Izraphael
Onnisciente
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Allora... L'intento del thread è del tutto propositivo, se in qualche modo quello che dico offende qualcuno, chiudo.
Idem al minimo accenno di flame.
Vorrei inoltre che, quando si citano dei giochi, si citassero solo giochi a cui si è giocato davvero.
Vorrei anche che la teoria forgita rimanesse a casa, altrimenti vi sparo una pippa di sei pagine di teoria di board game design che vi riprendete dopodomani![Smile :) :)](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
Dunque. Poniamo caso che io conosca i GDR solo marginalmente e non abbia mai giocato, ma sia un boardgamer accanito, magari appassionato di horror e di giochi ambientati.
Un amico, che ha visto alcune scatole a casa mia, mi regala FA dopo aver letto il retro di copertina.
Prendo la scatola di FA in mano, leggo. Boh, non capisco bene cosa sia, ma sicuramente, visto che non si menziona mai la parola "gioco di ruolo", dubito che penserei a un gioco di ruolo.
Anzi, sul retro trovo uno schema da boardgame:
Giocatori: 2
Durata: 20-60 minuti
Età consigliata: 12+
Apro la confezione, prendo un libro dei due (quello dell'MC, l'ho preso a caso), lo apro e lo sfoglio rapidamente, sembra una specie di librogame. Inizio a leggere: ok, tipico, ci sono i materiali. Insolitamente non sono inclusi tutti nella confezione, ma vabbé, un mazzo di carte in casa ce l'ho.
Leggo che ogni giocatore ha un libretto e che ci sono due "entità" di cui i due giocatori assumono il ruolo, esploratore e fantasmi. Figo.
C'è uno scopo del gioco, nella fattispecie io vinco se mi spavento, se lascio inquietanti domande senza risposta, etc etc. l'altro vince se scappa o "placa" i fantasmi.
Strano, ma intrigante. Chissà come funziona.
Poi c'è come si gioca, ci sono pochi esempi (altri, sempre pochi, sono nei paragrafi). Non ci ho ancora giocato ma la mia impressione è di avere di fronte uno storytelling game come C'Era una Volta o The Extraordinary Adventures of Baron Munchausen, solo "impreziosito" da una serie di geniali idee di fondo che lo rendono "denso" e non "giochino" (rispetto ovviamente ad altri STG).
Ma anche con alcune bizzarrie davvero strane, in primis un regolamento scritto in maniera criptica e poco chiara, che a volte mi dice per filo e per segno dove andare, e a volte mi dice solo "dì questo", senza specificarmi bene come, e che mi dice un paio di volte "se ti fa paura, dillo" (frasi così hanno senso se uno conosce baker, ma per un boardgamer fanno ridere).
Chissà come lo giocherò?...
Ok, credo di aver reso il senso.
FA non sembra un GDR. Fa di tutto per non sembrare un GDR.
Ma facendo così, imho mette un piede nel "mercato grande" dei Boardgames (la considero un'ottima idea, per inciso, il mio Sakura nasce così) ma quindi... per esempio, si troverà di fronte gente che rimarrà spiazzata di fronte a "vinci se..." "perdi se..." "e lui vince se..." che non siano esclusivi. O che non avrà nessuna familiarità nel mettere dettagli personali in gioco. Dovrà confrontarsi col boardgame, o no?
Se sì, chi fa un gioco del genere non dovrebbe preoccuparsi di sapere "come funziona" l'altra metà dell'ibrido? Se no, perché?
Mi piacerebbe parlarne, se possibile.
Pacatamente, necessariamente.
Idem al minimo accenno di flame.
Vorrei inoltre che, quando si citano dei giochi, si citassero solo giochi a cui si è giocato davvero.
Vorrei anche che la teoria forgita rimanesse a casa, altrimenti vi sparo una pippa di sei pagine di teoria di board game design che vi riprendete dopodomani
Dunque. Poniamo caso che io conosca i GDR solo marginalmente e non abbia mai giocato, ma sia un boardgamer accanito, magari appassionato di horror e di giochi ambientati.
Un amico, che ha visto alcune scatole a casa mia, mi regala FA dopo aver letto il retro di copertina.
Prendo la scatola di FA in mano, leggo. Boh, non capisco bene cosa sia, ma sicuramente, visto che non si menziona mai la parola "gioco di ruolo", dubito che penserei a un gioco di ruolo.
Anzi, sul retro trovo uno schema da boardgame:
Giocatori: 2
Durata: 20-60 minuti
Età consigliata: 12+
Apro la confezione, prendo un libro dei due (quello dell'MC, l'ho preso a caso), lo apro e lo sfoglio rapidamente, sembra una specie di librogame. Inizio a leggere: ok, tipico, ci sono i materiali. Insolitamente non sono inclusi tutti nella confezione, ma vabbé, un mazzo di carte in casa ce l'ho.
Leggo che ogni giocatore ha un libretto e che ci sono due "entità" di cui i due giocatori assumono il ruolo, esploratore e fantasmi. Figo.
C'è uno scopo del gioco, nella fattispecie io vinco se mi spavento, se lascio inquietanti domande senza risposta, etc etc. l'altro vince se scappa o "placa" i fantasmi.
Strano, ma intrigante. Chissà come funziona.
Poi c'è come si gioca, ci sono pochi esempi (altri, sempre pochi, sono nei paragrafi). Non ci ho ancora giocato ma la mia impressione è di avere di fronte uno storytelling game come C'Era una Volta o The Extraordinary Adventures of Baron Munchausen, solo "impreziosito" da una serie di geniali idee di fondo che lo rendono "denso" e non "giochino" (rispetto ovviamente ad altri STG).
Ma anche con alcune bizzarrie davvero strane, in primis un regolamento scritto in maniera criptica e poco chiara, che a volte mi dice per filo e per segno dove andare, e a volte mi dice solo "dì questo", senza specificarmi bene come, e che mi dice un paio di volte "se ti fa paura, dillo" (frasi così hanno senso se uno conosce baker, ma per un boardgamer fanno ridere).
Chissà come lo giocherò?...
Ok, credo di aver reso il senso.
FA non sembra un GDR. Fa di tutto per non sembrare un GDR.
Ma facendo così, imho mette un piede nel "mercato grande" dei Boardgames (la considero un'ottima idea, per inciso, il mio Sakura nasce così) ma quindi... per esempio, si troverà di fronte gente che rimarrà spiazzata di fronte a "vinci se..." "perdi se..." "e lui vince se..." che non siano esclusivi. O che non avrà nessuna familiarità nel mettere dettagli personali in gioco. Dovrà confrontarsi col boardgame, o no?
Se sì, chi fa un gioco del genere non dovrebbe preoccuparsi di sapere "come funziona" l'altra metà dell'ibrido? Se no, perché?
Mi piacerebbe parlarne, se possibile.
Pacatamente, necessariamente.