E di questo cosa mi dite?
Quando nasce e chi lo crea?
"Alan Ford" vede la luce nel maggio 1969 con i testi di Luciano Secchi (Max Bunker) e i disegni di Roberto Raviola (Magnus), ossia il duo "Magnus & Bunker" ben noto al pubblico dell'epoca per aver firmato numerose pubblicazioni "nere", fra cui merita menzionare almeno "Kriminal" e "Satanik". Il formato era lo stesso delle succitate pubblicazioni, ossia 120 pagine in formato tascabile rigorosamente suddivise in due vignette ciascuna. Alan Ford sconcertò i lettori dell'epoca perché si allontanava drasticamente dal genere finora proposto dai due autori, trattandosi di una parodia a sfondo spionistico che sfociava spesso e volentieri nel grottesco e nella denuncia sociale. In Alan ogni valore tradizionale veniva letteralmente stravolto, fatto a pezzi, con una forza dissacratoria molto superiore a quella dei due pure innovativi antieroi "neri". Difficile stabilire se il successo di Alan Ford (che arrivò tardi ma arrivò, travolgente) sia più legato agli arguti testi di Bunker o agli splendidi disegni di Magnus. Certo è che tra i due, come mai prima d'allora, si stabilì una perfetta simbiosi, un sodalizio artistico che ci ha lasciato storie indimenticabili e che durò per 75 numeri consecutivi, fino all'abbandono di Magnus. Con Magnus non se ne andava semplicemente un disegnatore. Si staccava un pezzo dell'anima della serie. Non a caso tutti i disegnatori che seguiranno, fra cui anche riconosciuti professionisti come Paolo Piffarerio, Raffaele della Monica e, oggi, Dario Perucca, cercheranno quanto più possibile di replicare lo stile del creatore grafico, finendo inevitabilmente per soccombere al confronto. La stessa vena creativa di Bunker andrà via via inaridendosi, replicando per lo più le fulminanti trovate degli anni d'oro, confermando la tesi che in quei magici 75 numeri fosse già stato detto tutto.
Chi è Alan Ford?
Alan Ford è un grafico pubblicitario squattrinato che, per un equivoco, finisce forzatamente arruolato da un'improbabile organizzazione di agenti segreti, il Gruppo T.N.T., la cui prima preoccupazione non è sventare piani per la conquista del mondo o proteggersi dalle insidie delle spie nemiche, bensì sbarcare il lunario. Alan è un giovane di bell'aspetto, ingenuo, servizievole, imbranato con le donne, che tutto potrebbe essere tranne che un agente segreto. Eppure il suo essere "fuori posto" è perfettamente intonato all'organizzazione di cui fa parte, dove nessuno rispecchia i canoni classici dei film di spionaggio e che proprio in questo trova il suo punto di forza, l'arma segreta che permette di dipanare le matasse più intricate (si fa per dire ;-) ). Alan, dicevamo, è buono, quasi remissivo, sempre pronto a cogliere il lato positivo delle cose, novello Candido volteriano, ma questa sua bontà non ha fini moralistici, anzi. Il destino lo punisce in modo crudele, spietato, sistematico. Se una morale si può cogliere, essa è che non c'è posto per i buoni in un mondo di lupi, ed è perfettamente funzionale al messaggio dissacratorio e contestatario (siamo nel 1969) del fumetto.
Chi sono i suoi amici?
In primis, ovviamente, i membri del Gruppo T.N.T. cominciando dal capo supremo, il Numero Uno, un vecchietto paralitico inizialmente presentatoci (nel n.11) come un semirimbambito ma che rapidamente si rivela una mente acutissima e cinica, sempre pronto ad approfittare della situazione a scapito dei suoi uomini, che sfrutta ignobilmente. La sua età è imprecisata e, benché i suoi presunti "racconti di vita vissuta" ambientati anche migliaia di anni fa siano altamente improbabili, è un fatto che conosce vita, morte e miracoli di qualsiasi essere umano del pianeta, il tutto annotato in un libriccino di minuscole dimensioni. Vengono poi la Cariatide, comandante in seconda inizialmente molto attivo ma poi invecchiato e imbolsito; il Conte Oliver, nobile (?) inglese in disgrazia con la spiccata caratteristica di rubare tutto quello che gli capita a tiro, ma dotato di intelligenza e capacità di adattamento non comuni che lo rendono il più efficiente fra gli agenti del gruppo; Bob Rock, autocaricatura di Magnus, piccolo di statura e dal naso spropositato, pieno di complessi, impulsivo, irascibile e sfortunato, ma anche dotato di una fortissima carica di simpatia e, per certi aspetti, patetico; Grunf, immigrato tedesco, reduce delle due guerre mondiali, un vecchio nostalgico un po' lento di comprendonio ma fedelissimo al Numero Uno e capace, con mezzi quasi inesistenti, di inventare i macchinari più strampalati che però, incredibilmente, funzionano (anche se non si sa fino a quando); Geremia, ossia la summa di tutte le malattie che possono colpire un essere umano, quasi sempre confinato alla base e raramente coinvolto nelle missioni; Cirano, cane bracco italiano, il segugio del gruppo con una spiccata predilezione per Bob Rock, spesso determinante per il successo delle missioni; Clodoveo, pappagallo linguacciuto e insolente dotato di intelligenza umana nonché compagno-consigliere del Numero Uno, unico personaggio dell'era dopo-Magnus che ci pare degno di menzione. Seguono, in ordine sparso, alcuni comprimari ricorrenti, quali il Generale War, che talvolta assegna missioni al gruppo, l'ispettore Brok, poliziotto inetto e bonaccione, Tobia Quantrill, vecchio compagno d'avventure del Numero Uno, Mister Lamp, inventore pazzoide e geniale, Tim, Tom e Tumb, ossia i tre fratelli gemelli di Bob Rock, e tanti altri.