Ok, stavolta faccio un post per chiarire il concetto di “spazio immaginato condiviso”, di cui parlava Domon qualche post sopra. Con questo termine si intende indicare la totalità delle informazioni rilevanti condivise da tutto il gruppo di gioco e necessarie per giocare. Molti usano il termine più comune di “fiction”, oppure di “narrazione” o di “storia”. In narratologia corrisponderebbe a quella che viene chiamata “diegesi”. In poche parole è quello che sta avvenendo, “che si vede”, nell’universo di gioco immaginario.
Faccio un esempio. Quando dico che Erion, il mio barbaro, si sta muovendo e alza la spada con fare minaccioso, questa informazione entra a far parte dello spazio immaginato condiviso, ossia delle informazioni importanti per il gioco che tutti i giocatori al tavolo condividono simultaneamente. In quel momento, Giulia, il GM, può dirmi che i goblin che abbiamo davanti ne sono spaventati e cominciano ad arretrare. Giulia ha usato quello che io ho condiviso con gli altri giocatori e ha condiviso a sua volta delle informazioni rilevanti con gli altri giocatori. Tutte queste cose entrano a far parte dello spazio immaginato condiviso.
Inoltre, non è necessario che i giocatori condividano tutto quello che immaginano del mondo, ma solo le parti che reputano più interessanti o indispensabili per essere sicuri di stare tutti “sulla stessa pagina”. Faccio un altro esempio: Giulia descrive le guardie del re e il loro fare scontroso e come si pongano davanti ad Erion, il barbaro. Domanda: di che colore sono le uniformi delle guardie? Non è un’informazione che è stata condivisa nello spazio immaginato, perché non è importante. Se io lo chiedessi a Giulia, lei potrebbe dirmi che sono rosse, per esempio, e solo a quel punto questa informazione entrerebbe a far parte dello spazio immaginato condiviso.
Allo stesso modo, sempre facendo un esempio, potrei continuare con la scena di sopra e, a fine scena, chiedere a Roberto e ad Anna, gli altri due giocatori, di che colore si sono immaginati le uniformi dei soldati del re: Anna mi risponderebbe “blu” e Roberto “verdi”. Tutto ciò non ha davvero importanza; quelle informazioni non sono entrate a far parte dello spazio immaginato condiviso. Finché non vengono condivise e riconosciute come valide da tutti i partecipanti, implicitamente o non, è come se non facessero parte del gioco.