una delle mie preferite The Walking Dead. Essendo una serie sugli zombie uno si aspetterebbe tanta azione... mentre in realtà è una serie basata sulla disperazione e sui rapporti interpersonali che si sviluppano in situazioni di difficoltà.
Io sono un pessimista di natura, quindi dovrei in teoria deprimermi all'inverosimile e rifiutarmi per il mio stesso bene di vedere la serie dove le speranze che piano piano si creano vengono puntualmente demolite.
Invece la trovo un toccasana per l'animo: un buon modo per combattere il pessimismo.

Quindi non è necessariamente un male, che il tema sia deprimente.
Se poi il gioco riesce ad essere veramente sentito magari si evitano situazioni come quelle di Dead of winter dove le scelte diventano ciniche perché le conseguenze sono palesi. Ma magari questo è solo il mio augurio e il gioco mi spingerà ad uccidere senza remore perché conviene e basta, senza contraccolpo negativo.

Vero è che i giochi da tavolo, a pensarci bene, spingono veramente ad agire senza coscienza. O perlomeno senza remore morali. In fondo i lati negativi dell'agire fuori dalla legalità sono soprattutto legati alla sfera personale e non facili da fare percepire. E' più facile che un gioco proponga la possibilità di fare delle "cattiverie" col solo contraccolpo del "non farsi beccare". In effetti immorale.

Potrebbero essere i punti vittoria a diventare l'indice di "bontà d'animo" del gioco, a voler far le cose per bene.
 

Cristiano

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Il gioco è una forma di intrattenimento, come ho già scritto.
Nei wargames i nazisti sono "storicamente" i "cattivi", ma sul tabellone di gioco sono solo una delle fazioni belligeranti, con i loro bonus e malus.
stesso dicasi per gli skirmish.
Dubito che chi li usa si identifichi in Goebbles o Mengele...
Per altri giochi di conquista, posti in epoche passate, è tutto molto più sfumato psicologicamente, perchè "erano altri tempi" e quindi non ci sono penso rimorsi a tenere i Conquistadores contro gli Incas o gli Inglesi nelle guerre contro gli Zulu...
Alla fine che siano alieni o Conquistadores, sono delle fazioni con propri bonus e malus da ottimizzare contro degli avversari.
La parte ludica è in quello.
Viceversa io invece non comprerei mai un gioco tipo "Kolejka", che mi dà semplicemente tristezza e non aiuta la mia mente a svagarsi. :morto:
Pur essendo un gioco storicamente didattico... :muro:
Concludo citando me stesso: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
io quando gioco ho bisogno di soddisfare una o più delle seguenti esigenze:
-fuga dalla quotidianità o dai problemi;
-desiderio di sfida contro altri o contro avversità in genere;
-fuga dalla realtà con avventure/giochi di argomenti completamente scollegati dal mondo attuale.
 

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Cristiano":2c2rw9jw ha scritto:
Viceversa io invece non comprerei mai un gioco tipo "Kolejka", che mi dà semplicemente tristezza e non aiuta la mia mente a svagarsi. :morto:
Pur essendo un gioco storicamente didattico... :muro:
Io l'ho trovato gustosamente divertente (non parlo di qualità eh) e per nulla didattico. Niente mi è rimasto del gioco. Basta non leggere l'ambientazione e sei a posto. :p
 

Raistlin

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phalanx":2qo9o45c ha scritto:
Io penso che siamo stati tutti desensibilizzati nel tempo, almeno per quel che concerne il cinema.

Assolutamente d'accordo, nel tempo ci siamo tutti desensibilizzati e non poco.
Personalmente non amo i film (troppo) drammatici o di denuncia, nè quelli di attualità. I due che citi sono insopportabili ed angoscianti (con Million Dollar Baby hai azzeccato proprio uno dei rarissimi casi in cui ho abbandonato la visione a metà... davvero inguardabile, tanto è angosciante).


phalanx":2qo9o45c ha scritto:
Fin ora siamo stati abituati a leggere libri o vedere film trattare tematiche particolari molto forti (malattie, guerre, xenofobia, omofobia, abusi di ogni genere), non ci stupiamo, anzi spesso troviamo interessante vederli, in alcuni casi é un esperienza formativa.

A mio avviso la questione è differente. Raramente questo genere di questioni sono formative, secondo me. L'essere umano è curioso in modo perverso quando si tratta di violenza, dolore, sesso, abusi o tutto quanto concerne la sfera (molto) privata degli altri. E' un po' come chi guarda il gran premio sperando in qualche incidente per 'movimentare' la gara o come chi si ferma per strada a scrutare i particolari di un incidente. Del resto non a caso il cinema ha imparato negli ultimi anni (ahimè) la lezione e nel tempo si è arricchito enormemente di violenza gratuita a discapito di trame e interpretazione: la violenza basta da sola a fare audience, quindi perchè impiegare risorse aggiutive?

Quindi per tornare sull'argomento di discussione, in definitiva - e per come la penso io - è giusto alleggerire i giochi da tavolo ma non solo: io alleggerirei tutto, anche cinema e libri... prima di essere desensibilizzato all'estremo e cadere nell'indifferenza completa di fronte ad argomenti importanti. Perchè a mio avviso non è mai importante rappresentare la realtà con crudezza e realismo per aiutarne la comprensione, quello che conta è far assimilare significati e morali e lo si può fare benissimo senza passare attraverso questi estremi.
 
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